Autore Topic: Io, mamma lavoratrice, non ce l'ho fatta...  (Letto 3382 volte)

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Offline Fazer

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Io, mamma lavoratrice, non ce l'ho fatta...
« il: Settembre 23, 2016, 10:14:36 am »
http://27esimaora.corriere.it/16_settembre_21/io-mamma-lavoratrice-non-ce-ho-fatta-0bd80496-8046-11e6-b38f-35d885ba0cf1.shtml

«Io, mamma lavoratrice,
non ce l'ho fatta»
di S. P.

Pubblichiamo la lettera inviata a Beppe Severgnini da una mamma lavoratrice, che ha chiesto di restare anonima.
Caro Beppe,Dopo giorni di lacrime e dubbi scrivo a te, rendendoti destinatario di un flusso di coscienza ma anche di una dichiarazione di fallimento. Prima di entrare nel merito dello sfogo, ti racconto però un breve aneddoto che ti farà sorridere… Ho sempre sognato di fare la giornalista, fin da bambina, e ti ho sempre letto; quando al liceo ci assegnarono un tema sui nostri miti, mentre i miei compagni parlarono di Che Guevara o di Bob Marley, io parlai di te… Scrissi di volermi occupare di cronaca di costume perché l’unica cosa in cui ero brava era osservare la gente e il mio maestro eri tu… Son passati 20 anni da quel tema e la realtà è che non sono diventata giornalista. Mi sono iscritta a giurisprudenza perché, figlia di magistrato, ho seguito il consiglio paterno, quel genere di consigli che ti pesano come macigni ma che ti sembrano ineluttabili, perché non riesci a contraddire la persona che per te è l’essenza della ragionevolezza. Son finita a fare l’avvocato, neanche troppo brava, e provo anche a fare la madre, ruolo cercato e voluto con lacrime e sangue (ho perso in grembo ben due figli, ma ho due bimbe meravigliose). Ma proprio in questo sta il mio fallimento.
Ci ho provato, disperatamente, a conciliare le due cose. Ho chiesto orari ridotti che mi consentissero di portare le piccole al nido o alla scuola materna, mi sono avvalsa di tate, di aiuti di ogni genere, e per qualche tempo mi sono anche illusa di poter fare tutto. Ma la realtà è che è impossibile. Pur con tutti gli aiuti del mondo, ti ritrovi con il conto in banca prosciugato dagli stipendi alle tate e alle sostitute delle tate, dai folli costi dei nidi e delle attività extrascolastiche (che, pur senza esagerare, ti paiono irrinunciabili, come ad esempio un corso di nuoto, uno di inglese) e al contempo devi convivere con enormi sensi di colpa che ti tormentano. Non riesci a recuperarle da scuola tutti i giorni, non riesci a giocare con loro nel pomeriggio perché devi preparare una cena possibilmente sana e devi organizzare la giornata successiva, non sei abbastanza serena da assicurare loro un sorriso costante ed una parola indulgente, affannata come sei da tanti pensieri.
Ma i sensi di colpa non sono solo questi. Ti sembra di essere una lavoratrice meno solerte degli altri perché esci prima dallo studio rispetto ai colleghi uomini; ti sembra di non essere una brava moglie perché tuo marito ti chiede cosa hai fatto dalle 18 in poi e a te sembra troppo poco farfugliare «Le ho portate al parco giochi, le ho lavate perché erano sporchissime e ho preparato la cena con la piccola sempre attaccata alle gambe»; ti senti in colpa per non riuscire ad avere un rapporto umano o addirittura amorevole con una suocera criticona; ti senti in colpa a scaldarti il cuore con un bel piatto di pasta serale perché sei fuori forma e non hai neppure il tempo di farti una messa in piega; insomma, ti senti sempre e costantemente sotto pressione.
E poi ti guardi intorno e vedi donne ammazzate, donne vilipese, donne aggredite fisicamente e verbalmente, sul web o in televisione. Ma non trovi conforto neppure negli incontri quotidiani con uomini per bene, evoluti e sensibili, i quali (chissà perché) dimostrano sempre una impercettibile sfumatura di diversità nel trattare con una donna o con un uomo. Sono stanca, caro Beppe.
Ti dico la verità, se è questo quello che volevano le donne quando lottavano per i loro diritti, beh, penso abbiano fallito. Sia loro nel prefiggersi uno scopo irrealizzabile, sia noi che siamo state incapaci di realizzarlo. Non è possibile dover lavorare come matte per guadagnarsi la minima credibilità professionale e allo stesso tempo fare i salti mortali per tenere la gestione di una famiglia. Certo, i mariti aiutano, ma il loro apporto è sempre marginale ed il carico fisico ed emotivo è nostro. Non abbiamo nessun aiuto dai Comuni, dallo Stato, nessuna comprensione (se non di facciata) dai colleghi uomini, nessun supporto neppure tra di noi. Anche tra mamme lavoratrici, millantiamo comprensione e condivisione, ma poi siamo sempre pronte a giudicarci vicendevolmente. Ho il nodo alla gola da giorni e non vedo soluzione, se non una nuova chiave di lettura di questa ormai esasperata condizione.
Spero tu possa trovare il tempo di rispondermi e di regalarmi il tuo (per me) prezioso punto di vista. Ti prego di non pubblicare il mio nome, perché, avendoti scritto col cuore, ho inserito troppi riferimenti personali e professionali.


