Autore Topic: E' la dose che fa il veleno.  (Letto 17980 volte)

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Offline maveryx

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E' la dose che fa il veleno.
« il: Luglio 31, 2016, 11:06:28 am »
“E' la dose che fa il veleno”.
A proposito della splendida iniziativa di inserire immagini schock sui pacchetti di sigarette sarebbero da fare alcune osservazioni: coerenza vorrebbe che i malati di mente che hanno avuto tale magnifica idea, come avviso dei rischi a cui si va incontro utilizzando questo prodotto, allora che inserissero immagini di obesi sui barattoli di nutella o immagini di schizofrenici sulle confezioni di caffè o immagini di diabetici sulle bustine di zucchero o immagini di gente devastata dall'alcool sulle bottiglie di whisky.
Se io fumo un pacchetto di sigarette da 20 probabilmente non faccio del bene al mio organismo, giusto, ma se io mangiassi un barattolo di nutella al giorno mi farei ben più male, o se bevessi 20 tazzine di caffè al giorno o se mangiassi 20 bustine di zucchero o bevessi 20 bicchierini di whisky subirei danni ben maggiori.
Eppure la crociata è solo contro il fumo, causa di tutti i mali e contro i fumatori emblema dell'uomo poco moderno.
Però dovrebbero intanto spiegare perché le sigarette esistono da oltre 150 anni e per più di un secolo dall'inizio della loro diffusione le malattie di cui il fumo è accusato di essere la causa erano pochissimo diffuse mentre sono esplose guarda un po' negli ultimi 50 anni.
Forse accusare sempre e solo il fumo serve a distogliere l'attenzione da altri fattori, esplosi appunto negli ultimi decenni, come la presenza massiccia di sostanze chimiche negli alimenti o l'inquinamento dell'aria nelle città sovrappopolate o soprattutto l'aumento del tasso di radioattività (che altera il dna degli esseri umani) dell'aria a causa dei numerosi test di armi nucleari effettuati in giro per il mondo da diverse superpotenze.
Il solito capro espiatorio che serve a far dimenticare i propri peccati  ed a creare la falsa idea che il potere si preoccupa della salute dei cittadini.
Inoltre è curioso che su qualsiasi prodotto, più o meno innocuo, c'è l'obbligo di inserire l'elenco degli ingredienti mentre per le sigarette tale obbligo non vale, il consumatore di sigarette non ha il diritto come gli altri consumatori di conoscere le sostanze presenti e gli eventuali additivi e sostanze chimiche aggiunte nel prodotto che usa.
Anzi proprio la legge che introduce le immagini scock stabilisce che sui pacchetti di sigarette non vanno più indicati nemmeno le quantita di nocotina catrame e monossido di carbonio.
Tralasciamo il business farmaceutico dei prodotti anti-fumo e i leggendari ed ingigantiti fino al ridicolo effetti nocivi del fumo passivo. L'unico scopo di queste iniziative è far sentire in colpa abietto e degenerato chiunque ama disporre di se del proprio cervello e del proprio corpo in assoluta libertà senza farsi imporre i comportamenti da nessuno e strizzare l'occhio a tutti i meschini, detentori del bene, che amano correggere ed insegnare e che godono quando ti possono dire la fatidica frase “mi dà fastidio” e cosi facendo ti possono impedire di godere della tua libertà, massima gioia concepibile per loro.   
“Chi vive di menzogna ha bisogno di creare sempre nuovi nemici su cui indirizzare l'odio”.
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Offline COSMOS1

