Autore Topic: Maurizio Vitali sulla figlicida Panarello : perdonismo cattomunista ?  (Letto 7036 volte)

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Offline ilmarmocchio

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Vergognoso articolo giustificazionista di Maurizio Vitali

http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2016/10/18/VERONICA-PANARELLO-CONDANNATA-Il-dramma-di-una-donna-che-chiede-come-si-fa-a-vivere/728719/

Maurizio Vitali
martedì 18 ottobre 2016
VERONICA PANARELLO CONDANNATA. La condanna a trent'anni di carcere è il massimo della pena che si
poteva infliggere a Veronica Panarello per il reato di omicidio volontario e occultamento di cadavere stabilito in
un processo con rito abbreviato. L'omicidio è quello del figlio, Loris Stival, 8 anni, avvenuto nella casa di famiglia
di Santa Croce Camerina (Ragusa) il 29 novembre del 2014, quando il bimbo aveva otto anni e la mamma 27. Il
pm aveva chiesto anche la premeditazione, ma non l'ha ottenuta; ha ottenuto egualmente i trent'anni invocati.
Ma non ha brindato alla vittoria: la storia è troppo tragica.
Il marito, Davide Stival, che intanto si è separato, forse di anni di galera ne avrebbe voluti 50, comunque gli
andrebbero bene un paio di milioni per i danni derivanti dal dolore subìto: sì, due milioni, a tanto ammonta la
sofferenza. Papà Andrea, suocero di Veronica, punta a un secondo processo contro la nuora per calunnia. Già
perché Veronica ha anche sostenuto che lui, il suocero, era suo amante e assassino del piccolo che li avrebbe
beccati, poer ninìn, in actu exercito. Personaggi gretti di un triste spettacolo dove non esistono i buoni e i cattivi. E
dove non compare più nemmeno non dico una struggente tenerezza ma uno straccio di ricordo, toh, di citazione,
della povera vittima innocente: il piccolo Loris. Quel dolore innocente metterebbe di fronte al mistero. Invece i
nostri personaggi chiedono una giustizia a loro misura e possibilmente utilità, che gli dia piena soddisfazione (in
euri o in ulteriori anni di galera alla reproba). Ma né i soldi né l'occhio per occhio scioglieranno mai il loro grumo
di rabbia.
Non è la condanna da guardarci dentro per decidere chi e quanto ha ragione o torto. E' il volto di lei, quello
ancora del giorno dell'arresto, il capo arrovesciato all'indietro, il volto straziato, stravolto e quasi sfigurato da un
abisso imperscrutabile di dolore, certamente, ma anche non sapresti dire se di malvagità, di follia, di
smarrimento di sé. Di disperazione, certo. Come un urlo di Munch, ma come più miserabile e del tutto privo
della grandezza cosmica del dipinto; o una Eva di Masaccio cacciata dal Paradiso, ma come più banalmente
inebetita e lontana dalla sua vertiginosa universale tragicità.
E' quello di mamma Veronica, probabilmente, il volto e l'urlo delle non poche a disgraziate mamme veroniche,
disperate o impazzite, che hanno ucciso anche in maniera efferata i loro figli piccoli, da Anna Maria Franzoni
(Cogne, 2002), agli altri episodi di Merano e Lecco (accoltellamento e annegamento, 2005), Parabiago
(strangolamento, 2009), Venezia (soffocamento, 2010), Orbetello (annegamento, 2011), Lecco (colpi alla testa,
2013), Calabria (tagli con le forbici).
Tutte donne che non hanno saputo reggere il rapporto più intimo e profondo che ci sia nell'esistenza umana,
quello della madre con il proprio figlio. Ci sarà malvagità, follia, menzogna — e chi può misurarle?, ma c'è
l'incapacità ad attraversare la fatica quotidiana di un bimbo da crescere, una casa da governare, un marito da
amare, magari una depressione da tenere a bada, e goderne anziché esserne stroncati. E come si fa a farcela se
facilmente si è vittime della propria profonda "insicurezza esistenziale", per usare i termini di Zygmunt Bauman,
spesso legata alla solitudine, al non sentirsi amati e abbracciati per quello che si è, alla mancanza di amicizia, così
normali nelle nostre relazioni formali o chattanti?
Ecco, il volto e l'urlo di Veronica ultimamente non chiedono chi ha ragione e chi ha torto, come ci si fa giustizia o
come ci si fa risarcire, ma come si fa a vivere. Scappare da questa domanda è la più tragica delle menzogne, per
tutti.

