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Guai a dire la tua sulle donne!
giuspal:
Cosa succede a chi le chiama "cicciottelle"?
http://it.avoiceformen.com/misandria/la-dittatura-femminista-epura-il-direttore-del-quotidiano-sportivo/
La dittatura femminista epura il Direttore del Quotidiano Sportivo.
agosto 10, 2016 By Giulio Tandiod
Il femminismo è un cancro che sta corrodendo la nostra società. Agisce dietro il paravento del politicamente corretto e miete vittime, controllando come l’occhio del Grande Fratello ogni aspetto della vita pubblica.
Nelle dittature del passato gli oppositori al regime, o coloro che non mostravano di uniformarsi alla dottrina totalitaria, pagavano con la vita questo affronto. Oggi, per ovvie ragioni, nell’occidente progressista le punizioni non possono essere corporali, ma ciò non significa che non siano altrettanto brutali.
Oggi si paga con la gogna mediatica, lo scandalo, il pubblico ludibrio e infine con l’ostracismo. Chiunque si macchi del grave crimine di offesa nei confronti del regime femminista, rischia di vedere rovinata la propria vita sociale e la propria carriera.
L’ultima vittima di questo regime ideologico è il direttore del Quotidiano Sportivo, licenziato in tronco dall’editore per aver permesso la pubblicazione di un articolo che definiva cicciottelle alcune atlete olimpiche italiane.
Per i social justice warriors questa è stata un’occasione ghiotta. Hanno immediatamente diffuso sui social network la foto della pagina incriminata e la reazione del web non ha tardato a farsi sentire. Velocissima la replica di sdegno da parte della Federazione di appartenenza delle due atlete. Immediate anche le scuse da parte del direttore del giornale, che ha cercato di mettere una pezza alla valanga di fango che stava per scatenarsi. E poi frasi cariche di vittimismo sull’oggettivizzazione del corpo delle donne, sulla discriminazione, sul maschilismo, sul sessismo e le solite stucchevoli affermazioni che puntualmente leggiamo in queste circostanze.
La situazione è degenerata in così poco tempo che l’editore del quotidiano, per placare gli animi e soddisfare le brame del popolo bue, ha annunciato il licenziamento immediato del direttore del giornale. Non sono bastate le scuse del pover’uomo. Si è deciso per il taglio della testa.
Un vero e proprio atto di epurazione, in perfetto stile fascio-nazista. Nulla di diverso da ciò che il tanto criticato Erdogan sta facendo in Turchia, contro coloro che sospetta essere i sostenitori del fallito colpo di Stato. Un atto liberticida, fondamentalista, repressivo, che dovrebbe farci rendere conto del regime ideologico in cui ormai viviamo.
In questa sede non vogliamo però discutere se sia giusto o meno pubblicare titoli come quello incriminato. Non vogliamo prendere una posizione personale sull’accaduto, né litigare sul fatto che la parola “cicciottella” sia offensiva o meno. A noi interessa, più che altro, riflettere sulle cause che scatenano questi scandali italioti, in un paese dei balocchi che manda i pregiudicati in Parlamento e criminalizza il direttore di un giornale per un titolo stravagante.
Spostiamoci con il ricordo ad appena qualche anno fa, nel 2012, quando si svolsero le passate Olimpiadi. Non tutti ricorderanno che nella stessa disciplina del tiro con l’arco, questa volta maschile, tre giovani atleti italiani, bruttini e panciuti, tentarono l’impresa di vincere l’oro, riuscendoci. Ecco i titoli di alcuni giornali di allora:
Questo a sinistra è invece il titolo di un articolo recente, che richiama le gesta dei tre campioni, pubblicato qualche giorno prima dell’inizio delle Olimpiadi. Notate qualcosa? La disciplina è la stessa e anche in questo caso si fa riferimento all’aspetto fisico dei tre atleti. Vengono definiti poco piacenti e in sovrappeso. Addirittura si parla di brutti anatroccoli che diventano cigni. Allora chiediamoci: perché non è accaduto niente? Perché nessun direttore ha perso la dignità ed il lavoro?
