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Iniziative dell'antifemminismo cattolico

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Vicus:
Belissimo testo di Dag Tessore che demolisce pezzo per pezzo la visione femminista e rivaluta il ruolo maschile nella società:

Vicus:
Convegno organizzato da Silvio Destro, utente di questo forum:

Vicus:
Articolo di Corrispondenza Romana sulla Clinton, che parla chiaro contro il femminismo e ne mette in luce gli stretti legami con l'omosessismo:

http://www.corrispondenzaromana.it/rispolverato-il-femminismo-per-difendere-lagenda-omosessista/


Rispolverato il femminismo per difendere l’agenda omosessista

Hillary Clinton(di Mauro Faverzani) È l’ora del femminismo. A qualsiasi latitudine. Sembrava lo si potesse finalmente archiviare, dopo i danni ideologici prodotti in pieno clima sessantottino. Invece no. E da ferro vecchio è divenuto il grimaldello di nuovo utile come passepartout, per cercare di introdurre ovunque l’ideologia gender in nome di pretesi, fittizi e surrettizi “diritti”.

Di femministe è zeppo il comitato elettorale di Hillary Clinton, aspirante candidata per i Democratici alla Presidenza degli Stati Uniti, in vista delle prossime elezioni 2016. Ha un bersaglio nel mirino: i cattolici ed i “loro” dogmi tradizionali, trattati come nemici giurati, attaccati apertamente dall’ex-first lady, che, tolta la maschera, ha affermato giovedì scorso al summit dell’Ong femminista Women in the World, a New York, che «bisogna cambiare» quelle «credenze religiose», che condannano i «diritti riproduttivi». Una dichiarazione da non sottovalutare, pronunciata da chi è oggi in corsa per la Casa Bianca.

«I diritti devono esistere nella pratica, non solamente sulla carta. Le leggi devono essere supportate da risorse adeguate e da una precisa volontà politica. È necessario modificare i codici culturali radicati in profondità, le convinzioni confessionali ed i pregiudizi strutturali», ha affermato tra gli applausi delle sue stagionate cheerleaders. Criticando poi ancora una volta, pesantemente, la sentenza della Corte Suprema, che ha permesso provvidenzialmente alla società Hobby Lobby di non finanziare la contraccezione per le sue dipendenti: secondo la Clinton, solo alle donne spetterebbe decidere se fare o meno ricorso a pillole abortive ed alla sterilizzazione, mentre i datori di lavoro, anche contro le proprie convinzioni morali, dovrebbero essere costretti per legge a pagare, oltre tutto di tasca propria, queste loro scelte.

Rincarando la dose, per esser certa che il messaggio giungesse forte e chiaro, l’ex-first lady ed ex-Segretario di Stato ha violentemente criticato l’obiezione di coscienza all’Obamacare, al finanziamento dei programmi di “pianificazione” familiare ed alle politiche gay friendly. Tutti ostacoli, che – a suo dire – il governo dovrebbe far cadere. Intendiamoci, nulla di realmente nuovo: la Clinton obbedisce semplicemente ai diktat dell’agenda omosessista, già espressi a chiare lettere nel 2012 dal Fnuap, Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione, e ribaditi nel 2014 dal Comitato delle Nazioni Unite per i diritti dei bambini. Sempre l’anno scorso, il presidente della National Organization for Women statunitense, Terry O’Neill, pubblicò un articolo perfettamente in linea con l’Hillary-pensiero, articolo in cui si definì l’aborto una «misura essenziale per prevenire lo strazio della mortalità infantile», dimostrando a quale livello di disumana mistificazione dei fatti possa giungere l’ipocrisia dell’antilingua.

Netto il giudizio espresso in merito dall’agenzia on line “Reinformation.tv”: «Con un programma così sfacciatamente ostile ai cattolici, Hillary Clinton dimostra che ormai i promotori della cultura della morte e dello smantellamento della legge naturale non si nascondono più. Dietro la promozione dell’aborto, c’è in realtà la volontà di distruggere la religione ed, in particolare, la sola religione rimasta fedele al rispetto integrale della morale naturale».

