Ho provato a cercare l'anima
sono entrato dentro lo specchio dei ricordi
ho trovato solo foto senza volto
l'anima erano i tuoi occhi
uniche spille di rugiada
appuntate al mio petto vuoto
ti ho amata
e questo braciere illuminerà
il mio giaciglio
per il resto dell'eternità.
L'anima è il suono del silenzio
dopo che la campana a mezzogiorno
ha smesso di suonare
l'anima è il profumo dell'erba
dopo che è stata falciata
l'anima è il calore del marmo
dei sepolcri d'estate
dopo la calura pomeridiana
l'anima è il negativo dell'esistenza
lo yin che regna quieto nella valle
è il profumo dei campi di lavanda
quando il vento lo ha portato fino al mare
se solo avessi un'anima
tu mi avresti amato
ma l'anima non esiste
e tu sei soltanto stata una bugia.
Come sai sono un estimatore di Eliot (che talora usa parole simili alle tue), la cui poesia è tutta centrata su un tema: nell'epoca presente nessun progetto umano (famiglia, carriera, ecc. ecc.) è possibile, gli unici attimi di verità e di senso sono quelli tra una vanità e l'altra, tra un "fallimento" e l'altro (si noti al riguardo l'importanza che nella sua poesia hanno le parole "
broken" e "
between" sempre associate ad immagini positive):
Occhi che in sogno non oso incontrare
Nel regno di sogno della morte
Questi occhi non appaiono:
Laggiù gli occhi sono
Luce di sole su una colonna
infrantaLaggiù un albero ondeggia
E voci vi sono
Nel cantare del vento
Più distanti e più solenni
Di una stella che si spegne.
III
Questa è la terra morta
Questa è la terra dei cactus
Qui le immagini di pietra
Sorgono, e qui ricevono
La supplica della mano di un morto [Eliot usa questa parola in senso metaforico, come una speranza di risurrezione anche nella vita presente]
Sotto lo scintillio di una stella che si va spegnendo.
E’ proprio così
Nell’altro regno della morte
Svegliandoci soli
Nell’ora in cui tremiamo
Di tenerezza
Le labbra che vorrebbero baciare
Innalzano preghiere a quella pietra
infranta.
IV
Gli occhi non sono qui
Qui non vi sono occhi
In questa valle di stelle morenti
In questa valle vuota
Questa mascella spezzata dei nostri regni perduti
In quest’ultimo dei luoghi d’incontro
Noi brancoliamo insieme
Evitiamo di parlare
Ammassati su questa riva del tumido fiume
Fra l’idea
E la realtà
Fra il movimento
E l’atto
Cade l’Ombra [di Dio, un accenno di senso, di riscatto: Eliot è pessimista solo in apparenza, i suoi versi sono liberatori, danno un significato luminoso alle situazioni apparentemente più sconfortanti]
Perché Tuo è il Regno
Fra la concezione
E la creazione
Fra l’emozione
E la responsione Cade l’Ombra
La vita è molto lunga
Fra il desiderio
E lo spasmo
Fra la potenza
E l’esistenza
Fra l’essenza
E la discendenza
Cade l’Ombra
Perché Tuo è il Regno
Perché Tuo è
La vita è
Perché Tuo è il
E’ questo il modo in cui finisce il mondo
E’ questo il modo in cui finisce il mondo
E’ questo il modo in cui finisce il mondo
Non già con uno schianto ma con un lamento. [Accenno ironico alla società creata dalla finanza astratta, che esaurisce energie e civiltà umane]