In rilievo > Osservatorio sul Genderfemminismo
Guai ad ostacolare il gender brainwashing!
giuspal:
cito da questo articolo: http://www.lanuovabq.it/it/articoli-una-legge-per-mettere-in-galera-chi-vuole-curare-i-bambini-a-non-diventare-gay-16814.htm
In breve, se il disegno di legge verrà approvato, potrà finire in galera lo psicoterapeuta che accoglie nel suo studio un minore che presenta orientamenti omosessuali e asseconda la richiesta dei genitori volta a mutare l’orientamento sessuale del figlio. Finirà dietro le sbarre anche nel caso in cui l’omosessualità del minore è egodistonica, cioè non voluta dal minore stesso e percepita da lui come una gabbia da cui fuggire. Sul punto è esplicito l’articolo 1 comma 2: «L’espressione “conversione dell’orientamento sessuale” […] non comprende gli interventi che favoriscano l’auto-accettazione, il sostegno, l’esplorazione e la comprensione di sé da parte dei pazienti senza cercare di cambiare il loro orientamento sessuale».
Questo comma, quindi, indica come unico intervento non sanzionabile del professionista quello che andrebbe a convalidare l’orientamento sessuale percepito dal minore, seppur rifiutato dal bambino stesso. Il ddl non fa dunque distinzione tra omosessualità accettata e subita. Da qui tre domande: dove è finita la libertà di ricerca, di cura e di esercizio della professione medica? In secondo luogo: dove è finita la libertà di educazione dei genitori? Soprattutto in quella fase di età in cui i turbamenti sul proprio orientamento non devono essere supinamente assecondati ma indirizzati, corretti ed illuminati? Terza domanda: se la libertà dell’individuo è esaltata dalla gender theory perché non riferirsi a questa stessa libertà quando il minore (ed anche il maggiorenne) vuole uscire dalla propria condizione di omosessuale?
La risposta data dal disegno di legge è la seguente: «Fattori come il sentimento religioso, il conservatorismo politico e una scarsa conoscenza delle persone lesbiche, gay, bisessuali o transessuali si traducono in atteggiamenti omonegativi che possono essere riscontrati anche tra psicologi o psichiatri». Se tu mamma non accetti l’idea che tuo figlio sia gay sei “omonegativa” e se tu psicologo consideri l’omosessualità strada sicura verso l’infelicità significa che o fai parte della schiera dei baciapile cattolici oppure sei di destra, ma di certo non sei un professionista serio. In un caso come in un altro meriti la galera.
L’omosessualità e la transessualità sono quindi dogmi morali assolutamente veri e da imporre sempre e comunque anche nella tenera età, poco importando che la crescita psicologica sessuale dei bambini e degli adolescenti è come canna al vento che spesso si piega a qualsiasi refolo provocato da un disagio in famiglia, a scuola, tra gli amici, se non, inutile a dirlo, da un campagna massmediatica ideologica a senso unico.
E avanti di questo passo viene tolta ai nostri figli la facoltà di accettare se' stessi così come Dio (o madre natura) li ha concepiti e fatti crescere nel grembo materno prima di essere messi al mondo. :doh:
Vicus:
Tanto gli psicoterapeuti hanno sempre meno credibilità (salvo Argentina e Francia dove Freud è ancora un guru).
ilmarmocchio:
http://diconews.com/silvana-de-mari-facebook-omofobia-lgbt-odio/
La scrittrice Silvana de Mari è entrata di diritto tra i personaggi più chiacchierati della cronaca italiana in seguito ad un post sul suo blog, in cui se la prende con gli omosessuali.
Di base rivendica il diritto all’omofobia e lo fa perché secondo lei la comunità LGBT ha sferrato un attacco alla Chiesa e alla libertà di parola.
L’omofobia di Silvana de Mari
Il suo post si chiama San Paolo is cool e sostiene che oggi chiunque manifesti un rifiuto dell’omosessualità è tacciato di omofobia. In maniera fin troppo diretta spiega che l’atto sessuale tra due uomini è contro natura e che il suo ribrezzo nasce soprattutto dall’eccessiva pubblicità che i gay fanno del sesso anorettale.
Invita poi tutti gli omosessuali a on fare coming out e traendo ispirazione da San Paolo, condanna senza appello l’amore omosessuale. Secondo Silvana de Mari, tra l’altro, il movimento LGBT sarebbe nato come pedofilo e ci sarebbero anche delle fonti per verificarlo.
Chi ama e chi odia Silvana de Mari
Un post articolato e violento nei contenuti e nell’esposizione replicato anche su Facebook dove la sua community è stata bloccata perché “incitava all’odio”. Eppure i seguaci di Silvana de Mari sono tanti e si riuniscono in questa pagina “Rivogliamo “Silvana De Mari Community“. Gli oppositori invece stanno spammando la bacheca della sua pagina e hanno organizzato una petizione su Change.org per farla radiare dall’albo dei medici.
giuspal:
http://www.iltimone.org/35615,News.html
TUTTA LA VIOLENZA DELLE MENZOGNE LGBT: LA DENUNCIA DEL PROFESSOR JORDAN B. PETERSON
Ha fatto il giro del mondo l’articolo che un professore universitario canadese, Jordan B. Peterson, ha scritto argomentando i rischi che la deriva arcobaleno delle società sta portando alla libertà di parola.