Dagli Stati Uniti in Europa, la musica non cambia: anche qui il femminismo oltranzista è tornato in auge. In Francia se la prende soprattutto con la questione del gender. Per tornare all’attacco con un vecchio “cavallo di battaglia”, l’idea cioè di stravolgere completamente le regole grammaticali ritenute troppo «sessiste», invocare le «regole di prossimità» e poter scrivere un giorno che «uomini e donne sono belle».

Il fatto che, in qualche modo, il maschile possa “imporsi” sul femminile proprio alle post-sessantottine non va giù. Così han deciso, questa volta, di promuovere addirittura una pubblica petizione, da inviare al ministro Najat Vallaud-Belkacem, sapendola particolarmente sensibile a queste tematiche. Al punto da erogare 25,6 milioni di euro alla Ligue de l’enseignement, associazione vicina alle sue posizioni. Il ministero per la Pubblica Istruzione ha pagato, senza fiatare. Scatenando le ire di molti, come l’Observatoire des programmes scolaires. C’è un però: osservando chi siano le sigle scese in campo per la singolare rivendicazione, si scopre anche con chiarezza quale sia la loro matrice politica, quella della sinistra radicale.

Il collettivo L’uguaglianza non è una strega!, che ha promosso l’iniziativa assieme alla Ligue, è legato a filo doppio col Pcf, Partito Comunista Francese, di cui fan parte Henriette Zoughebi, vicepresidente di lista nel consiglio regionale dell’Île-de-France; Carine Delahaie, militante Lgbt, candidata del Fronte di Sinistra alle ultime Dipartimentali; Marc Thiberville, vicepresidente del Pcf nel consiglio generale della Val di Marne; Sylvie Altman, sindaco di Villeneuve-Saint-Georges; Malka Marcovich, membro della giuria del premio Laicità Repubblica.

Contemporaneamente in Italia alquanto sospetto pare il recente varo delle Linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo ed al cyberbullismo assieme ai corsi di formazione “ad hoc” per docenti, voluti dal Miur: il timore è che si cerchi di far rientrare dalla finestra ciò che fu buttato fuori dalla porta ovvero i libelli dal titolo Educare alla diversità?, ritirati dal Ministero a furor di popolo. Ma chi di progressismo ferisce, di progressismo perisce: così oggi il tanto sbandierato multiculturalismo della Sinistra italiana deve fare i conti con la chiara presa di posizione dell’agenzia on line “Civiltà islamica”, schieratasi con un articolo firmato da Abu Ismail Morselli dalla parte di un genitore oppostosi al Gioco del Rispetto, ritenuto troppo “gender friendly” ed improvvidamente introdotto nelle scuole materne comunali di Trieste, all’inizio quasi alla chetichella e senza informare adeguatamente circa i contenuti.

Solo la presa di posizione delle famiglie ha permesso di sviluppare in merito un vasto e vivace dibattito, che ha consentito di tramutare le perplessità in certezze, al punto da indurre una delle scuole municipali coinvolte ad uscire dal progetto ed a rinunciare alla sua applicazione. Questi elementi sono sufficienti, per dare l’idea di quanto massiccia, potente e ricca di mezzi e risorse sia l’offensiva sferrata dal fronte laicista al diritto naturale, calpestando i diritti veri ed infischiandosene di un sentire popolare su posizioni esattamente opposte. Ma ciò che qui si ricerca non è più nemmeno il consenso, bensì il silenzio, da ottenersi imbavagliando le bocche e, possibilmente, anche le coscienze. (Mauro Faverzani)

Vicus:
Vari articoli antifemministi:

Il femminismo: una cultura che ha voluto togliere la donna dalla donna
http://www.corrispondenzaromana.it/il-femminismo-una-cultura-che-ha-voluto-togliere-la-donna-dalla-donna/

