Autore Topic: La superdonna onnivincente e rappresentativa ha fatto FLOP  (Letto 55710 volte)

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Online Frank

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Re:La superdonna onnivincente e rappresentativa ha fatto FLOP
« Risposta #90 il: Agosto 16, 2016, 23:28:29 pm »
Massimo, questo il commento di un lettore pubblicato sulla Gazzetta dello sport.

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Er_Mito 20:55, 16 Agosto 2016
Mesi fa sono andato ai nazionali femminili di ginnastica con mia figlia di 6 anni, perché voleva vedere le ginnaste Italiane che lei tanto ammira e nulla: mai viste così tante ragazze sconosciute, altre un metro e venti, che però se la tirano manco fossero delle super modelle, oppure della campionesse olimpiche! Mia figlia è rimasta delusa in special modo della Ferlito, perché le ha chiesto un autografo e lei le ha detto che ne aveva già fatti troppi e che non le andava più di firmarne altri: ma si può fare questo ad una bimba di 6 anni? Una bimba che oltretutto si è fatta 400 km per venirti a vedere? Una bimba che è una sua super tifosa? Che delusione: queste ragazze vincono solo in Italia, fuori non le conosce nessuno, eppure si credono tutte delle piccole Comaneci!

Online Massimo

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Re:La superdonna onnivincente e rappresentativa ha fatto FLOP
« Risposta #91 il: Agosto 17, 2016, 00:37:50 am »
Come volevasi dimostrare: se se la tirano in quanto donne, prima di vincere alcunchè, figuriamoci quanto se la tirano se e quando vincono.
Almeno la Ferrari ha avuto l'onestà di dire che "non poteva fare di più". Atteggiamento, questo, più unico che raro nelle femmine di oggi.

Offline Sebastiano

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Re:La superdonna onnivincente e rappresentativa ha fatto FLOP
« Risposta #92 il: Agosto 17, 2016, 08:55:58 am »
La Ferrari è sempre stata umile e sopratutto tanto sulle sue, è parecchio timida, quindi se a volte pare altezzosa è per il suo carattere. Ma è indubbiamente la migliore ginnasta che abbiamo avuto, per lo meno di recente. La Ferlito? Bravina, ma tanta posa e poco più, deve il suo successo soprattutto al programma Ginnaste vite parallele di Mtv. E se la tira neanche fosse miss universo!

Offline Sebastiano

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Re:La superdonna onnivincente e rappresentativa ha fatto FLOP
« Risposta #93 il: Agosto 17, 2016, 09:27:05 am »
Ho visto anche un sesto posto per la Fasana. Considerando i pochi investimenti fatti sullo sport in Italia, tolte poche eccezioni, non è un brutto risultato avere un quarto e sesto posto.

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Re:La superdonna onnivincente e rappresentativa ha fatto FLOP
« Risposta #94 il: Agosto 17, 2016, 11:38:10 am »
Come volevasi dimostrare: se se la tirano in quanto donne, prima di vincere alcunchè, figuriamoci quanto se la tirano se e quando vincono.
Almeno la Ferrari ha avuto l'onestà di dire che "non poteva fare di più". Atteggiamento, questo, più unico che raro nelle femmine di oggi.

Massimo, stai pur tranquillo che se la Ferrari avesse vinto (il che è impossibile, soprattutto contro le statunitensi; ma è tanto per rendere l'idea), avrebbe sicuramente fatto qualche sparata, tipo queste fatte in passato da alcune atlete italiane.

http://www.gqitalia.it/httpredir/r.php?q=/sport-static/static/2011/12/flavia-pennetta-tennis-francesca-schiavone-olimpiadi-2012-slam-nadal-mio-uomo-ideale

Flavia Pennetta - 16 dicembre 201
1
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Francesca, le donne italiane del tennis negli ultimi anni hanno dimostrato di essere molto più forti degli uomini: come te lo spieghi?

"Sono certa che gli uomini sapranno tornare a farsi valere molto presto, ma noi donne siamo state molto più competitive e determinate di loro: in campo non guardiamo in faccia nessuno e vogliamo vincere. Noi atlete italiane abbiamo dimostrato di avere una marcia in più, perché siamo state competitive, grintose e determinate e abbiamo saputo lavorare con una costanza invidiabile, puntando a degli obiettivi alti".

Come ho già avuto modo di scrivere, la tennista numero uno tra le donne, non è equiparabile neppure al numero cinquecento tra gli uomini.
Il che sta a significare che le vittorie femminili esistono solo in virtù della separazione dei sessi, tutto il resto è fuffa.

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Antonietta Di Martino - 24 marzo 2011
http://www.ilsussidiario.net/News/Calcio-e-altri-Sport/2011/3/24/ATLETICA-Antonietta-Di-Martino-esclusiva-punto-ai-Mondiali-ma-sogno-Londra/161402/
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E' un momento felice dello sport italiani femminile. Con tanti nomi e tante stelle, dalla Pellegrini alle ragazze della scherma, a Tania Cagnotto...

