Dialoghi > Natura maschile e natura femminile
Soldatesse e donne in divisa (da carnevale)
joani:
io penso che questa ubriacatura di violenza guerrafondaia da parte delle femmine che smaniano di sparare e uccidere sia in gran parte mossa e provocata dal cinema e dai media (irrimediabilmente assorbiti al verbo femminista / progressista ) non c'e atticetta che non veda sublimarsi la propria femminilità in qualche action move con strage e mattanza di maschi che "ovviamente" sono sempre quelli che alla fine ci devono mettere la "pelle" e incredibile ma sono convinto che queste improbabili guerriere si accostano al mondo militare completamente "perse" in questo paradigma come se la realta di una guerra vera sia riconducibile al copione di kill bill o wonder woman e che la prospettiva di poter dover uccidere x mestiere e grandemente alleviata moralmente dal fatto probabilistico che se mai succedesse sara un "odiato" maschio che ammazzeranno agendo comodamente su closche o pulsanti i risvolti che sottendono questa prospettiva secondo me sono eccezzionalmente gravi non solo x il mondo militare perché da parte loro i nemici sono sempre solo i maschi altro che patria e onore bisogna assolutamente reagire
gli esiti dei test fatti nei vari eserciti "seri" all'inizio di questo post hanno tutti una mancanza di fondo
come si comportano le donne soldato se sanno che dall'altra parte c'e un'altra donna come reagirebbero se i bersagli davanti ai loro mirini mostrassero una carrellata di bei faccini femminili se si introducessero varianti di corsi di arti marziali focalizzati sul corpo femminile anziché su quello maschile ecc ecc
Frank:
http://formiche.net/2018/01/14/ecco-quante-sono-e-cosa-fanno-le-donne-nelle-forze-armate-italiane/
--- Citazione ---Ecco quante sono e cosa fanno le donne nelle Forze armate italiane
Le donne militari sono un moltiplicatore di forza e di efficacia.
L'intervento di Isabella Rauti, giornalista e scrittrice, ufficiale dell’Esercito
Era il 1963 quando fu presentata la prima delle numerose proposte di legge per l’istituzione del servizio militare volontario femminile nelle Forze armate dello Stato. L’iter legislativo fu lungo e accidentato e vale la pena ricordare la fase sperimentale del 1992, con le prime “donne soldato” nell’Esercito italiano (caserma dei “Lancieri di Montebello” a Roma), un campione di 29 ragazze che svolgevano le normali attività militari di addestramento. Si aggiunse poi il ruolo decisivo svolto, nella promozione dell’arruolamento volontario femminile e nell’accesso alle carriere nelle Forze armate, dall’Associazione nazionale aspiranti donne soldato (Anados) nata nel 1995. Nel gennaio 1997 il disegno di legge delega e poi, finalmente, nel 2000 le donne entrano nelle Forze armate (legge 20 ottobre 1999, n. 380, “Delega al governo per l’istituzione del servizio militare volontario femminile”).
I decreti legislativi per disciplinare il reclutamento, la formazione e l’addestramento, lo stato giuridico e l’avanzamento del personale militare femminile hanno seguito criteri e principi di pari opportunità uomo-donna, nonché la normativa vigente per il personale dipendente delle pubbliche amministrazioni in materia di maternità e paternità. Il più era fatto! I primi bandi di concorso per il reclutamento nelle accademie militari dell’Esercito, Marina e Aeronautica (pubblicati sulla Gazzetta ufficiale del 4 gennaio 2000) ebbero un esito sorprendente con un’adesione femminile, superiore al 50% delle domande presentate.
Il reclutamento delle donne ha coinciso con la fase attuativa del rinnovato modello di difesa – elaborato secondo i nuovi compiti previsti negli scenari operativi – con l’aumento delle missioni internazionali e le attività di peace keeping. L’Italia colmava inoltre una lacuna, rispetto agli altri Paesi europei e Nato che da tempo avevano impegnato il personale femminile. E benché l’italia sia stata tra le ultime nazioni ad aprire il reclutamento alle donne, ha guadagnato velocemente una posizione avanzata rispetto ad altri Paesi europei.
Secondo i dati più aggiornati (dicembre 2016), il personale militare femminile in servizio nelle quattro Forze armate nazionali è così rappresentato: 5.991 (6,30%) nell’Esercito; 1.246 (3,10%) nell’Aeronautica; 2.041 (5,20%) nella Marina (compresa la Guardia costiera); 2.569 (2,47%) nell’Arma dei Carabinieri.
La presenza femminile rappresenta ormai la “normalità” in ogni attività militare, sia in ambito nazionale sia nei teatri operativi internazionali. La componente femminile, impegnata nelle operazioni di peace keeping e peace building, rappresenta, in particolare, una risorsa fondamentale nell’interazione con la popolazione civile locale e, di conseguenza, nel perseguimento delle finalità delle missioni nei teatri operativi e degli scopi di cooperazione civile-militare. Le donne militari, in ambito nazionale e nelle operazioni internazionali, contribuiscono alla sicurezza, sono un moltiplicatore di forza e di efficacia nella ricostruzione, nei processi di stabilizzazione e nel mantenimento della pace.
