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Aldo Cazzullo presenta il nuovo libro: "Le donne erediteranno la terra"
Vicus:
Sgarbi for president! :italia2:
Frank:
Sempre peggio...
http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2016/11/28/news/_oceania_vaiana_e_le_altre_quando_l_eroina_disney_non_ha_bisogno_di_un_uomo-152876781/
--- Citazione ---Oceania', Vaiana e le altre: quando l'eroina Disney non ha bisogno di un uomo
di CHIARA UGOLINI
Pubblicato il 28 novembre 2016
Nelle sale per Natale il nuovo cartoon dei registi di 'La sirenetta' e 'La principessa e il ranocchio', protagonista un'adolescente polinesiana ultima della lista di protagoniste che che per realizzare i propri sogni non cercano un innamorato
"Vorrei, vorrei un amore che sia tutto per me, io sogno la felicità che un giorno verrà, so che quel giorno lui mi dirà: amore son qua" cantava Biancaneve mentre alle sue spalle il principe azzurro si materializzava sul cavallo bianco per unirsi al suo canto. Sono passati quasi 80 anni da Biancaneve e i sette nani, il classico di Walt Disney che ha conquistato bambini ma soprattutto bambine di tutto il mondo e tutte le generazioni. Dopo di lei ci sono state Cenerentola, Aurora, Ariel, Jasmine, Pocahontas, Tiana, Mulan, Rapunzel fanciulle diverse con storie, provenienze, aspetti differenti ma un sogno sempre molto simile: trovare l'amore. Da un po' di tempo invece le cose cominciano a prendere un'altra piega anche nel mondo ipertradizionale della casa di Topolino.
Non è un caso, forse, che la prima principessa Disney a rinnegare l'idea di un fidanzato è stata un'eroina Pixar, frutto della collaborazione tra gli storici studios e la factory di John Lasseter. Merida, la principessa scozzese del film Ribelle - The Brave nel 2012, infatti è stata la prima a rompere il tabù: nessun uomo al suo fianco. Nonostante i genitori abbiano già organizzato un torneo per trovarle un marito, lei che si ritiene troppo giovane per sposarsi e soprattutto (quando fosse) non ha nessuna intenzione di farselo scegliere da altri, decide di fare di testa sua. Provocando la rabbia della mamma, portando il regno sull'orlo di una guerra con i paesi vicini e provocando una serie di guai che però non metteranno in dubbio la sua convinzione: realizzare i suoi desideri di autonomia e compiere il suo destino.
E così, mentre da un lato gli innamorati, quando c'erano, cominciavano ad allontanarsi dal cliché del principe azzurro (c'è stato il ladro gentiluomo di Rapunzel e il consegnatore di ghiaccio Kristoff in Frozen) dall'altro nelle trame l'elemento romantico si faceva mano mano meno importante. Prendiamo appunto Frozen, il film che con il suo incasso mondiale da un miliardo e duecentomila dollari, si è guadagnato il primato del cartoon re del botteghino di tutti i tempi. Anna è una giovane fanciulla che sì sogna l'amore ma che, dopo esser stata abbindolata da un principe senza scrupoli, non solo capisce che "non si può sposare qualcuno conosciuto il giorno stesso", ma messa di fronte ad una scelta estrema sarà capace di un "atto di vero amore" nei confronti della sorella Elsa. Ma è a Elsa, la regina del ghiaccio intrappolata dai suoi stessi poteri, che si deve la "rivoluzione" antiromantica del film; per lei non ci sono innamorati o pretendenti tanto che qualche mese fa è partita una campagna sul web per far sì che, nel secondo episodio della saga che dovrebbe arrivare nel 2018, Elsa abbia una fidanzata.
Così sotto l'ashtag #GiveElsaAGirlfriend (#DiamoAdElsaUnaFidanzata), lanciato da una diciassettenne messicana, è partito un tam tam che invoca appunto una Elsa lesbica per il prossimo cartoon. Sarà difficile, la via LGBT ai cartoon è tortuosa e particolarmente accidentata ma soltanto il fatto che se ne parli costituisce una grande novità. Novità che arriva alla fine di un percorso di allontanamento dall'immagine di "principessa in attesa di essere salvata" che primo fra tutti la Fiona di Shrek (mondo Dreamworks però) aveva inaugurato e che si ritrova nell'ultima eroina Disney, la polinesiana Vaiana protagonista di Oceania, campione di incassi lo scorso weekend negli Stati Uniti (più di 80 milioni di dollari) e salutato in patria da buone critiche. Lo firmano i registi John Musker e Ron Clements (La sirenetta, La principessa e il ranocchio).