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Re:E' la dose che fa il veleno.
« Risposta #1 il: Luglio 31, 2016, 11:37:40 am »
probabilmente la nostra società ha bisogno di riti scaramantici, di azioni che allontanino l'angoscia dell'imprevisto
la lotta al fumo permette di avere un nemico
ma ci sono anche altre azioni ossessive: in GB c'è la lotta allo zucchero, e vedrete che pian piano arriverà anche da noi. Trovare un chewingum con lo zucchero è una impresa, hanno tutti quegli schifo di dolcificanti di cui non è chiaro cosa siano, a cosa servano e cosa facciano.
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Re:E' la dose che fa il veleno.
« Risposta #2 il: Luglio 31, 2016, 18:07:05 pm »
Sebbene sia un ex fumatore concordo in pieno con la critica a questo falso obiettivo che è la lotta alle sigarette.
Mangiamo e respiriamo veleni e il problema sono le sigarette.
Adesso poi siccome le sigarette non bastavano più a distogliere l'attenzione dai veri rischi per la salute è arrivato l'allarme alcool.
Direte be' c'è sempre stato, bere eccessivamente porta a una serie di malattie.
E no! la novità è questa: bere alcool,anche poco, fa venire il cancro!Anzi è causa diretta di 7 tipi di cancronon esiste un livello sicuro di consumo di alcolici per quanto riguarda il pericolo di ammalarsi

http://www.adnkronos.com/salute/medicina/2016/07/25/alcol-provoca-diversi-tipi-tumore-esperto-causa-diretta_VQtr0qd7mBS0l2exVZaqxO.html

Insomma se in vita vostra avete bevuto anche soltanto un Campari siete fregati.

Offline maveryx

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Re:E' la dose che fa il veleno.
« Risposta #3 il: Luglio 31, 2016, 19:29:29 pm »
Da un sito che si occupa dell'argomento: http://www.forcesitaly.org/italy/rubr4/rolando.htm

La scorrettezza politica dell'onestà intellettuale
Fumatori: Chi ha interesse a perseguitarli

Come per tutti i fenomeni sociali, la causa non è mai una sola, e il tentativo di attribuire una causa piuttosto che un'altra ad un fenomeno creato esclusivamente dall'interazione delle cause ci farebbe cadere nella stessa disonestà degli antifumo, che arbitrariamente attribuiscono le morti di cancro al fumo per scopi politici quando in realtà il cancro in generale ha centinaia di cause, spesso inseparabili. L'esame della singola causa quindi diminuisce la potenza dell’argomento anche se ne semplifica la comprensione a scopo di analisi. Per lei e per i nostri lettori tenteremo comunque di fare un brevissimo e incompleto riassunto per punti.
a)La gente ha bisogno di odiare – Una forma di schizofrenia filosofica un po' hollywoodiana è di isolare un sentimento “positivo” ignorandone il suo opposto. Come la gente ha disperatamente bisogno di amare, ha un uguale bisogno di odiare. Senza odio, l'amore non potrebbe esistere e viceversa. Ogni epoca è piena di capri espiatori. Senza capire il problema di base, governi e gruppi d’interesse hanno reso politicamente scorrette vecchie forme di odio: odiare gli ebrei, i negri, le donne e i gay oggi è un vero no-no; ma la realtà di base resta. E allora, come soddisfiamo il nostro bisogno di odiare? Odiando e punendo i fumatori, i grassoni, i drogati, i bevitori, chi non si mette la cintura di sicurezza, chi fa sporcare il cane per strada… e distribuendo questo bisogno emozionale su gruppi multipli, che possono anche odiarsi tra di loro, ulteriormente indebolendo la potenziale resistenza contro i poteri che promulgano l'odio, spesso accentrati nelle "autorità" di stato o "morali" - nel nostro caso la "salute pubblica". Sta dunque anche a questi bersagli farsi rispettare con la forza come hanno fatto le categorie che li hanno preceduti (e che magari oggi odiano i nuovi bersagli!). Bisogna accettare che gli "odiatori", siccome obbediscono ad un bisogno insito nella natura umana, ci saranno sempre, come ci saranno sempre i mascalzoni che profitteranno dall'isterizzare questo bisogno.
b)La gente ha bisogno di sentirsi sicura di se stessa – Esiste un modo sano e un modo malato per sentirsi sicuri di se stessi: quello sano è conquistare le proprie paure e limitazioni fisiche e intellettuali con un processo di crescita che dura una vita e che non finisce mai. Quello malato è di sminuire e togliere la dignità a determinati bersagli in modo che, per differenza, ci sentiamo superiori e magari diventiamo anche dei miti nella nostra stessa mente! E così il povero mentecatto ex/non fumatore, magari già ultimo anello della catena dell’umiliazione sociale e che deve sempre dire di si a tutti – dal capo ufficio allo stato alla moglie – e che si sente sul collo il fiato fetido dello stato con telecamere, regolamenti, multe, tasse, infiniti divieti e obblighi e lavaggi di cervello, finalmente ha lui stesso qualcuno da umiliare e su cui avere potere, e quindi sentirsi relativamente superiore (o “meglio”). E con tanto di approvazione dello stato, che rappresenta una potenza che lui può invocare semplicemente pronunciando le paroline magiche "mi da fastidio", "mi fa male", oppure semplicemente definendo se stesso: "sono più debole!" Questa è una delle ragioni per cui gli antifumo perdono le staffe quando noi li mandiamo a quel paese in modo proporzionale all’offesa che ci hanno recato; è perché togliamo loro il senso di superiorità! Infine, questa è una ragione fondamentale per cui uno stato che sia veramente etico (contraddizione in termini con "stato etico" italiano) dovrebbe sempre astenersi dal prendere le parti di (eufemismo: "tutelare") un gruppo di popolazione contro un altro - condotta di cui la storia ha sempre dimostrato le funeste conseguenze, dalla Germania nazista al Sudafrica agli Stati Uniti.
c)La gente ha bisogno di una bussola morale – (a) e (b) hanno bisogno di una giustificazione morale, altrimenti sarebbero “ingiuste”. Oggi, valori come religione, patriottismo, integrità morale e della parola, ecc. sono “indietro”, oppure di fatto abbandonati ed esistenti solo in teoria; però non sono stati sostituiti da altri solidi valori. Che fare? Prendere a prestito quelli preconfezionati come il salutismo e poi fare la morale agli altri: e più marci si è, più morale si fa. Avrà notato che gli antifumo fanno sempre la morale da dietro il dito della scienza (rottame, non quella vera perché non prova ma smentisce le loro asserzioni) – e quando si dimostra loro inconfutabilmente che partono da truffe scientifiche e statistiche sul fumo attivo e passivo (che, in quanto tali, sono implicitamente immorali), loro negano che sono truffe con tutta la loro forza, oppure fanno finta di non sentire (e aumentano il tenore della propaganda) - ma non accettano mai un dibattito scientifico con l'opposizione. Ciò perché allo stesso tempo si rimuove sia la loro scusa di copertura, sia la credibilità dei loro leader – veri delinquenti in guanti (e camici) bianchi che si arricchiscono politicamente ed economicamente con tali truffe.
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Offline nonmorto

