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Aldo Cazzullo presenta il nuovo libro: "Le donne erediteranno la terra"
Frank:
Tuttavia c'è da dire che queste "profezie" erano la norma già parecchi anni fa.
Questo è un articolo che ho trovato su U3000, postato all'epoca da uno dei cosiddetti pionieri della QM, che la dice lunga sull'idiozia e il leccaculismo verso le donne degli intellettuali di cacca figli del '68.
--- Citazione ---L'Espresso del 26 gennaio 1992,
"Povero maschio, il futuro è donna" (pag. 76-79).
Colloquio con Francesco Alberoni, di Chiara Beria di Argentine.
"Ormai sono le donne le indiscusse protagoniste
della nostra vita. Lo afferma il più noto e spregiudicato
sociologo italiano in due nuovi lavori: sulla sessualità femminile
e sulle adolescenti".
Sciami di ragazzine che sorvolano gli impacciati e timidi compagni di banco per ronzare - a fantasia spiegata - verso i loro idoli maschili come l'attore americano Tom Cruise, per citare uno dei sex-simbol che vanno per la maggiore tra le adolescenti. Schiere di giovani donne forti, decise, multidimensionali: investono molto nel lavoro ma non rinunciano alla maternità; fantasticano amori di gruppo ma poi, nella realtà, confessano che non farebbero mai all'amore con un uomo per il quale non provano niente. E, persino, manipoli di ultraquarantenni non ancora rassegnate alla monotonia di coppia che, grazie a un nuovo amore, rifioriscono alla vita.
Donne più o meno giovani, più o meno disinibite, più o meno inquiete sono comunque loro, seguendo le analisi del sociologo Francesco Alberoni, le indiscusse protagoniste della vita erotica-emozionale?
"La grande vitalità delle donne è un prodotto recente e, al tempo stesso, caratteristico di questa fine secolo", incalza Alberoni.
E, a sostegno della sua tesi, non porta solo vaghe intuizioni. A tredici anni dal suo famoso saggio su "Innamoramento e amore", il sociologo ha appena terminato una ricerca sulla sessualità femminile, "Erotismo e valori", condotta per la società farmaceutica Wyth, su un campione di 400 donne (una fascia di "donne moderne" di età fra i 20 e i 50 anni, che abitano in città, con un buon livello scolastico). Non solo. Dal 25 gennaio è nelle librerie "Il volo nuziale" (152 pagine, 24 mila lire, editore Garzanti), l'ultimo saggio di Alberoni dedicato soprattutto alle adolescenti che, proprio come fanno i fuchi con l'ape regina, ronzerebbero in alto, attorno al loro oggetto del desiderio.
Siamo inondati da rapporti e inchieste sulla sessualità: vale la pena occuparsi di queste cose o, forse, tanto interesse dipende solo dal fatto che l'eros oggi è un argomento che assicura successo?
"Prima di tutto rispondo che io da anni ho posto al centro dei miei interessi di studioso il mondo emozionale ed erotico, un termine che nel mio linguaggio indica un mix di passione-interesse-intelligenza. Quanto poi agli studi condotti finora, devo dire che non condivido quasi nessuna delle tesi sostenute dai sessuologi: il loro criterio di riferimento è ancora e sempre l'uomo.
In pratica hanno sempre preso come misura l'erotismo maschile che però è altra cosa da quello femminile. Infine, i dati sui quali eravamo abituati a ragionare, in Italia, erano frutto di ricerche cliniche che tendono, come è logico, a sopravvalutare gli aspetti patologici. La realtà che emerge dalle nostre intervistate, donne normali, il cuore dell'universo femminile, è ben diversa".
In che senso?
