Autore Topic: Delle donne bisogna parlare solo agli uomini  (Letto 4968 volte)

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Online Massimo

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #15 il: Luglio 08, 2016, 19:59:17 pm »
Non mi ritrovo affatto nell’esperienza citata da Frank, ho avuto l’onore di fare il corso da Ufficiale nell’Esercito come servizio militare e ritengo che un addestramento ben fatto non possa far altro che sbloccare un uomo e favorire lo sviluppo di uno spirito ardito ed intrepido tenuto conto delle peculiarità caratteriali di ogni uomo e che  un uomo che abbia già di suo un carattere di base debole e femmineo si troverà molto in difficoltà nella vita di tutti i giorni se a tutto ciò si aggiunga il consueto indottrinamento femminista a cui tutti gli uomini occidentali sono continuamente sottoposti.
Il corso da Ufficiale mi ha insegnato non solo ad usare coltello e forchetta ma anche a maneggiare le armi, a marciare, a saper obbedire non solo quando io ritenevo giusto ed opportuno farlo ma anche quando ritenevo che io avessi completa ragione, ci venne insegnato che quando sbagliava uno sbagliavano tutti e pertanto tutta la compagnia faceva i piegamenti quando, ad esempio, una camerata veniva beccata in disordine, ci venne detto che nel corso di operazioni belliche l’errore di uno poteva risultare fatale per la vita di tutti gli altri commilitoni che si battevano al suo fianco, tutto ciò ci ha portato ad aiutarci ed a spronarci l’un l’altro nei momenti di difficoltà ed a cementato tra di noi il cameratismo, è noto che durante i primi mesi di corso ci mettevano il bromuro nel latte...ma questo non è nonnismo era soltanto per evitare che a qualche malintenzionato gli venisse in mente di fare nelle docce il classico “gioco della saponetta”…
Certo è importantissimo che ci sia spirito di corpo perché un soldato è disposto a battersi soltanto quando ha acquisito piena fiducia non solo in se stesso e nelle proprie capacità ma anche quando ripone identica fiducia nei suoi comandanti e questo, dove sono stato io, era la regola generale di base.

Nei corpi di elite sarà forse così ma nella generalità dei casi e delle caserme si lotta per la semplice sopravvivenza. Altro che imparare a
cementare il "cameratismo". E non si vede l'ora di tornare a casa.

Offline Faust

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #16 il: Luglio 08, 2016, 21:39:55 pm »
Scusate, sono troppo piccolo per capire certe cose  :crybaby:
Confrontando globalmente uomo e donna, si può dire che la donna non avrebbe il genio dell'ornamento, se non avesse l'istinto del ruolo secondario.

- Friedrich Nietzsche

Offline Fazer

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #17 il: Luglio 08, 2016, 22:14:05 pm »
Non mi ritrovo affatto nell’esperienza citata da Frank, ho avuto l’onore di fare il corso da Ufficiale nell’Esercito come servizio militare e ritengo che un addestramento ben fatto non possa far altro che sbloccare un uomo e favorire lo sviluppo di uno spirito ardito ed intrepido tenuto conto delle peculiarità caratteriali di ogni uomo e che  un uomo che abbia già di suo un carattere di base debole e femmineo si troverà molto in difficoltà nella vita di tutti i giorni se a tutto ciò si aggiunga il consueto indottrinamento femminista a cui tutti gli uomini occidentali sono continuamente sottoposti.
Il corso da Ufficiale mi ha insegnato non solo ad usare coltello e forchetta ma anche a maneggiare le armi, a marciare, a saper obbedire non solo quando io ritenevo giusto ed opportuno farlo ma anche quando ritenevo che io avessi completa ragione, ci venne insegnato che quando sbagliava uno sbagliavano tutti e pertanto tutta la compagnia faceva i piegamenti quando, ad esempio, una camerata veniva beccata in disordine, ci venne detto che nel corso di operazioni belliche l’errore di uno poteva risultare fatale per la vita di tutti gli altri commilitoni che si battevano al suo fianco, tutto ciò ci ha portato ad aiutarci ed a spronarci l’un l’altro nei momenti di difficoltà ed a cementato tra di noi il cameratismo, è noto che durante i primi mesi di corso ci mettevano il bromuro nel latte...ma questo non è nonnismo era soltanto per evitare che a qualche malintenzionato gli venisse in mente di fare nelle docce il classico “gioco della saponetta”…
Certo è importantissimo che ci sia spirito di corpo perché un soldato è disposto a battersi soltanto quando ha acquisito piena fiducia non solo in se stesso e nelle proprie capacità ma anche quando ripone identica fiducia nei suoi comandanti e questo, dove sono stato io, era la regola generale di base.