 :doh: :doh: :doh:

"...Pur con tutti gli aiuti del mondo, ti ritrovi con il conto in banca prosciugato dagli stipendi alle tate e alle sostitute delle tate..."
Ovviamente la cosa più importante, ovvero il fatto che le tue figlie vengono cresciute dalle tate (1? 2? una diversa ogni tre mesi?)e non da te, non ti sfiora proprio, eh?

"...Ti sembra di essere una lavoratrice meno solerte degli altri perché esci prima dallo studio rispetto ai colleghi uomini..."
Aò, anfatti...la produzione la portano avanti loro...

"...e non hai neppure il tempo di farti una messa in piega..."
Eh, son problemi...

"...E poi ti guardi intorno e vedi donne ammazzate, donne vilipese, donne aggredite fisicamente e verbalmente, sul web o in televisione..."
Ah, ecco di chi è la colpa...mi sembrava...

"...Ma non trovi conforto neppure negli incontri quotidiani con uomini per bene, evoluti e sensibili, i quali (chissà perché) dimostrano sempre una impercettibile sfumatura di diversità nel trattare con una donna o con un uomo..."
Ci mancherebbe. Scemi noi. Bisognerebbe trattarvi come foste uomini, ma comincereste subito a frignare.

"...Certo, i mariti aiutano, ma il loro apporto è sempre marginale..."
Ma guarda. Prova a trattarlo come fosse una donna... :doh:




Offline Vicus

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Re:Io, mamma lavoratrice, non ce l'ho fatta...
« Risposta #1 il: Settembre 23, 2016, 11:08:31 am »
Beppe Severgnini manifesterà tutta la sua solidarietà, da dietro la sua frangetta.


Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Jason

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Re:Io, mamma lavoratrice, non ce l'ho fatta...
« Risposta #2 il: Settembre 23, 2016, 12:09:18 pm »
Beppe Severgnini manifesterà tutta la sua solidarietà, da dietro la sua frangetta.


L'ha giá fatto,dicendo che é colpa di "noi uomini" che ostacoliamo le donne a "salvare il mondo".

Vale sempre la domanda di frank, ma se le donne sono cosí superiori come fanno a farsi ostacolare da noi inferiori ?

Per quanto riguarda la femminuccia dell'articolo , mi rivolgo ai single che ci leggono : schifate come la lebbra femminucce simili , che non esiterei a chiamare parassite.

Perché una che si lamenta in quel modo, e che vuole essere pagata ugualmente facendo meno ore di lavoro, é parassita. Una che relega le figlie alle tate per la sua carriera, pretendendo di fare pure meno ore, é parassita.
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Offline Fazer

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Re:Io, mamma lavoratrice, non ce l'ho fatta...
« Risposta #3 il: Settembre 23, 2016, 12:28:08 pm »
Si, ecco la (provvisoria) risposta.
Promette che domani provvederà ad atomizzarci i coglioni con una risposta più elaborata:

"Cara S., grazie. La tua lettera è bella, profonda e - posso dirlo? - scritta bene. Saresti una brava giornalista ma sei, di certo, una brava mamma e una donna intelligente. Domani, sul Corriere, ti rispondo nel merito. Ora mi limito a dire: voi donne salverete il mondo, come ci ricorda Aldo Cazzullo (SETTE di oggi). Ma noi uomini stiamo facendo di tutto per impedirvelo."