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Re:E' la dose che fa il veleno.
« Risposta #4 il: Luglio 31, 2016, 20:22:21 pm »
Il problema di fondo è che in una società con la sanità pubblica non esistono più le scelte individuali sul proprio corpo. Nonostante gli schiamazzi delle femministe sul fatto che il corpo è il loro e lo gestiscono loro. Femministe che stranamente non hanno mai protestato durante le campagne salutiste, specie quelle per le donne. Loro per corpo credo che intendano vagina.

Se tu fumi ma io devo pagare i danni che ti arrechi alla salute ho tutto il diritto di controllare la tua vita, dal cibo, al fumo, allo stile di vita in generale. E non lo dico in senso positivo, odio quando la gente vuole controllarmi, come se sapessero meglio di me cosa è giusto per me.

Mi ricordo che una delle poche volte che ho fatto sega a scuola (non so se si dice ancora così) con alcuni compagni, mentre andavamo stupidamente in giro con la cartella sulla spalle, trovammo una vecchietta per strada che ci disse "io pago le tasse e voglio sapere dove andate, perché non siete a scuola?" Ed era molto insistente, ripeteva in continuazione che lei pagava le tasse. Noi avoglia a dire "sciopero, autogestione, bigattini, cavallette, epidemia" lei pagava le tasse e non voleva sentir ragioni.

Detto questo un conto è contrastare il fumo, l'atto di fumare, un conto è contrastare una categoria di persone, i fumatori. Ed anche a me danno molto fastidio i detentori del bene che alla prima battaglia per il bene comune scagliano tutto il loro odio contro qualche categoria, senza neanche capire perché quella categoria è attaccata e da chi. E senza capire che "il bene comune" raramente esiste, in realtà è sempre il bene di qualcun altro.

