Autore Topic: Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)  (Letto 35869 volte)

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Offline Vicus

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #15 il: Aprile 06, 2017, 00:53:06 am »
Se sono molti, conviene raggrupparli in una sottosezione, la Magli sarebbe un ottimo biglietto di presentazione per il forum.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.


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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #17 il: Aprile 11, 2017, 00:14:53 am »

 :lol: :lol: :lol:

Un'immagine che vale più di mille parole:  ministero del parrucchiere vs ministero della difesa...  :doh:  :sick2:

http://www.lastampa.it/2017/04/09/esteri/spagna-morta-a-anni-lex-ministro-della-difesa-chacn-xUlJhTj5FN9txkPSgjbXQK/pagina.html

Citazione
Spagna, morta a 46 anni l’ex ministra della Difesa Chacón. Aveva una malformazione al cuore
La politica catalana aveva passato in rassegna le truppe incinta, destando scalpore tra i militari, «ma capirono subito con chi avevano a che fare»

Francesco Olivo

È morta nella sua casa di Madrid, a soli 46 anni, Carme Chacón, ex dirigente del partito socialista spagnolo e ministro della Difesa nel governo Zapatero, la prima donna nella storia ad assumere questo incarico. L’immagine della politica catalana che, incinta, passava in rassegna le truppe in Afghanistan aveva segnato un’epoca, quella delle riforme laiche del governo di sinistra, tanto da aver creato più di un malumore nei settori più conservatori dei militari spagnoli. 

Carme Chacón soffriva di una rara malattia congenita, la destrocardia, che si verifica quando il cuore è collocato a destra, invece che a sinistra. «Ho il cuore al contrario» aveva raccontato lei in un’intervista al quotidiano catalano La Vanguardia. 

In un’intervista a La Stampa aveva raccontato i tempi del ministero della Difesa: «Il primo giorno dopo essere stata nominata alle sei del mattino andai in una caserma e ci restai per 12 ore, per capire la vita che facevano i nostri soldati: hanno capito con chi avevano a che fare».

Chacón aveva conteso la segreteria del Psoe a Alfredo Pérez Rubalcaba in uno storico congresso a Siviglia, perdendo per soli 22 voti. Proprio Rubalcaba è stato uno dei primi a esprimere il suo dolore: «Sono addolorato. Era una donna di profonda intelligenza, coraggiosa e gran lavoratrice». Recentemente Chacón aveva deciso di non ricandidarsi in polemica (anche se non esplicita) con l’ex segretario Pedro Sánchez. Forte commozione nella famiglia socialista. «Sono affranto», dice il segretario del Partito socialista di Catalogna, Miquel Iceta. «Hasta siempre», scrive in un tweet l’ex segretario Pedro Sánchez. 

Con un tweet anche la presidente andalusa, Susana Diaz, in corsa per le primarie del Psoe, ha ricordato l’ex ministro con un tweet. Diaz e gli altri due candidati, Pedro Sánchez e Patxi López hanno deciso immediatamente di sospendere tutti gli appuntamenti della campagna elettorale dei prossimi giorni.   


Citazione
In un’intervista a La Stampa aveva raccontato i tempi del ministero della Difesa: «Il primo giorno dopo essere stata nominata alle sei del mattino andai in una caserma e ci restai per 12 ore, per capire la vita che facevano i nostri soldati: hanno capito con chi avevano a che fare».

... queste sono le femmine lasciate "allo stato brado".
Femmine che devono ringraziare solo l' enorme pavidità degli uomini odierni di questa parte di mondo; spagnoli, italiani, olandesi, tedeschi, norvegesi o svedesi che siano.

Offline Vicus

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #18 il: Aprile 11, 2017, 00:36:43 am »
Citazione
hanno capito con chi avevano a che fare».
Mi sa che l'hanno proprio capito.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.


Offline ilmarmocchio

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #20 il: Aprile 11, 2017, 08:47:58 am »
Citazione
In un’intervista a La Stampa aveva raccontato i tempi del ministero della Difesa: «Il primo giorno dopo essere stata nominata alle sei del mattino andai in una caserma e ci restai per 12 ore, per capire la vita che facevano i nostri soldati: hanno capito con chi avevano a che fare».


caricare immagini

una immagine questa ha un impatto devastante sul morale delle truppe.