Articolo pubblicato sull’ultimo numero di Airpress
--- Termina citazione ---
--- Citazione ---I decreti legislativi per disciplinare il reclutamento, la formazione e l’addestramento, lo stato giuridico e l’avanzamento del personale militare femminile hanno seguito criteri e principi di pari opportunità uomo-donna,
--- Termina citazione ---
Ma certo, come no: "pari opportunità uomo-donna".
Infatti gli standard fisici a misura di femmina seguono proprio il principio delle c.d. "pari opportunità "...
Per non parlare di tutto il resto.
--- Citazione ---Le donne militari sono un moltiplicatore di forza e di efficacia.
--- Termina citazione ---
Capito?
Le militaresse sono "un moltiplicatore di forza e di efficacia ".
Insomma, come ti descrivo il mondo alla rovescia.
Queste complessate hanno veramente la faccia come il culo.
Alberto1986:
Io voglio vedere battaglioni di sole femminucce mandate in prima linea in zone calde del mondo, con lo zaino tattico pieno sulle spalle, in ogni condizione atmosferica e con l'AR 70/90 tra le mani, e non chiuse in un comodo ufficio ad impartire ordini, stando belle comode dietro ad un pc col culo su una morbida sedia. Le voglio vedere correre, arrampicarsi, scontrarsi e destreggiarsi sul campo di battaglia mentre arrivano proiettili da tutte le parti, completamente sole. Non ci deve essere neanche un solo uomo ad aiutarle nè a parare loro il culo. Voglio vederla, poi, dove starà la "moltiplicazione di forza ed efficacia". :doh:
--- Citazione ---Ecco quante sono e cosa fanno le donne nelle Forze armate italiane
--- Termina citazione ---
Questo fanno: :baby: Con i pseudo-requisiti sempre più ridicoli con le quali le fanno accedere (ora hanno pure eliminato l'altezza, per la gioia delle melanzane complessate di un metro e 50), altro non possono fare se non ingraziarsi i loro superiori a suon di pompini: https://www.questionemaschile.org/forum/index.php/topic,14746.msg172341.html#msg172341
Frank:
Articolo scritto da un maschietto.
http://www.difesaonline.it/mondo-militare/jegertroppen-le-cacciatrici-le-forze-speciali-femminili-della-norvegia
--- Citazione ---Jegertroppen, le "cacciatrici": le forze speciali femminili della Norvegia
(di Paolo Palumbo)
14/02/18
Un gelido vento spazza le pendici di una collina innevata, mentre una fila di soldati in mimetica invernale arranca con le ciaspole ai piedi per raggiungere una piccola abitazione isolata. I loro movimenti sono lenti e appesantiti a causa dello zaino caricato sulla schiena, insieme all’arma e ad altre attrezzature utili per affrontare le rigide temperature invernali. Non appena il drappello si ferma sotto un riparo protetto dal vento, alcuni iniziano a levarsi i passamontagna termici e gli elmetti dai quali escono lunghe chiome bionde o brune: non sono, infatti, uomini nerboruti imprecanti per lo sforzo, bensì donne appartenenti all’unico reparto di forze speciali femminili, le norvegesi Jegertroppen.
Carattere norvegese
La Norvegia, insieme ad Israele, è una delle poche nazioni al mondo a mantenere una componente femminile tra le truppe destinate al combattimento, anche se solo una minima percentuale presta realmente servizio nelle unità di prima linea.
I test ai quali sono sottoposti i militari di leva norvegesi non sono agevoli e nel reclutamento femminile sono state riscontrare alcune difficoltà “fisiche” a prima vista insuperabili. Lo stesso discorso vale per l’arruolamento nelle unità speciali dove l’eventuale ingresso delle donne – vedi il caso del SAS britannico – ha posto seri interrogativi su come modellare il processo formativo rispetto le loro particolari esigenze.
Malgrado i norvegesi abbiano una forma mentis molto aperta alle novità, le differenze tra i due sessi permangono, ma non per questo devono precludere alle donne d’intraprendere strade più impegnative nelle forze armate. Elisabeth Braw, giornalista di Foreign Affairs, ha mostrato l’impaccio di molti operatori norvegesi in Afghanistan quando erano obbligati ad interagire con delle donne. “In Afghanistan, one of our big challenges was that we would enter houses and not be able to speak to the women,” racconta il capitano Ole Vidar Krogsaeter, ufficiale del Forsvarets Spesialkommand e responsabile del progetto, “In urban warfare, you have to be able to interact with women as well. Adding female soldiers was an operational need”1.