"Per capirlo occorre fare qualche passo indietro. Si parte negli anni Sessanta con la rivoluzione sessuale: Woodstock, una grande orgia collettiva di spinelli, musica rock e promiscuità sessuale; poi arriva il femminismo, un movimento di tipo etico, nel senso che rivaluta certi elementi specifici femminili ma, più in generale, la dignità di ogni individuo, della persona. Alla fine degli anni Settanta queste due tendenze si intrecciano e convivono: esplodono i movimenti gay, il fenomeno dei single, ancora la promiscuità e, così, nel 1978 a New York l'ideale sessuale è la bisessualità. Poi, alla vigilia degli anni Ottanta, una svolta improvvisa: queste tendenze cadono - badate bene - ancora prima del diffondersi dell'Aids. Sulla scena compare l'individuo, è il momento dello jogging, dell'areobica, degli yuppies, ma anche del ritorno ai sentimenti, alla coppia. Non a caso, proprio nel '79, il mio saggio su "Innamoramento e amore" ha tanto successo. Solo a questo punto s'inserisce l'Aids: una malattia che ha un effetto choc sulle fantasie, sui pensieri, le comunità gay, e uccide personaggi simbolo. Siamo arrivati ai nostri giorni, ai tempi del giudice Thomas colpevole di molestie sessuali, ai tempi dei seni smisurati di Striscia la notizia".
Un momento, professore. Quale rapporto di causa-effetto c'è mai tra l'Aids e le maggiorate di Canale 5?
"Vede, in questo la penso come un vecchio psicoanalista freudiano: la paura ha provocato una violenta rimozione che, a sua volta, ha generato una nuova repressione. Mi spiego meglio: una società che si era preparata a essere fortemente disinibita si è ritrovata di fronte, all'improvviso, un problema non risolto dalla medicina. Risultato: il ritorno del represso, quello che parla molto di sesso, consuma molto materiale porno, segue voracemente alla tv il processo sul giudice palpone o quello del rampollo Kennedy, con tanto di discussioni sulla dimensione di un paio di mutandine e sul pene più o meno eretto del ragazzo. In giro c'è molta sessualità grossolana, molta ostentazione (penso alle tettone televisive): tutto ciò è sintomo di una nevrosi".
Se questa è la sua analisi come si concilia con l'altra sua ipotesi, quella di una nuova vitalità femminile?
"La mia impressione è che gli uomini si siano trovati più impreparati ad affrontare questo trauma e, quindi, oggi sono quelli che soffrono di più. Di sicuro so che vent'anni di emancipazione hanno generato una femmina forte, viva, che ha molte più energie del maschio. Donne capaci di volare alto, come fanno anche solo con la fantasia le ragazzine del mio libro. Non solo. Anni fa si pensava che l'emancipazione avrebbe, alla fine, prodotto un nuovo equilibrio: da una parte una donna più impegnata nel lavoro e, in compenso, un uomo più presente in casa. Invece il solo sesso che sta avanzando è quello femminile: sia nella sfera pubblica sia in quella privata. Ormai detiene una vera e propria egemonia culturale".
Alla fine anche lei, proprio come tanti sessuologi, coltiva l'immagine di una donna onnivora, sessualmente scatenata, tanto seduttiva da terrorizzare i maschi...
"Assolutamente no. E' ridicolo pensare che il mutamento dei comportamenti si traduca in uno stravolgimento della natura. La donna non si è mascolinizzata e non si comporta eroticamente come un uomo. Nella mia ricerca su "Erotismo e valori" risulta chiaramente che, anche nella donna più disinibita, permangono aspetti tipici della sensibilità erotica femminile come la mescolanza delle emozioni con il sesso o il dare maggiore importanza alle emozioni rispetto alla pura sessualità. Certo, nell'universo femminile ci sono anche fasce di donne ancora represse o in preda a nuove inquietudini ma, la stragrande maggioranza, è fatta di donne solari, serene e monogame. Anche se hanno avuto un'educazione cattolica non vivono più il sesso senza figli come peccato, e pensano che a letto, se i partner sono consenzienti, tutto è lecito. Quello che colpisce, semmai, è il loro scarso desiderio sessuale: la maggioranza sembra accontentarsi di quello che ha".
Se questa è la nuova donna, ammetterà che, per gli uomini, la vita diventa più difficile.