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #21 il: Aprile 12, 2017, 01:23:43 am »
A proposito di paesi alla frutta.

http://www.meteoweb.eu/2017/04/usa-le-flotte-per-siria-e-corea-del-nord-sono-comandate-da-2-donne/884348/#EdOxdIgmGRXZdKox.01
Citazione
USA, le flotte per Siria e Corea del Nord sono comandate da 2 donne
A cura di Peppe Caridi
9 aprile 2017 - 22:02

A conferma di come le forze armate Usa abbiano raggiunto una totale parita’ di genere, alla guida delle due flotte impegnate nei due punti piu’ caldi del pianeta, la Siria e la Corea del Nord, ci sono due donne. Nel primo caso il comandante in capo della Forze Navali Usa in Europa e’ l’ammiraglio a 4 stelle, Michelle Janine Howard, 56 anni, afroamericana, e nominata lo scorso anno da Barack Obama. Da lei dipendono, tra l’altro, la VI Flotta, di cui fanno parte i due cacciatorpedinieri, Uss Port e Uss Ross della classe ‘Arleigh Burke’, che nelle prime ore di venerdi’ hanno lanciato 60 missili da crociera Tomahawk (uno e’ caduto in mare) contro la base aerea siriana di Shayrat. Base da cui martedi’ era partito il jet che si ritiene abbia sganciato una bomba piena di gas nervino Sarin sul villagio di Khan Sheikun nella provincia di Idlib, uccidendo 89 civili, trqa cui 33 bambini.

Ad Oriente, c’e’ l’ammiraglio a 3 stelle Nora W. Tyson, 59 anni, la prima donna a comandare un’intera squadra navale operativa, in questo caso la III Flotta, guidata dalla portaerei a propulsione nucleare ‘Carl Vinson’. Unita’ che con la sua squadra navale d’attacco si sta dirigendo verso i mari della penisola coreana, pronti ad intervenire nell’eventualita’ giungesse l’ordine dal “commander in chief”, il presidente Trump, per un’azione contro Pyongyang che minaccia di effettuare un nuovo test nucleare a breve. L’ammiraglio Tyson, pilota di aerei da guerra, ha percorso la sua carriera sulle portaerei Usa, a partire dalla Enterprise, ed il 29 luglio 2010 e’ stata la prima donna ad assumere il comando di una portaerei a propulsione nucleare, la Uss George H. W. Bush, a capo del ‘Carrier Strike Group Two’. Ha combattuto sia in Iraq che in Afghanistan. L’ammiraglio Howard ha iniziato il servizio nella I Guerra del Golfo (1990-1991). Il 12 marzo 1999 divenne la prima donna nera ad assumere il comando di una nave da guerra americana, la Uss Rushmore, nave di comando per le operazioni anfibie. Nel 2009 le venne affidato il comando delle operazioni multinazionali anti-pirati nelle acque a largo della Somalia. Il primo luglio 2014 ottenne, prima donna della storia della marina americana, la quarta stella da Admiral e assunse anche l’incarico di vice capo delle Operazioni Navali, ossia vicecomandante in capo della Us Navy.

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #22 il: Aprile 12, 2017, 01:35:19 am »
caricare immagini

una immagine questa ha un impatto devastante sul morale delle truppe.

