Autore Topic: Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)  (Letto 35870 volte)

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Online bluerosso

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #30 il: Agosto 22, 2017, 09:35:34 am »
non ho problemi a dirlo :
la donna in divisa è un pesce fuor d'acqua

Si.

Ed è pure un pesce pericoloso.....Come il pesce siluro del PO.

Dio non voglia che un giorno si debba misurarne gli effetti :muro:

Online bluerosso

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #31 il: Agosto 25, 2017, 12:38:12 pm »
Trovato in rete questo:

https://miliwoman.com/


Praticamente è una carrellata di svariate centinaia, se non migliaia, di immagini di soldatesse (soldate?) di tutte le forze armate planetarie organizzate per singoli paesi (si...si...c'è anche l'Italia  :sleep: )

Per non far inorridire i visitatori sono state scrupolosamente evitate le foto di soldatesse cadaveri, ferite in combattimento,  dilaniate da schegge di mortaio, fucilate o torturate in seguito a cattura da parte del nemico in eroiche azioni di spionaggio....

Mancano anche quelle in cui riportano dietro la linea del fuoco colleghi uomini feriti o cadaveri....


Non mancano però i sorrisi.

« Ultima modifica: Agosto 25, 2017, 12:53:33 pm da bluerosso »

Offline Vicus

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #32 il: Agosto 25, 2017, 16:04:22 pm »
Alla prima guerra vedrete che sorrisi: quelli dell'esercito senza soldatesse vincitore.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #33 il: Agosto 25, 2017, 18:21:27 pm »
A me piacerebbe molto vederle in uno sbarco tipo questo:
http://www.vogliadifrancia.it/wp-content/uploads/2014/01/p019_1_1.jpg

Ovviamente da sole, senza avere il culo parato dai soldati di sesso maschile.
Insomma, una bella guerra "maschi vs femmine".
Son sicuro che certi bollori femminili andrebbero a farsi friggere in un nanosecondo, perché, improvvisamente, capirebbero la differenza che passa tra le vaginate femministe e la nuda e cruda realtà.
Peccato che non accadrà mai, perché gli stessi uomini non lo permetteranno mai.

Offline Abietto94

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #34 il: Agosto 29, 2017, 22:00:54 pm »
Da notare la struttura del linguaggio propagandistico.
Le modalità di confezionamento di questi “capolavori di giornalismo” son sempre le stesse.
Si fabbrica il lupo (i misogini del Web) senza darne prova d’esistenza (bastava uno screenshot), per poi inneggiare a cappuccetto rosso.
Semplicemente devi fidarti. Te lo dice Ugo Leo.

“molte donne hanno ammesso di «essere state ispirate» dal coraggio di Yu per la lotta alla parità di genere”
Chi sono?...Quante? Dove?
Lascia fare… Fidati. Te lo dice Ugo Leo.

La finalità del pezzo è quello di portare il lettore la dove deve essere portato.
Prendere coscienza del faticoso e vigliaccamente contrastato percorso verso la salvifica affermazione della donna per il progresso planetario.
Fidati. Te lo dice Ugo Leo.

Non è la prima volta che mi capita di leggere articoli scritti a questa maniera, da quello che ho capito è una prassi per i giornalisti.

Comunque a parte questo chi riesce a guadagnare danaro legalmente distorcendo e manipolando la realtà gode di una posizione invidiabile.

Offline joani

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #35 il: Dicembre 06, 2017, 17:07:10 pm »
io penso che questa ubriacatura di violenza guerrafondaia da parte delle femmine che smaniano di sparare e uccidere sia in gran parte mossa e provocata dal cinema e dai media (irrimediabilmente assorbiti al verbo femminista / progressista ) non c'e atticetta che non veda sublimarsi la propria femminilità in qualche action move con strage e mattanza di maschi che "ovviamente" sono sempre quelli che alla fine ci devono mettere la "pelle"  e incredibile ma sono convinto che queste improbabili guerriere si accostano al mondo militare completamente  "perse" in questo paradigma come se la realta di una guerra vera sia riconducibile al copione di kill bill o wonder woman e che la prospettiva di poter dover uccidere x mestiere e grandemente alleviata moralmente dal fatto probabilistico che se mai succedesse sara un "odiato" maschio che ammazzeranno  agendo comodamente su closche o pulsanti i risvolti che sottendono questa prospettiva secondo me sono eccezzionalmente gravi non solo x il mondo militare  perché da parte loro i nemici sono sempre solo i maschi altro che patria e onore bisogna assolutamente reagire
gli esiti dei test fatti nei vari eserciti "seri" all'inizio di questo post hanno tutti una mancanza di fondo
come si comportano le donne soldato se sanno che dall'altra parte c'e un'altra donna come reagirebbero se i bersagli davanti ai loro mirini mostrassero una carrellata di bei faccini femminili se si introducessero varianti di corsi di arti marziali focalizzati sul corpo femminile anziché su quello maschile ecc ecc 

