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Fertility day...e scoppia la polemica.

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Vicus:

--- Citazione da: Negan_66 - Settembre 03, 2016, 21:52:10 pm ---Ha! E questa la chiami soluzione? Io la chiamo utopistica speranza! Basta organizzarsi, certo, bastano le buone intenzioni. Fidati, nessuno ha la benché minima intenzione o volontà per fare ciò che dici. Non credo affatto di sbagliarmi alla grande mi pare invece che lo stai facendo tu.
Dovresti trovare una persona davvero speciale per costruire quello in cui speri, oggi come oggi hai le stesse possibilità di fare il 6 al superenalotto. Auguri!
E certo che ci sono famiglie del genere... qualcuna l'ho conosciuta anch'io ma sono talmente poche che rappresentano una percentuale insignificante messa a confronto con il grosso della popolazione... e stanno pure diminuendo di numero, perciò...
Guarda, stai parlando con uno che sa bene cosa significa sopravvivere: da giovane mi sono fatto il culo per non finire a dormire sotto un ponte e se ad oggi ho finalmente raggiunto un certo benessere devo ringraziare solo la mia forza di carattere, determinazione e spirito di sacrificio. Quindi se un domani non mi sarà più possibile mantenere il mio attuale stile di vita, cercherò nuovamente di sopravvivere come ho fatto in passato. Di certo non lo farò mettendomi intorno un'inutile parassita di donna e tanto meno farle cagare dei marmocchi per il bene supremo della società. Col cavolo!

Sai cosa succederà per davvero alla nostra società? Tra meno di un secolo la maggioranza degli Italiani sarà costituita da arabi e africani (gli unici veramente prolifici). I bianchi diventeranno una minoranza, qualcuno si mescolerà con le altre etnie facendo figli meticci, e infine il bianco scomparirà del tutto o quasi nel corso del secolo successivo.
Per come la vedo io è inutile illudersi di essere ancora in tempo per cambiare le cose. Sfugge un particolare: il punto di non ritorno è già stato superato da tempo. Qualche tempo fa avevo trovato su youtube un documentario statistico (che sto ricercando ma al momento non ho ritrovato perché non ricordo il titolo) che spiegava come una popolazione in cui le famiglie generano mediamente meno di 2,3 figli sono destinate ad estinguersi. Anche chi ne genera solo il 2,3 hanno difficoltà a riprendersi. In Italia la media è dell 1,7 - 1,6...in parole semplici siamo già estinti anche se la nostra mente fatica ad accettarlo.

Rimango della mia idea: meglio godersi ciò che rimane, almeno finché rimane e non perdere tempo in inutili battaglie o crociate alla Don Chisciotte.

--- Termina citazione ---
Concordiamo sui fatti ma le previsioni sul futuro indicano solo una tendenza e si sbagliano sempre, perché la storia non è un fiume tranquillo e cambia spesso direzione.

giacca:
Comunque ancora non riesco a capire in che modo si può avere una desertificazione. Mi preoccupa molto di più il consumo delle risorse, delle quali non c'è ricambio in poco tempo, e di suolo. E questo anche se ognuno sulla terra poi avesse (com'è giusto che sia) un tenore di vita come un operaio.

giacca:
Volevo dire almeno come un operaio.

Alberto1986:
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/scomparsa-dei-padri-ultimi-esiliati-societ-1302669.html

La scomparsa dei padri. Ultimi esiliati della società.
Se vogliamo più figli salviamo prima i papà.