Le donne stanno dando lustro allo sport azzurro e il motivo è che siamo più cocciute e più determinate degli uomini: così si raccolgono risultati importanti.

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Re:La superdonna onnivincente e rappresentativa ha fatto FLOP
« Risposta #95 il: Agosto 17, 2016, 11:56:14 am »
E non è mica finita qui, eh...

http://agendasalute.com/donne-il-fattore-x-del-sesso-forte/
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Donne: il fattore X del sesso forte
By Redazione AS - In Dalla Redazione - 25 gennaio 2016
Se le malattie attecchiscono meno, è anche grazie al loro bagaglio genetico
Che l’inizio millennio avesse rovesciato cliché consolidatisi nei secoli era piuttosto evidente. Che stesse montando una marea rosa, pronta a prendere le redini del mondo economico, sociale e persino politico, anche.

Ora, però, la parola definitiva l’ha messa la scienza: il vero sesso forte sono le donne. Stando a quanto riporta uno studio pubblicato fa sulla rivista scientifica BioEssays le donne sono in grado di resistere meglio alle malattie e al cancro, e sono in possesso di un sistema di “back up” per combattere le malattie.
Insomma, sono più forti. E il segreto  è custodito nel microRNA, i piccoli ceppi di RNA che contengono informazioni per la sintesi delle proteine. Gli scienziati hanno osservato il loro ruolo sul cromosoma “X”, maggiormente presente nelle donne. Le funzioni di molti tipi di micro RNA restano sconosciute, ma alcuni filamenti hanno funzioni importanti nella lotta all’immunità e al cancro. E mentre i maschi hanno un cromosoma X e uno Y, le femmine ne hanno due X. Ecco perché, secondo il dottor Claude Libert dell’Università di Gand, in Belgio, che ha condotto lo studio, se le donne sono maggiormente in grado di resistere a traumi e infezioni, vivendo più a lungo, è “grazie al cromosoma X”. L’imprinting genetico, dunque, dà un indubbio vantaggio immunologico alle donne.

E non è l’unico, se è vero che pochi mesi fa un gruppo di scienziati ha scoperto che addirittura respirano meglio ad altre quote. L’altra metà del cielo risente meno dei problemi legati alla carenza d’ossigeno cui si va incontro in alta montagna. A documentarlo sono i dati raccolti durante una spedizione di due mesi sull’Himalaya, in cui un gruppo di camici bianchi in versione alpinista ha monitorato una cinquantina di persone a oltre 5 mila metri di altezza. Scoprendo che mentre gli uomini andavano in affanno, le donne resistevano molto meglio.
Del resto, che qualcosa fosse cambiato se ne erano accorti in molti, se è vero che molti sondaggi pubblicati negli ultimi tempi hanno tutti evidenziato la stessa tendenza: tenaci, determinate, creative, intraprendenti, le donne battono gli uomini. Una ricerca recente condotta da Telesurvey, ad esempio, ha rivelato che alla domanda su quale dei due sessi possa essere considerato il più forte, il 43 per cento del campione ha risposto scegliendo quello femminile. Soltanto il 22 per cento quello maschile, mentre per il 34 per cento dipende dalle situazioni.
Agli intervistati sono state elencate caratteristiche rilevanti, come coraggio, intelligenza e indipendenza. È stato chiesto loro se ciascuna di queste qualità fosse più attribuibile all’uomo, alla donna o a entrambi in eguale misura. Dalle riposte è emersa pertanto la figura di una donna che, rispetto all’uomo, è più forte, determinata e capace di affrontare gli imprevisti. Nonostante ciò, un’alta percentuale di intervistati (il 72 per cento) ritiene tuttavia che la società italiana sia ancora maschilista.
Eppure, altre indagini ancora segnalano che il sorpasso potrebbe non essere così lontano. E rivelano che le donne sembrano più al passo con i tempi: più tolleranti rispetto alle diversità, che si tratti di coppie di fatto o unioni omosessuali; rampanti sul lavoro, ma senza troppi isterismi e volontà sfrenata di fare carriera; perfino atletiche e animate da un nuovo spirito agonistico specie tra le nuove generazioni. Prova ne sia il fatto che lo sport italiano, ultimamente, è colorato quasi solo di rosa: da Federica Pellegrini a Valentina Vezzali, da Flavia Pennetta a Josefa Idem.
Arcidonna, l’associazione impegnata per le pari opportunità, ha fotografato il prototipo della donna: battagliere e schierate non solo per la difesa dei propri diritti ma anche contro ogni discriminazione. Addirittura trasgressive e più disinibite dei maschi. Più inclini ad accogliere senza traumi le novità. Più restie a farsi travolgere dai pregiudizi. Più pronte ad adattarsi al cambiamento. E allora, per gran parte delle donne le coppie di fatto sono famiglie come le altre, cui vanno riconosciuti gli stessi diritti. Compreso quello di adottare un bambino. Quanto all’omosessualità, per oltre il 50 è una tendenza naturale. Al contrario, la maggior parte degli uomini la giudica innaturale, addirittura una malattia.