 :ok:
Tutto giustissimo, Stendardo.
Chissà che schifo di naia si son fatti gli altri.
@Massimo: ma quali corpi d'elite, io ero CP, mica Spetznatz. E ti assicuro che io e il 99% dei 1200 uomini che componevano il 5/87 abbiamo un bellissimo ricordo di quei 16 mesi.
E così è gli amici che hanno fatto i carristi a Capo Teulada come per i VAM di Decimomannu.
Poi, vabbè, se mi parli di marmittoni sturmtruppen... :doh:

Offline Vicus

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #18 il: Luglio 08, 2016, 22:17:25 pm »
:hmm: :hmm: :hmm:

Leva nell'Esercito, Frank?
No perchè ti posso assicurare che in Marina le cose erano assai diverse.
Io (contingente 5/1987) ho visto accenni di nonnismo stroncati sul nascere con ferocia inaudita, o dai terminator dello SDI (Servizio Difesa Installazioni) o direttamente dai superiori.
A La Spezia come a Porto Torres, A La Maddalena come a Cagliari.
Ho visto tanti miei coetanei firmare per il prolungamento (2 anni) e ne ho sentiti pochissimi lamentarsi dei mesi in più da fare rispetto ai colleghi di Esercito e Aeronautica.
Ho imparato più in 16 mesi di Marina che in tutti gli anni di scuola.
E oggi sostengo con forza che tutti i giovani dovrebbero essere obbligati non a fare 12 mesi di militare ma 12 mesi di Marina. Non è, credimi, la stessa cosa...

P.S.
Per "Marina" intendo quella di allora, non la copia sbiadita di adesso, fatta di comandantesse che riusciresti a mettere al tappeto con uno starnuto, e nella quale passi il tempo a raccattare clandestini (ops. migranti)...
Confermo. Pare (ma solo per sentito dire) che anche in aeronautica le cose vadano bene.

OT: dovrebbero utilizzare questo come inno della Marina, (cambiando il titolo): :lol:
« Ultima modifica: Luglio 08, 2016, 22:36:49 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline AndOr

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #19 il: Luglio 08, 2016, 23:49:17 pm »
Lo dico da ex Alpino.
La leva militare si dice sia utile per imparare la discplina, rispettando un ordine preposto che ha il fine nobile di difendere la società e i suoi valori, purtroppo sulla carta è tutto molto bello ma come ogni strumento può essere usato anche per fini che poi vanno contro la società stessa nonchè l'individuo.
In realtà non è la leva che ti educa alla vita ma la società che la contiene di cui ne rappresenta solo una limitata espressione ma che essendo da essa nettamente separata (con filo spinato) ne condivide solo le sue contraddizioni e i suoi limiti, questi ultimi però saranno ad esclusivo onere dei soli appartenenti mentre gli aspetti positivi come la solidarietà, lo spirito di sacrificio e di collaborazione che si generano tra commilitoni rimarranno circoscritti al suo interno senza la possibilità che questi influiscano anche all'esterno.
Parlo di un modello ideale ma che dovrebbe essere l'obbiettivo di una direzione.
Un cittatdino dovrebbe esssere cresciuto dalla società che investe più energie per progettare ed insegnare un sistema equo, incentivare le discussioni i dibattiti e il rispetto e non le lotte o le tensioni, investire per insegnare le profonde motivazioni da cui dipendono le scelte legislative nonchè assicurare le risorse affinchè queste abbiano le condizioni almeno minime per essere dignitosamente rispettate, non lasciare tutto al caso, valorizzare l'individuo come appartenente alla colettività con diritti e responsabilità, non valorizzare l'appartenenza come merito di alcune individualità più importanti di altre, in questo modo le persone saranno quindi componenti più razionali che condivideranno spontaneamente i frutti positivi e dunque meno imposti in negativo per deterrenza.
In pratica le leva ti fa capire che solo alcuni saranno sacrificabili mentre la collettività che ne beneficia non farà nulla per evitarlo.

Offline Faust

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #20 il: Luglio 25, 2016, 08:27:10 am »
Sollecitato dal seguente post, http://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=13661.msg157499;topicseen#msg157499, riapro il discorso del post qui presente sul tema "Delle donne bisogna parlare solo agli uomini", frase dello Zarathustra nietzscheano in risposta ad una vecchietta che lo sollecitava a parlare di donne.