Peterson, psicologo clinico e docente di Psicologia presso l’Univeristà di Toronto, se l’è presa in particolare con il Bill C-16, un disegno di legge che propone di criminalizzare le discriminazioni in base “all’identità o espressioni di genere”. Lo psicologo ha pubblicato alcuni video nei quali faceva presente che i contenuti di tale ddl sono «pericolosamente vaghi e mal formulati», così da lasciare appositamente il tutto nelle mani del giudice di turno. Inoltre, si è rifiutato pubblicamente di utilizzare il pronome sessualmente neutro (o “neutral gender”) “Zhe”, ideato per indicare sia uomini che donne, senza rischiare di discriminare chiamando al femminile chi nella sua mente “si sente” un maschietto (e viceversa).
Questi video hanno generato un vero e proprio caos mediatico, con tanto di dimostrazioni e proteste presso l’università in cui lavora Peterson. In una di queste manifestazioni (vedi qui: //www.youtube.com/watch?v=K-IFcCY0m3E un ragazzo con evidenti disturbi d’identità ha aggredito una giovane giornalista conservatrice, Lauren Cherie Southern (già nota per essere finita nella bufera dopo aver scandalosamente dichiarato che i generi sono soltanto due: uomo e donna), ed il filmato è stato visto da mezzo milione di persone su Youtube.
Il prof. Peterson ha spiegato che già oggi negli Stati Uniti le autorità locali hanno facoltà di eseguire multe «fino a 250.000$ per chi commette il reato di “mis-genderizzazione”, ovvero il riferirsi alle persone utilizzando parole differenti dai pronomi gender-neutral». Lo psicologo ha elencato diversi problemi pratici nel voler usare questi pronomi, aggiungendo che esiste anche parecchia confusione dato che New York riconosce solo 31 diverse identità di genere (uomo, donna, trans, pangender, genderqueer, drag queen, bi-gender, androgyne ecc.), mentre Facebook ben 58.
Ha inoltre parlato di assurdità, come qualunque persona di buon senso, e di obbligo legislativo ad utilizzare parole che non riflettono la realtà. «C’è una differenza fondamentale tra le leggi che impediscono alla gente di dire parole senza dubbio pericolose e le leggi che pretendono l’uso di parole e frasi politicamente corrette e approvate. Non abbiamo mai avuto leggi di quest’ultimo tipo prima d’ora, almeno non nei nostri paesi. Questo non è il momento di iniziare. Siamo a rischio, legislatori ideologicamente confusi ci costringono a usare parole che non abbiamo scelto liberamente». E in un’altra intervista: «Non riconosco il diritto di un’altra persona a decidere quali parole io debba utilizzare, soprattutto quando queste sono inventate e create da una piccola cricca di persone ideologicamente motivate. Non ci sono abbastanza prove per affermare che l’identità di genere e la sessualità biologica siano aspetti indipendenti. Anzi, in realtà tutte le evidenze suggeriscono che non lo sono affatto».
Quella segnalata dal coraggioso psicologo canadese è la privazione della libertà a cui sempre più ci sta costringendo l’ideologia Lgbt. Si può definire soltanto in un modo: reato d’opinione.[/i]
A questi non basta più farsi il fondoschiena tra di loro, vogliono farlo a tutti. :sick:
Vicus:
--- Citazione da: giuspal - Gennaio 19, 2017, 14:58:45 pm ---http://www.iltimone.org/35615,News.html
Questi video hanno generato un vero e proprio caos mediatico, con tanto di dimostrazioni e proteste presso l’università in cui lavora Peterson. In una di queste manifestazioni (vedi qui: //www.youtube.com/watch?v=K-IFcCY0m3E un ragazzo con evidenti disturbi d’identità ha aggredito una giovane giornalista conservatrice, Lauren Cherie Southern (già nota per essere finita nella bufera dopo aver scandalosamente dichiarato che i generi sono soltanto due: uomo e donna), ed il filmato è stato visto da mezzo milione di persone su Youtube.
Il prof. Peterson ha spiegato che già oggi negli Stati Uniti le autorità locali hanno facoltà di eseguire multe «fino a 250.000$ per chi commette il reato di “mis-genderizzazione”, ovvero il riferirsi alle persone utilizzando parole differenti dai pronomi gender-neutral».
Quella segnalata dal coraggioso psicologo canadese è la privazione della libertà a cui sempre più ci sta costringendo l’ideologia Lgbt. Si può definire soltanto in un modo: reato d’opinione.[/i]
A questi non basta più farsi il fondoschiena tra di loro, vogliono farlo a tutti. :sick:
--- Termina citazione ---
Mi piacerebbe leggere una parola di biasimo a questi attentati alla libertà di parola da parte dei vari filo-gender o indifferenti dichiarati che liberamente scrivono qui.
Navigazione
[0] Indice dei post
Vai alla versione completa