Vaiana non è una principessa, è lei stessa a chiarirlo, è un'adolescente polinesiana figlia del capo del suo villaggio. Vive nell'isola di Motonui, nella Polinesia francese, in un tempo lontano quando gli abitanti da esperti navigatori misteriosamente avevano abbandonato ogni desiderio di esplorazione. Vaiana, che in originale si chiama Moana, è destinata a prendere il posto del padre alla guida della sua gente. Come tutte le adolescenti, Vaiana è combattuta tra la volontà di seguire i suoi sogni e il senso di responsabilità che i genitori le infondono, tra il desiderio di partire ad esplorare l'Oceano e il suo dovere di rimanere ad aiutare il suo popolo, la cui isola sembra di giorno in giorno impoversi, le noci di cocco colpite dalla malattia, il pesce sempre più scarso. Una nonna un po' sciamana l'aiuterà a prendere la decisione giusta e la spingerà a partire per una grande avventura. E se c'è un uomo a fianco di Vaiana attraverso l'Oceano, il personaggio è lontanissimo da ogni modello romantico. Si tratta del semidio Maui, figlio di umani che gli Dei hanno salvato rendendolo un essere mutaforma (può trasformarsi in uccello, pesce o insetto), nel passato ha regalato al popolo di Vaiana il fuoco, ma poi è caduto in disgrazia per aver rubato alla dea Te Fiti, cioé l'isola Madre il suo cuore. Oggi è un simpatico cialtrone, senza coraggio e pieno di prosopopea, cui Vaiana, con la sua generosità e tenacia, darà una seconda possibilità.
"Sin dall'inizio del progetto sapevamo che non ci sarebbe stato spazio nel film per una storia d'amore - ha detto a Roma uno dei due registi John Musker - Oceania è una storia di crescita e maturazione, ci piaceva l'idea di una protagonista che fosse un'eroina "cazzuta", avventurosa ma anche capace di compassione. Credo che Vaiana possa essere un ottimo modello per le ragazze ma anche per i ragazzi, per chiunque decide di ascoltare la propria voce interiore e che incoraggia a non lasciare che altri decidano il tuo destino". "Abbiamo concluso il film soltanto tre settimane fa per cui non sappiamo se ci sarà un'altra Oceania - ha aggiunto Ron Clements - non so quanto io possa dire dei progetti Disney ma vi posso garantire che ci sono molte altre ragazze forti in arrivo. Ma anche qualche storia d'amore".
--- Termina citazione ---
Ovviamentre dietro non potevano che esserci due maschietti.
ilmarmocchio:
questi qui sono maschietti che vanno a trans : hanno in testa la fissa della donna cazzuta.
il trans, per l'appunto.
ma si può essere più storditi ?
Frank:
--- Citazione da: ilmarmocchio - Novembre 29, 2016, 19:11:49 pm ---questi qui sono maschietti che vanno a trans : hanno in testa la fissa della donna cazzuta.
il trans, per l'appunto.
ma si può essere più storditi ?
--- Termina citazione ---
Non è un caso che entrambi sono statunitensi e non russi, ad esempio...
Perché, come ben sai, certe puttanate vengono regolarmente partorite in una ben precisa area del pianeta Terra e generalmente gli autori di tali puttanate sono dei maschietti bianchi, che definire degli evirati mentali è poco.
@@
Non è da escludere che nei prossimi anni faranno interpretare a qualche femminuccia ruoli del genere, però in versione rovesciata, quindi femminil/femminista...
//www.youtube.com/watch?v=KtDlcM0Zmzg
Sandokana la tigressa della Malesia. :sick: :doh:
Damocle:
Anche qui parlano di Cazzullo: http://it.avoiceformen.com/propaganda-femminista/il-maschio-pentito-e-la-sua-triste-deriva-suprematista/
Riporto solo la parte di articolo che lo riguarda:
--- Citazione ---Guardiamo questo screen shoot pubblicato a sinistra, tratto dalla pagina Facebook di StopMoralismoTV. È un semplice estratto di un articolo pubblicato sul Corriere del FemminiSera nel quale si sponsorizzava il libro di un noto giornalista. Si legga bene cosa viene affermato.
Un personaggio pubblico che svolge un’importante funzione, quella di informare, non solo dichiara apertamente la superiorità del genere femminile rispetto a quello maschile, ma addirittura vaneggia di una presunta congiura storica degli uomini per sottomettere le donne.
Se una frase del genere fosse stata usata per accusare, ad esempio, il popolo ebraico, il suo autore sarebbe stato tacciato di istigazione all’odio razziale. Perché in questo caso, allora, non si potrebbe parlare di istigazione all’odio di genere?
Attenzione, non dobbiamo commettere l’errore di pensare a questi interventi come a delle assurdità. C’è dietro un lavoro di “cesellatura culturale” lungo e paziente che da più di trent’anni indirizza l’opinione pubblica verso un’unica direzione: la ghettizzazione del sesso maschile, la sua criminalizzazione, l’affermazione della sua inferiorità. Un giornalista affermato e rispettabile che pubblica articoli così carichi di sessismo e misandria non è una folle, non è un pazzo ma una persona consapevole di ciò che dice.
L’ipotesi opposta sarebbe inimmaginabile. Un professionista della stampa che avesse scritto della superiorità maschile, sarebbe stato radiato rebus sic stantibus dal proprio ordine. Si pensi che solo pochi mesi addietro, il direttore del Quotidiano Sportivo è stato fatto saltare dalla sua poltrona per aver permesso la pubblicazione di un articolo in cui si dava delle “ciciottelle” a tre atlete. E adesso?
--- Termina citazione ---
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