Insomma, pochi anni sembrano aver spazzato via decenni di consuetudini e luoghi comuni. E oggi le donne sono istruite, forti, determinate, a volte pure “mascolinizzate”. Sembrano aver preso in mano le leve di comando, occupando sempre più spesso ruoli di potere che prima erano loro preclusi. Come è successo? Semplice, e sono ancora una volta gli studi e le statistiche a confortare il comune sentire: le donne sono più portate nello studio, a scuola ottengono risultati migliori rispetto ai loro coetanei maschi e studiano più a lungo. Il numero di laureate ha ormai superato quello dei laureati, e lo stesso vale per gli iscritti all’università.

Poi qualcuno si stupisce del fatto che uno possa tifare contro le atlete del proprio Paese?
Beh, è il minimo che si possa fare.
Chi semina vento non può che raccogliere tempesta.


Ah, a proposito: da ex atleta quale sono, questa mi è nuova:
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L’altra metà del cielo risente meno dei problemi legati alla carenza d’ossigeno cui si va incontro in alta montagna. A documentarlo sono i dati raccolti durante una spedizione di due mesi sull’Himalaya, in cui un gruppo di camici bianchi in versione alpinista ha monitorato una cinquantina di persone a oltre 5 mila metri di altezza. Scoprendo che mentre gli uomini andavano in affanno, le donne resistevano molto meglio.

A me è sempre risultato il contrario.

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Re:La superdonna onnivincente e rappresentativa ha fatto FLOP
« Risposta #96 il: Agosto 17, 2016, 12:09:26 pm »
http://27esimaora.corriere.it/articolo/siamo-cresciute-nel-gioco-di-squadrasiamo-diventate-cazzute/

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Tags: atlete, battaglie, cevello, competizione, conciliazione, fisico, maternità, olimpiadi

Grintose, determinate, estremamente concrete, per nulla ossessionate dai loro obiettivi agonistici. Capaci di spiegare e convincere che lo sport è stato ed è tuttora un mezzo straordinario per conquistare una sostanziale parità.

Le campionesse olimpiche di diverse epoche che hanno partecipato in sala Buzzati ieri alla presentazione della mostra «Donna è sport» (da oggi, venerdì, al Museo del Risorgimento di Milano con ingresso gratuito) hanno dimostrato (se mai ce ne fosse stato bisogno) che erano lì non da atlete ma da donne vere, in carne e ossa, pronte a

    conciliare le loro imprese con le altre tematiche femminili, dalla maternità alla discriminazione salariale, dall’organizzazione di allenamenti-figli-marito alla necessità di dover dimostrare (anche sui campi di gara) sempre più degli uomini.

E lo hanno spiegato in un talk show di grande livello con linguaggio chiaro e riflessioni profonde, con valutazione realistiche e impegni seri per continuare a cambiare le cose.

Organizzata dalla Gazzetta dello Sport e dalla Fondazione Candido Cannavò, curata da Elio Trifari, la mostra «Donna è sport» ha voluto legare alle celebrazioni per il 150 esimo anniversario dell’Italia l’irrefrenabile avanzata femminile nella pratica sportiva (tra il 1980 e il 2010 si è passati da una presenza nella squadra azzurra del 15% a quasi il 50% del totale). Un racconto che nasce in epoca deamicisiana con enormi pregiudizi (emblematico uno spezzone del film tratto dall’opera Amore e ginnastica) e che arriva al fisico, al sorriso e al carattere di una Federica Pellegrini, simbolo dell’italiana indipendente del XXI secolo.

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In mezzo, tante conquiste. La cestista Mabel Bocchi racconta le sue battaglie sindacaliste degli anni Settanta quando le atlete avevano rimborsi-spese umilianti, andavano a giocare in campi scomodissimi e una volta in raduno si vedevano tolte persino le chiavi della macchina.

La calciatrice Carolina Morace sottolinea come nonostante i suoi record di gol da giocatrice venga ricordata per aver allenato una squadra maschile di serie C.

Novella Calligaris spiega come con il cervello il suo fisico normale abbia saputo sfidare in piscina le valchirie dell’Est

    “Ma non ho nulla contro la fisicità, lo sport ha sempre anticipato le nuove tendenze della società, anche nel look”

Martina Miceli rivela l’opera di scoraggiamento che lei stessa svolge nei confronti delle giovani aspiranti pallanotiste per capire chi è pronta davvero a enormi fatiche.

La schermitrice Giovanna Trillini testimonia come con la volonta e la concentrazione si possa rinascere dagli infortuni e restare ai vertici per una generazione; mentre accanto la dolce Valentina Vezzali (“che in pedana si trasforma in una belva”, scriveva Candido Cannavò) rappresenta l’incredibile storia della mamma che quattro mesi dopo il parto vince il campionato del mondo.
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Il diritto al reintegro nel proprio posto dopo la maternità è la battaglia parlamentare che sta conducendo Manuela Di Centa (“io che non ho avuto figli”) , oggi disinvolta e determinata rappresentante ai vertici dello sport italiano. Accanto a lei la “nemica” storica dello sci di fondo, Stefania Belmondo. ” Ci siamo divertite a farvi credere che ci fosse questa accesa rivalità tra noi due. Piaceva molto ai giornali… Ad ogni modo l’importante è che nella contrapposizione siamo rimaste sempre noi stesse, senza ipocrisie”. Stefania Bianchini esulta ed è orgogliosa perché finalmente alle Olimpiadi di Londra nel 2012 ci sarà anche la sua specialità, il pugilato femminile.