Online Frank

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #36 il: Gennaio 25, 2018, 21:33:27 pm »
http://formiche.net/2018/01/14/ecco-quante-sono-e-cosa-fanno-le-donne-nelle-forze-armate-italiane/

Citazione
Ecco quante sono e cosa fanno le donne nelle Forze armate italiane
Le donne militari sono un moltiplicatore di forza e di efficacia.
L'intervento di Isabella Rauti, giornalista e scrittrice, ufficiale dell’Esercito

Era il 1963 quando fu presentata la prima delle numerose proposte di legge per l’istituzione del servizio militare volontario femminile nelle Forze armate dello Stato. L’iter legislativo fu lungo e accidentato e vale la pena ricordare la fase sperimentale del 1992, con le prime “donne soldato” nell’Esercito italiano (caserma dei “Lancieri di Montebello” a Roma), un campione di 29 ragazze che svolgevano le normali attività militari di addestramento. Si aggiunse poi il ruolo decisivo svolto, nella promozione dell’arruolamento volontario femminile e nell’accesso alle carriere nelle Forze armate, dall’Associazione nazionale aspiranti donne soldato (Anados) nata nel 1995. Nel gennaio 1997 il disegno di legge delega e poi, finalmente, nel 2000 le donne entrano nelle Forze armate (legge 20 ottobre 1999, n. 380, “Delega al governo per l’istituzione del servizio militare volontario femminile”).

I decreti legislativi per disciplinare il reclutamento, la formazione e l’addestramento, lo stato giuridico e l’avanzamento del personale militare femminile hanno seguito criteri e principi di pari opportunità uomo-donna, nonché la normativa vigente per il personale dipendente delle pubbliche amministrazioni in materia di maternità e paternità. Il più era fatto! I primi bandi di concorso per il reclutamento nelle accademie militari dell’Esercito, Marina e Aeronautica (pubblicati sulla Gazzetta ufficiale del 4 gennaio 2000) ebbero un esito sorprendente con un’adesione femminile, superiore al 50% delle domande presentate.

Il reclutamento delle donne ha coinciso con la fase attuativa del rinnovato modello di difesa – elaborato secondo i nuovi compiti previsti negli scenari operativi – con l’aumento delle missioni internazionali e le attività di peace keeping. L’Italia colmava inoltre una lacuna, rispetto agli altri Paesi europei e Nato che da tempo avevano impegnato il personale femminile. E benché l’italia sia stata tra le ultime nazioni ad aprire il reclutamento alle donne, ha guadagnato velocemente una posizione avanzata rispetto ad altri Paesi europei.

Secondo i dati più aggiornati (dicembre 2016), il personale militare femminile in servizio nelle quattro Forze armate nazionali è così rappresentato: 5.991 (6,30%) nell’Esercito; 1.246 (3,10%) nell’Aeronautica; 2.041 (5,20%) nella Marina (compresa la Guardia costiera); 2.569 (2,47%) nell’Arma dei Carabinieri.

La presenza femminile rappresenta ormai la “normalità” in ogni attività militare, sia in ambito nazionale sia nei teatri operativi internazionali. La componente femminile, impegnata nelle operazioni di peace keeping e peace building, rappresenta, in particolare, una risorsa fondamentale nell’interazione con la popolazione civile locale e, di conseguenza, nel perseguimento delle finalità delle missioni nei teatri operativi e degli scopi di cooperazione civile-militare. Le donne militari, in ambito nazionale e nelle operazioni internazionali, contribuiscono alla sicurezza, sono un moltiplicatore di forza e di efficacia nella ricostruzione, nei processi di stabilizzazione e nel mantenimento della pace.