« Ultima modifica: Ottobre 23, 2016, 17:14:44 pm da ilmarmocchio »

Offline ilmarmocchio

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Re:l'assassina Panarello
« Risposta #1 il: Ottobre 18, 2016, 09:52:15 am »
Ecco un bell'esempio del cancro italiano : il cattocomunismo

http://culturacattolica.it/?id=213&id_n=34324

Nato nel 1951 a Melzo (Mi), quando c’erano più operai che compro oro; laurea in Filosofia all’Università degli studi di Milano quando essa era tutta marxista; giornalista professionista, ma non perché “è sempre meglio di andare a lavorare”.
Dal ’72 al 76 segretario generale dell’Istituto di Studi e Ricerche post-universitarie "Istra" di Milano, diretto dall’allora sacerdote prof. Angelo Scola, che poi ne ha fatta di strada. Dal 1977 al 1989 direttore di Cl-Litterae Communionis, mensile di Comunione e Liberazione, che allora aveva il titolo in latino e che invece adesso ce l’ha in italiano e si chiama “Tracce”. Collaborazioni a Il Tempo, Avvenire, Il Sabato ed altre testate, quasi sempre a gratis perché l’importante è avere una missione da compiere.
Nel 1987 tra i soci fondatori della Scuola Italiana di Dottrina Sociale, presieduta da Augusto Del Noce; membro dei CdA e docente della scuola stessa sino al 1992, con centinaia di conferenze in tutta Italia..
Nel 1989 entra nella redazione del quotidiano Il Giorno; redattore di Politica estera, inviato in Polonia e Cecoslovacchia per le prime elezioni post-comunismo, diviene poi vice-responsabile delle Cronache della Lombardia, e successivamente responsabile del Servizio di Politica nazionale e titolare di una rubrica quotidiana di analisi politica ("Lunario"), fino al ‘97.
Dal ‘98 al 2013 Direttore di “Lombardia Notizie”, Agenzia di stampa quotidiana della Regione Lombardia, ma scritta in italiano. Dal 1989 al 1992 e dal 1999 al 2008 è stato membro dei Consiglio di presidenza dell’Istituto per la Formazione al Giornalismo ‘Carlo De Martino’ di Milano.
Dal 1997 è presidente del Banco di Solidarietà Enzo Piccinini con sede a Pozzuolo Martesana perché i poveri li avrete sempre con voi. Collabora a “La Nuova Europa”, sempre a gratis perché, si ribadisce, l’importante è avere una missione da compiere.


marxista, ma anche cattolico.  :doh:

upload photos

Non ci si sbaglia mai , nella biografia compaiono i termini chiave " solidarietà" e "sociale" :
cattocomunismo del peggiore





Offline Vicus

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Re:l'assassina Panarello
« Risposta #2 il: Ottobre 18, 2016, 10:08:19 am »
Articolo rivoltante che poi non ha nulla di cattolico, potrebbe essere apparso sulla Stampa, si parla di questioni umane senza alcun riferimento al soprannaturale. Ma per alcuni dei delitti che elenca ci sono ipotesi più complesse e tutt'altro che femministe:

http://paolofranceschetti.blogspot.fr/2014/01/dallultimo-numero-di-delitti-e-misteri.html