Paola Pezzo, che è stata regina della mountain bike, racconta invece come abbia voluto voltare pagina quando ha deciso di costruirsi una famiglia.

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Chi resiste e si prepara a battere tutti i record di sempre è la canoista Iosefa Idem, in vista della sua ottava partecipazione ai Giochi: mamma super, è stata anche assessore al comune di Ravenna (“Noi la quota rosa l’abbiamo già raggiunta”).. Paola Pigni, una vera missionaria dell’atletica, ricorda che cosa voleva dire fare mezzofondo quarant’anni fa allenandosi tra le battute e le ironie lungo viali di Milano.

La decana (elegantissima) Lea Pericoli, da sempre in prima linea nella promozione della lotta contro il cancro (che lei ha avuto al seno e ha sconfitto “quando ancora non si poteva pronunciare quella parola”), parla dei giudici di Wimbledon che le misuravano la lunghezza del gonnellino.

    “Le mie mise facevano scandalo, ma io mi divertivo. Indossavo i gonnellini più eccentrici quando incontravo un’avversaria che sapevo di poter battere, altrimento la stravaganza si sarebbe trasformata in una brutta figura”.

All’altro estremo dell’anagrafe, ecco infine la pallavolista Francesca Piccinini e la ginnasta Elisa Fantoni: belle, brave, sicure:

    “Vinciamo perché siamo cresciute nel gioco di squadra: siamo diventate cazzute”.

Il raduno di queste campionesse è avvenuto nel ricordo di un uomo, Candido Cannavò, mio padre, che ha saputo non solo capire ma sostenere con entusiasmo il fenomeno dell’avanzata della donna nello sport. Da direttore della Gazzetta, nel febbraio del 1994 dedicò tutta una prima pagina al potere  rosa (sotto il titolone “Evviva le donne”) all’indomani dei trionfi femminili alle Olimpiadi invernali di Lillehammer.

Al di là dei numeri del fenomeno, mio padre parlava nel 2003 di un “sorpasso di qualità” avvenuto nello sport che non si è registrato in modo così imponente in nessun altro settore. E come dargli torto ascoltando le parole e i pensieri di queste donne?
Come non pensare per contrasto ai campioni maschi superpagati e supercoccolati, tenuti in campane di vetro lontani da ogni interferenza della vita vera, belli nei loro fisici scultorei e bamboccioni, che si pavoneggiano con i loro tatuaggi e passano il tempo libero con la playstation? Il confronto diventa imbarazzante.

    A sentire le donne dello sport sembra di stare su un altro pianeta. Donne che sono maturate perché devono ogni giorno lottare, organizzare, decidere. Con l’intelligenza, prima che con il fisico. Donne vincenti: su tutti i fronti.

(I video sono concessi da Gazzetta.it)
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I VOSTRI COMMENTI
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12.06 | 20:28 manuppi
le atlete spesso sono un bellissimo esempio: tenaci, volitive, forti e… femminili. per questo sono d’accordo che lo sport è uno strordinario mezzo per la parità.
campionesse ma anche mogli, compagne, mamme. questa è la vera parità, poter conciliare le cose, non dover rinunciare ad essere donne per un presunto privilegio di fare cose “degli uomini”, non dover rinuciare a fare ciò che si vuole per poter essere donne. bravissime
14.06 | 15:46 Fierolocchio
sempre nel tennis:dopo 5 mesi di completa inattività torna Venus Williams e batte la top ten Andrea Petkovic..nonostante l’inattività Venus è rimasta piuttosto in alto nel ranking: 32esima nella classifica wta,mentre meglio sta la sorella Serena che nonostante non giochi una partita da giugno 2010, è al 25posto nel ranking…
Solite banalità in rete e sui giornali.
29.06 | 23:24 FLANEUR
Le medaglie, come le gare, sono divise per sessi altrimenti lo sport femminile non esisterebbe neanche. Dunque in questo caso il separatismo giova alle donne ed è ben accetto, diversamente da altri campi. Ma a parte questo, se in una nazione le donne conquistano più medaglie degli uomini in una Olimpiade, è matematico che in un’altra siano gli uomini a conquistarne di più. Ma allora che senso ha parlare di sorpassi al femminile, di maggior tenacia, di capacità di fare squadra delle donne, di maggior spirito di sacrificio e via banalizzando? E si è mai letto qualcosa del genere quando sono i maschi a vincere più medaglie? Mai, ovviamente e giustamente. Quindi sia l’articolo che i commenti entusiasti non hanno senso alcuno, sono solo l’espressione del maintream in cui siamo immersi che obnubila menti e ragione.
Sulla differenza di retribuzione fra sport maschile e femminile: avete mai letto di ingiustizia retributiva fra le modelle e i modelli maschi(di cui nessuno ricorda il nome)?
No, ovvio. Le modelle smuovono un business e un interesse che i maschi non si sognano. Lo sport al femminile, per diventare visibile e interessante per gli spettatori dal vivo e in TV, deve penosamente ridurre oltre il limite i cm quadrati dei costumi di scena delle atlete, le quali da parte loro accettano ben volentieri questa esposizione del “corpo delle donne” sia per guadagnare di più, sia, diciamocelo, per narcisismo. E allora di che si lamentano? Sarebbe come se un romanziere che vende mille copie pretendesse di essere pagato come quello che ne vende 100.000. Assurdo! Ma viviamo, a
ppunto, nel teatro dell’assurdo, come questa discussione e l’articolo che ne è all’origine dimostra.

