Autore Topic: Divorzio e scomunica  (Letto 21150 volte)

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Re:Divorzio e scomunica
« Risposta #75 il: Luglio 30, 2016, 09:49:52 am »
POSTILLE

1 sarebbe da riflettere sul comportamento della chiesa tra il 1865 e il 1929, quando forse non tutti i  cattolici erano cattolici, ma sicuramente ce n'era qualcuno più di oggi. Una bella porzione di matrimoni religiosi non venivano registrati civilmente, si parla di 120 mila tra il 1866 e il 1871, in cinque anni. Poi molti parroci misero in atto una grande azione di disobbedienza civile, subendo processi e malversazioni da parte delle autorità del neo-stato italiano, molti si rifiutarono di fornire allo stato i registri dei matrimoni religiosi celebrati, molti vescovi si schierarono a favore dei loro parroci. Ora: l'introduzione del divorzio nel 1970 avrebbe dovuto riportare la situazione agli anni pre-concordato. Ma voi avete notizia di qualche prete o vescovo o intellettuale che abbia fatto un minimo di riflessione in questo senso?

2 se la chiesa non ha nulla da obiettare al fatto che dei cattolici si separino o divorzino civilmente, facciano ciascuno la propria vita, a condizione che non si risposino, viene da chiedersi cosa sia il matrimonio per la chiesa. Scusare ma mi pare una questione grave e pesante: per quale ragione non c'è una domanda forte, una pressione perchè la chiesa prenda posizione su questo? Cos'è il matrimonio? un sentimento? una condizione spirituale?
Cioè: ma se il matrimonio non è comunione di letto e di mensa, se ci sono donne che si permettono di buttare fuori di casa i mariti e continuano ad andare a messa e a fare la comunione, se non vengono automaticamente scomunicate (a meno ovviamente che non ci sia una sentenza di un tribunale ecclesiastico che le autorizza per gravi motivi alla separazione) credo che ci sia un grosso, grosso problema ...
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Re:Divorzio e scomunica
« Risposta #76 il: Luglio 30, 2016, 10:03:50 am »
L'ipocrisia clerico-cattolica si vede anche nel linguaggio il quale riflette la logica laicista-giacobina della legislazione statale. Per la legge dello stato italiano il matrimonio è basato sul consenso e il venir meno del consenso implica il venir meno del  matrimonio senza alcuna necessità di identificare un colpevole. I giuristi parlano di divorzio "senza colpa": si sono stancati. Perciò si dice "si sono separati/divorziati" usando quel verbo in modo riflessivo e sottintendendo quel luogo tanto comune quanto idiota che la colpa è sempre al 50%.
Ma questo modo di dire è ipocrita e falso. Non c'è bisogno di grande filosofia, la sola statistica ci dice che nel 75% dei casi la separazione è chiesta dalla moglie. Nella stragrande maggioranza dei casi i due non "si separano": è uno dei due che "separa" l'altro.
Onestà intellettuale vorrebbe che si ricominciasse a chiamare le cose con il proprio nome: non ci sono due che si separano, ma uno che ripudia e uno che è ripudiato.
Una volta fatta chiarezza, io vorrei che qualcuno mi dicesse infine perchè la chiesa non scomunica chi ripudia.
Il ripudio (fatti salvi i casi eccezionali e comunque dopo approvazione di un tribunale ecclesiastico) è compatibile con l'appartenenza alla chiesa?
Se si devo ammettere, a malincuore, di aver capito poco o nulla della vita.
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Re:Divorzio e scomunica
« Risposta #77 il: Luglio 30, 2016, 12:14:36 pm »
per quanto riguarda il matrimonio civile, lo schema è semplice : non ci sono colpevoli, non ci impegna per accertare le rispettive responsabilità, la donna è parte debole e comunque tramite i figli ottiene tutto.
L' uomo paga, la donna guadagna, e la giustizia evita l'aborrito lavoro.
Sulla chiesa, mi pare, da agnostico, di rivelare una notevole confusione forse causata dal tentativo di tenere il piede in 2 scarpe.
Ipocrisia ? diciamo che attacca l'asino dove più conviene