"Sì, ma hanno poco da lamentarsi: farebbero invece meglio a pensare, a studiare, agire. In questa fase storica sono i maschi che devono fare uno sforzo maggiore di comprensione. Per le donne le cose emozionali sono da anni oggetto di scienza e conoscenza: sono attente, parlano, discutono, usano persino romanzi rosa o soap-opere alla Beautiful per imparare a decodificare messaggi, a muoversi con agio nella sfera erotica. Prendiamo le adolescenti del mio libro: loro sanno tutto dei loro idoli, li giudicano, li soppesano. Sono ragazzine con un'immaginazione ricchissima a livelli d'aspirazione molto alti: i maschietti, invece, non volano, sono come spenti, si muovono come trogloditi e finiscono per prendersi delle grandi facciate e stare malissimo. Quanto al maschio adulto non sa più in che mondo, in quale casa e in quale coppia vive. Non sa neanche decodificare una menzogna: eppure i tempi in cui era il padrone assoluto e poteva permettersi di non sapere niente sono ormai passati. Oggi nella coppia c'è la democrazia e, se vuole reggere un rapporto, il maschio deve farsi furbo"
Francesco Alberoni
--- Termina citazione ---
Frank:
Articolo seganalatomi da un amico e scritto da uno degli innumerevoli zerbini che infestano l'Italia.
http://corrieredellumbria.corr.it/news/giovenale/233387/giornaliste-d-umbria.html
--- Citazione ---Giornaliste d'Umbria
di Anton Carlo Ponti
28/Settembre/2016 - 10:48
Ho letto che fra venti-trent’anni le donne saranno insediate in tutti i settori e i comparti nel 60% dei posti apicali. Agli inizi del Novecento penso fossero uno zero virgola. Prendiamo in esame la categoria dei giornalisti iscritti all’Ordine. In Umbria le giornaliste professioniste (dati 2012) sono 118 su 309, il 30%. Ma di certo sono oggi aumentate. Quando l’Ordine umbro non c’era ancora, negli anni Sessanta, le firme femminili si contavano davvero in una mano. Rammento di quei tempi arcaici Eliana Pirazzoli, da Città di Castello, firma de “Il Messaggero”, penna brillante d’innumerevoli temi. E la bresciana, da oltre mezzo secolo a Terni, Franca Calzavacca, giornalista culturale di lunghissimo corso (“Ansa” e altre innumerevoli testate), critico d’arte e curatrice di mostre, poetessa di conio raffinato. Il giornalismo umbro era appannaggio dei maschi. Quanto alle pubbliciste (dati 2012), su 1.160 iscritti le donne sono 360 (28%). Un’onda travolgente. Le trovi in Rai, dove conducono radio e telegiornale, sono inviate sul luogo di eventi lieti e di disastri, vedi il terremoto del 24 agosto e, dicono i geologi, del “salutare” sciame sismico come valvole di sfogo dei crolli sotterranei. Le trovi generalmente, salvo rare eccezioni, agguerrite, spigliate, pronte alle domande e alla risposte. Lavorano nelle emittenti private e negli uffici stampa pubblici e privati. Se si sfogliano i tre quotidiani cartacei, i due con redazioni umbre, e il nostro “Corriere”, ci si imbatte in decine di ragazze che scrivono bene, salvo eccezioni fisiologiche, con nomi che si alternano, alcuni arrivano e altri se ne vanno, perché la crisi occupazionale c’è, troppi cittadini ahimè non comprano il giornale quotidiano come preghiera del mattino dell’uomo moderno, come voleva Georg Wilhelm Friedrich Hegel, insomma una preghiera laica che faceva inorridire Baudelaire e stuoli di denigratori della stampa e dell’informazione. Figuriamoci quel che avrebbero detto della televisione Balzac o Tolstoj o Cesare Cantù. Eppure, immaginate una nazione priva di giornali liberi, con tutti i limiti di questo magico aggettivo, Sarebbe muta, come muta, e sorda, una società che avesse soltanto un giornalismo di regime, una “Pravda” (?P?B?A) solo di nome verità. Proibito divagare. Il tema dell’odierno Giovenale è “Giornaliste d’Umbria”, un tema che non è peregrino come sembra, attiene al lavoro, alla giusta retribuzione per una prestazione, ai contributi, alla pensione, alla tranquillità socio economica d’oggi e di domani. Le donne avanzano, il corso