Se questa è la ricostruzione – così emerge dagli atti – risulta evidente che Annamaria Franzoni sia innocente per vari motivi.
-          La donna viene trovata completamente pulita, senza neanche una traccia di sangue addosso, sui capelli, o sui vestiti; una caratteristica di tutti i delitti all’arma bianca è che l’assassino si macchi non solo i vestiti, ma ogni parte del corpo, capelli, unghie, scarpe, viso, ecc. Per commettere un omicidio del genere, quindi, l’assassino deve avere il tempo di lavarsi accuratamente (lasciando tracce che verrebbero necessariamente rilevate dai RIS) e poi cambiarsi, facendo sparire gli abiti sporchi. L’assassino poi lascia macchie ovunque, sulle maniglie delle porte, sul lavandino del bagno, ecc.
-          Nessuna traccia di sangue viene ritrovata al di fuori della stanza del delitto, nel bagno o altrove; eppure l’enorme quantità di sangue fuoriuscita dalla testa del bambino, in misura e forza tali da raggiungere addirittura il soffitto, rende di fatto impossibile l’ipotesi che l’assassino, chiunque esso sia, non abbia lasciato tracce (e abbondanti) in altre parti della casa.
-          La perizia psichiatrica disposta dal PM stabilì che la donna soffriva di un disturbo dissociativo chiamato “stato crepuscolare orientato”, inesistente in psichiatria e in particolare nel cosiddetto DSM, vera e propria guida dei disturbi psichiatrici adottata dalla comunità mondiale dei medici; altre perizie invece non trovarono nella donna alcuna anomalia di vita, di condizioni, o di altro tipo.
-          L’arma del delitto non viene ritrovata. Come avrebbe fatto Annamaria a nasconderla in breve tempo? E dove l’avrebbe nascosta? La villa di Cogne, nonostante la qualifica di “villa” che i media hanno sempre attribuito alla casa, è in realtà una tipica casetta di montagna, con una superficie non superiore ai 100 metriquadri, forse anche meno. Attorno alla casa c’è solo prato, che in quel periodo era coperto di neve; impossibile quindi che l’arma sia stata portata fuori casa dalla donna, perché ne sarebbero rimaste le tracce.
-          Nell’ipotesi che l’assassina fosse stata la madre, ella avrebbe avuto al massimo sei minuti e mezzo (cfr. gli orari della ricostruzione giudiziale) per: 1) indossare il pigiama e indossare gli zoccoli; 2) uccidere il bambino, 3) cambiarsi il pigiama e indossare vestiti puliti, 4) lavarsi, 5) far sparire ogni traccia di sangue, 6) far sparire l’arma del delitto, e poi infine 7) telefonare.
-          Inoltre,  se Annamaria avesse indossato gli zoccoli durante l’omicidio, avrebbe dovuto necessariamente calpestare il sangue della stanza nel camminare lasciando tracce sotto alla suola.

Ad escludere che l’omicidio possa essere avvenuto prima che Annamaria avesse accompagnato il figlio allo scuolabus valgono le testimonianze di un vicino, che ha narrato di averla vista pochi secondi dopo la partenza del bus, e di averci chiacchierato serenamente di ordinarie faccende quotidiane; la donna appariva serena e tranquilla, e si avviò verso casa senza mostrare alcun segno di inquietudine; impossibile, insomma, che l’omicidio potesse essere stato già commesso da lei, perché nessun essere umano avrebbe la freddezza di recitare così bene dopo aver ucciso il figlio; e rimarrebbe poi sempre da spiegare la mancanza di tracce di sangue al di fuori della stanza del delitto.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline ilmarmocchio