>>


Qualcuno di voi ha mai letto su un qualsiasi quotidiano, sportivo e non, un titolo del tipo:
"EVVIVA GLI UOMINI" ?

25 febbraio 1994
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Sport/2011/06/09/pop_donne.shtml
Ovviamente no.
Ed ancor più ovviamente, nulla del genere accadrà al termine delle Olimpiadi, che al momento fanno registrare 14 medaglie maschili (più un'altra nel beach volley, di cui però conosceremo il colore solo dopo la finale;
http://www.gazzetta.it/Olimpiadi/2016/17-08-2016/olimpiade-beach-volley-nicolai-lupo-avvisano-brasile-vogliamo-l-oro-160793909526.shtml
quindi siamo a 15), di cui ben 7 d'oro; e 9 femminili, delle quali solo una d'oro.

@@

ps:
http://docplayer.it/15642294-Capitolo-1-la-figura-della-donna-sportiva-nella-storia-capitolo-3-la-donna-nella-scherma-oggi.html

Offline Vicus

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Re:La superdonna onnivincente e rappresentativa ha fatto FLOP
« Risposta #97 il: Agosto 17, 2016, 12:10:03 pm »
Ah, a proposito: da ex atleta quale sono, questa mi è nuova:
A me è sempre risultato il contrario.
Sul Monte Bianco ce n'erano, semisvenute, due di queste "più resistenti all'alta quota".
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Massimo

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Re:La superdonna onnivincente e rappresentativa ha fatto FLOP
« Risposta #98 il: Agosto 17, 2016, 12:39:26 pm »

Poi qualcuno si stupisce del fatto che uno possa tifare contro le atlete del proprio Paese?
Beh, è il minimo che si possa fare.
Chi semina vento non può che raccogliere tempesta.

A me comunque per la Ferrari spiace e moltissimo: si era data da fare. E senza fare sproloqui sulla "superiore" tempra e tenacia delle
donne. Si allenava e basta. Sperando di ottenere risultati per il suo impegno. Per lei il conflitto "di genere" non esisteva. Per quanto
possa sembrare incredibile, ci sono ancora donne e atlete così.

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Re:La superdonna onnivincente e rappresentativa ha fatto FLOP
« Risposta #99 il: Agosto 17, 2016, 12:40:11 pm »
Ad esempio, alle Olimpiadi di Seoul l'Italia vinse un totale di quattordici medaglie, tredici da parte maschile (tra le quali sei d'oro) e solo una d'argento da parte femminile.

http://www.oasport.it/2015/12/seoul-1988-le-medaglie-italiane-ai-xxiv-giochi-olimpici/rio-2016/
Citazione

    Seoul 1988: le medaglie italiane ai XXIV Giochi Olimpici
    Pubblicato il 13 dicembre 2015 da Giulio Chinappi alle ore 09:45 in All Sports, Rio Tamburo, Rubriche, Storia

    L’Italia prese parte a questa rassegna con 253 atleti, conquistando sei medaglie d’oro, quattro d’argento e quattro di bronzo.
    Gold

        Gelindo Bordin — Athletics, Men’s Marathon
        Giovanni Parisi — Boxing, Men’s Featherweight
        Stefano Cerioni — Fencing, Men’s Foil Individual Competition
        Vincenzo Maenza — Wrestling, Men’s Greco-Roman Light Flyweight
        Carmine Abbagnale, Giuseppe Abbagnale and Giuseppe Di Capua — Rowing, Men’s Coxed Pairs
        Agostino Abbagnale, Davide Tizzano, Piero Poli and Gianluca Farina — Rowing, Men’s Quadruple Sculls

    Silver medal.svg Silver

        Carlo Massullo — Modern Pentathlon, Individual Competition
        Carlo Massullo, Daniele Masala and Gianluca Tiberti — Modern Pentathlon, Team Competition
        Salvatore Antibo — Athletics, Men’s 10.000 metres
        Francesca Bortolozzi-Borella, Dorina Vaccaroni, Margherita Zalaffi, Annapia Gandolfi and Lucia Traversa — Fencing, Women’s Foil Team Competition

    Bronze medal.svgBronze

        Maurizio Damilano — Athletics, Men’s 20 km Walk
        Giovanni Scalzo — Fencing, Men’s Sabre Individual Competition
        Stefano Battistelli — Swimming, Men’s 400 metres Individual Medley
        Gianfranco Dalla Barba, Marco Marin, Ferdinando Meglio, Giovanni Scalzo and Massimo Cavaliere — Fencing, Men’s Sabre Team Competition

Ma neppure in quell'occasione i giornalisti scrissero:
"L'Olimpiade degli uomini", oppure "Evviva gli uomini".

