Autore Topic: Eugenio Scalfari getta la maschera: la democrazia DI FATTO è un' OLIGARCHIA  (Letto 1059 volte)

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Online Massimo

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Anche se non c'entra molto con la QM (ma fino ad un certo punto) vale la pena menzionare ciò che ha scritto oggi il mai apprezzato (da me)
Eugenio Scalfari, direttore del mai apprezzato (da me) quotidiano La Repubblica nel suo articolo di fondo nel quale con candore afferma che
la democrazia diretta non è possibile in uno stato moderno, ma solo una democrazia rappresentativa che DI FATTO è un'oligarchia. Quando
lo diceva il giornalista "maledetto" Massimo Fini questa era una bestemmia, un'eresia. Adesso che il re è nudo e tutti vedono che i cittadini
non contano un'accidente di niente, arriva bello bello il nostro Vate(r) Scalfari ad illuminarci sul carattere OLIGARCHICO della democrazia e a
dirci che l'alternativa all'oligarchia democratica può essere solo la dittatura. Perchè allora non privare il cittadino comune degli ultimi diritti a
lui rimasti, non farlo neppure più votare, a questo punto (tanto, a che serve?) e a farci governare direttamente da Bruxelles? E' la tesi che
appunto sostiene Scalfari: che venga a governarci l'Europa, la BCE, la JP Morgan ed il Fondo Monetario Internazionale che ci propineranno
così la precarietà spinta delle nostre esistenze, la dittatura della finanza internazionale, del "politically correct" e il femminismo dei salotti e
dei media, tutti allineati al mainstram dominante. Con la benedizione autorevole del santone Scalfari che ha finalmente gettato la maschera

Offline Vicus

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Re:Eugenio Scalfari getta la maschera: la democrazia DI FATTO è un' OLIGARCHIA
« Risposta #1 il: Ottobre 09, 2016, 17:05:36 pm »
Almeno stavolta Scalfari non dice niente di sbagliato e, da quella nullità che è, come sempre non inventa nulla: è un assioma di tutta l’arte politica che vuole tanto più forte il momento dell’autorità quanto più vasto e diversificato è il complesso in cui conservare l’unità.
Questo principipio fondamentale fu enunciato già dagli antichi. Tacito, Hist., I, 16, fa dire a Galba, nell’atto di adottare per successore Pisone, che la gran mole dell’impero non poteva restare in equilibrio senza un unico reggitore. D’altronde la giustificazione storica del passaggio di Roma dalla repubblica alla monarchia fu generalmente ricavata da questa esigenza.

In sintesi: un governo multinazionale o mondiale non può essere democratico, come vuol farci credere il falso buonismo mondialista.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.