Autore Topic: Presa di distanza  (Letto 5003 volte)

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Offline Faust

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Presa di distanza
« il: Luglio 21, 2016, 04:51:16 am »
Questo post potrebbe dar fastidio; nel qual caso non esitate a rimuoverlo - e vi chiedo scusa qualora dovesse realmente infastidirvi.

Ho deciso di prendere le distanze dalla questione maschile; o almeno dalle branche finora conosciute. Che mi frega a me? Direte. Beh, io ho preso questa decisione perché forse ancora sono troppo giovane per capire certe cose. Una sorta di distacco narcisistico dai genitori, per usare una metafora freudiana.
Vi scrivo questo lungo post per sapere principalmente cosa ne pensate, quali obiezioni muovete, se ciò che scrivo risulti o meno accettabile.

La mia presa di distanza dipende da alcuni temi, che esporrò qui di seguito, che ho deciso di trattare e sviluppare autonomamente. Qui offro solo degli spunti, non argomentati, dai quali farò partire un'ulteriore ricerca autonoma.

Ho indagato il passato ed il presente della storia umana ed ho rilevato qualcosa di mai detto; l'intero "maschilismo" contro il quale si è combattuto senza tregua negli ultimi decenni, altro non è stato se non un atavico e collaudato dispositivo di cura e di allevamento della popolazione maschile. L'oppressione della donna, invece, un mito.

Poiché questa tesi assume, agli occhi di individui superficiali, un'aria polemica, specifico che si tratta di una questione di punti di vista... Succede più spesso di quanto si creda che due punti di vista fra loro contraddittori abbiano entrambi ragione. L'esempio del topo e dello scienziato, un classico per la spiegazione del concetto di punteggiatura della sequenza di eventi, calza a pennello.

Con ciò prendo anche le distanza dal mascolinismo, perché quanto scrivo non è "anti-". Dichiaro quanto segue:

FONDAMENTI

1 - Dal punto di vista maschile le tesi del femminismo sono semplicemente l'opposto contraddittorio della verità;

2 - Corollario del paragrafo precedente: dal momento in cui esso verrà reso pubblico il femminismo potrebbe cambiare le sue tesi tradizionali, pertanto il primo paragrafo si riferirà solo al femminismo che lo precede cronologicamente. Rispetto ai futuri femminismi diverrà buona norma della popolazione maschile ignorare il fenomeno o svalutarne la rilevanza;

3 - Il punto di vista maschile è universale, nel senso che esso si riferisce universalmente agli uomini e al modo in cui gli uomini guardano il femminile;

4 - Il punto di vista femminile non ha pertanto alcuna rilevanza nella determinazione dell'identità culturale, sociale e sessuale della popolazione maschile;

5 - La popolazione maschile ha perciò il diritto all'autodeterminazione sociale e culturale;

ELEMENTI SIMBOLICI E LINGUISTICI

6 - Simboli meta-biologici del maschio o uomo sono il fallo ed il seme;

7 - Il fallo rappresenta la mascolinità come principio umano immanente e la virilità come principio umano trascendente: per immanenza intendiamo qui ciò che è relativo alla specificità biologica, sessuale ed etologica maschile - per trascendenza ciò che riguarda l'etica, la cultura ed il sapere linguisticamente determinato;

8 - Il seme rappresenta la vita e la vitalità maschili, nonché il legame umano con la figura paterna e con la cultura della discendenza; rappresenta inoltre la potenza generativa maschile ed un ambito sacro dell'identità maschile;

9 - Qualsiasi critica decostruttiva di questa simbolica elementare va considerata come una menzogna e come una profanazione dell'identità maschile, della vita umana;

10 - In particolar modo il fallocentrismo è una funzione fondamentale della salute psicologica ed ogni critica al modello fallocentrico una sciocchezza ed un errore;