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Re:l'assassina Panarello
« Risposta #3 il: Ottobre 18, 2016, 10:46:20 am »
Vicus, purtroppo l'articolo ha molto di cattolico ( cattolicesimo mainstream  :cool: ) oltre al fatto che Vitali lavora per organizzazioni cattoliche.
Il perdonismo delirante , lo stare sempre dalla parte del colpevole,  l'incolpare sempre la società.
No, non ci siamo proprio.
Riguardo  la Franzoni,  ci fu il ruolo ambiguo della dottoressa intervenuta per prima, che, oltre a somministrare una fiala di cortisone, lavò la testa del bambino.
Tutto il contegno poi della Franzoni non ha mai convinto

Offline Vicus

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Re:l'assassina Panarello
« Risposta #4 il: Ottobre 18, 2016, 11:04:59 am »
Il buonismo sciropposo non ha nulla di cattolico, un tale linguaggio sarebbe stato impensabile pochi decenni fa. Poi, certo, si può ricorrere al sofisma di isolare un pessimo esempio e prenderlo come il tutto.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline giuspal

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Re:l'assassina Panarello
« Risposta #5 il: Ottobre 18, 2016, 14:44:00 pm »
I cattocomunisti sono stati sempre "cattolici" a chiacchiere.
Dietro al loro buonismo c'è sempre stato l'interesse personale o di partito.
La loro logica è basata sul potere ne' più ne' meno di quella di altri schieramenti.
Paradossalmente è più onesto chi dice a chiare lettere: "Io voglio il potere" a differenza di certa feccia il cui modus operandi consiste nel fare la bella faccia sorridente davanti per poi puntualmente accoltellare il prossimo alle spalle.  :sick:
"SANTO DIO! PERCHE' SI BEFFANO COSI' DELLA GENTE?" (Enrico V)

"Poca osservazione e molto ragionamento conducono all'errore. Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità" (Alexis Carrel)

Offline ilmarmocchio

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Re:l'assassina Panarello
« Risposta #6 il: Ottobre 18, 2016, 16:05:24 pm »
Il buonismo sciropposo non ha nulla di cattolico, un tale linguaggio sarebbe stato impensabile pochi decenni fa. Poi, certo, si può ricorrere al sofisma di isolare un pessimo esempio e prenderlo come il tutto.
No, non è un singolo esempio, ma la dottrina della chiesa attuale. 
Non sarà della vostra, ma della chiesa cattolica si.
Basta leggere l'avvenire e ascoltare i deliri di el papa

Online Massimo

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Re:l'assassina Panarello
« Risposta #7 il: Ottobre 18, 2016, 19:05:52 pm »
Il buonismo sciropposo non ha nulla di cattolico, un tale linguaggio sarebbe stato impensabile pochi decenni fa. Poi, certo, si può ricorrere al sofisma di isolare un pessimo esempio e prenderlo come il tutto.

Il buonismo sciropposo cattolico lo è diventato non appena è diventato conveniente ed opportuno per la Chiesa. Un pò come il celibato
obbligatorio per i preti.

Offline Vicus

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Re:l'assassina Panarello
« Risposta #8 il: Ottobre 18, 2016, 19:19:51 pm »
La dottrina cattolica la fanno i Padri e il Magistero infallibile. Non Avvenire e neppure i discorsi del Papa quando contraddicono il Magistero precedente.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:l'assassina Panarello
« Risposta #9 il: Ottobre 18, 2016, 19:22:01 pm »
Vergognoso articolo giustificazionista di Maurizio Vitali

http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2016/10/18/VERONICA-PANARELLO-CONDANNATA-Il-dramma-di-una-donna-che-chiede-come-si-fa-a-vivere/728719/