Articolo pubblicato sull’ultimo numero di Airpress


Citazione
I decreti legislativi per disciplinare il reclutamento, la formazione e l’addestramento, lo stato giuridico e l’avanzamento del personale militare femminile hanno seguito criteri e principi di pari opportunità uomo-donna,

Ma certo, come no: "pari opportunità uomo-donna".
Infatti gli standard fisici a misura di femmina seguono proprio il principio delle c.d. "pari opportunità "...
Per non parlare di tutto il resto.


Citazione
Le donne militari sono un moltiplicatore di forza e di efficacia.

Capito?
Le militaresse sono "un moltiplicatore di forza e di efficacia ".
Insomma, come ti descrivo il mondo alla rovescia.
Queste complessate hanno veramente la faccia come il culo.

Alberto1986

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #37 il: Gennaio 25, 2018, 21:47:34 pm »
Io voglio vedere battaglioni di sole femminucce mandate in prima linea in zone calde del mondo, con lo zaino tattico pieno sulle spalle, in ogni condizione atmosferica e con l'AR 70/90 tra le mani, e non chiuse in un comodo ufficio ad impartire ordini, stando belle comode dietro ad un pc col culo su una morbida sedia. Le voglio vedere correre, arrampicarsi, scontrarsi e destreggiarsi sul campo di battaglia mentre arrivano proiettili da tutte le parti, completamente sole. Non ci deve essere neanche un solo uomo ad aiutarle nè a parare loro il culo. Voglio vederla, poi, dove starà la "moltiplicazione di forza ed efficacia".  :doh:

Citazione
Ecco quante sono e cosa fanno le donne nelle Forze armate italiane

Questo fanno:  :baby: Con i pseudo-requisiti sempre più ridicoli con le quali le fanno accedere (ora hanno pure eliminato l'altezza, per la gioia delle melanzane complessate di un metro e 50), altro non possono fare se non ingraziarsi i loro superiori a suon di pompini: https://www.questionemaschile.org/forum/index.php/topic,14746.msg172341.html#msg172341
« Ultima modifica: Gennaio 25, 2018, 22:14:49 pm da Alberto86 »

Online Frank

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #38 il: Febbraio 19, 2018, 00:49:34 am »
Articolo scritto da un maschietto.

http://www.difesaonline.it/mondo-militare/jegertroppen-le-cacciatrici-le-forze-speciali-femminili-della-norvegia

Citazione
Jegertroppen, le "cacciatrici": le forze speciali femminili della Norvegia
(di Paolo Palumbo)
14/02/18

Un gelido vento spazza le pendici di una collina innevata, mentre una fila di soldati in mimetica invernale arranca con le ciaspole ai piedi per raggiungere una piccola abitazione isolata. I loro movimenti sono lenti e appesantiti a causa dello zaino caricato sulla schiena, insieme all’arma e ad altre attrezzature utili per affrontare le rigide temperature invernali. Non appena il drappello si ferma sotto un riparo protetto dal vento, alcuni iniziano a levarsi i passamontagna termici e gli elmetti dai quali escono lunghe chiome bionde o brune: non sono, infatti, uomini nerboruti imprecanti per lo sforzo, bensì donne appartenenti all’unico reparto di forze speciali femminili, le norvegesi Jegertroppen.

Carattere norvegese

La Norvegia, insieme ad Israele, è una delle poche nazioni al mondo a mantenere una componente femminile tra le truppe destinate al combattimento, anche se solo una minima percentuale presta realmente servizio nelle unità di prima linea.

I test ai quali sono sottoposti i militari di leva norvegesi non sono agevoli e nel reclutamento femminile sono state riscontrare alcune difficoltà “fisiche” a prima vista insuperabili. Lo stesso discorso vale per l’arruolamento nelle unità speciali dove l’eventuale ingresso delle donne – vedi il caso del SAS britannico – ha posto seri interrogativi su come modellare il processo formativo rispetto le loro particolari esigenze.