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Re:Divorzio e scomunica
« Risposta #78 il: Luglio 30, 2016, 14:24:59 pm »
Sulla chiesa, mi pare, da agnostico, di rivelare una notevole confusione forse causata dal tentativo di tenere il piede in 2 scarpe.

assolutamente

e il Vangelo aveva già avvertito: non si può servire a due padroni!
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Offline Vicus

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Re:Divorzio e scomunica
« Risposta #79 il: Luglio 30, 2016, 16:12:04 pm »
Confermo. In gran parte del mondo cattolico vigono di fatto consuetudini incompatibili con la religione cattolica: divorzio, ripudio, competenza del foro civile.
Per parte mia è tardi ed è inutile cercare di cambiare le cose, sarebbe una battaglia contro i mulini a vento e se ne avrebbe in cambio solo incomprensione e marginalizzazione. Questi cattolici continueranno a diluirsi nel mondo con un compromesso dietro l'altro fino a scomparire per "apostasia silenziosa" (la definizione è di Giovanni Paolo II), mancanza di prole cristiana e vocazioni.
Come ho detto, l'unica azione possibile e a mio avviso doverosa è frequentare ambienti che almeno non accettano questi compromessi (non solo tradizionalisti, anche cattolici d'Oriente per esempio). Quando c'è il Diluvio inutile discutere col "mondo" che vuole perdersi ed è perduto, tutto quel che possiamo fare è salire sull'Arca.
« Ultima modifica: Luglio 30, 2016, 17:52:48 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Divorzio e scomunica
« Risposta #80 il: Luglio 30, 2016, 17:20:15 pm »
Quando c'è il Diluvio inutile discutere col "mondo" che vuole perdersi ed è perduto, tutto quel che possiamo fare è salire sull'Arca.

 :drinks:

http://www.trefinestre.flazio.com/#!/Arca-Nonviolenza-e-Spiritualit
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Re:Divorzio e scomunica
« Risposta #81 il: Luglio 31, 2016, 09:03:47 am »
Confermo. In gran parte del mondo cattolico vigono di fatto consuetudini incompatibili con la religione cattolica: divorzio, ripudio, competenza del foro civile.
Per parte mia è tardi ed è inutile cercare di cambiare le cose, sarebbe una battaglia contro i mulini a vento e se ne avrebbe in cambio solo incomprensione e marginalizzazione. Questi cattolici continueranno a diluirsi nel mondo con un compromesso dietro l'altro fino a scomparire per "apostasia silenziosa" (la definizione è di Giovanni Paolo II), mancanza di prole cristiana e vocazioni.
Come ho detto, l'unica azione possibile e a mio avviso doverosa è frequentare ambienti che almeno non accettano questi compromessi (non solo tradizionalisti, anche cattolici d'Oriente per esempio). Quando c'è il Diluvio inutile discutere col "mondo" che vuole perdersi ed è perduto, tutto quel che possiamo fare è salire sull'Arca.
Non dobbiamo dimenticare che i cambiamenti che portano le conseguenze più nefaste sono proprio quelli che arrivano dai compromessi, presentati come "la soluzione meno peggio" ai problemi o come la quintessenza della saggezza: "meglio un accordo zoppicante che niente".

Fu così per l'aborto (si trattava di "fermare l'olocausto di aborti clandestini"), in epoche più recenti è accaduto lo stesso con le unioni omosessuali (si trattava di riconoscere dei "diritti civili" a persone ingiustamente discriminate), sta accadendo lo stesso per la liberalizzazione delle droghe leggere.