Maurizio Vitali
martedì 18 ottobre 2016
VERONICA PANARELLO CONDANNATA. La condanna a trent'anni di carcere è il massimo della pena che si
poteva infliggere a Veronica Panarello per il reato di omicidio volontario e occultamento di cadavere stabilito in
un processo con rito abbreviato. L'omicidio è quello del figlio, Loris Stival, 8 anni, avvenuto nella casa di famiglia
di Santa Croce Camerina (Ragusa) il 29 novembre del 2014, quando il bimbo aveva otto anni e la mamma 27. Il
pm aveva chiesto anche la premeditazione, ma non l'ha ottenuta; ha ottenuto egualmente i trent'anni invocati.
Ma non ha brindato alla vittoria: la storia è troppo tragica.
Il marito, Davide Stival, che intanto si è separato, forse di anni di galera ne avrebbe voluti 50, comunque gli
andrebbero bene un paio di milioni per i danni derivanti dal dolore subìto: sì, due milioni, a tanto ammonta la
sofferenza. Papà Andrea, suocero di Veronica, punta a un secondo processo contro la nuora per calunnia. Già
perché Veronica ha anche sostenuto che lui, il suocero, era suo amante e assassino del piccolo che li avrebbe
beccati, poer ninìn, in actu exercito. Personaggi gretti di un triste spettacolo dove non esistono i buoni e i cattivi. E
dove non compare più nemmeno non dico una struggente tenerezza ma uno straccio di ricordo, toh, di citazione,
della povera vittima innocente: il piccolo Loris. Quel dolore innocente metterebbe di fronte al mistero. Invece i
nostri personaggi chiedono una giustizia a loro misura e possibilmente utilità, che gli dia piena soddisfazione (in
euri o in ulteriori anni di galera alla reproba). Ma né i soldi né l'occhio per occhio scioglieranno mai il loro grumo
di rabbia.
Non è la condanna da guardarci dentro per decidere chi e quanto ha ragione o torto. E' il volto di lei, quello
ancora del giorno dell'arresto, il capo arrovesciato all'indietro, il volto straziato, stravolto e quasi sfigurato da un
abisso imperscrutabile di dolore, certamente, ma anche non sapresti dire se di malvagità, di follia, di
smarrimento di sé. Di disperazione, certo. Come un urlo di Munch, ma come più miserabile e del tutto privo
della grandezza cosmica del dipinto; o una Eva di Masaccio cacciata dal Paradiso, ma come più banalmente
inebetita e lontana dalla sua vertiginosa universale tragicità.
E' quello di mamma Veronica, probabilmente, il volto e l'urlo delle non poche a disgraziate mamme veroniche,
disperate o impazzite, che hanno ucciso anche in maniera efferata i loro figli piccoli, da Anna Maria Franzoni
(Cogne, 2002), agli altri episodi di Merano e Lecco (accoltellamento e annegamento, 2005), Parabiago
(strangolamento, 2009), Venezia (soffocamento, 2010), Orbetello (annegamento, 2011), Lecco (colpi alla testa,
2013), Calabria (tagli con le forbici).
Tutte donne che non hanno saputo reggere il rapporto più intimo e profondo che ci sia nell'esistenza umana,
quello della madre con il proprio figlio. Ci sarà malvagità, follia, menzogna — e chi può misurarle?, ma c'è
l'incapacità ad attraversare la fatica quotidiana di un bimbo da crescere, una casa da governare, un marito da
amare, magari una depressione da tenere a bada, e goderne anziché esserne stroncati. E come si fa a farcela se
facilmente si è vittime della propria profonda "insicurezza esistenziale", per usare i termini di Zygmunt Bauman,
spesso legata alla solitudine, al non sentirsi amati e abbracciati per quello che si è, alla mancanza di amicizia, così
normali nelle nostre relazioni formali o chattanti?
Ecco, il volto e l'urlo di Veronica ultimamente non chiedono chi ha ragione e chi ha torto, come ci si fa giustizia o
come ci si fa risarcire, ma come si fa a vivere. Scappare da questa domanda è la più tragica delle menzogne, per
tutti.