di Claudio Risè

O gli italiani riprendono gusto alla vita e quindi all'amore, o spariscono. Con questo tasso di natalità la popolazione italiana va verso l'estinzione o sostituzione, in tempi neppure lunghissimi.
Ce ne stiamo finalmente accorgendo, anche per via della disturbante campagna con cui è stata presentata dal ministero della Sanità la «Giornata della Fertilità». Meglio tardi che mai. I soldi vengono dopo. Tanto è vero che la Germania, più generosa di noi verso madri che lavorano, padri disposti a stare a casa, asili aziendali eccetera, corre il nostro stesso rischio: sparizione o sostituzione. Se ti metti a fare i conti prima di fare l'amore, vuol dire che non hai tanta voglia. Che sei entrato in uno stile di vita antivitale, calcolatore, poco disponibile all'altro e agli altri; forse è meglio che lasci perdere. È necessario allora però che tu, e il tuo Paese, capiate cosa vi è successo.
La colpa non è certo delle donne, avide di carriere e di soldi, o dei maschi astenici e infantili. Il fatto è che qui non si innamora più nessuno, o quasi. Non è un problema solo italiano, è quello dell'Occidente oggi. Dove di soldi (malgrado le enormi sacche di povertà, che i bambini però continuano a farli) ne girano più di sempre, ma di figli se ne vedono sempre meno. L'individuo, questo protagonista del mondo moderno, è sempre connesso, ma anche chiuso in se stesso. Tanto è vero che non muore quasi più per infezioni o virus trasmessigli da qualcun altro, ma si spegne castamente, in oltre i tre quarti dei casi, per malattie che si fabbrica da solo: le famose Ncd - non communicable disease - malattie non comunicabili, vere protagoniste dei rapporti dell'Organizzazione mondiale della Sanità. Se le procura con stili di vita antivitali, intossicandosi con droghe di vario genere, ingurgitando cibi, sostanze, liquidi (che se arrivano in popolazioni vergini le sterminano in pochi anni), procurandosi diabeti inarrestabili, disturbi circolatori letali. Avvelenando l'aria, l'acqua e la terra per cui neppure troppo tardi qualche tumore arriva, e la spinta a riprodursi di sicuro non ne guadagna.
In questo modello autoriferito, diffidente, brillante ma malsano e anche noioso, i rapporti tra i due, maschio e femmina, non se la passano affatto bene. Sembrano entrambi terrorizzati: di innamorarsi, di fare l'amore, di stare assieme, e naturalmente anche di fare figli. Nessuno ha spiegato loro che tutti questi sono rischi tremendi ma bellissimi, costitutivi comunque della vita, che senza di essi neppure esiste, e viene sostituita da psicofarmaci.
E se la maternità naviga tra i problemi impietosamente illustrati dalla Sanità, i maschi non solo hanno congedi di paternità ridicoli, ma vengono da decenni di esilio psicologico e simbolico, dove il padre era considerato un residuo di epoche passate, di cui il Paese doveva sbarazzarsi al più presto (se ne discuterà anche oggi, al Convegno dei Papà separati in Lombardia, a Brugherio).
Ancora oggi ci sono tribunali che non applicano la legge sull'affido condiviso, e ogni anno l'Italia è condannata dalle istituzioni europee perché in coda all'Europa nel tempo che i padri separati possono passare coi figli: molto al di sotto dell'indispensabile per mantenere vivo il rapporto. Senza padre, però, non si può crescere, come ha più volte ricordato anche Barack Obama, non un ostinato conservatore. Senza padre è difficile diventare poi stabili compagni, mariti, padri. Occorre dunque ripensare la vita. Per poterla trasmettere.


Miglior commento:

TonyGiampy
Lun, 05/09/2016 - 00:55

E ci meravigliamo?Sposarsi e' il piu' grande errore che un uomo possa fare!!L'amore finisce e solo per aver amato un uomo si ritrova fuori da casa sua, senza poter vedere i figli e a dover versare ogni mese fior di quattrini alla strega di turno.Da quando mi sono sposato la mia vita e' diventata un inferno.Costretto a subire il ricatto quotidiano del "ti tolgo la bambina" e ad abbozzare su tutto. Idem mio fratello.Il piu' piccolo, invece,ha avuto tre convivenze tutte finite perche' lui non voleva figli.Ora a 48 anni si trova da solo ma libero e felice.Se non si e' sposati e non si hanno figli, una volta finito l'amore un calcio nel deretano e ti ritrovi libero e senza problemi.Altroche'!!!

Vicus:
Articolo magnifico, ma Risé sorvola sul perché la gente non si innamori più, e sembra pensare che basti una paternale per risolvere la questione.

Il commento è altrettanto valido, ma anche in questo caso non basta cambiare una legge per mutare certi paradigmi sociali.

Quanto al "soli è bello" in una società individualista, consumista, priva di legami e comunità, non sono l'unico né il primo a esprimere riserve. Basta guardarsi intorno per vedere come vivono i nostri anziani (e meno anziani).
Poi, certo, alcuni sentono queste cose più di altri: per molti Disneyland e le altre distrazioni dell'omino di Burro mondiale sono estasi, dove per altri sono incubo.




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