Gli antifemministi che propongono solo una pars costruens sembra che non tengano conto del fatto che nella storia, prima di ogni cambiamento epocale, la pars costruens sia sempre stata preceduta da una necessaria ed imprescindibile pars destruens. Questa ovvietà era stata ben compresa fin dall’epoca degli antichi Romani quando edificarono l’Impero.
Anche il femminismo propone una pars costruens con gli uomini sebbene le femministe intendano per quest’ultima l’instaurazione di un dispotismo della donna sull’uomo nell’ambito del capitalismo internazionale ma prima di ciò il femminismo si è impegnato a fondo, soprattutto con il ‘68 e la susseguente seconda ondata femminista degli anni settanta, ad esercitare e propagandare per decenni una critica erosiva e demolitrice dell’uomo, del padre e della figura maschile. Solo quando il femminismo è riuscito ad indebolire l’uomo, il quale alla fine ha ceduto ed è precipitato in rovina, è iniziata la cosiddetta fase della “rieducazione del maschio”.
Da questo punto di vista, il femminismo ha messo in atto, con una logica tanto fredda quanto svergognata, gli insegnamenti offerti dai vari corsi e ricorsi della storia, per abbattere dunque un sistema esistente non è sufficiente auspicare ed adoperarsi per una pars costruens per quanto giusta questa possa essere.
Il femminismo, come d’altronde ogni altra ideologia, non può tollerare che accanto a se esista una weltanschauung differente dalla propria, la femminista esige di essere riconosciuta come unica ed esclusiva, in quest’ottica, l’uomo, la famiglia, lo Stato, l’intera società debbono adeguarsi e conformarsi alla sua concezione, pertanto non può esistere accanto a sé l’uomo che c’era prima del suo avvento.
Alcuni uomini antifemministi vorrebbero, in buona fede, infrangere lo stato di cose esistenti ma la povertà spirituale ed ideale gli sottrae quel vigore senza il quale nessun cambiamento è possibile, l’importanza che il sesso riveste nella loro vita li porta a ragionamenti miserevoli facilmente smascherabili dalle femministe come anche dalle donne in generale così proseguono imperterriti a prendere scoppole e risultano, al netto del risultato, essere troppo deboli per poter pensare di cambiare lo stato esistente.
I femministi, invece, hanno rinunciato completamente a battersi perché cercano di ingraziarsi le donne per barattare un po' di sesso in cambio del loro essere uomini e tutti i loro sproloqui alla fin fine non sono che un ipocrita barcamenare volto a ritagliarsi una nicchia sessuale e la loro squallida esistenza meschina non è che un prodigare a costruirsi una cuccia dove poter sopravvivere sotto il castello femminista ma se un giorno una donna dovesse decidere di scacciare un femminista dalla sua nicchia sessuale, tutti i suoi pensieri e le sue azioni sarebbero volti, anche mediante l’utilizzo della violenza e dei trucchi più viscidi e subdoli, a cercare di riottenere la sua ambita fonte sessuale anche a costo dell’ultimo barlume di dignità che dovrebbe avere non un uomo ma un essere vivente. E’ chiaro che con simile genia non si va da nessuna parte.
E’ un tratto distintivo della femminista, quindi, il suo carattere totalitario, intransigente, fazioso e radicale ma è con questo aspro stato di fatto che, volenti o nolenti, ci dobbiamo confrontare, perciò, gli uomini che vogliono fare qualcosa per la rinascita maschile non devono rompersi il capo a soffermarsi su come sarebbe bello se la situazione attuale non fosse questa ma debbono cercare il modo di liquidare il presente stato di fatto perché un’ideologia come quella femminista colma di diabolico fanatismo ed intransigenza può essere addomesticata soltanto applicando il noto principio della terza dinamica ovvero un’idea che sia dotata almeno di pari vigore e sia moralmente ed eticamente incorrotta, integerrima e tangibilmente autentica.
Un uomo che si propone di abbattere il femminismo, dunque, non scende a compromessi con esso, non è disposto ad interagire o ad interloquire con le femministe e con ciò che deplora ma sente imperiosamente dentro di se il dovere dinanzi al Signore, agli altri uomini ed a se stesso di combattere simili barbarie fino ai limiti della proprie possibilità umane contribuendo al suo disfacimento irreversibile.