Ribadisco che ritengo che per definizione non può esistere un femminismo buono(o decente a dir si voglia).
Questo perché effetivamente il femminismo è ciò che viene definito tale:
http://www.treccani.it/enciclopedia/femminismo/. Peraltro prende il nome da una malattia e sappiamo che i significati delle parole, per quanto mutino nella parvenza non cambiano nella sostanza.
Poi si può sempre sollevare il
problema di una parte del femminismo, o meglio, di alcune donne che hanno aderito al femminismo per motivi di circostanza, ma che ad onta di ciò hanno rifiutato il principio cardine dell'odio per gli uomini, costituendo così un anello debole del tessuto femminista.
In questo senso sì, per rispondere a CLUBBER, se esiste un fronte interno, almeno dichiaratamente, al femminismo, che non crede nei principii di base (l'odio per gli uomini, quindi la credenza nella "oppressione storica") di esso e in tal modo ne indebolisce le istanze, allora
da questo punto di vista quella parte di donne porta dei valori positivi all'interno del femminismo annullandone o contrastandone i valori negativi - e in ultima analisi l'intero movimento. L'obiezione da te sollevata è pregnante e, a mio avviso corretta: il femminismo, nel suo concetto di base, non include anche le voci di dissenso più o meno esplicite, quindi
da questo punto di vista non c'è un femminismo che porti seco valori positivi.