A forza di compromessi (a fin di bene) ci si ritrova col mondo completamente in preda alla follia collettiva :doh:
La strada che porta all'inferno è lastricata di compromessi politicamente corretti.
Those who would give up essential liberty to purchase a little temporary safety deserve neither liberty nor safety.
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Re:Divorzio e scomunica
« Risposta #82 il: Luglio 31, 2016, 10:53:22 am »

La strada che porta all'inferno è lastricata di compromessi politicamente corretti.


 :ok:

si, soprattutto perchè la debolezza principale di quell'atteggiamento è che è più preoccupato di lusingare le pecorelle che della verità/realtà in sè.

Ma le pecorelle mica sono sceme, lo capiscono quando qualcuno dice una cosa per farle contente e quando la dice perchè ci crede. Se dici una cosa per farmi contento, mi fa anche piacere, possiamo fare delle belle chiacchierate, ma quando il gioco si fa duro, quando ci sono i problemi veri, quando siamo con le spalle al muro e dobbiamo decidere da che parte stare, vado altrove perchè un cortigiano vale poco.
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Re:Divorzio e scomunica
« Risposta #83 il: Luglio 31, 2016, 22:58:34 pm »
Non dobbiamo dimenticare che i cambiamenti che portano le conseguenze più nefaste sono proprio quelli che arrivano dai compromessi, presentati come "la soluzione meno peggio" ai problemi o come la quintessenza della saggezza: "meglio un accordo zoppicante che niente".

Fu così per l'aborto (si trattava di "fermare l'olocausto di aborti clandestini"), in epoche più recenti è accaduto lo stesso con le unioni omosessuali (si trattava di riconoscere dei "diritti civili" a persone ingiustamente discriminate), sta accadendo lo stesso per la liberalizzazione delle droghe leggere.

A forza di compromessi (a fin di bene) ci si ritrova col mondo completamente in preda alla follia collettiva :doh:
La strada che porta all'inferno è lastricata di compromessi politicamente corretti.
Purtroppo chi ha responsabilità civili o ecclesiastiche serve spesso interessi contrari a coloro che governa.

 :ok:

si, soprattutto perchè la debolezza principale di quell'atteggiamento è che è più preoccupato di lusingare le pecorelle che della verità/realtà in sè.

Ma le pecorelle mica sono sceme, lo capiscono quando qualcuno dice una cosa per farle contente e quando la dice perchè ci crede. Se dici una cosa per farmi contento, mi fa anche piacere, possiamo fare delle belle chiacchierate, ma quando il gioco si fa duro, quando ci sono i problemi veri, quando siamo con le spalle al muro e dobbiamo decidere da che parte stare, vado altrove perchè un cortigiano vale poco.
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Neanche ci lusingano, a sentir loro (per restare in ambito religioso) ci dicono che siamo "pipistrelli", retrogradi ecc. ma verso mangiapreti, femministe, genderisti e abortisti (v. Bonino) c'è il più imbarazzante ossequio.
« Ultima modifica: Luglio 31, 2016, 23:51:25 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

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Re:Divorzio e scomunica
« Risposta #84 il: Agosto 01, 2016, 00:01:51 am »
Un amico mi segnala questo questo articolo che mi pare pertinente citare qui, specialmente le parti in grassetto, per testimoniare che nel mondo cattolico qualcuno reagisce a certe derive.

http://www.corrispondenzaromana.it/dichiarazione-di-resistenza-allamoris-laetitia-dellipco/

Dichiarazione di resistenza all’Amoris laetitia dell’IPCO
Amoris laetitia

(di Emmanuele Barbieri) L’Amoris laetitia apre le braccia della Chiesa e della società alla demolizione programmata del matrimonio e della famiglia. Appello ai Prelati e ai movimenti silenziosi: è questo il titolo di una dichiarazione pubblicata il 16 luglio dall’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira (IPCO).

Il documento ricorda i quasi novecentomila fedeli di tutto il mondo, compresi cardinali, arcivescovi e vescovi, che hanno rivolto al Papa Francesco una Supplica Filiale in cui gli si chiedeva rispettosamente di non permettere «la relativizzazione dell’insegnamento di Gesù Cristo» nei confronti della famiglia.