Fa più danni un femminista che 1000 femministe

Online Massimo

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Re:Io, mamma lavoratrice, non ce l'ho fatta...
« Risposta #4 il: Settembre 23, 2016, 13:04:17 pm »
Fa più danni un femminista che 1000 femministe

Capisci quindi perchè non c'è nemmeno più bisogno delle femministe per promuovere il femminismo?

Alberto1986

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Re:Io, mamma lavoratrice, non ce l'ho fatta...
« Risposta #5 il: Settembre 23, 2016, 16:35:41 pm »
....
..Ma noi uomini stiamo facendo di tutto per impedirvelo.".....

Questa è la cosa più esilarante di tutta questa buffonata di lettera tragicomica che il mocio eunuco femminista si è scritto da solo  :lol: 

Online Frank

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Re:Io, mamma lavoratrice, non ce l'ho fatta...
« Risposta #6 il: Settembre 23, 2016, 21:11:32 pm »
Questa è la cosa più esilarante di tutta questa buffonata di lettera tragicomica che il mocio eunuco femminista si è scritto da solo  :lol:

Ovviamente non ne ho la certezza, né mai potrò averla, ma anch'io son del parere che molte delle "lettere" che vengono pubblicate in quelle fogne femministe, infestate da irrecuperabili zerbini leccaculo come Cazzullo e Severgnini, siano realmente inventate e spacciate per vere.

Online Frank

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Re:Io, mamma lavoratrice, non ce l'ho fatta...
« Risposta #7 il: Settembre 23, 2016, 21:18:13 pm »
Comunque io seguito a chiedermi se i vari Severgnini e Cazzullo scriverebbero mai:
"Ma gli uomini musulmani stanno facendo di tutto per impedirvelo"...
anziché il solito generico:
"Noi uomini stiamo facendo di tutto per impedirvelo".

Io dico di no.  :cool2:

Offline Angelo

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Re:Io, mamma lavoratrice, non ce l'ho fatta...
« Risposta #8 il: Settembre 23, 2016, 21:28:09 pm »
Ovviamente non ne ho la certezza, né mai potrò averla, ma anch'io son del parere che molte delle "lettere" che vengono pubblicate in quelle fogne femministe, infestate da irrecuperabili zerbini leccaculo come Cazzullo e Severgnini, siano realmente inventate e spacciate per vere.

Assai probabile  :shifty:
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline Fazer

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Re:Io, mamma lavoratrice, non ce l'ho fatta...
« Risposta #9 il: Settembre 23, 2016, 21:34:52 pm »
Se Battiato fosse nato vent'anni dopo avrebbe scritto:

..."com'è difficile restare calmi e indifferenti
mentre tutto attorno vedo zerbini
In quest'epoca di cazzi
ci mancavano gli idioti ed i cretini

Vedo sempre sceme a frotte nelle vie del centro
e i Cazzullo e i Severgnini che le incensano per niente

Minima immoralia
Minima immoralia

E sommersi soprattutto da minchiate colossali
Sul ponte sventola bandiera bianca..."
 :flag1: :flag1: :flag1:



Offline Vicus

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Re:Io, mamma lavoratrice, non ce l'ho fatta...
« Risposta #10 il: Settembre 23, 2016, 21:37:43 pm »
 :lol: :lol: Pare di sentirla
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Sebastiano

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Re:Io, mamma lavoratrice, non ce l'ho fatta...
« Risposta #11 il: Settembre 23, 2016, 22:39:20 pm »
Si, ecco la (provvisoria) risposta.
Promette che domani provvederà ad atomizzarci i coglioni con una risposta più elaborata:

"Cara S., grazie. La tua lettera è bella, profonda e - posso dirlo? - scritta bene. Saresti una brava giornalista ma sei, di certo, una brava mamma e una donna intelligente. Domani, sul Corriere, ti rispondo nel merito. Ora mi limito a dire: voi donne salverete il mondo, come ci ricorda Aldo Cazzullo (SETTE di oggi). Ma noi uomini stiamo facendo di tutto per impedirvelo."

Fa più danni un femminista che 1000 femministe
Guarda, io ho qualche libro di Severgnini e in quel campo è uno spasso. Ma per il resto, caliamo un velo pietoso... è il re dei conformisti.

Quanto alla signora, trattasi di persona che non ha seguito le sue aspirazioni e su questo la sua autostima è crollata, o non si è mai costruita... il resto è venuto di conseguenza.