Al riguardo, su uomini beta, Rino Barnart ha scritto un post più che condivisibile.
Citazione
E’ deceduta Carmen Chacon, zapateriana ex ministro della difesa.
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Passano alla storia con lei due fatti.
1- La parata a pancia gonfia davanti ai soldati, inqualificabile gesto di chauvinismo ginecista, ostentazione rodomontesca di imperiale tracotanza esibita precisamente nel momento in cui si trova nello stato di assoluto bisogno, di assoluta dipendenza e di assoluta inettitudine alla benché minima autodifesa.
.
Condizione di debolezza estrema a protezione della quale ha avuto da sempre – ed estremizzato ora – tutte le esenzioni, le tutele, i riguardi, i vantaggi, i benefici possibili ed immaginabili.
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Precisamente nel momento in cui essa è naturalmente incapace di proteggere se stessa anche solo minimalmente, passa da padrona davanti ai maschi schierati in sua difesa, giacché la difesa della femmina incinta (del proprio gruppo) è precisamente il primo scopo di ogni organizzazione maschile (militare e non).
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Colei che deve essere salvata osa dare ordini al suo salvatore, osa verificare se il sacrificando è pronto (e prono) alla morte per lei.
.
2) Il secondo fatto è il fatto che tale oltraggio sia stato compiuto senza che gli UU ne abbiano percepito, sentito, afferrato la gravità assoluta.

.

La speranza è che i nostri pronipoti ci maledicano.
Se accadesse, ciò indicherebbe che avranno preso autonomamente coscienza della propria tragedia verso la quale i maschi del presente non osano neppure volgere lo sguardo.
.
(Opinione personale di RDV che non impegna il portale UBeta)


Alberto1986

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #23 il: Aprile 14, 2017, 23:51:48 pm »
Citazione
Iraq: 1° corso Female Mobile Training

Si è concluso, con la consegna degli attestati di partecipazione, il primo corso Female Mobile Training, dedicato alla polizia femminile irachena presso l’Istituto “Civil Defense Training Center” di Baghdad (Iraq), a cui hanno partecipato tre ufficiali donne dell’Arma dei Carabinieri, in qualità di docenti.
Il corso, organizzato nell’ambito della missione internazionale Operation Inherent Resolve-Prima Parthica dalla Task Force Carabinieri, ha visto la partecipazione di 33 poliziotte irachene, alcune già in forza alla polizia da anni, altre da pochi mesi.
Il training è stato organizzato con lo specifico obiettivo di trasmettere le competenze italiane in materia di violenza di genere e pari opportunità alle colleghe irachene, analizzare la posizione della donna nella società ed il suo ruolo in Iraq, approfondire le tematiche inerenti alla tutela dei diritti umani ed al trattamento delle vittime di violenze domestiche.
Il corso ha visto entusiasta partecipazione da parte del corpo di polizia iracheno, le cui rappresentanti hanno assistito con interesse e spirito costruttivo ai dibattiti seguiti ad ogni giornata di lezione, sulle varie materie del corso. Allo stesso modo, hanno partecipato con determinazione anche alla parte di addestramento tecnico-pratica, anche questa facente parte del percorso addestrativo.
Durante le lezioni sono stati sfruttati differenti approcci comunicativi: la lettura di testi ed articoli di giornale, la proiezione di filmati e reportage con dati, il confronto diretto conseguente all’analisi di testi legislativi. Il corso, tenuto in lingua inglese, ha visto la presenza fissa di un interprete di lingua araba.
La cerimonia si è svolta alla presenza del ministro dell’interno iracheno Qasim Al Araji, del maggior generale Abdulkareem training director del ministero, nonché delle rappresentanze diplomatiche italiana, spagnola, canadese e dell’Unione Europea. Nella circostanza il ministro dell’interno ha riconosciuto la rilevanza del programma addestrativo e l’impegno posto dall’Arma dei Carabinieri nello sviluppare l’intero progetto, auspicando sin da subito la disponibilità di una futura ulteriore collaborazione nel senso, che possa ulteriormente avvicinare i rapporti tra i due Paesi.

http://www.difesaonline.it/news-forze-armate/missioni/iraq-1%C2%B0-corso-female-mobile-training


Sotto potete ammirare in fotografia tutto "il meglio" dell'importazione democratica occidentale....