11 - La psiche maschile funziona in due modi, entrambi essenziali per un retto sviluppo psichico: da un lato funziona secondo il modello psicologico classico, eminentemente empirista anche se su basi organiche, ma da un altro lato funziona secondo un innatismo puro, del tutto indipendente dai condizionamenti esterni. Quest'ultimo funzionamento psichico, trascurato dalla psicologia per il fatto di sottrarsi alla misurazione empirica, in verità regola l'altro funzionamento e si trova alla base di esso. Questo fatto condiziona l'apprendimento maschile e la sua differenza con quello femminile;

12 - Perché l'apprendimento venga garantito, il maschio ha bisogno di insegnanti di sesso maschile con i quali identificarsi e nei quali proiettare una immagine paterna, per poter corrispondere alla cosiddetta "logica del medesimo";

13 - Al maschio manca del tutto la capacità di apprendere alcunché da una femmina - stando alla letteratura femminista non vale il viceversa.

14 - La misoginia è una fase fondamentale e non trascurabile per lo sviluppo del bambino, dell'adolescente e del giovane, che serve a determinare l'orientamento sessuale ed il funzionamento sociale: pertanto qualsiasi condanna di atteggiamenti misogini nel maschio in età di sviluppo va considerata un ostacolo allo sviluppo ed un errore pedagogico. Il maschio che non abbia vissuto liberamente il suo periodo di misoginia negli anni decisivi rischia che essa si ripresenti in forma esacerbata nell'età adulta;

15 - L'idea di "stereotipo di genere" è totalmente estranea alla mente maschile, sia nella sua formulazione pseudo-scientifica, come costrutto culturale dalla valenza provvisoria, sia nella sua formulazione applicativa, come strumento di categorizzazione, descrizione e prescrizione dei ruoli sociali;

16 - Primo corollario del paragrafo 15: il tema dei ruoli di genere, della determinazione sociale del rapporto fra i sessi e della loro relazione, sono totalmente estranei alla mente maschile; un uomo che si occupi di questi temi soffre di una psicopatologia;

17 - Secondo corollario del paragrafo 15: gli studi di genere falliscono completamente nei loro risultati in quanto includono, falsamente, la popolazione maschile nello studio e determinazione di un tipo di percezione sociale che per un individuo di sesso maschile è semplicemente impossibile. Uomini che abbiano rilasciato dichiarazioni o testimonianze che confermino la validità di qualsiasi teoria sulla percezione sociale del genere mentono e le risposte date agli stimoli sperimentali relativi derivano loro dal mero "sentito dire" su problemi che non hanno la capacità di porre o di sentire;

18 - Terzo corollario del paragrafo 15: consegue da ciò che gli studi su identità di genere e stereotipi di genere sono fasulli e privi di validità;

19 - Consideriamo pertanto sana e, anzi, in quanto formativa, auspicabile, una omosessualità maschile accompagnata dalla coscienza del simbolo fallico e di quello seminale: parimenti, consideriamo psicopatologica qualsiasi circostanza in cui un maschio sostiene di avere una "identità di genere femminile";

20 - Tutto ciò che il femminismo ha chiamato "maschilismo" era soltanto o filosofia teoretica o dietetica della salute psicofisica maschile;

21 - Primo corollario del paragrafo 20: ogni attribuzione di un significato ideologico, protopatriarcale o maschilista al pensiero di Pitagora, Parmenide, Aristotele, Nietzsche e altri è semplicemente un errore interpretativo ed una incomprensione di quei pensieri - pertanto si tratta anche di una falsificazione;

22 - Secondo corollario del paragrafo 20: il patriarcato è soltanto - e null'altro all'infuori di ciò - un modello di trasmissione dell'identità maschile e delle nozioni di salute maschile sperimentate nei millenni che si trasmette di padre in figlio: esso corrisponde ad un diritto, dovere e bisogno primario della popolazione maschile;

23 - Qualsiasi esternazione o intima assunzione del pensiero femminile o femminista da parte di un maschio deve pertanto considerarsi come un sintomo psicopatologico;

24 - Il cosiddetto mascolinismo, in quanto assume concetti-cardine del femminismo, va considerato, nel maschio, come il sintomo di un compiuto o attuantesi percorso di guarigione dal femminismo;

