"Giudicati colpevoli a prescindere" Timperi: c'è bisogno dei padri
La storia del conduttore tv. "Troppe denunce false contro gli ex"
La Nazione, sabato 3 settembre 2016
Piero Degli Antoni
MILANO
Tiberio Timperi, lei è sempre stato in prima linea nella battaglia per difendere i padri separati. Negli ultimi anni le cose sono migliorate?
“Per fortuna c’è una nuova ondata di giudici freschi che si stanno rendendo conto che c’è qualcosa che non va. Resta però fortissimo uno strabismo culturale in base al quale la mamma è sempre buona mentre il padre è colpevole a prescindere. La paternità e rilevante solo a livello finanziario, il padre è il socio di maggioranza senza diritto di voto. Le decisioni dei giudici spesso escludono la figura paterna, che però è importantissima nel delineare le regole educative. Se si cancellano i padri non meravigliamoci della società malata che abbiamo oggi”.
Che giudizio dà della legge sull’affidamento condiviso?
“Un fallimento. Due persone che non andavano d’accordo da sposate, ora dovrebbero andare d’accordo da divorziati! Io non ho fatto un figlio perché alla sua educazione provveda un giudice. Io volevo che mio figlio andasse in una scuola privata, la madre in una privata, alla fine il giudice ha deciso per una terza. Per denunciare queste e altre disfunzioni ho intenzione di chiedere un incontro al ministro della giustizia Andrea Orlando”.
Quali riforme bisognerebbe introdurre?
“Il governo Renzi ha approvato il divorzio breve, un bel passo avanti. Io introdurrei i patti prematrimoniali, così in caso di divorzio è già tutto stabilito. Secondo, imporrei l’obbligo di rendicontazione. Io do 2500 euro al mese per il mantenimento di mio figlio, ma non so come vengono spesi”.
Secondo l’Istat un figlio, da 0 a 18 anni, costa 171mila euro.
“Esatto, ma ci sono padri che pagano molto di più. Non si potrebbe agganciare l’assegno di mantenimento alle rivelazioni Istat? Purtroppo ci sono alcune donne che approfittano della situazione, in Italia il matrimonio si può tradurre in una rendita vitalizia. Infine. Quando un coniuge fabbrica denunce che poi si rivelano false, deve perdere la potestà genitoriale. Io sono stato accusato di ingiurie e percosse a terzi, e maltrattamenti nei confronti di mio figlio, ma le denunce sono state archiviate. Però il giudice non ha agito contro chi mi aveva falsamente accusato. Perché? Purtroppo ci sono molti avvocati che incoraggiano le madri a sporgere denuncia di default, così il padre arriva alla fase di contenzioso con già 4 o 5 denunce sul groppone. Denunce che poi spesso cadono nel vuoto, penalizzando quelle autentiche. Questi avvocati dovrebbero essere radiati.”
Cos’altro vorrebbe chiedere la ministro Orlando?
“Vorrei denunciare lo spaventoso conflitto d’interesse dei consulenti tecnici. Davanti a un contenzioso tra padre e madre spesso il giudice ricorre a una consulenza esterna, uno psicologo o un’assistente sociale, che sono nominati Ctu, Consulenti tecnici di ufficio. Perciò sei costretto a prenderti un consulente di parte, ma spesso le figure sono interscambiabili, si conoscono tutti, svolgono a turno ruoli che dovrebbero essere distinti. Poi vorrei chiedere che i giudici che si occupano di diritto di famiglia fossero specializzati, preferibilmente non divorziati e non tutte donne. Ogni tanto nella aule di giustizia vorrei incontrare anche qualche uomo. In tribunale mi sento, in quanto maschio, ontologicamente colpevole. Ogni mese un figlio trascorre 23 giorni con la madre e 9 col padre: che possibilità c’è per un uomo di stabilire un rapporto profondo con il figlio? Vorrei una più equa ripartizione dei tempi”.