L'omofobia è prodotta senz'altro dal femminismo. So che qui ci sono molti omofobi - e in effetti il Cristianesimo è una religione abbastanza femminista, dal mio punto di vista: prostrarsi davanti alla Madonna, onorare la madre, far inginocchiare il cavaliere, cioè l'uomo forte e dominatore, alla Dama... Non voglio convincere nessuno a diventare gay, io stesso non lo sono.
Comunque sia l'amore fra uomo e uomo era considerato, una volta, l'amore più virile. L'omosessualità maschile è virile. Perché mai allora oggi viene temuta? Perché mai gli uomini più virili, che però non hanno interesse per la famiglia (e quindi non dovrebbero avere interesse per le donne) rimangono "etero" e temono l'omosessualità come la peste bubbonica? Sicuramente il sentirsi definiti da un "orientamento sessuale" dà l'idea di un vincolo irreversibile. Oltretutto c'è un problema molto più grande. È stato proprio il femminismo a battersi e cominciare le campagne per i "diritti lgbt". Da qui l'idea dell'omosessualità maschile come qualcosa di "femminile" - un'idea affatto contraddittoria. Infatti gay oggi ci diventano principalmente i "femminielli". Se non ci fosse il femminismo l'omofobia svanirebbe nell'ombra. L'amore fra uomini tornerebbe ad essere amore per la virilità: e non, come appare oggi, amore per la femminilità. Sarebbe amore per la lotta, per la caccia, per lo Spirito, non per la docilità e l'erotismo. Così svanirebbe davvero l'omofobia: con la distruzione del femminismo. È ora che le comunità gay se ne rendano conto.
Perché un uomo dovrebbe diventare "femminile"? Il rifiuto della femminilità è sacrosanto! Se sono un uomo, ciò che è salutare per me è la virilità. Finché il femminismo invaderà il territorio lgbt l'omosessualità sarà avvolta dalla nefasta femminilità.