25 - Il diritto alla morte è un diritto fondamentale del maschio: la morte va considerata come uno strumento di autoverifica del valore di un uomo, un diritto all'autoselezione evolutiva. Tale diritto viene esercitato unicamente se condotto in favore della patria, ossia in favore della dinastia genetica e spirituale di appartenenza del cittadino maschio;

26 - Al maschio manca totalmente la capacità di obbedire coscientemente ad una donna: questo vale come corollario del paragrafo 13. Poiché non sa apprendere da una donna, non può avere coscienza morale degli ordini da lei provenienti - stando alla letteratura femminista non vale il viceversa;

27 - Corollario dei paragrafi 13 e 26: il figlio maschio non ha bisogno della madre se non per l'allattamento - che, per la cronaca, dovrebbe durare cinque anni -, mentre ha inesorabilmente bisogno del padre o di figura paterne per tutta l'età dello sviluppo;

28 - Poiché nei mammiferi lo stimolo sessuale proviene dalla femmina e nel maschio l'eccitazione sessuale si verifica come reazione involontaria allo stimolo proveniente dalla femmina, il maschio ha il diritto fondamentale ad un'educazione sessuale che tenga conto di questa specificità e che risulti sconosciuta alla popolazione femminile;

29 - Principio fondamentale del diritto: l'unico modo affinché ci siano dei diritti è che venga garantita la diversità degli stessi. Il disabile ha il diritto a determinate cure, lo straniero ad altre, etc. Poiché gli studi femminili e femministi da due secoli a questa parte non hanno rivendicato alcuno dei diritti finora esposti in questo scritto e poiché non ne hanno rivendicati altri analoghi, qualsiasi ulteriore richiesta di uguali diritti o diritti ulteriori per le donne d'ora in poi verrà considerata sospetta e in malafede. Lo stesso non si può dire per i diritti qui richiesti, compatibili con quelli attuali delle donne e privi di pretese nei loro riguardi. D'altro canto vale il principio delle mele: se stiamo in due in un edificio con cinque mele, tu per nutrirti hai bisogno di una mela e mezza, io di tre, se io ho il diritto a tre mele e tu a due, beh, nel momento in cui mi chiedi "uguali diritti" ecco che devo darti metà della mia terza mela e, oltre a subire una perdita per un tuo capriccio, subisco anche una danno per la mia nutrizione;

30 - Per il sessismo vale quanto già detto circa gli studi e gli stereotipi di genere: esso è totalmente estraneo alla mente maschile;

31 - Perciò la nozione di "vero uomo" e "uomo non vero" viene riabilitata: essa distingue il maschio saldo nei principii umani e maschili da quello corrotto da idee femministe o dalla propria inadeguatezza ed infingardaggine;

32 - Per ogni fine, - nel nostro caso l'allevamento del maschio -, possono intraprendersi cento e più strade diverse. Tuttavia l'assenza di una cultura del maschile ha finora rovinato una o più generazioni di maschi. Il prezzo da pagare è troppo alto perché si continui a sperimentare male come negli ultimi decenni. La via qui tracciata trae la sua sicurezza da una tradizione millenaria e da un approccio moderno: essa è l'unica via possibile;

CONSEGUENZE EDUCATIVE E PEDAGOGICHE

33 - Perché venga garantito ai maschi il diritto all'istruzione e all'apprendimento, come conseguenza dei paragrafi 10, 11, 12, 13, 15 e corollari, 20, 23, 26, essi devono frequentare scuole con personale di sesso maschile, presidenza e direzione di sesso maschile, docenti soltanto di sesso maschile; questo vale per tutti i gradi dell'istruzione maschile, da quella elementare a quella universitaria, nonché per gli stessi edifici di tali istituti scolastici, lontani e separati da qualsiasi istituto con personale e docenza femminile;

34 - Corollario del paragrafo 33: per tutto il percorso scolastico dovrebbe mancare qualsiasi riferimento a idee femministe, studi di genere e resoconti sulla "condizione della donna";

