Autore Topic: L'epopea del West  (Letto 1420 volte)

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Offline Sardus_Pater

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L'epopea del West
« il: Ottobre 05, 2016, 16:38:46 pm »
Ispirato dai ricordi viciani del bisnonno che lavorava in California a fare la ferrovia, apro il thread su uno dei periodi più controversi della storia dell'umanità, quello della conquista (IMO di rapina nei confronti dei Nativi) del Grande Ovest statunitense. Controverso ma affascinante, un'epopea ritratto di un periodo in cui i metodi spicci per ottenere le cose erano pane quotidiano, le speranze erano molte di più di adesso (vedi la folla di immigrati che montavano sui conestoga per partire all'avventura col miraggio di terreni fertili o dell'oro), in cui nascevano dal nulla leggende create o dalla vox populi o dagli scrittori di dime novels, di aspre battaglie tra tutto e tutti per conquistarsi il proprio posto al sole (bianchi contro indiani, allevatori contro contadini, compagnie ferroviarie contro coloni, greasers contro gringos, nordisti contro sudisti eccetera), di esplorazioni e tanto altro.
Se siete interessati al tema, scrivete qui!

PS Io ho avuto mio nonno paterno che viveva a New York nei ruggenti anni '20, ma quella è un'altra storia...
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Vicus

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Re:L'epopea del West
« Risposta #1 il: Ottobre 05, 2016, 19:27:39 pm »
L'epopea del West, dalle caratteristiche prettamente maschili, è stata a lungo utilizzata dal cinema come catarsi per gli uomini che non si riconoscevano più nella società tecnocratica. Interessante il commento della Sposa Meccanica di McLuhan (1946):

Per quanto tempo il maschio urbano può vivere con la fantasia sulla frontiera di ottant'anni fa?

Man mano la frontiera recede storicamente, essa si staglia sempre più grande da un punto di vista i[/b]mmaginativo. Il pubblico non è mai stato « a casa sulle montagne », e la frontiera è scomparsa prima che questa generazione nascesse. L'uomo vive nel mondo affollato, vivace e ottimistico del trambusto degli affari e del cambiamento sistematico. Perché dovrebbe essere ossessionato da un passato arcaico in cui non vi erano né commercio, né routine, né mutamenti? La commedia western è infatti un universo stilizzato di qualità senza tempo; gli uomini, le donne, i cavalli, i fucili, i vestiti e i ranch in questi film sono al di là della moda o dei cataloghi tipo « Postal Market ». Il progresso industriale non ha parte in questo mondo.
Si tratta di un passato ideale costruito su misura per giustificare un futuro ideale? Oppure è solo un ideale contrasto con la realtà odierna?
Offre una verve cavalleresca e personaggi dall'individualismo spietato ed esuberante ad una popolazione abbrutita dalla routine meccanica e stordita dai complessi mutamenti economici e domestici. L'antico nemico era una elegante aristocrazia feudale. Il nuovo nemico è la macchina elegante e anonima. Per quanti sono sopraffatti dalla dimensione industriale su vasta scala, l'Ovest ripristina l'immagine di una dimensione umana. Per una società commerciale molto avanzata lungo la strada di una burocrazia monopolistica, l'Ovest tiene alta l'immagine primordiale dell'imprenditore solitario. Questo è il motivo per cui l'immagine di celluloide diventa sempre più vivida man mano che la realtà storica si fa più cupa.
Gli uomini di questi tempi girano a vuoto. Diventa sempre meno chiaro il ruolo del maschio nella società, sempre astratto, fragile e precario,
se paragonato alla sicurezza biologica femminile. L'uomo, il codificatore delle leggi e dei rituali che provvede ai bisogni della famiglia, perde la fiducia in se stesso. Per milioni di uomini del genere la commedia western presenta un mondo non domestico di una semplicità rassicurante, in cui non vi sono problemi di tipo economico.
La commedia western e la « soap opera » incarnano due delle più importanti tradizioni americane, la frontiera e la piccola città. Ma le due tradizioni sono divise piuttosto che unite. Esse indicano quella separazione radicale fra il commercio e la società, fra l'azione e il sentimento, il lavoro e la casa, fra l'uomo e la donna, che è così caratteristica dell'uomo industriale. Queste divisioni non si possono risanare finché non si percepisca la loro portata globale.

Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

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Re:L'epopea del West
« Risposta #2 il: Ottobre 06, 2016, 01:52:11 am »
PS Il tema della scomparsa dei nativi americani meriterebbe un topic intero...

Interessantissima l'epoca degli anni '20, anticipatrice della nostra: consumismo e femminismo ante litteram, Gold Standard (una specie di Euro), clima festivo da Titanic in un contesto di speculazione globale.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Sardus_Pater

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Re:L'epopea del West
« Risposta #3 il: Ottobre 10, 2016, 00:31:08 am »
Interessante l'analisi del mito della frontiera proposta da Mc Luhan, ma che si basava sul western edulcorato della Hollywood dell'epoca. Il vero West era molto meno romantico, non so se qualche medio borghese potesse/possa davvero identificarsi in qualche tipologia di personaggio dell'epoca.
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Offline Vicus

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Re:L'epopea del West
« Risposta #4 il: Ottobre 10, 2016, 02:30:40 am »
McLuhan esamina il mito del West creato dal cinema. Per un West un po' più realistico, bisogna vedere I Cancelli del Cielo di Cimino :lol:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.