Pornografia e femminismo spinto in aula: così rovinano i figli
http://www.corrispondenzaromana.it/notizie-brevi/pornografia-e-femminismo-spinto-in-aula-cosi-rovinano-i-figli/

Vallaud-Belkacem, una femminista alla Pubblica Istruzione
http://www.corrispondenzaromana.it/vallaud-belkacem-una-femminista-alla-pubblica-istruzione/

Argentina: isteriche femministe attaccano la cattedrale e i cattolici
http://www.corrispondenzaromana.it/argentina-isteriche-femministe-attaccano-la-cattedrale-e-i-cattolici/

Attacchi vetero-femministi contro il Cardinale Burke
http://blog.messainlatino.it/2015/02/attacchi-vetero-femministi-contro-il.html

di Cristina Siccardi

Nel desolante alveo della fede che oggi siamo costretti a vivere, dove il fiele diventa bevanda quotidiana, c’è chi riesce a mescerlo pubblicamente, scagliandosi con livore contro persone di adamantina ecclesialità. È possibile lanciare pietre, senza rispetto, contro un porporato dal profilo cattolico e dalla caratura teologica del cardinale Raymond Leo Burke? Oggi è possibile.
Lo ha fatto Gianni Gennari il 30 gennaio scorso con un articolo al vetriolo, pubblicato da “Vatican Insider”, dal titolo Se Burke non vuole le “chierichette”. Lo stratagemma escogitato dal giornalista-teologo (ordinato sacerdote nel 1965, fu vicino alle posizioni di Tonino Tatò – fondatore del “Movimento dei cattolici comunisti” nel 1943 – e di Enrico Berlinguer, del quale il primo divenne suo segretario. Gennari si sposò nel 1984, dopo aver ottenuto lo stato laicale) è quello di opporre il Cardinale, che tiene alta la bandiera degli insegnamenti perenni della Chiesa eludendo teologicamente alle mode mondane, al pensiero femminista, servendosi così di un obsoleto mezzo progressista che propagandava l’idea che la Chiesa fosse nemica della donna, intesa come categoria (gli odi emblematici seminati nelle società dal comunismo erano, è bene ricordarlo, uomo-donna, ricco-povero).
La sinistra ha sempre giocato sulla contrapposizione forzata fra uomo e donna, urtandosi evidentemente contro la civiltà cristiana (cristocentrica e mariana), e tale impostazione ideologica, purtroppo entrata nella Chiesa, elimina, con la menzogna e l’uguaglianza imposta di stampo illuminista, l’armonia e la bellezza degli opposti complementari, voluti e creati da Dio.
Il fatto che il cardinale Burke, che è stato Prefetto della Segnatura Apostolica, il Supremo Tribunale della Santa Sede, si allinei con la dottrina della Chiesa di sempre non dovrebbe scandalizzare le persone pensanti: le chierichette sono oggettivamente una presenza che disturba. Partiamo dall’etimologia, che chiarisce sempre al meglio i concetti: il termine «chierichetto» (piccolo chierico, piccolo sacerdote) deriva dal latino «clericus», forma aggettivale di clerus, indicante chi appartiene all’ordine sacerdotale.
Ebbene, «chierichetta» è la piccola chierica, ovvero la piccola sacerdotessa… basterebbe fermarsi qui per comprendere l’incompatibilità fra la bambina-ragazza e il servizio all’altare. In fondo, è molto semplice: esistono vocazioni diverse perché esistono sessi diversi. Lo scambio dei ruoli è molto pericoloso, crea competizioni sregolate, scompenso psicologico e organizzativo, caos e, soprattutto, profana l’ordine stabilito da Dio, di conseguenza distrugge l’equilibrio fra i rapporti umani. La Chiesa è sempre stata maestra di ordine e di armonia, di rispetto e di onore per Dio e, conseguentemente, per le persone e tra le persone, che, riverendo le leggi divine, non sono alterate dalle passioni terrene, quest’ultime vincolate al peccato originale: antagonismi, prevaricazioni, rivoluzioni non hanno ragion d’essere per chi riconosce il valore di ciascun ruolo.