Definirli dei vigliacchi di merda è un complimento; idem per le atlete.

Ah, per inciso: non è che in altri Paesi del pianeta Terra sia diverso.
Basta dire che anche in Giappone ci sono atlete che fanno gli stessi discorsi.
Non parliamo poi degli USA.

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Re:La superdonna onnivincente e rappresentativa ha fatto FLOP
« Risposta #100 il: Agosto 17, 2016, 16:20:41 pm »
Come ho già avuto modo di scrivere, la tennista numero uno tra le donne, non è equiparabile neppure al numero cinquecento tra gli uomini.
Il che sta a significare che le vittorie femminili esistono solo in virtù della separazione dei sessi, tutto il resto è fuffa
.

Articolo del dicembre 2009, che mette in evidenza una volta di più, la stupidità, la malafede e i complessi di inferiorità femminili.

https://clasworks.wordpress.com/2009/12/20/belle-brave-e-non-mammone-perche-vincono-solo-le-donne/
Citazione
BELLE, BRAVE E NON MAMMONE. PERCHÉ VINCONO SOLO LE DONNE
Pubblicato il dicembre 20, 2009
di Claudia Faggioni


Se lo avessero saputo, i greci le avrebbero autorizzate a gareggiare. Invece di lasciarle nel talamo, avrebbero potuto mandarle ad Olimpia, e forse avrebbero fatto meglio. In Italia è così che sta andando: le donne vincono, molto più degli uomini. Ultimo, in ordine di tempo, il successo delle ragazze della pallavolo. Dopo il titolo europeo in Polonia, l’oro ai Giochi del Mediterraneo e alle Universiadi, e la qualificazione ai Mondiali del 2010, le azzurre hanno alzato la coppa della Grand Champions Cup (la Coppa dei Campioni) battendo in quattro set il Giappone. Eleonora Lo Bianco (il capitano) e compagne hanno sconfitto la Thailandia, la Corea del Sud, la Repubblica Dominicana e le campionesse olimpiche del Brasile. «Ho a disposizione una squadra eccezionale, ragazze pronte a qualsiasi sacrificio per questa maglia. Sono delle grandi giocatrici, ma anche delle grandi persone» ha detto Massimo Barbolini che le ha guidate in questo 2009 straordinario.  Loro che, coalizzatesi, hanno ottenuto l’allontanamento dell’allenatore Marco Bonitta, perché non lo volevano.

Hanno deciso e si sono fatte valere. Come a smentire la convinzione che le donne in genere non siano famose per la loro solidarietà. Troppa competizione, troppa invidia – nello sport come nella vita nemiche dello spirito di squadra. Forse, ma ultimamente qualcosa è cambiato.  Sono cambiate, e con loro anche la loro visione del mondo. Il gioco di squadra adesso lo sanno fare benissimo. Non solo nel volley. Flavia (Pennetta), Francesca (Schiavone), Roberta (Vinci) e Sara (Errani) giocano a tennis, da sole, quasi tutto l’anno. Ognuna con i suoi risultati, ognuna con la sua vita. Ogni tanto si ritrovano, si uniscono per giocare insieme la Fed Cup. Ed è lì che danno il meglio.  L’unione fa la forza, la squadra è come un giocatore in più, un valore aggiunto. E allora arrivano i successi, le medaglie, le coppe. Ultima la Coppa Davis femminile, poco più di una settimana fa. E l’Italia è finita in vetta alla classifica mondiale. I colleghi uomini che fanno? Ci sono, qualche volta raggiungono dei risultati, ma il nostro n.1 Andreas Seppi è solo n. 49 del mondo. Insomma a vincere, vincere davvero, non ci riescono.

Non è solo il tennis, non è solo il volley, succede in sempre più discipline, quasi tutte. Le Olimpiadi passano e il numero delle donne si avvicina a quello degli uomini partecipanti. Per Londra 2012, in termini di medaglie, è prevista la possibilità di un sorpasso, come ha più volte ripetuto felice il ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna. Vincenti nella scherma, nel nuoto, nel ciclismo, ora aspettiamo i risultati della valanga rosa di sci con, tra le altre, la promessa dello slalom Chiara Costazza.  C’è la ginnasta Vanessa Ferrari, prima azzurra a vincere un mondiale, le cicliste Tatiana Guderzo e Noemi Cantele, la canoista Josefa Idem… E la conquista rosa anche del golf, con la 26enne Diana Luna, prima italiana della storia a qualificarsi per la Solheim Cup. C’è Valentina Vezzali, prima schermitrice al mondo ad essersi aggiudicata tre medaglie d’oro olimpiche consecutive e cinque titoli mondiali, che mentre ottiene medaglie e titoli, fa da quattro anni la mamma di Pietro.  E continuerà fino a Londra, quando avrà 38 anni. Poi, forse, smetterà. Ha partecipato a Ballando con le stelle, intanto la sua collega Margherita Granbassi era al fianco di Santoro ad Annozero.