35 - Come conseguenza del paragrafo 28, affinché ai maschi venga garantita la dovuta concentrazione nei luoghi di studio ed un'educazione sessuale specifica, le scuole maschili devono avere solo studenti di sesso maschile;

36 - Come conseguenza del paragrafo 25 il cittadino maschio deve prestare, dal diciannovesimo al ventiquattresimo anno di vita, il servizio di leva obbligatorio presso un'accademia ed un corpo dell'esercito che rispettino i criteri della scuola di cui ai paragrafi 33, 34 e 35;

37 - Corollario dei paragrafi 35 e 28: le ore di educazione sessuale per i maschi dovrebbero avvenire senza il ricorso alla lettura o alla scrittura - bisognerebbe anzi evitare di produrre letteratura su questo tema - ed educare i maschi al mantenimento del segreto. Il significato di questo segreto rimanga pure - un segreto.

38 - L'educazione rigida alla castità manca di attualità. Tuttavia è opportuno che, in relazione ai paragrafi 6, 7, 8, 9 e 10, gli studenti ed i giovani vengano informati circa la rilevanza simbolica del fallo e del seme e circa l'importanza della conservazione del seme;

39 - Si faccia notare soprattutto questo: dagli albori della civiltà umana fino agli anni '60 del '900, l'astinenza sessuale maschile venne considerata come la fonte della vitalità, specialmente in quanto conservazione del seme. Si faccia notare che ancor oggi nella medicina tradizionale cinese si conserva tale convinzione. Si faccia notare infine che gli ultimi cinquant'anni, segnati dal femminismo e dalla convinzione della moderna medicina occidentale - che non è affatto una scienza esatta, né una scienza in generale - secondo la quale una frequente attività sessuale gioverebbe alla salute maschile, hanno visto decrescere la fisicità, l'aggressività ed il rendimento scolastico maschile.

40 - Conservare e ritenere il seme è un requisito fondamentale per la salute e la crescita del maschio.

41 - Aggressività e insensibilità vengano considerati virtù virili - non vizi. Si faccia leggere ai giovani maschi il libro "La scienza scopre il valore fisiologico della continenza" di Raymond W. Bernard.

42 - La continenza sessuale non porta alla repressione, bensì alla salute. Ai dotti che si lamenteranno dell'accresciuta aggressività di una popolazione maschile astinente e continente, bisognerà rispondere con un calcio, anche metaforico. La guerra disturba il lavoro intellettuale, è vero, ma la mollezza della troppa pace lo vanifica.

43 - Rimanga chiaro che rendere consapevoli i giovani maschi circa la tradizione millenaria relativa al valore del seme maschile non significa imporre loro una repressione degli istinti, bensì significa insegnare loro il potenziale di controllo di cui dispongono;

CONSEGUENZE SOCIO-POLITICHE

44 - In virtù dei paragrafi 6, 8, 38, 39, 40, 41, 42, 43 si rivedano le prospettive sulla fecondazione assistita, sull'aborto, sulla maternità e sulla paternità.

45 - Le banche del seme vanno chiuse: sono un mercificazione del più sacro simbolo del maschile, nonché un insulto ad ogni vero uomo. La fecondazione assistita va vietata.

46 - La donna incinta che riceve assistenza medica di qualsiasi tipo deve avere l'obbligo di identificare il padre del bambino mediante test del DNA altrettanto obbligatorio. In materia di aborto il padre così identificato deve avere lo stesso potere decisionale della madre: l'utero sarà anche suo, ma il seme no - siccome la gravidanza e persino i rapporti sessuali si possono evitare, la parità dei diritti relativi all'aborto non costituisce un abuso nei confronti della madre più di quanto il su essersi fatta inseminare costituisce un abuso nei confronti del padre -. Nel caso in cui il padre e la madre si decideranno per soluzioni diverse - abortire o partorire - si proceda con il parto. In tal caso si affidi il figlio solo ed esclusivamente al genitore che ha deciso per il parto. Nel caso in cui si decidano entrambi per il parto il figlio venga affidato ad entrambi anche se non sposati o conviventi. Ovviamente, circa le questioni d'aborto, si dia la priorità alla salute della madre.