Scriveva il Padre della Chiesa san Giovanni Crisostomo, commentando la seconda lettera a Timoteo: «Vedi come anche le donne erano ardenti, infiammate di fede; così Priscilla, così questa Claudia (…) si erano staccate nell’animo dalle faccende mondane, e maggiormente splendevano (…) La donna infatti porta su di sé una parte non piccola dell’organizzazione civile (…) e tanto meno in campo spirituale: può morire mille volte, se lo vuole, e molte sono state martirizzate; può custodire la castità, e meglio degli uomini, perché non è molestata da pari ardore; può mostrare modestia, dignità e illibatezza, senza di cui nessuno potrà vedere il Signore (Ebr 12, 14), e disprezzo per le ricchezze, se lo vuole: in breve, ogni altra virtù» (Omelie sulla seconda lettera a Timoteo, 10, 3).
Vedere ragazze con i pendenti ai lobi delle orecchie, che si aggiustano i capelli o che si guardano le unghie laccate, all’interno del presbiterio (dal greco πρεσβύτερος, presbýteros, «più anziano»; dal latino presbite, sacerdote, dunque il presbiterio è abitato da chi ha ricevuto una specifica e sacra Ordinazione) è qualcosa che stride non soltanto alla semantica lessicale, ma tanto più alla teologia, che si occupa delle cose di Dio e non di femminismo.
Il malevolo articolo è costruito sui luoghi comuni delle suffragette catto-comuniste e accusa la Chiesa di essere stata, nel passato, contro la figura femminile per partito preso, citando aneddoticamente san Pio X fra i persecutori beffardi delle donne. Sarebbe bene, proprio a tale proposito, invitare, chi dubita, a leggere i registri parrocchiali redatti di pugno da don Sarto (che parole utilizzava di encomio muliebre!) e i molteplici passi che questo Santo Pontefice scrisse nel suo copiosissimo carteggio ad onore proprio delle donne e fra questi spicca sua madre, Margherita Sarto, che egli amò, esaltò e venerò con la similare forza con la quale sant’Agostino amò, esaltò e venerò santa Monica. Le liriche parole, dettate dal cuore virile e non ideologico, che ritroviamo in questi santi, compreso don Bosco nei confronti di sua madre (il fondatore dei Salesiani profetizzò, il 6 gennaio 1870, una futura Roma «effemminata»), non si leggono in nessuna pagina progressista, sia laica che clericale.
Quando Gennari afferma che «la tendenza antifemminile è antica, in tutte le culture, e la troviamo anche nelle culture apparentemente moderne, non soltanto nella cultura cristiana e cattolica», mette ancor più in risalto la limpidezza dottrinale del cardinale Burke, autentico servitore della Chiesa, il quale non dice che «i tempi sono cambiati» e che le chierichette devono fare concorrenza ai chierichetti con accento rivendicativo, ma, in termini realistici e sacri, inneggia alle meraviglie della Sacra liturgia: in questa «“casa santa” (San Pietro), seguendo l’esempio della Madre di Dio e implorando la sua intercessione, scopriamo che il nostro unico “condividere” la nostra unica “eredità” è il Signore vivente per noi nella Chiesa e la nostra dimora permanente si trova in un popolo santo nella “comunione dei santi”» (Omelia del Cardinale Burke in San Pietro durante il pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum 2014).
Molte vocazioni sono nate proprio da bambini, servendo all’altare, guardando il Tabernacolo e il sacerdote. Molto difficile che una chiamata arrivi in compagnia delle piccole chieriche.

Sebastiano:

--- Citazione da: Vicus - Settembre 28, 2016, 11:52:16 am ---Di questo libro si è già parlato. Il testo smonta uno ad uno i cliché femministi con cui oggi ragionano le donne:


--- Termina citazione ---
Questo è il libro che mi ha aperto gli occhi...

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