E anche fine delle femmine (e dei battaglioni femminili). Per loro, ci vorrebbe il generale Patton: "in prima linea finirai!"
Ovvio, ma è altrettanto chiaro che gli stessi uomini "di potere" non lo permetteranno mai.
Per dire: la possibilità che delle soldatesse cadano nelle mani di un nemico
veramente cattivo e spietato, getterebbe nel panico l'opinione pubblica, con risultati devastanti.
Figuriamoci poi se migliaia di soldatesse tornassero a casa mutilate o dentro alle bare.
Basta ricordare la cagnara mediatica originatasi in Occidente ai tempi della cattura della maestrina dell'Illinois, Jessica Lynch, finita per sbaglio fuori strada, in mano al nemico: per liberarla furono impegnate forze, soldi ed energie assolutamente spropositate.
Un "esercito di Jessica Lynch" rappresenterebbe una sicura rovina per qualunque nazione, ma è per questo che sarebbe "bellissimo" vederle al fronte, da sole e senza uomini sempre pronti a parargli il deretano...
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PS: un altro motivo per cui in ambito militare le femmine non dovrebbero stare in mezzo ai maschi, è il seguente: la presenza di femmine in situazioni di rischio distrae e disarticola i cosiddetti "male bond" (legami maschili) che sono alla base della compattezza e saldezza morale dei reparti sottoposti allo stress di combattimento. L'istinto cavalleresco maschile (che essendo un istinto è ben poco razionalizzabile) porta inevitabilmente il soldato maschio a sacrificarsi per la soldatessa femmina, anche a detrimento del risultato operativo complessivo che si vorrebbe raggiungere.