Malgrado i norvegesi abbiano una forma mentis molto aperta alle novità, le differenze tra i due sessi permangono, ma non per questo devono precludere alle donne d’intraprendere strade più impegnative nelle forze armate. Elisabeth Braw, giornalista di Foreign Affairs, ha mostrato l’impaccio di molti operatori norvegesi in Afghanistan quando erano obbligati ad interagire con delle donne. “In Afghanistan, one of our big challenges was that we would enter houses and not be able to speak to the women,” racconta il capitano Ole Vidar Krogsaeter, ufficiale del Forsvarets Spesialkommand e responsabile del progetto, “In urban warfare, you have to be able to interact with women as well. Adding female soldiers was an operational need”1.

Gli scenari operativi sono cambiati e il ruolo delle donne nelle Forze Speciali potrebbe trovare una collocazione più sensata con nuovi compiti, dato che il loro impiego in azioni più rischiose è ancora tabù nella maggioranza degli eserciti dell’Alleanza Atlantica. Le prove di selezione per accedere nelle Jegertroppen, nate nel 2014, non hanno nulla da invidiare ai test attitudinali ai quali vengono sottoposti gli uomini e solo una bassa percentuale di candidate riesce a fregiarsi del brevetto di “Cacciatrice”. Su 713 aspiranti che si sono presentate al cancello del centro di reclutamento, appena 88 hanno raggiunto l’obiettivo finale. Ovviamente gli standard valutativi sono diversi, sebbene la percentuale di attrito tra le reclute donne sia simile a quella dei reparti maschili. Si tratta comunque di agevolazioni che, se viste con attenzione, presentano discrepanze minime rispetto i programmi ufficiali: le ragazze devono superare una corsa di 4 miglia con un carico di circa 28 kg (rispetto i 40 kg previsti) in 52 minuti, appena tre minuti in meno dei 49 prescritti ai maschi. Il direttore del progetto Jegertroppen ha infine notato come, lungo il percorso, la compagine femminile sviluppi un senso di solidarietà superiore a quello degli uomini e che proprio questo sia l’elemento utile a far superare tutte le difficoltà.

Le ragazze norvegesi (tutte tra i 19 e i 27 anni) si addestrano in piccoli team di due operatrici; esse eccellono nelle sessioni di tiro e – specifica il capitano Vidar – dimostrano particolari attitudini nella raccolta di informazioni e ricognizione.

Il colonello Frode Kristoffersen, comandante delle Forze Speciali norvegesi, ha sottolineato come il ruolo delle Jegertroppen sia destinato a crescere in relazione alle nuove esigenze operative sorte in Afghanistan o in Iraq.

Riprendendo per un attimo il discorso iniziale, il mutamento dei teatri bellici e le politiche di “Counterinsurgency” hanno amplificato il tradizionale ruolo delle Forze Speciali quali primi fattori interagenti con le popolazioni locali, e questo assume una particolare importanza soprattutto in Paesi dove la presenza di donne è rilevante. In quest’ottica la formazione delle “Cacciatrici Norvegesi” offre un valore aggiunto per le donne desiderose di appartenere alle Forze Speciali. Una volta appagato il desiderio di acquisizione di capacità di combattimento simili a quelle degli uomini, si abbinerebbe così una competenza dove le donne rappresenterebbero un sicuro valore aggiunto.

La Norvegia, insieme ad altri Paesi del nord Europa, si è schierata contro lo Stato Islamico e attualmente le unità del Forsvarets Spesialkommando collaborano attivamente alla sua sconfitta. Le Jegertroppen non sono state schierate ma il comandante Kristoffersen ritiene utile che l’unità rimanga in patria per affinare l’addestramento in vista di futuri possibili interventi.

 
1 Elisabeth Braw, Norway’s “Hunter Troop”, in Foreign Affairs, February 8, 2016, URL: https://www.foreignaffairs.com/articles/norway/2016-02-08/norways-hunter...