 :doh: :doh: :doh: :sick: :sick: :sick:

Offline Sardus_Pater

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #24 il: Aprile 15, 2017, 08:48:58 am »
Davvero ridicole.
Ho più rispetto per le colleghe indigene obbligate (?) a tenere il velo.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #25 il: Agosto 10, 2017, 23:58:57 pm »
http://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/donne-soldato-prima-linea-meglio-no-perche-70845/amp/

Citazione
Donne soldato in prima linea? Meglio di no, ecco perchè
forze armate donne soldato

Roma, 9 ago – Quello delle donne soldato nelle Forze Armate è un argomento che divide sia l’opinione pubblica sia gli esperti del settore: assodato che le donne con le stellette sono una presenza più o meno fissa, sebbene con compiti nel tempo diversi, a partire dalla Seconda Guerra Mondiale un po’ in tutti gli eserciti, ultimamente sono stati ri-sollevati alcuni dubbi in merito al loro utilizzo in ruoli combattenti di prima linea, occasione data dalla dichiarazione del Presidente Trump che in una serie di Tweet ha affermato “Dopo aver consultato i generali e gli esperti militari, siete avvisati che il governo degli Stati Uniti non accetterà né permetterà che individui transgender servano in alcuna unità dell’esercito. Il nostro esercito deve essere concentrato su vittorie schiaccianti e decisive e non può sostenere il tremendo costo medico e il disagio che i trangender nell’esercito comportebbero. Grazie.”

Prima di addentrarci nella questione vera e propria diamo uno sguardo a cosa succede in giro per il mondo. In Inghilterra ha destato polemica nel 2014 la volontà di rivedere la politica di impiego delle donne in armi entro il 2018 dando loro l’opportunità di avere esattamente lo stesso trattamento riservato agli uomini e quindi di essere schierate in prima linea in “close with and kill the enemy”. Sino ad oggi infatti nell’Esercito Inglese alle donne viene preclusa la possibilità di prestare servizio in corpi di fanteria o corazzati dove potrebbero essere coinvolte in scontri ravvicinati col nemico. Per fare un esempio: sì alle donne pilota, nella logistica, trasporti, artiglieria, sulle navi, perfino sui sottomarini ma nessuna donna in corpi speciali o in quei reggimenti destinati a compiti di prima linea. Ed in Israele, così spesso preso a modello di “integrazione di genere” in ambito militare? Beh innanzitutto bisogna sfatare un mito: se è vero che le donne israeliane devono fare il servizio militare così come gli uomini (sebbene della durata di 24 mesi a fronte dei 32 dei maschi), queste sino al 2000 venivano esclusivamente impiegate in ruoli marginali e non in combattimento. In quell’anno infatti è stato istituito il primo battaglione misto (chiamato Karacal) e così le donne hanno potuto accedere al 92% delle specialità e ruoli combattenti della IDF. Ed il restante 8%? Qui arriva la prima sorpresa, propedeutica alla trattazione vera e propria di questo articolo. Dopo vari test ed esperimenti sul campo l’Esercito Israeliano ha stabilito che le donne non potranno prestare servizio sui carri armati (che in israele è praticamente un corpo di élite) perché la maggior parte di loro non ha i requisiti fisici necessari. Avete capito bene, praticamente in quel di Tel Aviv hanno dimostrato una volta per tutte il vecchio adagio che dice “donna al volante…”, beh finitelo voi… Scherzi a parte, la motivazione dell’IDF per questa decisione è ben più seria e fondata: i medici dell’esercito israeliano hanno esaminato con dei test i carichi di lavoro per chi opera nei carri armati e hanno stabilito che integrare le soldatesse negli equipaggi sarebbe per loro dannoso. I test hanno dato risultati non soddisfacenti specialmente per quanto riguarda due ruoli che richiedono un notevole sforzo fisico: quello del pilota e quello del “loader”, che deve caricare le munizioni. Un ex ufficiale dell’esercito, Yoram Epstein, ha detto che “il tentativo di preparare le donne oltre i loro limiti fisici per il combattimento sul fronte, solo in nome dell’eguaglianza, potrebbe compromettere un ampio numero di soldatesse solo per trovare quella in grado di sostenere il carico di lavoro”.