Offline nonmorto

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Re:E' la dose che fa il veleno.
« Risposta #5 il: Luglio 31, 2016, 20:30:15 pm »
Chi ha intenzioni di farci fumare è molto facile da capirlo, chi vende il fumo.

Chi ha intenzione di non farci fumare non riesco a capire perché lo faccia, è più difficile da capire. Do per scontato che chi organizza una campagna contro il fumo non ha il minimo interesse alla salute pubblica, perché non è così che funziona il mondo.

Potrebbe essere che costa troppo per la sanità pubblica ormai al collasso? Potrebbe essere un banale "costo della campagna contro il fumo = C" "tasse prese dalle sigarette = "T" "risparmio della sanità pubblica = R".  R > C + T.

Si potevano aumentare le tasse sulle sigarette ma avrebbe fatto perdere voti.

Lo stato ci guadagna o ci rimette sulle sigarette? Le entrate per le tasse sono maggiori o minori dei soldi per curare le persone che fumano?

Online Frank

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Re:E' la dose che fa il veleno.
« Risposta #6 il: Luglio 31, 2016, 20:32:36 pm »
Citazione
Odiando e punendo i fumatori, i grassoni, i drogati, i bevitori, chi non si mette la cintura di sicurezza, chi fa sporcare il cane per strada...

Sì, ok, ma qui siamo all'eccesso.
Qualche regola dovrà pure esistere, no?

Voglio dire: l'italiano medio si lamenta soventissimamente "del fatto che in Italia non esistono regole" e pertanto "dovremmo prendere esempio da paesi più civili del nostro, poiché quello che succede in Italia non succede in nessun'altra parte del mondo" (tesi ridicola alla quale crede una caterva di italiani esterofili), poi se qualcuno mette delle regole non va bene.
Boh...

Offline CLUBBER

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Re:E' la dose che fa il veleno.
« Risposta #7 il: Luglio 31, 2016, 22:42:40 pm »
Sì, ok, ma qui siamo all'eccesso.
Qualche regola dovrà pure esistere, no?

Voglio dire: l'italiano medio si lamenta soventissimamente "del fatto che in Italia non esistono regole" e pertanto "dovremmo prendere esempio da paesi più civili del nostro, poiché quello che succede in Italia non succede in nessun'altra parte del mondo" (tesi ridicola alla quale crede una caterva di italiani esterofili), poi se qualcuno mette delle regole non va bene.
Boh...
Completamente d'accordo.
L'esterofilia per partito preso mi infastidisce quanto il campanilismo per partito preso(sai quei discorsi del tipo "la pizza in Asia non la sanno fare,di cucina non ne capiscono niente",come se un giapponese si lamentasse che il sushi a Catanzaro non è come quello che mangia ad Osaka..,e grazie al caz..)
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Re:E' la dose che fa il veleno.
« Risposta #8 il: Luglio 31, 2016, 22:50:56 pm »
Rimanendo in argomento vi consiglio il film"Thank you for smoking".
Film divertentissimo e politicamente scorretto,dove il protagonista è il portavoce delle lobby del tabacco.
Ve lo consiglio caldamente.
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Offline maveryx

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Re:E' la dose che fa il veleno.
« Risposta #9 il: Agosto 07, 2016, 11:02:09 am »
Comunque io volevo sottolineare come in questa circostanza il governo raggiunge il culmine, direi l'apoteosi, dell'ipocrisia, questo grazie alla fede dei suoi sudditi nella sua propaganda di saggezza e bontà.
Prima acquisisce con la forza il monopolio sulla vendita di qualsiasi tipo di tabacco, poi carica di tasse altissime il prodotto realizzando a spese del consumatore guadagni immensi e contemporaneamente impedisce di indicare la composizione del prodotto e gli eventuali ingredienti/additivi presenti.
Rende di fatto impossibile la creazione di un libero mercato concorrenziale tra le ditte produttrici di sigarette, che avrebbe senz'altro giovato al consumatore, riducendo al minimo i guadagni del produttore il quale, e per le tasse e per l'impossibilità di descrivere il prodotto con delle scritte nella confezione, inevitabilmente non troverà profittevole impegnarsi nell'offrire un prodotto migliore magari riducendo l'uso dei pesticidi nelle coltivazioni o eliminando aromi artificiali ed additivi chimici.
Quindi l'azione del governo,  tutta indirizzata a guadagnare il più possibile dalla vendita del prodotto sigarette a scapito di qualsiasi miglioramento nella qualità  che è reso non conveniente perseguire al produttore attraverso il monopolio della vendita, una tassazione esagerata ed una propaganda negativa a senso unico che raggiunge persino la confezione stessa del prodotto, infine finge di difendere la tua salute ed i tuoi interessi con queste iniziative balorde.