«Dopo la pubblicazione di Amoris laetitia questo importante segmento della popolazione cattolica mondiale ha potuto sperimentare solo il gusto amaro della delusione. Papa Francesco, tanto prodigo nel ricevere e nel compiacere acattolici e persino anticattolici di tutto il mondo, non ha avuto una parola per questi fedeli. Ci saremmo aspettati che un documento pontificio dedicato alla famiglia mettesse in guardia contro questa gravissima minaccia. Ma, al contrario, nell’Amoris laetitia si incontra un palese mutamento di fondo della pratica pastorale relativa alle cosiddette “coppie irregolari”, e in modo particolare ai divorziati cosiddetti “risposati”, permettendo che essi siano assolti in confessione e che ricevano la Sacra Comunione, con l’unica condizione che ciò avvenga “caso per caso”, secondo il “discernimento” del sacerdote».

Autorevoli figure della Chiesa e del laicato hanno denunciato che tale mutamento non è solo disciplinare, ma implica una grave rottura con l’insegnamento tradizionale della Chiesa, e chiedono, per tanto, la revoca di Amoris laetitia, richiesta alla quale l’IPCO aggiunge la propria voce. Concludendo la sua dettagliata e documentata analisi, i membri dell’IPCO segnalano che di fronte a un testo così atto a disorientare i fedeli e a diluire in loro l’adesione agli insegnamenti morali della Chiesa, «per un dovere di coscienza e con tutto il rispetto che merita la carica e la persona del Sommo Pontefice» sentono l’obbligo morale di «dire lealmente a Papa Francesco che in coscienza non possiamo accettare gli enunciati, la disciplina sacramentale e la proposta pastorale di Amoris laetitia».

Nel fare questo passo di «legittima e rispettosa resistenza» verso i punti di AL in conflitto con la dottrina della Chiesa, i membri dell’IPCO si sentono garantiti dall’insegnamento di san Pietro secondo cui «bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini» (Atti 5, 29); così come dall’esempio di san Paolo che si «oppose a viso aperto» allo stesso San Pietro (Galati 2, 11).

Ispirandosi al manifesto di Resistenza alla politica di distensione del Vaticano con i governi comunisti pubblicato nel 1975 dal prof. Plinio Corrêa de Oliveira, conclude sollecitando Prelati e movimenti finora silenziosi a «dissipare la confusione dottrinale regnante» e a riaffermare «pubblicamente e con ogni mezzo a loro portata, l’insegnamento di Nostro Signore Gesù Cristo e della Santa Chiesa» sulla natura divina e irriformabile del matrimonio, sul suo carattere indissolubile, sul primato della procreazione e sulle altre finalità del matrimonio, sulla struttura gerarchica della famiglia e «sull’impossibilità di dare l’assoluzione sacramentale e la Sacra Comunione a coloro che si ostinano nel vivere pubblicamente in situazione oggettiva di peccato».

Il documento dell’IPCO costituisce una nuova autorevole voce, che si aggiunge al documento, non ancora conosciuto, inviato da 45 accademici e pastori di anime al cardinale Angelo Sodano, decano del Sacro Collegio e ai 218 cardinali e patriarchi, chiedendo loro «di inoltrare al Santo Padre la richiesta di ripudiare gli errori presenti nel documento in modo definitivo e finale, e di dichiarare autorevolmente che non è necessario che i credenti credano a quanto affermato dall’Amoris laetitia». (Emmanuele Barbieri)
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Divorzio e scomunica
« Risposta #85 il: Agosto 01, 2016, 08:46:50 am »
Io ho l'Amoris latitiamo ma devo ancora leggerla, comunque da quel che ho capito da altre persone, compreso il mio padre spirituale, il testo è parecchio fumoso e non risolve nulla. Praticamente hanno fatto due sinodi sulla famiglia per niente.