47 - Quanto detto sopra non si giustifica solo per via dell'importanza simbolica del seme, ma soprattutto per il fatto che un figlio è un segno che si imprime al mondo ed ogni uomo, così come ogni donna, ha il diritto di riconoscere tale segno ed essere riconosciuto per esso.

48 - Quanto al cosiddetto matrimonio si conceda una buona volta tale contratto alle coppie omosessuali. Si faccia pure un pensiero sulla poligamia, specialmente quella poliginica, più adatta dal punto di vista evolutivo. Conseguenza dei paragrafi 7 e 10.

E OLTRE...?
Confrontando globalmente uomo e donna, si può dire che la donna non avrebbe il genio dell'ornamento, se non avesse l'istinto del ruolo secondario.

- Friedrich Nietzsche

Offline Vicus

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Re:Presa di distanza
« Risposta #1 il: Luglio 21, 2016, 06:03:56 am »
In questo forum c'è libertà di parola e il post rimane dov'è.
Non hai detto perché vorresti prendere le distanze dalla QM.
Non vedo logica né rapporto tra le opinioni che il post esprime con l'apparente inesorabilità di un'equazione.
Dici che la Questione Maschile si risolve con l'omosessualità (19) e l'eutanasia (25), cioè con la sterilità e l'estinzione degli uomini. In nessun punto del tuo lungo intervento fai riferimento alla continuità e alla trasmissione della civiltà: prerogative maschili fondamentali senza le quali il mondo non può andare avanti.
Non sono tra quelli che considerano la soluzione alla QM una "soluzione finale", e questo forum un diversivo per i prigionieri in attesa del proprio turno al crematorio nazifemminista.
La Questione Maschile si risolve ristabilendo la verità: spero non spuntino nonpensanti che prendano questo come una specie di attacco personale a te.
Questa inconscia coincidenza di vedute con un potere che vuole estinguere gli uomini e il genere umano è sconcertante. Spero che altri se ne siano accorti altrimenti siamo messi proprio male.
« Ultima modifica: Luglio 21, 2016, 06:30:40 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Faust

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Re:Presa di distanza
« Risposta #2 il: Luglio 21, 2016, 06:42:13 am »
Beh, vorrei prendere le distanze dalla QM perché vorrei uscire dalla logica del femminismo.
Diciamo: un anti-femminismo si trova sempre ad avere a che fare col femminismo. Poiché il femminismo è una cosa insignificante, un dialogo con esso di qualsiasi tipo è un errore. E' come combattere contro un avversario indegno... si tratta di un duello sleale.

Effettivamente i due paragrafi da te citati si prestano all'equivoco. L'omosessualità è un fenomeno di basso rilievo. Nella Grecia e nella Roma antiche essa veniva praticata come esperienza formativa, ma non corrispondeva affatto alla sterilità. La maggior parte degli omosessuali aveva una moglie ed una discendenza copiosa.
Peraltro "omosessualità", almeno per gli uomini di cultura e di guerra dell'epoca, significava per lo più amore spirituale, omosessualità sublimata.
Fattostà che contrastare l'omosessualità non ha senso: per questo la considero "auspicabile" nella misura in cui è presente. Il punto del paragrafo sta nel distinguere fra un uomo vero, virile, che per qualche ragione potrebbe essere omosessuale, - come nel caso di certi uomini dell'antichità -, dalla checca, dal mammone senza spina dorsale malato di femminismo (sbaglio o in origine "femminismo" stava ad indicare una malattia?).