CLUBBER, come me, sente molto il tema dello "spazio maschile". Un tema capitale. Dato che il femminismo non è stato altro che un'invasione dello spazio maschile da parte delle donne giustificato da uomini che ne avvertivano l'esigenza. Esso cominciò con la Rivoluzione in Francia: la borghesia aveva bisogno del popolo e delle donne per contrastare, con la forza della massa, il potere costituito di forze politiche che avevano una preparazione militare e culturale troppo avanzata perché una casta di mercanti potesse avere qualche speranza. Da allora le donne, nei confronti della nuova casta dominante - una casta di servi, per inciso -, ebbero da rivendicare la loro posizione all'interno degli spazi maschili. Lì, nei salotti della borghesia europea, entrarono in contatto con la cultura occidentale: lì cominciò anche il declino di quella cultura, l'equivoco della stessa. Non so quando di preciso nasca il vocabolo vuoto "maschilismo", ma so per certo che si tratta di una delle più importanti falsificazioni della storia: una riflessione millenaria sul senso del maschile e del femminile, sulla dietetica della salute maschile, sulla codificazione di segni che garantissero una valida interpretazione della società, fu soffocata dalla parola "maschilismo". Un salto di un secolo e mezzo ed arriva la "seconda invasione", con lo scoppio della Grande Guerra e la sua continuazione nella Seconda Guerra, che altro non furono se non una Seconda Rivoluzione volta al coinvolgimento sociale-socialista delle masse nei processi di produzione-consumo per la politica di potenza. Una rivoluzione "dall'alto", ma pur sempre una rivoluzione, erede della Via prussiana all'industrializzazione. Da allora infettare gli spazi maschili con le donne è diventata una moda. E da allora ogni tentativo di ripristinare i segni interpretativi del reale è caduto nel vuoto: il ripristino dei segni da allora si muove come reazione ad un presunto progresso ed esso viene immediatamente mistificato come "maschilismo" o, più tardi, come "machismo", per tacere di altri appellativi esterni alla questione maschile. Questo per il comodo dei "progressisti" - che non sono solo una categoria politica della chiacchiera pubblica, ma tutti coloro che vogliono assumere un controllo od un predominio sulla società nella credenza sincera o fittizia che soltanto loro possano fare il loro vantaggio, e che il loro vantaggio corrisponda a quello di tutti -.

In questo forum mi è stato imputato di aver usato parole "politically correct", se non addirittura di aver manifestato zerbinismo. Proprio da CLUBBER peraltro. (E probabilmente non a torto, dato che provengo da un retroterra e da esperienze zerbiniste e che, avendo un modo problematico di approcciarmi alle faccende della vita, la mia guarigione è piena di ricadute). Questo fatto, insieme al racconto del post linkato, mi suggerisce che in questa sede prevalga un approccio napoleonico o asiatico alla Questione Maschile, ovvero un approccio che si discosta molto dal settarismo e dalla pratica del silenzio, basandosi piuttosto sulla reazione diretta alle balle e alle ingiustizie. Si tratta peraltro di un modello alquanto nobile e sincero. La pecca, però, di un tale modello, dipende dalla reazione del femminismo. Già emergono questi movimenti reazionari di vetero-femministe che sono anti-mascoliniste in virtù dello ipse dixit femminista; mi viene in mente la nostra vecchia "amicizia" che scrive tali amenità: https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2014/03/17/mascolinismo-i-nuovi-machos/ .

Penso anche a Vicus, che in alcuni post, compreso il mio di qualche giorno fa, invita a non confondere la QM con tematiche omo. In effetti il forum si presenta come una discussione sul conflitto di genere, quindi principalmente sulla relazione uomo-donna. Tuttavia dovrebbe pur manifestarsi un lato della questione maschile che escluda le donne dall'equazione; un lato della questione che si occupi in maniera unilaterale del problema dei maschi, che è il problema della conservazione ed accumulo delle forze vitali e virili, nonché il problema dell'amore verso gli uomini. Un problema che ha a che fare con le tematiche omo soltanto di fiancata. Perché diciamocelo, nella società attuale, si pensa che si debba dare amore soltanto alle donne e, qualora si finga di manifestarlo verso gli uomini, si considerano falsamente identici l'amore maschile e quello femminile. Non sto proponendo un omosessualismo QMista, che lascio agli omosessuali.

Se, quindi, da un lato il resoconto di CLUBBER rappresenta un perfetto criterio di lotta contro l'anti-maschile, da un altro lato manca l'aspetto pro-maschile della questione. Il rischio è che, di fronte all'ammissione della amica, ella prenda questa ammissione come un invito ad avere interessi e, di conseguenza, ad invadere nuovamente lo spazio maschile. A mio avviso occorre premunirsi, proteggere il territorio del maschile. E mi pare anche che in molti, non so quanto coscientemente, l'abbiano intuito sia qui che altrove: https://www.amazon.co.uk/Women-Cant-Hear-What-Dont/dp/1585420611 .
Così io penso che il non-dire, il tacere, non sia sempre sinonimo di riduzione al silenzio dovuta all'accettazione incondizionata del politically correct (preciso in anticipo che non sto facendo una critica a CLUBBER o a qualcun altro, ma solo una riflessione teorica), ma anche una presa di posizione, un ritaglio del proprio spazio. Nel silenzio noi maturiamo i pensieri e anche, perché no, predisponiamo le armi, per poi raccogliere - o colpire - nel momento opportuno. Il silenzio spesso parla molto più di mille parole (so che sembra assurdo detto da uno che scrive post chilometrici per esprimere tre o quattro concetti) ed un suo modo, una sua forma millenaria, è il Club.
Confrontando globalmente uomo e donna, si può dire che la donna non avrebbe il genio dell'ornamento, se non avesse l'istinto del ruolo secondario.

- Friedrich Nietzsche