Per chi non ci fosse ancora arrivato, la risposta è semplice: le tre “cicciottelle” sono donne. Una constatazione tanto banale quanto dolorosa. Nella dittatura femminista politicamente corretta, l’immagine della donna è stata rivestita di un’aurea di sacralità e qualsiasi offesa, o presunta tale, alla dignità del divino feminino deve essere pagata con la morte politica e sociale del reo. Non ci sembra di esagerare se definendo l’ideologia alla quale siamo sottomessi, parliamo di vero e proprio “culto della donna”, perché è proprio di questo che si tratta.
La pari dignità dei sessi ormai è abbondantemente superata, e nessuno sembra volersene accorgere. Propinando la falsa narrazione di una società misoginia, il femminismo ha ribaltato totalmente la percezione della realtà, imponendo un doppio standard nella valutazione degli eventi. Gli stessi identici episodi passano totalmente inosservati quando riguardano gli uomini, mentre si trasformano in un caso di interessa nazionale quando colpiscono le donne. Ogni occasione è propizia per cavalcare l’onda del vittimismo e per rafforzare questa dittatura ideologica.
A ben guardare allora, oggi non si è trattato di una questione sull’opportunità di utilizzare un linguaggio giornalistico adatto alle circostanze e rispettoso delle persone. In questi termini, lo scandalo sarebbe dovuto sorgere molto prima e sarebbe stato anche accettabile.Oggi si è andati ben oltre. La questione era prettamente di “genere”. Il rispetto era dovuto alle due atlete in quanto donne. Se al loro posto ci fossero stati tre uomini, non sarebbe accaduto nulla. I tempi sono perfettamente maturi per poterlo liberamente affermare anche su Facebook.
Ma la cosa che deve invitarci a riflettere è che, come in ogni regime che si rispetti, la punizione è stata esemplare: il licenziamento di un uomo. La fine della sua carriera, la privazione della sua fonte di guadagno, della sua dignità. Una vera e propria fucilazione pubblica, da monito per chiunque, in futuro, osasse ancora scrivere in maniera eretica del divino feminino. Dovreste avere paura, e non poco!
Vicus:
Questo fatto gravissimo fa riflettere su diverse cose:
nella società dell'informazione le parole sono armi;
più è necessario ricorrere all'illusione e alla menzogna per mantenere lo status quo, più è necessaria la tirannide (licenziamento) per mantenere l'illusione e la menzogna;
la menzogna e la propaganda possono scompaginare e fare implodere intere società;
per progredire è essenziale fare reinformazione, ristabilire la verità, senza annacquamenti né filtri.
giuspal:
Particolare in prima pagina su L'eco di Bergamo di oggi riferito all'argento conquistato da Marco Innocenti nel tiro a volo. Il "prosit" in prima pagina è una scopiazzatura locale del più famoso "il rompipallone" di Gene Gnocchi su la Gazzetta dello Sport a differenza che qui non si firma nessuno. Qualcuno s'indignerá per questo al punto di querelare L'eco? Non credo proprio. :rolleyes:
Faust:
In questo caso però sembra che "cicciottello" sia riferito al medagliere nel senso di "pieno di medaglie". Non lo so...
giuspal:
--- Citazione da: Faust - Agosto 11, 2016, 18:58:26 pm ---In questo caso però sembra che "cicciottello" sia riferito al medagliere nel senso di "pieno di medaglie". Non lo so...
--- Termina citazione ---
Faust, se il rivoltamento di frittate fosse uno sport olimpico e anziché una medaglia assegnassero una padella, quella d'oro sarebbe certamente tua. Vatti a vedere i risultati. Allo stato attuale il nostro medagliere è alquanto magro.
P.S. ma perché dovrei star qua a perdere tempo appresso a te e alle tue "luminescenti" trovate?
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