Gli scenari operativi sono cambiati e il ruolo delle donne nelle Forze Speciali potrebbe trovare una collocazione più sensata con nuovi compiti, dato che il loro impiego in azioni più rischiose è ancora tabù nella maggioranza degli eserciti dell’Alleanza Atlantica. Le prove di selezione per accedere nelle Jegertroppen, nate nel 2014, non hanno nulla da invidiare ai test attitudinali ai quali vengono sottoposti gli uomini e solo una bassa percentuale di candidate riesce a fregiarsi del brevetto di “Cacciatrice”. Su 713 aspiranti che si sono presentate al cancello del centro di reclutamento, appena 88 hanno raggiunto l’obiettivo finale. Ovviamente gli standard valutativi sono diversi, sebbene la percentuale di attrito tra le reclute donne sia simile a quella dei reparti maschili. Si tratta comunque di agevolazioni che, se viste con attenzione, presentano discrepanze minime rispetto i programmi ufficiali: le ragazze devono superare una corsa di 4 miglia con un carico di circa 28 kg (rispetto i 40 kg previsti) in 52 minuti, appena tre minuti in meno dei 49 prescritti ai maschi. Il direttore del progetto Jegertroppen ha infine notato come, lungo il percorso, la compagine femminile sviluppi un senso di solidarietà superiore a quello degli uomini e che proprio questo sia l’elemento utile a far superare tutte le difficoltà.
Le ragazze norvegesi (tutte tra i 19 e i 27 anni) si addestrano in piccoli team di due operatrici; esse eccellono nelle sessioni di tiro e – specifica il capitano Vidar – dimostrano particolari attitudini nella raccolta di informazioni e ricognizione.
Il colonello Frode Kristoffersen, comandante delle Forze Speciali norvegesi, ha sottolineato come il ruolo delle Jegertroppen sia destinato a crescere in relazione alle nuove esigenze operative sorte in Afghanistan o in Iraq.
Riprendendo per un attimo il discorso iniziale, il mutamento dei teatri bellici e le politiche di “Counterinsurgency” hanno amplificato il tradizionale ruolo delle Forze Speciali quali primi fattori interagenti con le popolazioni locali, e questo assume una particolare importanza soprattutto in Paesi dove la presenza di donne è rilevante. In quest’ottica la formazione delle “Cacciatrici Norvegesi” offre un valore aggiunto per le donne desiderose di appartenere alle Forze Speciali. Una volta appagato il desiderio di acquisizione di capacità di combattimento simili a quelle degli uomini, si abbinerebbe così una competenza dove le donne rappresenterebbero un sicuro valore aggiunto.
La Norvegia, insieme ad altri Paesi del nord Europa, si è schierata contro lo Stato Islamico e attualmente le unità del Forsvarets Spesialkommando collaborano attivamente alla sua sconfitta. Le Jegertroppen non sono state schierate ma il comandante Kristoffersen ritiene utile che l’unità rimanga in patria per affinare l’addestramento in vista di futuri possibili interventi.
1 Elisabeth Braw, Norway’s “Hunter Troop”, in Foreign Affairs, February 8, 2016, URL: https://www.foreignaffairs.com/articles/norway/2016-02-08/norways-hunter...
--- Termina citazione ---
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Dunque, Paolo Palumbo scrive che:
--- Citazione --- Le prove di selezione per accedere nelle Jegertroppen, nate nel 2014, non hanno nulla da invidiare ai test attitudinali ai quali vengono sottoposti gli uomini
--- Termina citazione ---
Benissimo.
Poi aggiunge che:
--- Citazione ---. Ovviamente gli standard valutativi sono diversi, sebbene la percentuale di attrito tra le reclute donne sia simile a quella dei reparti maschili. Si tratta comunque di agevolazioni che, se viste con attenzione, presentano discrepanze minime rispetto i programmi ufficiali: le ragazze devono superare una corsa di 4 miglia con un carico di circa 28 kg (rispetto i 40 kg previsti) in 52 minuti, appena tre minuti in meno dei 49 prescritti ai maschi.
--- Termina citazione ---
Eccezionale.
Una logica impeccabile. :doh:
Ed altrettanto eccezionale è l'affermazione secondo cui le discrepanze sarebbero minime.
Dodici chili in meno e tre minuti in più sarebbero una "discrepanza minima?"
Correre scarichi o con 12 kg di zavorra non è mica la stessa cosa.
La differenza in rapporto è la stessa.
Ma altrettanto eccezionale è quest'altra affermazione.
--- Citazione --- Il direttore del progetto Jegertroppen ha infine notato come, lungo il percorso, la compagine femminile sviluppi un senso di solidarietà superiore a quello degli uomini e che proprio questo sia l’elemento utile a far superare tutte le difficoltà.
--- Termina citazione ---
Ormai siamo al delirio più totale.
Sardus_Pater:
Frank, hai dimenticato di sottolineare questo illuminante passaggio:
--- Citazione ---La Norvegia, insieme ad altri Paesi del nord Europa, si è schierata contro lo Stato Islamico e attualmente le unità del Forsvarets Spesialkommando collaborano attivamente alla sua sconfitta. Le Jegertroppen non sono state schierate ma il comandante Kristoffersen ritiene utile che l’unità rimanga in patria per affinare l’addestramento in vista di futuri possibili interventi.
--- Termina citazione ---
C.V.D. :cool:
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