 
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Offline maveryx

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Re:E' la dose che fa il veleno.
« Risposta #10 il: Agosto 13, 2016, 18:53:31 pm »
Un articolo con informazioni interessanti

Sebbene le fonti ed i riferimenti in questo report di Joe Vialls siano difficili da verificare e controllare, e la maggior parte dei lettori possa considerare questa storia affetta da "conspirazione paranoide" è interessante per coloro che desiderano ricercare e capire come la realtà percepita da milioni di persone possa essere il frutto di un'opera ben pianificata di ingegneria sociale.
Essendo io stesso un fumatore, ho sicuramente più interesse a farmi delle domande sulla mia salute rispetto ad un non fumatore. Il mio interesse è capire come i media e potenti interessi interagiscono e danno vita ad una realtà condivisa rispetto a provare a giustificare la mia scelta consapevole di inalare tabacco. Non mi sento colpevole, non a rischio, ma sono estremamente curioso quando vedo le compagnie di tabacco piazzare scritte e simboli di morte sui pacchetti di sigaretta. Per capire se questa è una lettura adatta a te, controlla questo paragrafo introduttivo: "Giappone e Grecia hanno il più alto numero di fumatori nel mondo, ma la più bassa incidenza di cancro ai polmoni. In contrasto diretto con queste, America, Australia, Russia, gruppi di isole nel sud Pacifico, hanno il più basso numero di fumatori nel mondo, ma la più alta incidenza di cancro ai polmoni."