@@


Dunque, Paolo Palumbo scrive che:
Citazione
Le prove di selezione per accedere nelle Jegertroppen, nate nel 2014, non hanno nulla da invidiare ai test attitudinali ai quali vengono sottoposti gli uomini

Benissimo.
Poi aggiunge che:
Citazione
. Ovviamente gli standard valutativi sono diversi, sebbene la percentuale di attrito tra le reclute donne sia simile a quella dei reparti maschili. Si tratta comunque di agevolazioni che, se viste con attenzione, presentano discrepanze minime rispetto i programmi ufficiali: le ragazze devono superare una corsa di 4 miglia con un carico di circa 28 kg (rispetto i 40 kg previsti) in 52 minuti, appena tre minuti in meno dei 49 prescritti ai maschi.

Eccezionale.
Una logica impeccabile.  :doh:
Ed altrettanto eccezionale è l'affermazione secondo cui le discrepanze sarebbero minime.
Dodici chili in meno e tre minuti in più sarebbero una "discrepanza minima?"
Correre scarichi o con 12 kg di zavorra non è mica la stessa cosa.
La differenza in rapporto è la stessa.


Ma altrettanto eccezionale è quest'altra affermazione.

Citazione
Il direttore del progetto Jegertroppen ha infine notato come, lungo il percorso, la compagine femminile sviluppi un senso di solidarietà superiore a quello degli uomini e che proprio questo sia l’elemento utile a far superare tutte le difficoltà.

Ormai siamo al delirio più totale.

Offline Sardus_Pater

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #39 il: Febbraio 22, 2018, 12:19:02 pm »
Frank, hai dimenticato di sottolineare questo illuminante passaggio:

Citazione
La Norvegia, insieme ad altri Paesi del nord Europa, si è schierata contro lo Stato Islamico e attualmente le unità del Forsvarets Spesialkommando collaborano attivamente alla sua sconfitta. Le Jegertroppen non sono state schierate ma il comandante Kristoffersen ritiene utile che l’unità rimanga in patria per affinare l’addestramento in vista di futuri possibili interventi.

C.V.D. :cool:
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline doppler effect

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #40 il: Febbraio 22, 2018, 17:05:47 pm »
La differenza prestazionale tra uomini e donne è all'incirca il 10%, basta vedere gli attuali record del mondo.
Prendiamo la gara regina di velocità, i 100 m, la differenza è circa un secondo (10%).
Prendiamo la gara regina di resistenza, la maratona, la differenza è inferiore del 10%.

Nel nostro esempio le ragazze avrebbero dovuto portare uno zaino di 36Kg.

Online Frank

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #41 il: Febbraio 22, 2018, 20:35:22 pm »
Frank, hai dimenticato di sottolineare questo illuminante passaggio:

C.V.D. :cool:

A me quello che sconcerta è il silenzio maschile, nonché l'incapacità dei nostri simili di parlare chiaro in faccia a questa massa di complessate moderne.

Online Frank

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #42 il: Aprile 22, 2018, 12:57:38 pm »
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/presta-giuramento-col-pupazzo-dinosauro-sergente-licenziata-1517787.html?mobile_detect=false

Citazione
Presta giuramento col pupazzo di un dinosauro: sergente licenziata

Nel Tennessee, un sergente presta giuramento con in mano il pupazzo di un dinosauro: licenziati lei e il colonnello che l'ha permesso
Francesca Bernasconi - Ven, 20/04/2018 - 18:38


Negli Stati Uniti, precisamente in Tennessee, un colonnello della Guardia Nazionale è stato degradato e poi mandato in pensione per aver permesso a un sottufficiale di prestare giuramento in modo irrispettoso, tenendo in mano il pupazzo di un dinosauro, durante la sua cerimonia di ri-arruolamento.

Nei giorni scorsi, il video del giuramento è stato condiviso su Facebook, sulla pagina dell'Air Force Forum, e ha creato disagio e indignazione. Diverse le persone che ritengono tale comportamento una grave mancanza di rispetto verso la sacralità del giuramento militare. Nel video, infatti, si vede il sergente maggiore Robin Brown che, ripetendo le frasi suggeritegli dal colonnello Terry M. Haston, presta giuramento. Ma sulla mano della donna spunta un pupazzo di dinosauro, che sembra parlare al posto del sergente.

Come conseguenza del comportamento, il colonnello è stato degradato al grado di tenente colonnello e, successivamente, tolto dal servizio. A Terry M. Haston viene rimproverato, oltre al fatto di aver permesso lo svolgersi di tale cerimonia, anche il fatto di non aver alzato a sua volta la mano destra, come prevede il regolamento, e la lettura delle frasi da un foglio, senza saperle a memoria.