della storia è inarrestabile, l’Italia non brilla per diplomati e laureati (apprezzabile Francesco Rutelli, si dice buon sindaco di Roma, che intende pigliarsi il “pezzo di carta” a più di sessant’anni), migliaia di ricercatori emigrano perché la meritocrazia non abita qui, vedi alla voce Università, dove il cognome pesa. Ma la vita è popolata di donne che si son fatte da sé, combattendo la concorrenza e la raccomandazione, sfidando il vizio di pagare la donna a parità di lavoro un 20-30% in meno. Ben venga la giornata della fertilità, dove si son fatti errori macroscopici nella comunicazione, affidata, al solito, non al top ma agli amici degli amici, ma il problema esiste o no? Se invece di rubare a man bassa per dritto e per rovescio, si ponesse mano ad aprire asili nido, a dare “stipendi di maternità” anziché la miseria degli assegni familiari, per cui il salario di un padre di quattro figli è di poco superiore a quello di un single o di uno senza figli a carico? Misteri dell'economia e della burocrazia. E resta intatto l’arcano dell’evasione fiscale che imperterrita, trionfale e trionfante domina questo meraviglioso e disastroso paese dove fioriscono i limoni, dove impinguano dubbi e corruzione, e sfiducia nella politica, dove tribuni sfacciati e volgari convincono indifferentemente borghesi, rivoluzionari, ricchi, evasori, pavidi, filosofi e sfigati. E poi dice che le ideologie sono morte e sepolte sotto il muro di Berlino. Non è questa che demolisce i partiti, quando son ridotti al lumicino, l’ideologia del no sempre e comunque? L’ideologia dell’irrazionale sulla sensatezza? Il cupio dissolvi sulla scena del mondo, quando la vita “è una storia raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, e che non significa nulla”.
Pessimismo cosmico, ma Macbeth ha le mani macchiate di sangue, affamato di potere. Al contrario, le giornaliste d’Umbria, giovani e giovanissime, perfino coraggiose croniste d’inchiesta, sono armate di penna e taccuino, di registratore, di tablet e altre diavolerie informatiche (che Giovenale trova riprovevoli: perché non sa usarle), che permettono loro in tempo reale d’informarsi su quel che accade sul pianeta e di collegarsi a Google digitando su, anzi sfiorando minuscoli aggeggi grandi quanto il palmo della mano.
--- Termina citazione ---
--- Citazione ---Ma la vita è popolata di donne che si son fatte da sé, combattendo la concorrenza e la raccomandazione, sfidando il vizio di pagare la donna a parità di lavoro un 20-30% in meno.
--- Termina citazione ---
--- Citazione ---Il giornalismo umbro era appannaggio dei maschi
[...]
Quanto alle pubbliciste (dati 2012), su 1.160 iscritti le donne sono 360 (28%
--- Termina citazione ---
I "maschi" e le "donne"...
http://www.umbrialibri.com/anton-carlo-ponti/
--- Citazione ---Anton Carlo Ponti nasce a Roma nel 1936, maturità classica, laurea in giurisprudenza, premio della cultura della Presidenza del consiglio dei ministri, primo direttore responsabile del “Corriere dell’Umbria”, Accademico d’onore dell’Accademia di belle arti Pietro Vannucci, socio corrispondente della Depurtazione di storia patria per l’Umbria.
--- Termina citazione ---
Definirli dei cattivi maestri è poco.
Vicus:
--- Citazione ---Ma la vita è popolata di donne che si son fatte da sé, combattendo la concorrenza e la raccomandazione, sfidando il vizio di pagare la donna a parità di lavoro un 20-30% in meno.
--- Termina citazione ---
Che bella favola :lol:
Frank:
--- Citazione da: Vicus - Settembre 28, 2016, 18:50:01 pm ---Che bella favola :lol:
--- Termina citazione ---
Il bello è che parliamo di un uomo di ottant'anni (80) e laureato...
Personalmente trovo a dir poco sconcertante la gran parte degli uomini di quella generazione (o giù di lì), ché per certi versi hanno fatto danni incalcolabili.
Vicus:
Se c'è una categoria iperfavorita, con o senza raccomandazioni, è quella delle donne :mad: :mad:
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