Fumare aiuta a proteggersi contro il cancro ai polmoni
di Joe Vialls

Ogni anno, migliaia di dottori e altri membri dell'"inquisizione anti-fumo" spendono  milioni di dollari perpetuando la più ingannevole opera di ingegneria sociale della storia. Con l'incoraggiamento della maggior parte dei governi, questi lobbisti Orwelliani operano con uno zelo fanatico che supera la ridicola proibizione anti alcool americana, iniziata nel 1919 e durata fino al 1933. Al giorno d'oggi guardiamo indietro alla proibizione americana con giustificabile sorpresa. E' vero che una nazione intera si è privata di una birra e di uno scotch per un'opera di un piccolo gruppo di fanatici? Tristemente si, nonostante la totale mancanza di prove che l'alcol causi serie danni agli umani, a meno che non sia consumato in grandi quantità. Non era la salvezza dall'alcol il vero interesse, quanto la capacità di controllare gli altri. Gli Americani che si bevevano un goccetto erano peccatori e i puritani intercedevano per conto di Dio per farli sentire miserabili. Sebbene non ci sia un link diretto tra alcool e tabacco, la storia della proibizione americana è importante perchè ci permette di capire come un piccolo gruppo di persone sia in grado di influenzarne milioni. Attualmente la stessa cosa accade per i fumatori, sebbene questo movimento sia in mano a governo e a medici ignoranti invece che a fanatici. Certi governi sanno che le loro azioni passate sono direttamente responsabili del cancro alla pelle e ai polmoni, perciò lavorano per affibbiare i costi finanziari e le responsabilità al tabacco. Come vedremo più tardi in questo report, l'umile organico tabacco non ha mai ucciso nessuno e in alcuni casi possiamo affermare che protegga la salute. Non tutti i governi al mondo condividono lo stesso problema. Il Giappone e la Grecia hanno il più alto numero di fumatori nel mondo, ma la minore incidenza di cancro ai polmoni. In diretto contrasto con questo, l'america, l'australia, la Russia, ed alcuni gruppi di isole nel Sud Pacifico hanno il più basso numero di fumatori di sigarette al mondo, ma la più alta incidenza di cancro ai polmoni. Questo è l'indizio numero uno per chiarire l'assurda ma consolidata bugia medica secondo la quale "il fumo causa cancro ai polmoni". Il primo contatto europeo con il tabacco fu nel 1492, quando Columbo e l'esploratore Rodriguo de Jerez videro gli abitanti del posto fumare a Cuba. Lo stesso giorno de Jerez fumò la sua prima sigaretta e la trovò molto rilassante come gli era stato detto. Rodriguo de Jerez scoprì quello che i Cubani ed i nativi Americani sapevano da tempo: che i sigari e le sigarette non sono solo rilassanti, ma curano raffreddori e altri malanni minori. Quando tornò a casa, Rodriguo de Jerez sventolò orgogliosamente un sigaro per la strada e fu prontamente arrestato ed imprigionato per 3 anni dalla Inquisizione spagnola. De Jerez divenne la prima vittima delle lobby anti-smog. In meno di un secolo, il fumo fu un comportamento sociale accettato in Europa, con migliaia di tonnellate di tabacco importate dalle colonie per incontrare una domanda crescente. Un gran numero di scrittori apprezzarono il tabacco come rimedio alle malattie dell'umanità. Nel 20 secolo, quasi una persona su due fumava, ma l'incidenza del cancro ai polmoni rimaneva così bassa da non essere misurabile. Poi qualcosa di straordinario accadde il 16 luglio 1945: un cataclisma terrificante che portò i governi occidentali a distorcere la percezione del fumo per sempre. As K. Greisen riporta: "Quando l'intensità della luce diminuì, mi tolsi gli occhiali e guardai direttamente la torre. Notai una nuvola di fumo. Poi qualcuno urlò di guardare l'onda d'urto che viaggiava sul terreno, una luce brillante di area circolare e di colore giallo che lentamente si avvicinava a noi. La permanenza della nuvola di fumo fu una cosa che mi sorprese. Dopo la prima rapida esplosione, la parte pù bassa della nuvola sembrava assumere una forma fissa e rimanere appesa nell'aria. La parte superiore continuava a crescere e dopo cinque minuti era alta almeno cinque miglia. Lentamente assumeva uuna forma a zig zag per il cambiamento della velocità del vento a differenti altitudini. " Si trattava del famoso "Trinity Test", la prima arma nucleare detonata nell'atmosfera. Una sfera di sei Kg di plutonio, esplosa nei cieli del New Mexico con una forza uguale approssimativamente a 20,000 tonnellate di TNT. In pochi secondi, miliardi di particelle radioattive mortali si liberarono nell'atmosfera ad un'altitudine di sei miglia dove circolavano jet ad alta velocità. Il governo degli Stati Uniti sapeva in anticipo degli effetti letali sull'uomo da parte delle radiazioni, ma ordinò questo test senza scrupoli. Presto o tardi, in una maniera o nell'altra doveva trovare un altro indiziato per gli effetti a lungo termine sofferti dagli americani e dagli altri cittadini in aree locali e remote. Tieni a mente questo: Se una singola microscopica particella radioattiva cade sulla tua pelle in una spiaggia, ti prendi un cancro alla pelle. Inalarla ottiene lo stesso effetto letale, e la morte per cancro ai polmoni diviene inevitabile, a meno che tu non sia un fortunato fumatore.