Il paragrafo 25 è impregnato di etica stoica e filosofia classica. "Libertà per la morte", "libera morte", sono concetti chiave della tradizione virile occidentale. Ovviamente non si tratta di estinzione, né di istinti suicidari o simili, ma di un principio della nobiltà d'animo, dell'animo stoico. In qualche modo colui che "lotta per sopravvivere" è famminile, è la donna che si procura il sostentamento e sviluppa l'astuzia per portare avanti la maternità. Virile è invece la lotta per la potenza, per un grado superiore di vita, lotta nella quale si va incontro alla propria morte senza paura: principio di ogni guerra, ma anche di ogni scienza (la scienza non è roba "da donne").

Ecco. Queste spiegazioni non devono sembrare estreme. Si tratta di punti di vista moderati. Leva obbligatoria non significa mandare i giovani al macello in guerre combattute con armi folli, ma solo preservare la cultura della guerra nei termini dell'addestramento militare. Questo significa "diritto alla morte", niente di più che etica stoica. Così come la questione "omosessualità" fa riferimento alle epoche più virili dell'umanità.

L'estinzione del maschio non arriverà, checché se ne dica. Non solo, non si estingueranno nemmeno i tipi retti, gli asceti ed i guerrieri, coloro che raramente si riproducono. Questo per il semplice fatto che l'evoluzionismo è una balla e quegli uomini sono il fine delle generazioni, non un mezzo.

Non ho approfondito molto nel primo post, né in quello attuale.

Tu però parli di una cosa che temevo anch'io mentre scrivevo: di una "coincidenza inconscia". Mi piacerebbe se tu approfondissi la questione, per comprendere l'eventuale punto debole delle mie testi e rivalutare tutto quanto.

P.S.: Per farti un esempio, quando guardo a sciocche teorie pseudofilosofiche come quella de "Il maschio è inutile" constato due cose: la prima è l'enorme stupidità di un trattato simil-profetico su fenomeni di cui l'autore non sa nulla. L'estinzione del maschio è certa quanto lo è quella della femmina o l'arrivo di una meteora grande come Marte pronta distruggere la Terra. La seconda è un messaggio probabilmente inconscio: se il maschio è inutile non serve, ma se non serve, è libero, regna.
« Ultima modifica: Luglio 21, 2016, 06:55:09 am da Faust »
Confrontando globalmente uomo e donna, si può dire che la donna non avrebbe il genio dell'ornamento, se non avesse l'istinto del ruolo secondario.

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Offline Vicus

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Re:Presa di distanza
« Risposta #3 il: Luglio 21, 2016, 07:31:25 am »
Oggi si fronteggiano non destra e sinistra, ma una cultura della vita (leggi sopravvivenza della specie umana) e una della morte. Quest'ultima preme insistentemente per femminismo, nozze omo e eutanasia: chi appoggia queste cose, quali che siano le sue motivazioni, appoggia questa cultura omicida.
Anche il femminismo si ammanta di nobili motivazioni come parità, progresso ecc. ma è un'ideologia anti-umana e nessuna argomentazione vale a cambiare i fatti. Sull'alleanza omosessualismo-femminismo si è abbondatentemente detto, e infatti dici che il femminismo non andrebbe combattuto: non sorprende che tu prenda le distanze dalla QM :lol:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Faust

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Re:Presa di distanza
« Risposta #4 il: Luglio 21, 2016, 08:17:19 am »
La cosa che dici dà da pensare...
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Online Jason

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Re:Presa di distanza
« Risposta #5 il: Luglio 21, 2016, 09:20:10 am »
Non ho capito che vuoi dire. Il femminismo è indegno , senza logica e sleale ma intanto è ancora potente, non come fino a 10 anni fa ma è ancora potente, quindi l'antifemminismo esiste per questo.

Il fatto che anche la maggioranza degli uomini è femminista* basta e avanza per giustificare l'esistenza dell'antifemminismo.

*per femminista non si intende femminista solo militante, ma pure nei fatti. Se sostieni che il genere maschile è privilegiato, che non esistono le problematiche maschili, fa di te un femminista, pure se sostieni di non esserlo o di militarvi.