Il sottufficiale Brown, che ha prestato giuramento, è stata invece rimossa dal suo incarico all’ufficio delle pubbliche relazioni del comando del Tennessee e verrà sottoposta ad ulteriori sanzioni disciplinari.

A renderlo noto è stato un post di Facebook della Tennessee National Guard, che si è dichiarata "sconvolta" nel suo complesso, in quanto "tiene il giuramento di arruolamento nella massima stima perché quel giuramento indica l'impegno di ogni membro del servizio a difendere il nostro stato, la nazione e le libertà di cui tutti godiamo". Pertanto, aggiunge che "non prendere questo giuramento solennemente e con il massimo rispetto è fermamente contrario alle tradizioni e alla santità della nostra famiglia militare e non sarà tollerato".



Citazione
Commenti
Ritratto di RobertoBello

RobertoBello
Ven, 20/04/2018 - 19:58

Condivido le misure contro colonnello e sergente. Mi chiedo e rifletto: un sergente maschio avrebbe mai fatto quello che ha fatto questa femmina? gli sarebbe mai venuto in mente? e, ancora, gli sarebbe stato permesso o sarebbe stato mandato a calci nel sedere? ancora rifletto: ma come è successo che un "lavoro" prettamente maschile come il militare si sia aperto anche alle femmine?


PaolodC
Ven, 20/04/2018 - 21:27

Forse sono gli effetti della cannabis, molto usata da quelle parti. L'America si sta lentamente suicidando.

Ritratto di Nahum

Nahum
Sab, 21/04/2018 - 06:32

Hanno mandato via anche il comandante, dei veri idioti ...

pisopepe
Sab, 21/04/2018 - 07:47

AMERICANI NON DICO ALTRO

Ritratto di venividi

venividi
Sab, 21/04/2018 - 14:37

Perché veri idioti, Nahum, 06:32? Hanno fatto benissimo, lui è responsabile e avrebbe dovuto buttare fuori la signora a calci, invece ha fatti il "moderno" e sorrideva pure. Ma per piacere.

Online Frank

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #43 il: Agosto 12, 2018, 02:26:48 am »
Ci fosse un giornalista, che sia uno, capace di buttar giù ragionamenti sensati.
Niente di niente, il vuoto assoluto.
Ogni volta che ci son di mezzo delle femmine gli va in cortocircuito il cervello.
Purtroppo questi sono gli ometti leccaculo con i quali ci tocca avere a che fare.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/marina-donna-guidare-i-marines-24-anni-fa-marciare-plotone-1563899.html

Citazione
Marina, la prima donna a guidare i Marines. A 24 anni fa marciare un plotone di uomini
Addestrata per le missioni più pericolose, porterà l'unità in prima linea

Fausto Biloslavo - Sab, 11/08/2018 - 09:15
commenta
«Voglio guidare un plotone, far parte di un gruppo dove ognuno sia pronto a morire per l'altro», era il «sogno» della giovane tenente Marina A.



Hierl. E uno dei più gloriosi corpi al mondo l'ha accontentata, rompendo l'ultimo tabù. L'ufficiale di 24 anni è la prima donna al comando di un'unità da combattimento dei Marines. Pronta a lanciarsi all'inferno con il suo reparto, il Terzo plotone della compagnia Echo composto interamente da uomini.

Mimetica impolverata e zuppa di sudore, capelli castani sempre raccolti o al massimo con una piccola coda, Marina Hierl è il vero «soldato» Jane del celebre film con Demi Moore. Nessuna donna, anche se ci hanno provato, è riuscita a entrare nei corpi speciali, come i Navy Seal. Il tenente Hierl ha fatto di meglio: non è semplicemente inquadrata in un reparto dei Marines, ma lo comanda e lo porterà in prima linea.