La particella microscopica radioattiva solida affonda nei tessuti dei polmoni, sopraffa le riserve limitate di vitamina B17 nel corpo e causa una moltiplicazione incontrollata delle cellule. Come siamo sicuri che una particella radioattiva causi il cancro ai polmoni ogni volta che il soggetto ne è esposto internamente?. Per gli scienziati veri, non quelli propagandistici dei governi, questo non è un problema. Qualsiasi teoria per essere accettata scientificamente deve essere riconosciuta passando da una serie di requisiti universalmente riconosciuti dagli scienziati. In primis l'agente radioattivo sospetto deve essere isolato, poi testato in esperimenti di laboratorio controllati per produrre i risultati ipotizzati, come ad esempio il cancro ai polmoni. Gli scienziati hanno sacrificato migliaia di topi per testare gli effetti della radioattività e il risultato è sempre stato lo stesso, il cancro ai polmoni e quindi la morte. La teoria è stata convertita in fatti scientifici in condizioni di laboratorio. Russia, Gran Bretagna ed America hanno effettuato test nucleare nell'atmosfera e il 5 agosto 1963, più di 4.200 kg di plutonio erano stati sganciati nell'atmosfera. Dal momento che meno di un microgrammo di plutonio inalato causa un cancro terminale ai polmoni, noi sappiano che i nostri gentili governi hanno rilasciato 4.200.000.000 dosi letali nell'atmosfera con particelle radioattive per un minimo di 50.000 anni. Terrificante? Sfortunatamente c'è di peggio. Il plutonio prima menzionato esiste nelle attuali armi nucleari prima delle detonazioni, viene succhiato da terreno e rilasciato quando il razzo viaggia verticalmente. Queste particelle comprendono gran parte del fumo che si vede in ogni detonazione nucleare atmosferica e si pensa che per ogni test siano sbalzati in aria circa 1.000 Kg di materiale di superficie. Prima che fossero bannati da Russia, Gran Bretagna ed America, sono stati condotti un totale di 711 test nucleari nell'atmosfera., creando 711.000 kg di particelle radioattive microscopiche mortali, che devono essere aggiunte ai 4.200 kilogrammi delle armi stesse per un totale di 715.200 kilogrammi. Ci sono più di un milioni di dosi letali per Kg, e questo significa che i Governi hanno contaminato l'atmosfera con 715.000.000,000 dosi, abbastanza per causare il cancro alla pelle e ai polmoni 117 volte per ogni uomo, donna e bambino sulla terra. Con una vita media di 50.000 anni, queste particelle sono con te per sempre. Circolate in tutto il mondo attraverso i jet, queste particelle sono depositate random, sebbene ci sia un'alta concentrazione nei luoghi dei test originali. Giocare innocentemente sulla sabbia d'estate può tradursi in un suicidio se capita di toccare o inalare una particella radioattiva. Non prendete troppo in giro Michael Jackson quando appare negli aeroporti con la mascherina chirurgica sulla bocca e il naso. Dodici anni dopo il Trinity test, divenne ovvio ai governi occidentali che questa situazione era fuori controllo e un report nel 1957 del British Medical Research Council riportava "che le morti per cancro ai polmoni sarebbero raddoppiate tra il 1945 e il 1955", senza offrire nessuna spiegazione.

Durante lo stesso periodo, le morti per cancro nelle vicinanze di Hiroshima e Nagasaki crebbero a dismisura. Dalla fine dei test atmosferici nel 1963, l'incidenza del cancro ai polmoni nelle isole del Pacifico è aumentata di cinque volte dal 1945. Era necessaria un'azione diversiva da parte dei governi. La sola ovvia sostanza che le persone inalano nei loro polmoni, a parte l'aria, è il fumo da tabacco, così i governi puntarono su questo. Ricercatori quasi medici vennero improvvisamente subbissati di fondi e richieste, tutte con un unico obiettivo: "Dimostrare che il fumo causa cancro ai polmoni". Furono invitati a provare le loro false affermazioni seguendo esattamente le stesse regole scientifiche che avevano dimostrato gli effetti letali delle particelle radioattive. Ma nonostante siano stati esposti al fumo migliaia di topi con un'equivalenza di 200 sigarette al giorno per un anno, la "scienza medica" non ha mai riscontrato del cancro ai polmoni. Si, hai letto correttamente. Per più di 40 anni migliaia di dottori ti hanno mentito deliberatamente. Inoltre, in un altro esperimento, di cui non è mai stata permessa la pubblicazione, i veri scienziati hanno dimostrato che il fumo aiuta a proteggere contro il cancro. Infatti, in un esperimento, poche migliaia di topi che erano stati sottoposti precedentemente ai test sul fumo, vennero sottoposti al test nucleare e e il 60% dei topi fumatori sopravvissero all'esposizione delle particelle radioattive.. I Governi si adoperarono a cancellare tutte le prove, ma non ci fu il completo silenzio tra tutti i veri scienziati. Professor Schrauzer, President of the International Association of Bio-Inorganic Chemists, testimoniò di fronte al U.S. congressional committee nel 1982 che era noto agli scienziati che certi costituenti del tabacco agissero come anti-cancerogeni nei test effettuati sugli animali. E il Professor Schrauzer non si fermò qui e davanti alla commissione del Congresso testimoniò sotto giuramento che "nessun ingrediente delle sigarette causa il cancro ai polmoni", aggiungendo che "nessuno è stato in grado di riprodurre in laboratorio il cancro ai polmoni da fumo." Mal dal 1982 i quasi medici hanno iniziato a credere alla loro ridicola propaganda e non sono stati zittiti dai membri dell'establishment scientifica. All'improvviso addossarono la colpa ad altri "segreti" ingredienti inseriti nelle sigarette dalle compagnie di tabacco. "Si, deve essere quello!" affermarono, fino a che un gruppo di scienziati dissero che erano gli stessi ingredienti inclusi negli esperimenti sui topi, e che non avevano causato il cancro. Le cose dunque apparivano disperate per i governi e le comunità dei quasi-medici. Dal momento che le sovvenzioni anti-fumo, iniziarono alla fine degli anni 60, a migliaia di dottori passati attraverso le scuole venne insegnato che il fumo provoca il cancro.

