Un altro articolo farneticante del femminuccio femminista Andrea Tarquini --->
http://www.repubblica.it/esteri/2016/09/30/news/svezia_leva_militare_obbligatoria-148846958/?ref=HREC1-27STOCCOLMA - Addio al sogno del disarmo progressivo, la pacifica Svezia prepara il ripristino dal 2018 del servizio militare obbligatorio. Lo ha annunciato il ministro della Difesa Peter Hultqvist, membro della Socialdemocrazia (partito-guida della coalizione di sinistra al potere a Stoccolma). Motivo, non dichiarato apertamente dalle fonti governative ma ritenuto ovvio dagli esperti militari e dai media: le crescenti e sempre più pericolose provocazioni militari, aeree e navali, dalla Russia.
La sofferta decisione svedese si inserisce nel trend al riarmo che coinvolge tutti i cinque pacifici, democratici, civilissimi paesi nordici, cioè - oltre al Regno delle tre corone - Danimarca, Finlandia, Islanda e Norvegia. Non è conflitto con radici ideologiche o storiche di russofobia, è una reazione ai fatti: le violazioni dello spazio aereo e navale sovrano dei paesi scandinavi fanno sempre più paura ai governanti come alla gente comune, ai cittadini d'ogni opinione politica, ai partiti d'ogni colore.
Neutrali dal 1945. I 'millennials' della Scandinavia felix insomma dovranno dire addio all'addio alle armi. La Svezia - paese non allineato ma da sempre affine alle altre democrazie occidentali e non ai vari autoritarismi dittature o autocrazie succedutesi al potere in Russia, dagli zar a oggi - dal 1945 in poi ha sempre seguito una politica di neutralità pacifista ma superarmata. Politica seguita In tutta la guerra fredda, grazie alle capacità tecnologiche della sua industria militare, Stoccolma quasi sempre è stata governata dai socialdemocratici con i leader storici Tage Erlander e Olof Palme, poi (tra pause con governi conservatori) dal 'riformista rosso' Goran Persson e oggi da Stefan Loefven e dalla ministra degli Esteri Margot Wallstroem, massima 'testa pensante' della sinistra locale.
Dagli anni Cinquanta al 1989, la Svezia disponeva di un'aviazione moderna e più numerosa di quella francese, con poderosi jet fatti in patria, di carri armati tra i migliori del mondo, di una marina piccola ma agguerrita, di un attentissimo servizio d'intelligence (Saepo, cioè Saekerhetspolisen). E appunto solo la leva obbligatoria garantiva l'operatività di tale apparato difensivo, insieme a un sistema di richiamo di dieci giorni l'anno per ogni cittadino per l'addestramento alla guerra partigiana in caso d'invasione sovietica.
La guerra in Crimea. Caduto l'"Impero del Male", crollati Muro di Berlino e dittature comuniste nel 1989, finita poco più tardi l'Urss, la Svezia approfittò della minaccia cessata per avviare una politica di riduzione delle forze militari, e abolizione della leva obbligatoria anche per consolidare i bilanci sovrani ma soprattutto nella convinzione che non si sarebbe più tornati ad alti livelli di tensione con Mosca. Invece, da dopo l'annessione russa della Crimea e tutto quanto ne è conseguito, non è stato così. E la Svezia è la prima democrazia europea ad andare verso il ripristino della 'naja' dopo averla abolita.
Violazioni dello spazio aereo. Gli incidenti sono frequenti, e da brivido, per Svezia e resto del Nord. Spessissimo bombardieri atomici Tupolev 95, Tupolev 160 o Sukhoi 24 o 34, o cacciabombardieri Sukhoi 30 della Voyenno-Vozhdushnye Sily Rossii (aviazione russa), violano lo spazio aereo. Certo, ancora oggi la Flygvapnet (aviazione reale) è quasi numerosa come l'Armée de l'Air e ai massimi livelli di modernità tecnologica e di addestramento mondiali. Ogni volta, i piccoli ma poderosi caccia multiruolo bisonici Saab JAS 39 Gripen (Grifone) si alzano in volo su allarme, e intimano agli intrusi (che spesso arrivano col transponder spento) di lasciare lo spazio aereo svedese. Il più delle volte i visitatori illegali se ne vanno, ma alcune volte hanno reagito avvicinandosi pericolosamente ai Gripen e sparando 'flares', cioè le palle di calore con cui ogni aereo militare devìa missili antiaerei nemici che inseguono e puntano al caldo del motore del bersaglio. Finora, piloti e pilotesse (alta percentuale di donne nelle Flygflottili, le squadriglie da caccia) ce l'hanno sempre fatta a schivare le palle di fuoco. Ma se una fosse finita nella turbina d'un Gripen il Gripen sarebbe magari esploso: minaccia da brivido alla pace.
Non è finita: i sottomarini-spia si fanno vedere spesso. Aumenta l'attività di spionaggio e di disinformazione degli 007 russi. E' sempre più minaccioso contro Stoccolma il linguaggio del governo russo. Provocazioni anche contro altri paesi: l'altro giorno un bombardiere atomico Tupolev 160 si è messo sulla rotta d'atterraggio di Keflavìk, l'aeroporto della capitale islandese Reykjavik sempre affollato sia per la convenienza di volare tra Europa e Nord America con Icelandair o Wow sia per il boom del turismo. E l'Islanda, al contrario degli altri paesi nordici, hon ha né esercito né marina né aviazione, solo polizia e guardia costiera.
"Da anni constatiamo che un esercito di volontari non basta, i volontari sono insufficienti per garantire la piena operatività della difesa", spiega Johan Osterberg della School for advanced defence studies. Il governo di sinistra, appoggiato dalle opposizioni conservatrici democratiche sulle questioni chiave anche per arginare insieme i populisti (Sverigedemokraterna) in crescita causa ondata migratoria, ha deciso un forte aumento delle spese militari. Più Gripen, sempre più ammodernati, miglioramenti dei carri armati Leopard2A7 acquistati dalla Germania che già ora nella versione modificata svedese sono tra i migliori del mondo. Più intelligence e controspionaggio, più cyberwar. E infine ma non ultimo, costruzione in corsa di avveniristici, potenti sottomarini invisibili. Contemporaneamente, colloqui con la Finlandia per un'alleanza difensiva tra i due paesi neutrali. E contatti sempre più stretti con la
Nato. Ma senza divenirne membri, dice il governo svedese. Perché non vuole dare a Mosca segnali di squilibrio geopolitico né provocare al Cremlino un ennesimo risveglio dell'antico complesso di accerchiamento dell'animo collettivo russo e delle leadership russe.