Nelle forze armate americane le donne sono il 15%, ma solo dal 2013 si è aperto il varco per guidare degli uomini in battaglia. Fra i 184.473 Marines ci sono già 15.885 donne, ma nessuna, fino ad ora, ha mai comandato un reparto combat sul terreno. Un tenente colonello donna ha la responsabilità di un battaglione del genio, ma difficilmente lo porterà all'assalto contro i talebani in Afghanistan oppure contro i resti dello Stato islamico in Iraq o Siria. Il tenente Hierl, invece, è stata addestrata proprio per questo. Trentasette donne hanno partecipato al durissimo corso per ufficiali dei Marines di 13 settimane a Quantico. Solo due sono arrivate alla fine. E Hierl è stata la prescelta per rompere il tabù del comando in prima linea.

Nelle poche foto che la ritraggono si cala lungo una fune con uno zaino pesante ed i capelli tagliati corti, oppure dirige il tiro di sbarramento del suo plotone, o ancora marcia con lo stesso equipaggiamento impossibile degli uomini. Non si si vede mai chiaramente in viso per evitare qualche brutto scherzo dei terroristi.

Il New York Times l'ha seguita in Australia con il suo reparto durante un periodo addestrativo di sei mesi. Hierl è schiva e non ama la notorietà. La tenente dei Marines è cresciuta occupandosi di cavalli in una fattoria della Pennsylvania, ma diceva sempre che voleva «fare qualcosa di importante nella vita». I Marines sono un mito e hanno sempre bisogno di ragazzi giovani e motivati pronti a morire. Hierl, affascinata dai racconti dei reclutatori, si è lanciata nell'avventura.


Gli uomini del Terzo plotone, sul primo momento, erano scettici. Poi hanno dovuto marciare nel deserto sotto il suo comando. I rudi militari hanno avuto difficoltà a starle al passo. In Australia si è lanciata contro due bunker in un assalto simulato (ma in cui si sparava veramente) con una grinta che non ha niente da invidiare agli uomini. «Nel frastuono del fuoco abbandona il carattere riservato e il tono soft urlando gli ordini con un piglio deciso, che non lascia dubbi su chi sia al comando», ha scritto di lei il quotidiano newyorchese. La prima a svegliarsi e a controllare che la batteria di copertura dei mortai non sbagli il tiro colpendo i suoi uomini si è conquistata il rispetto del plotone. Il caporale Kai Segura, portavoce ufficioso del reparto, non ha dubbi: «È una di noi».

Il 4° Marines, che per la prima volta nella storia ha un comandante combat donna, è stato impiegato sui fronti più sanguinosi in Iraq e Afghanistan. La vera prova del fuoco del tenente Hierl sarà la prossima guerra, dove la vita o la morte degli uomini del Terzo plotone dipenderà da lei.

www.gliocchidellaguerra.it


Bene, pure i marines sono arrivati alla frutta, in nome del politicamente corretto femminista.


Citazione
E Hierl è stata la prescelta per rompere il tabù del comando in prima linea

"Rompere il tabù"...
Le donne son veramente la malattia mentale del decadente Occidente.

1- Non sta né in cielo né in terra che una donna possa guidare un battaglione di uomini.

2- Le donne, da sole, non sanno creare una beneamata mazza, tantomeno degli eserciti.
Sanno soltanto parassitare ogni ambito maschile, grazie all'infinita compiacenza maschile.




Citazione
La vera prova del fuoco del tenente Hierl sarà la prossima guerra,

Bene, attendo "con ansia" quel giorno.
Sarebbe veramente interessante vedere delle "rambo" in gonnella in prima linea.
Così, tanto per verificare la differenza che passa tra la realtà e le puttanate mediatiche...

@@


ps:
Citazione
agosvac
Sab, 11/08/2018 - 14:13
"nessuna donna era mai riuscita a fare parte dei corpi speciali come i Navy Seals", non mi sembra che i "marines" siano i "navy seals".
...

Offline Vicus

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Re:Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
« Risposta #44 il: Agosto 12, 2018, 02:35:33 am »
E' l'autoaffondamento dell'Occidente. Già nello US Army sono ammessi trans, satanisti e compagnia cantando. Nella Legione Straniera, il cui livello operativo è molto sceso, i mussulmani rivendicano una dieta speciale (halal e senza maiale) e non si esercitano di venerdì.
Intanto Cina e Russia affilano le armi, senza contare l'India che pure ha un esercito temibile. Forse presto esporteranno la loro "democrazia"...
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.