In molti credettero alla bugia, ma non tutti. A chi obiettava affermando che i dati non combaciavano con la realtà, venne detto di non porre delle domande stupide. "Il fumo causa il cancro ai polmoni" si convertì in un credo quasi religioso, ma anche il cieco destino ha bisogno di un sistema di rinforzi, e qui entrarono in gioco i media e le agenzie di pubblicità. Gli schermi televisivi abbondarono di filmati agghiaccianti che finivano con il monito di non fumare. Ma in sala mortuaria i polmoni di un fumatore e di un non fumatore appaiono allo stesso modo, ed un patologo forense non è in grado di distinguerli. I polmoni neri? Forse se hai lavorato per 20 anni in una miniera di carbone senza maschere di protezione. Il Professor Sterling della Simon Fraser University in Canada è forse vicino alla verità, quando utilizza i dati di una ricerca per dire che il fumo promuove la formazione di piccoli strati di mucose nel polmone, " che creano un livello di protezione che ferma qualsiasi particella portatrice di cancro dall'entrare nei tessuti dei polmoni." Le particelle radioattive mortali inalate dal fumatore potrebbero inizialmente essere intrappolate dallo strato di mucosa e fatte uscire dal corpo prima che possano entrare nei tessuti. Tutto ciò potrebbe apparire difficile per i non fumatori, ma ci sono una o due cose per loro per diminuire i rischi. Basta stare vicini ai fumatori ed respirare il fumo passivo."
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Re:E' la dose che fa il veleno.
« Risposta #11 il: Agosto 13, 2016, 18:56:40 pm »
Maveryx, i tuoi interventi sono sempre interessanti ma come ti ho detto tempo fa, per favore non usare sistematicamente caratteri diversi dai predefiniti perché rendono la pagina meno leggibile.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline maveryx

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Re:E' la dose che fa il veleno.
« Risposta #12 il: Agosto 13, 2016, 19:02:29 pm »
Scusa Vicus, io avevo capito che potevo utilizzare caratteri diversi dal predefinito se avevo l'accortezza di usare sempre quello, almeno nello stesso topic, pardon.
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Offline Vicus

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Re:E' la dose che fa il veleno.
« Risposta #13 il: Agosto 13, 2016, 19:06:29 pm »
No problem, equivoco chiarito.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:E' la dose che fa il veleno.
« Risposta #14 il: Agosto 13, 2016, 19:08:13 pm »
Citazione
http://freeskies.over-blog.com/article-fumare-fa-bene-115173245.html
Gli studi dimostrano che il fumo di nicotina blocca le voci che gli "schizofrenici"* dicono di sentire.
Hai una una stecca di sigarette da darmi? Vado a farla fumare intera a una mia ex amica.

*Disturbo derubricato dai manuali di spichiatria, essendo assodato che il 10% della popolazione sentirebbe voci (fonte: documentario francese). Ecco perché il 10% (?) della gente è sempre più sciroccato.
« Ultima modifica: Agosto 13, 2016, 20:28:20 pm da Vicus »
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