Ci sono molto uomini felici della convenzione di istanbul, e mi vieni a dire che l'antifemminismo non serve ?
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
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Offline Vicus

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Re:Presa di distanza
« Risposta #6 il: Luglio 21, 2016, 09:47:23 am »
La cosa che dici dà da pensare...
E cosa hai pensato?
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Offline giuspal

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Re:Presa di distanza
« Risposta #7 il: Luglio 21, 2016, 10:02:43 am »
E cosa hai pensato?

Temo sia andato in loop  :rolleyes: scherzi a parte, voglio ringraziare Faust (o Fausta?) per avermi ricordato quanto gli antichi Greci ritenessero l'omosessualità "cosa buona e giusta" e quanto il femminismo sia "irrilevante" al punto da rendere ingiustificata l'esistenza di una QM. Lo ringrazio per aver in tutta onestà gettato la maschera e con il suo "coming-out" aver preso la distanza dalla QM. Spero non si senta offeso a questo punto circa la mia presa di distanza nei suoi confronti.
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"Poca osservazione e molto ragionamento conducono all'errore. Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità" (Alexis Carrel)

Offline Vicus

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Re:Presa di distanza
« Risposta #8 il: Luglio 21, 2016, 10:25:09 am »
Sei qui da poco, ma scoprirai che ogni tanto (o meglio: molto spesso) arriva qualcuno su questo forum che si occupa di Questione Maschile e non di problematiche omo, che di punto in bianco rivolge un accorato appello per farci approvare i matrimoni gay. Si badi bene non l'"omofobia", la "discriminazione", proprio i matrimoni, che sono cruciali per traghettare l'umanità verso l'incubo del postumano.
« Ultima modifica: Luglio 21, 2016, 13:31:14 pm da Vicus »
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Offline Faust

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Re:Presa di distanza
« Risposta #9 il: Luglio 21, 2016, 15:33:58 pm »
@Jason: però diciamo che, se venisse riconosciuto il mio "programma", uomini allevati secondo quei principii che in esso esprimo non potrebbero mai approvare qualcosa come la convenzione di Istanbul. Anzi, probabilmente ne riderebbero come di una cosa da matti. O almeno, così sembra.

@Vicus: ho pensato alla vita, alla morte, all'opposizione fra le due nella vita e nella cultura. Rispetto a questa faccenda resta il problema di come un determinato valore possa contribuire allo sviluppo della vita o all'esito della morte. Intendo dire: un uomo che decide - non di morire -, ma di andare incontro alla morte per la difesa della patria o anche solo per conquistare della terra o dei soldi in più, lo consideriamo un uomo poco vitale o contrario alla vita? Ovvero: il cacciatore non è vitale quanto il raccoglitore? Sulle nozze omo hai ragione, perché effettivamente non avevo preso in considerazione il fatto che un contratto matrimoniale per una coppia omosessuale è un'assurdità o una contraddizione in termini. Il matrimonio è un'istituzione che ha proprio lo scopo di allevare i figli: è il "compito della madre" che si fonda su quello del padre, cioè sul patrimonio. Un matrimonio omosessuale è, di conseguenza, un processo contro-vitale e contro-matrimoniale.

@giuspal: queste cose che ti avrei ricordato o stavano nella tua testa o le hai inventate, perché io non vi ho fatto riferimento. Il discorso in questione faceva riferimento al binomio femminismo-omosessualismo e più che prendere posizione in merito apriva un interrogativo sul fatto che in una società virile e non-femminista come quella greca antica l'omosessualità fosse stata più che presente e che quindi forse gli omosessuali di stampo femminista, quelli che si sentono donne dentro, non sono omosessuali, ma malati di femminismo. In questo senso sì, prendo una posizione, pericolosamente non-politicamente-corretta, ma che dal punto di vista psicologico può permettere di scardinare la "teoria del genere" in uno dei suoi elementi più corposi. Quanto all'irrilivenza del femminismo, anche qui hai frainteso ciò che ho scritto: il femminismo è irrilevante dal punto di vista scientifico, filosofico e culturale, (nel senso che non è degno di chiamarsi scienza, cultura, né tantomeno filosofia) - non come psicopatologia, rispetto alla quale si deve procedere con una cura; e infatti al paragrafo 24 riconosco una funzione fondamentale al mascolinismo (nomignolo francese della QM) che in quanto funzione curativa risulta pienamente giustificata.