Quindi la povera donna era "disperata", era "depressa", "faceva fatica a vivere", "aveva il volto sfigurato da un abisso di dolore".
Quanti uomini assassini o accusati di omicidio sono descritti in questo modo dalla stampa di oggi? Nessuno, nada, zero carbonella.
Sono solo CRIMINALI. E basta. E come tali vanno trattati. E questo per una logicissima e validissima ragione: che mentre l'uomo, anzi
il "maschio" è libero e PRIVILEGIATO (sempre e comunque) la donna è sempre "oppressa, limitata e condizionata". Ergo i meriti delle
sue azioni positive sono tutti suoi e solo suoi; le colpe dei suoi crimini solo "degli altri", "della società " o della "cultura patriarcale".
Che questa tesi venga sostenuta dalle femministe, passi. Fanno la loro parte e il loro mestiere. Fazioso e schierato. Ma che venga
difesa dal solito zerbino fa girare i cosiddetti. Una volta erano le donne a giustificare gli uomini qualunque cosa facessero. Ma almeno
lo facevano perchè costrette. E perchè dipendevano economicamente dagli uomini. Certi deficienti invece l'altro sesso lo giustificano di
loro iniziativa e per loro volontà. Poco importa se l'idiota è cattolico, cattocomunista, ateo, oppure avventista. Conta che sia maschio
occidentale. Solo se fosse musulmano certe fesserie non le direbbe. Quasi quasi mi metto a tifare per l'Isis nella battaglia di Mossul. 


Offline Jason

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Re:l'assassina Panarello
« Risposta #10 il: Ottobre 18, 2016, 19:23:00 pm »
No, non è un singolo esempio, ma la dottrina della chiesa attuale. 
Non sarà della vostra, ma della chiesa cattolica si.
Basta leggere l'avvenire e ascoltare i deliri di el papa

Se Avvenire fa discorsi femministi non vuol dire che la dottrina cattolica è diventata femminista , perchè per la Chiesa intesa come entità e comunità i punti di riferimento sono la Bibbia ed il magistero .
I cattocomunisti sono cattolici quanto le femministe sono per la parità dei sessi .

PS Massimo, le donne una volta non giustificavano un bel niente, nè tantomeno perchè "costrette" ( costrette da cosa ? Chi costringeva chi ? Sono le femministe ad inventarsi che una volta gli uomini "costringevano" . ) , semplicemente c'erano dei ruoli e delle regole che valevano per tutti , insomma c'era L'Etica .
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

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Re:l'assassina Panarello
« Risposta #11 il: Ottobre 18, 2016, 19:28:16 pm »
In più, l'articolo di Avvenire non contiene una riga di riferimento alla fede cattolica, quindi è "dottrina cattolica" come un articolo della Stampa è un'enciclica papale.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Jason

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Re:l'assassina Panarello
« Risposta #12 il: Ottobre 18, 2016, 19:34:38 pm »
Quasi quasi mi metto a tifare per l'Isis nella battaglia di Mossul.

Isis ? Sarebbero quei mercenari wahabiti al soldo della NATO pagati per distruggere la Siria ? Guarda che quelli , oltre a schiavizzare e perseguitare yazidi e cristiani, vogliono sterminare sciiti, alawiti e sunniti siriani. La parte buona dell'islam .
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Offline Jason

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Re:l'assassina Panarello
« Risposta #13 il: Ottobre 18, 2016, 19:36:32 pm »
In più, l'articolo di Avvenire non contiene una riga di riferimento alla fede cattolica, quindi è "dottrina cattolica" come un articolo della Stampa è un'enciclica papale.

Purtroppo noto molta confusione perchè si pensa che siccome Avvenire ha scritto un disgustoso articolo femminista, allora la Chiesa è femminista . Ma se un giornale sedicente cattolico scrive boiate femministe o mondialiste, o distorce quello che c'è scritto nella Bibbia o nel magistero, allora non è cattolico , secondo il CCC  . Del resto si è sempre detto che non basta dichiararsi cattolico per esserlo nei fatti .
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Re:l'assassina Panarello
« Risposta #14 il: Ottobre 18, 2016, 20:19:18 pm »
Sono tutti cattolici, specie sotto elezioni.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.