Vanno in tv, si divertono, tra una gara e l’altra. Flavia Pennetta sfila alla settimana della moda di Milano, Federica Pellegrini scrive un libro. Poi tornano a gareggiare, e vincono. La Pellegrini, si sa, ha vinto tutto e ha riscritto la storia del nuoto: la pagina più recente ai mondiali di Roma dell’estate scorsa, insieme con la rivale/ non rivale Alessia Filippi.
Federica ha perso la sua guida, il ct Alberto Castagnetti, mancato lo scorso ottobre. «Ho pensato di smettere» ha detto, ma poi ha raggiunto il terzo tempo mondiale stagionale a Viareggio nei 200 stile libero, qualche giorno fa. Perché le donne in Italia vincono molto più degli uomini? «Perché siamo più determinate, se decidiamo una cosa prima o poi la otteniamo» dicono Pennetta e Schiavone. «E poi gli uomini sono mammoni, non si staccano dalle famiglie». Eccoci qua, il risvolto è nuovo, il problema no.

(pubblicato martedì 17 novembre 2009 sul “Riformista”)


Citazione
Se lo avessero saputo, i greci le avrebbero autorizzate a gareggiare. Invece di lasciarle nel talamo, avrebbero potuto mandarle ad Olimpia, e forse avrebbero fatto meglio. In Italia è così che sta andando: le donne vincono, molto più degli uomini. Ultimo, in ordine di tempo, il successo delle ragazze della pallavolo.

...  :doh:

Moebius aveva assolutamente ragione.
http://www.lucidamente.com/1802-quel-maledetto-crucco-di-moebius/

@@

Claudia Faggioni
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Online Massimo

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Re:La superdonna onnivincente e rappresentativa ha fatto FLOP
« Risposta #101 il: Agosto 17, 2016, 16:58:05 pm »

La Pellegrini ha vinto tutto........... peccato che a Rio non abbia vinto niente.
Certo che dal vincere tutto al vincere niente..........una bella marcia trionfale, non c'è che dire. Certo che la marcia trionfale delle atlete
italiane è assai originale se su 8 medaglie d'oro una sola è stata vinta da una donna.

Online Frank

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Re:La superdonna onnivincente e rappresentativa ha fatto FLOP
« Risposta #102 il: Agosto 17, 2016, 17:45:26 pm »
Quando le femmine perdono è perchè NON SONO LE STESSE DI SEMPRE  e perchè E' MANCATA LA FORTUNA, NON IL VALORE (questa scusa
non mi è nuova, è stata utilizzata già a proposito della battaglia di El Alamein, se non sbaglio). Quando a perdere è un uomo E' PERCHE'
SI E' VISTO QUANTO VALE. Ovviamente, quando vince è solo LA LOGICA CONSEGUENZA DI UN ALLENAMENTO COSTANTE,  non altro.
Qualcuno ha più sentito parlare, non dico incensare, di Fabio Basile al quale dobbiamo la duecentesima medaglia d'oro? Io no, da un pezzo
E qualcuno ha forse sentito qualche giornalista ammettere che agli atleti maschi italiani dobbiamo 7 medaglie d'oro su 8? Io per niente.
Comunque, mi associo al tripudio per la sconfitta (e le lacrime) di Irma Testa che così dovrà pensare ad altro che ai femminicidi a alla
violenza maschile sulle donne. Ad allenarsi meglio, per esempio. Lasciando perdere i sogni (impossibili) di suprematismo rosa.

Massimo, leggi qua.
E' sempre colpa di qualcosa o di qualcuno...

http://www.lastampa.it/2016/08/16/sport/speciali/olimpiadi-rio-2016/irma-guantoni-e-lacrime-la-mia-sconfitta-studiata-a-tavolino-DEM5uAeOoYERVLtk3QK8JJ/pagina.html
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Irma, guantoni e lacrime: La mia sconfitta studiata a tavolino
Boxe, la delusione della Testa che ora medita il ritiro