Allora, finora mi avete indicato di modificare il paragrafo 48. In esso va soppressa la parte relativa ai matrimoni omosessuali perché il concetto si è rivelato auto-contraddittorio e contro-vitale. Per quanto riguarda la parte sulla poligamia poliginica cosa ne pensate?
Poi va modificato il paragrafo 19 e di esso va lasciata solo la frase: "consideriamo psicopatologica qualsiasi circostanza in cui un maschio sostiene di avere una "identità di genere femminile" ". Come conseguenza del paragrafo 15 e corollari.
Per quanto riguarda il paragrafo 25 ti chiedo, Vicus, di aiutarmi a decidere per la sua soppressione o per la sua modifica. Parlavamo della contrapposizione vita-morte ed io ho guardato al modello ancestrale del cacciatore o del guerriero, che andando incontro alla morte esprime la sua vitalità ed il suo contributo alla vita.

Al di là di questi paragrafi che ne pensate del resto dello scritto/programma ?
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Offline Vicus

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Re:Presa di distanza
« Risposta #10 il: Luglio 21, 2016, 15:59:23 pm »
Programma per chi o per che cosa? éer questo forum?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Presa di distanza
« Risposta #11 il: Luglio 21, 2016, 16:08:03 pm »
Un programma ipotetico. Ogni paragrafo, connesso con gli altri, offre uno scorcio su concetti-chiave che magari approfondirò personalmente con riflessioni e studi. Poi, dopo l'approfondimento, chissà, potrei pure fondare un movimento. L'intento è quello di ripescare dalla storia e, perché no, dall'istinto, gli strumenti di salute fisica e mentale a disposizione del mondo maschile per poi eventualmente divulgarli.
La presa di distanza dalla QM consiste nel fatto che qui il tema è in qualche modo pre-politico e pre-ideologico. Da questo punto di vista esso potrebbe offrire un contributo decisivo anche alla questione maschile in particolare oltre che alla società in generale.
Mi rivolgo a voi per questo confronto proprio perché, specialmente gli utenti storici come te, avete una certa dimestichezza con il tema e potete offrirmi contributi come quello relativo ai tre paragrafi in questione.
Confrontando globalmente uomo e donna, si può dire che la donna non avrebbe il genio dell'ornamento, se non avesse l'istinto del ruolo secondario.

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Offline Vicus

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Re:Presa di distanza
« Risposta #12 il: Luglio 21, 2016, 16:24:25 pm »
Chiedi il mio parere e ti rispondo onestamente che non vedo ragione di discutere i singoli punti, essendo, in tutta sincerità, l'intero scritto confuso e incoerente.
Emergono solo convergenze con la cultura della morte dei poteri mondialisti, per il resto (poligamia, 5 anni di servizio militare :doh: no all'antifemminismo :doh: :doh: ecc.) non mi pare ci sia sostanza per alimentare un dibattito.
Onestamente non vedo l'utilità pratica di queste "carte programmatiche" ma ti faccio tanti auguri per il tuo futuro movimento maschile.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Presa di distanza
« Risposta #13 il: Luglio 21, 2016, 16:36:04 pm »
Futuro molto ipotetico!  :lol:

Ti chiedo solo un'ultima cosa, poi mi zittisco: mi faresti un quadro delle incoerenze o contraddizioni che hai trovato? Basta anche un quadro sintetico.
Confrontando globalmente uomo e donna, si può dire che la donna non avrebbe il genio dell'ornamento, se non avesse l'istinto del ruolo secondario.

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Re:Presa di distanza
« Risposta #14 il: Luglio 21, 2016, 16:41:07 pm »
Quadro sinteticissimo: l'intero scritto! Quello che avevo da dire l'ho detto e lascio ad altri, che certamente non mancheranno, tessere l'elogio di questo testo!
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.