Gli americani invece, che da qualche anno hanno cominciato a dare alle donne soldato compiti di prima linea, sono andati oltre e nel 2013 hanno fatto uno studio sull’efficienza dei battaglioni misti in combattimento rispetto a quelli composti da soli uomini, ed i risultati sono stati… scontati. I Marines hanno infatti effettuato diversi test in cui i risultati dei team misti sono stati al di sotto della media rispetto a quelli composti da soli uomini. Entrando nel dettaglio, come si legge nel report, “All-male 0311 (rifleman) infantry squads had better accuracy compared to gender-integrated squads. There was a notable difference between genders for every individual weapons system (i.e. M4, M27, and M203) within the 0311 squads, except for the probability of hit & near miss with the M4” (Le squadre di fanteria “tutti uomini” hanno avuto una migliore accuratezza paragonata a quelle miste. C’è stata una notevole differenza tra generi nell’utilizzo di ogni sistema d’arma individuale eccetto nella probabilità di “colpito e mancato” con l’M4). E ancora “All-male infantry crew-served weapons teams engaged targets quicker and registered more hits on target as compared to gender-integrated infantry crew-served weapons teams, with the exception of M2 accuracy” (Tutti i team di soli uomini hanno ingaggiato i bersagli più velocemente e con maggior precisione rispetto a quelli misti fatta eccezione per la precisione con l’M2) e infine “All-male squads, teams and crews and gender-integrated squads, teams, and crews had a noticeable difference in their performance of the basic combat tasks of negotiating obstacles and evacuating casualties. For example, when negotiating the wall obstacle, male Marines threw their packs to the top of the wall, whereas female Marines required regular assistance in getting their packs to the top. During casualty evacuation assessments, there were notable differences in execution times between all-male and gender-integrated groups, except in the case where teams conducted a casualty evacuation as a one-Marine fireman’s carry of another (in which case it was most often a male Marine who “evacuated” the casualty)” (Ci sono state sensibili differenze tra i vari team composti da soli uomini o misti nella performance delle regole base del combattimento, affrontare gli ostacoli o evacuare i feriti […]). Il reportage dell’USMC dice anche che le donne soldato, rispetto agli uomini, hanno riportato un più alto tasso di ferite durante i test di combattimento.

Insomma, al netto della pregiudiziale di genere, qui qualcosa non quadra: se davvero uomini e donne devono far fronte agli stessi standard per entrare nelle Forze Armate teoricamente dovrebbero ottenere risultati simili nei vari test come quello effettuato dai Marines, e teoricamente dovrebbero essere in grado di guidare un carro così come un uomo, invece a quanto pare esistono dei limiti psico-fisici che differenziano l’uomo dalla donna e che vanno ad inficiare il livello di certe unità combattenti tanto che l’Esercito Israeliano ha deciso di precludere alle donne alcuni compiti operativi. A quanto pare il problema non è solo nella selezione (che dovrebbe essere più dura) come emerso anche da diversi studi approfonditi anche italiani (citiamo le parole di un volontario: “Io sono stato abituato a lavorare in un modo diverso. Quando vedi che non devi lavorare, o devi fare le cose piano, a me dà fastidio. Io mi devo muovere e se non mi muovo sono morto. Qui invece vedi ancora le ragazze che dopo tre mesi hanno ancora paura dell’arma; ci vorrebbe un corso più duro, specifico per loro”) ma anche un problema “di genere”, ovvero che, volenti o nolenti, una donna è diversa da un uomo e quindi non può assolvere certi compiti allo stesso modo di un uomo per delle precise limitazioni fisiche. In Italia c’è ancora chi sostiene che queste limitazioni fisiche verranno azzerate col tempo, ovvero una volta che l’addestramento mirato assesterà e appianerà le divergenze, ma se guardiamo a cosa succede da altre parti dove esiste una più lunga tradizione di donne soldato nelle FFAA bisogna ammettere che dopotutto anche il più duro degli addestramenti (come quello dei Marines) non può sopperire a delle limitazioni psicofisiche di genere.

