cari amici
un membro dello staff del forum mi segnala questo post sul sito web dei domenicani:
Se la moglie tradita abbia il diritto di separarsi dal marito
Quesito
caro Padre Angelo,
saluti in Cristo,
gradirei sapere se il coniuge innocente che subisce adulterio abbia il diritto di non perdonare e di non voler più vivere con il coniuge colpevole e anche se questi chiedesse perdono.
Se la parte lesa non se la sente più di vivere con chi ha tradito, in questo caso la parte innocente ha il diritto di separarsi?
Ad una donna tradita che non vuole più vivere con il marito il sacerdote nega la comunione se non lo riprende con sé?
Se fosse così, alla moglie innocente si negherebbe la comunione e la si darebbe a chi ha commesso adulterio e nel frattempo se n’è pentito.
grazie di cuore,
saluti
Stefano
Risposta del sacerdote
Caro Stefano,
la Chiesa esorta la parte innocente ad essere misericordiosa nei confronti del coniuge colpevole e pentito.
Tuttavia le concede il diritto di rifiutare l’intimità coniugale e le concede anche la separazione.
Sicché il sacerdote non può negare l’assoluzione ad una donna che si comporta secondo i criteri che ti ho dato. Il motivo è il seguente: la donna fruisce dei suoi diritti di persona tradita. Il sacerdote può esortare a perdonare. Ma un conto è perdonare e un conto è riprendere l’intimità coniugale e la coabitazione.
La Chiesa dà l’assoluzione al coniuge adultero se è pentito. Ma per quanto sia pentito, non si può costringere la donna a riprendere la vita di prima.
Ti saluto, ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre AngeloPubblicato 05.04.2008
http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=783
Ora, posto che chiaramente si tratta di cinque righe, però un domenicano su un sito ufficiale dovrebbe stare attento ad ogni singola parola, eppoi ammesso che abbia scritto una scemenza, è del 2008 quindi ha avuto 8 anni per correggerla e se non l'ha corretta vuol dire che non crede di aver scritto una stupidaggine.
Anzitutto:
il tradimento di uno concede all'altro il diritto di rifiutare l'intimità coniugale e di chiedere la separazione.
Cioè: se la comunione di mensa e di letto rappresentano doveri assunti con il matrimonio e il matrimonio è un sacramento, il peccato di uno autorizza l'altro a peccare. Oibò ... davvero strana come tesi.
Tu rubi, quindi io ho il diritto di ammazzarti?
E fate attenzione che tra l'adulterio e la separazione c'è lo stesso rapporto che c'è tra il furto e l'omicidio, in quanto è evidente che l'adulterio è un peccato contro la fedeltà coniugale, ma non è la fine del matrimonio. Cioè: se io ti derubo posso renderti più difficile la vita, ma se ti ammazzo ovviamente ho fatto di peggio!
Poi: il sacerdote non può " negare l’assoluzione ad una donna che si comporta secondo i criteri che ti ho dato". Ma se la donna ha bisogno di assoluzione, ciò significa che quel comportamento è peccato. Ma allora come fa un sacerdote a consigliarlo? Davvero incomprensibile.
Posso capire il seguente ragionamento: un uomo che ruba perchè ha fame, non è condannabile perchè il diritto alla vita prevale sul diritto alla proprietà. Ma quale diritto viene tutelato dalla donna che si separa per ripicca contro l'adulterio del marito? Quali sono i diritti di una persona tradita?
Non voglio fare ipotesi perchè sarebbero tutte ingiuriose.
Perchè una persona sana di mente direbbe che chi ha fame ha diritto a mangiare, una persona che si sposa ha il diritto di condividere mensa e letto con il coniuge, quindi una persona tradita se defraudata di mensa o letto ha il diritto di riaverli, non il diritto di perderli per sempre! Ma che str...ta di ragionamento è?
Una persona tradita ha il diritto di chiedere alla chiesa che imponga al coniuge di fare i propri doveri coniugali, sentire un prete che dice che una persona tradita ha il diritto di rifiutare i propri doveri coniugali mi provoca onestamente qualche cortocircuito neuronico.
Ma qualcosa mi fa sospettare che il fraticello risenta non di una sana logica razionale, quale il dottore angelico dovrebbe avergli insegnato, ma piuttosto della sessuofobia clericale più diffusa di quel che sembra.
Andando poi a vedere il contesto che fa da sfondo a domanda e risposta mi pare che si possa dire che l'idea è quella di una umanità "innocente". Cioè si dimentica che siamo tutti peccatori, che dobbiamo perdonare i nostri debitori non perchè siamo buoni ma perchè siamo peccatori, che nessuno è innocente. L'idea che una delle due parti sia innocente non è solo ridicola, è una eresia ed è stupefacente che un domenicano la accetti senza batter ciglio. Ma come, non c'era il dogma dell'Immacolata Concezione con il suo corollario inevitabile che se solo Maria è stata concepita senza peccato, tutti gli altri uomini e donne sono peccatori?
Come leggevo recentemente, l'Islam non possiede questo punto nel proprio background culturale, come d'altronde tutto l'illuminismo a partire da Rousseau per arrivare al comunismo, al nazismo, all'ecologismo, all'omosessualismo e a tanti altri ismi. Negare che l'uomo per propria natura sia peccatore, organizzare la vita sociale a prescindere da questo, scandalizzarsi perchè qualcuno pecca e accettare l'ipotesi che qualcun altro sia innocente, è la strada che porta a lager, gulag e Isis/Daesh.
D'altronde, suppongo, che il femminismo tra aborti e divorzi, abbia fatto più morti del nazismo e dell'Isis, finora. Forse solo i comunisti tra Russia, Cina, Cambogia ne hanno fatti di più, ma non ne sono sicuro.
E notare questa vicinanza tra i domenicani e il femminismo è davvero illuminante.
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