Mauro Casaccia

Rio de Janeiro. Il braccio sinistro di Estelle Moselly alzato verso il tetto del Pavillon 6 di Riocentro e Irma Testa che alza il suo di sinistro, quello con cui più ama piazzare il colpo, per fare segno no. «Credevo di essere avanti io nel punteggio…». Corre via in lacrime dopo il match dei quarti che le preclude la strada alla medaglia (minimo bronzo per i semifinalisti). Fuori anche l’ultima presenza azzurra all’Olimpiade brasiliana, fallimentare per la spedizione dell’ItalBoxe. Irma voleva di più, sentiva di poter avere di più. E non la consola il fatto che la sua età la può portare di diritto tra le favorite di Tokyo 2020. «Quattro anni sono tanti, possono succedere tante cose – dice con la voce strozzata dal pianto irrefrenabile – in bene ma anche in male…». Tanto che la giovane boxeur mette in discussione il suo futuro sul ring: «Io sono fatta così, voglio tutto e subito. Se lo prendo subito bene sennò… Non so se riparto più forte di prima e se riparto, dopo un mese di vacanza decido. Quattro anni per me sono lunghi, difficili. Magari cambio sport domani e tra quattro anni partecipo nella scherma. Anche se so che posso e voglio ancora dare tanto al pugilato italiano». Non passa il rammarico, anche col passare dei minuti. E resta una gran rabbia nei confronti degli arbitri: «Dall’inizio ci danno addosso, c’è un problema arbitri. Quattro riprese: 9, 9, 9 e 9… almeno la prima un arbitro doveva sbagliarsi e darmi 10. Non esiste darmi 36-40, 36-40 e 36-40. Così vuol dire che è stato studiato a tavolino». 

Struggente e furente commiato dai Giochi, nessuna voglia di pensare al domani, nonostante tutto l’entourage azzurro si stringa intorno alla ragazza per rincuorarla. «I pensieri sono ancora sfocati dall’amarezza. Sentivo che questa era la mia Olimpiade, io la medaglia d’oro la voglio e sentivo che qui era possibile. Vedendo le avversarie, se fossi passata avrei vinto l’oro, non dico al 100% ma al 90% sì… Fuori la Taylor, la finlandese nemmeno pensavo venisse all’Olimpiade. Vediamo il risultato che farà la francese, sicuramente vincerà l’oro lei…». 

Il tecnico Renzini: «Irma non è abituata a perdere, è orgogliosa e ambiziosa. La sua percezione era aver vinto il match. Io, per non incorrere in errori e perché all’angolo sono anche tifoso, voglio rivederlo due o tre volte prima di commentare il verdetto». Unanime, 3-0 per la francese. «La sconfitta ci può stare – afferma il presidente della FederBoxe Brasca – ma non così netta. Io non ho visto tutta questa superiorità. Non voglio fare retropensieri, ma francamente si tratta di un giudizio eccessivo». 

Nell’analisi va Raffaele Bergamasco, tecnico di Torre Annunziata voluto da Testa al suo angolo insieme a coach Renzini: «Senza nulla togliere alla francese, che nel complesso ha meritato di vincere, per me la prima ripresa era di Irma. Vero che dopo Mossely è cresciuta, ma se ti danno il primo round poi cambia la gestione dell’incontro. Comunque Irma resta il nostro fiore all’occhiello, è arrivata da fanalino e si è ritrovata leader. Deve essere orgogliosa di quello che ha fatto, a soli 18 anni». 

E Renzini: «Siamo rammaricati per un risultato che Irma avrebbe meritato per le sue qualità enormi, a soli 18 anni ha già vinto tanto scalando quattro categorie, un po’ come Paquiao… Ed è del 28 dicembre, il primo gennaio è diventata elite. Più di così, che le vogliamo dire? Aveva già battuto la francese, 2-1 ma con superiorità, che stavolta non c’è stata. Purtroppo la sua Olimpiade è stata segnata da una lombalgia che l’ha colpita un mese e mezzo prima dei Giochi, ha lavorato nel tempo rimanente e qui ha usato le armi disponibili. Ha tanto tempo davanti, se vuole potrà vincere anche tre Olimpiadi». A patto di riuscire a mettere ko questa delusione e un pianto che non sente campanella.

Offline kautostar

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Re:La superdonna onnivincente e rappresentativa ha fatto FLOP
« Risposta #103 il: Agosto 17, 2016, 18:17:31 pm »
Anche Clemente Russo dopo la sconfitta ha iniziato a piagnucolare di ingiustizie commesse dai giudici, e di "match rubato". Nel vittimismo e nel dare la colpa delle proprio sconfitte agli altri(e il merito delle vittorie a se stessi), non vedo differenze tra uomini e donne.
Ci sono uomini e donne che sanno perdere con onore, e palloni gonfiati(uomini e donne) dall'ego ipertrofico, che si sentono in diritto di vincere anche senza aver mai dimostrato di essere campioni

Online Frank

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Re:La superdonna onnivincente e rappresentativa ha fatto FLOP
« Risposta #104 il: Agosto 17, 2016, 18:26:49 pm »
Sì, lo so che pure Clemente Russo ha piagnucolato, ma resta sempre un fatto: tra i piagnistei femminili e quelli maschili non c'è paragone; le prime vincono alla grande.
Tra l'altro non vedo la necessità, in questa sede, di "difendere" le suddette, visto e considerato che a questo pensano già i media da decenni.
E non solo i media: anche la stessa massa maschile.
Questo è l'unico luogo dove viene evidenziata l'altra faccia della medaglia.
Inoltre, se da parte dei media e delle atlete non ci fosse tale insopportabile slealtà, nessuno sentirebbe il bisogno di scrivere certi post "controcorrente": nemmeno in questa sede.
Ma siccome non lo fa nessuno, allora qualcuno deve pur farlo, e nello specifico lo faccio io: piaccia o meno.