Vittorio Sasso

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #26 il: Agosto 11, 2017, 07:27:36 am »
Gira e rigira, la sostanza è sempre la stessa: in situazioni di combattimento le donne non sono un aiuto ma un peso per i propri commilitoni uomini, i quali sanno benissimo di avere qualcuno da accudire, piuttosto che qualcuno su cui poter contare. :doh:
Those who would give up essential liberty to purchase a little temporary safety deserve neither liberty nor safety.
Benjamin Franklin, Historical Review of Pennsylvania, 1759

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #27 il: Agosto 21, 2017, 22:40:01 pm »
Notizia un po’ datata. Ma in tema…

http://www.lastampa.it/2016/11/15/multimedia/esteri/morta-yu-xu-la-prima-top-gun-cinese-donne-deboli-lavoro-non-adatto-cfdVpPifMBlhLT4Eg00jaN/pagina.html




Morta Yu Xu la prima top gun cinese, “donne deboli, lavoro non adatto”

Nel fine settimana è stata tra le notizie più rilanciate dai media cinesi, mentre su Sina Weibo, il Twitter locale, è stata la ricerca principale in assoluto tra dolore, dubbi e critiche sulla «abilità femminile in un lavoro da maschi»: Yu Xu, capitano con il sogno da astronauta e prima donna a pilotare i jet J-10, è morta sabato in un incidente nel corso di un’esibizione aerea nella provincia di Hebei.
A 30 anni, la «top gun» della People’s Liberation Army ha perso il controllo del suo J-10 lanciandosi con il paracadute, tranciato dall’ala di un altro velivolo durante la dimostrazione in formazione stretta.
Il co-pilota, nella ricostruzione fatta dai media è riuscito a salvarsi, così come l’altro jet coinvolto nell’incidente, atterrato senza problemi.
Yu, tra le componenti di punta del battaglione acrobatico «Primo Agosto» tanto da sfrecciare su piazza Tiananmen per il National Day del Primo ottobre del 2009, si era esibita a inizio mese con la sua squadra all’11/mo Airshow China di Zhuhai, nel Guandong, esprimendo il suo grande entusiasmo per il nuovo super jet «invisibile» J-20, ultima generazione tutta «made in China».
Nata nel 1986 a Chongzhou, provincia di Sichuan, Yu era un modello dell’ottava generazione di donne pilota, tra le quattro in tutto il Paese capace di pilotare i jet sviluppati in Cina.
Una «perdita tremenda», secondo il ministero della Difesa.
Eppure, sul web si sono moltiplicate le speculazioni sulle cause dell’incidente, ancora oggetto di ricostruzione, e se il lavoro di top gun sia «un business da uomo».

Se molte donne hanno ammesso di «essere state ispirate» dal coraggio di Yu per la lotta alla parità di genere, in rete si sono moltiplicati gli stereotipi sulla «debolezza psico-fisica delle donne», tale da impedire la capacità di risposta adeguata di fronte alle difficoltà.

A cura di Ugo Leo





Da notare la struttura del linguaggio propagandistico.
Le modalità di confezionamento di questi “capolavori di giornalismo” son sempre le stesse.
Si fabbrica il lupo (i misogini del Web) senza darne prova d’esistenza (bastava uno screenshot), per poi inneggiare a cappuccetto rosso.
Semplicemente devi fidarti. Te lo dice Ugo Leo.

“molte donne hanno ammesso di «essere state ispirate» dal coraggio di Yu per la lotta alla parità di genere”
Chi sono?...Quante? Dove?
Lascia fare… Fidati. Te lo dice Ugo Leo.

La finalità del pezzo è quello di portare il lettore la dove deve essere portato.
Prendere coscienza del faticoso e vigliaccamente contrastato percorso verso la salvifica affermazione della donna per il progresso planetario.
Fidati. Te lo dice Ugo Leo.

Offline Sardus_Pater

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #28 il: Agosto 21, 2017, 23:08:45 pm »
Da quello che ho letto qua e là negli ultimi anni, quello propagandato dall'esimio Ugo Leo NON è l'esatto modo in cui ragiona la stragrande maggioranza delle donne cinesi.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline ilmarmocchio

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #29 il: Agosto 22, 2017, 08:52:21 am »
non ho problemi a dirlo :
la donna in divisa è un pesce fuor d'acqua