E' di ieri la (bella) notizia dell'ergastolo confermato per Sabrina Misseri e la madre Cosima per l'omicidio di Sara Scazzi. Una volta tanto la
magistratura italiana ci fa delle belle sorprese. Incolpato all'inizio il padre di Sabrina, Michele, tutti i media si sono avventati su di lui, sull'
esemplare di maschio "animale" che violenta e uccide le ragazzine. Quando poi la verità è saltata fuori, cioè si è trattato di omicidio da
parte della cugina racchia, spalleggiata dalla madre (racchia anche lei) per una banale gelosia femminile l'attenzione mediatica ha preso
un'altra piega e Michele ha fatto subito la figura dell'imbecille telecomandato dalla figlia e dalla moglie e spinto da costoro a confessare
una colpa non sua: essendo lo scemo di casa il sacrificabile era lui. Ovviamente le commentatrici femministe si sono guardate bene dal
riconoscere la cantonata presa nello scatenarsi contro il falso colpevole. Da parte loro, silenzio tombale sugli sviluppi della vicenda. Ma
questo non significa che le loro belle riflessioni non le abbiano fatte. Le hanno fatte, privatamente, eccome e sono del seguente tenore:
"Quell'imbecille di Michele Misseri non è stato capace neppure di fare una confessione credibile. Infatti i magistrati non gli hanno creduto.
E così, invece di rovinare la vita di un idiota del quale nessuno, nemmeno le donne di casa sua, avrebbe sentito la mancanza, si è
preferito rovinare la vita di due donne che, per quanto assassine, valevano più di lui e avrebbero gestito la loro vita e la loro libertà
mille volte meglio di lui. Questi maschi occidentale di oggi sono proprio inaffidabili: non sono in grado neppure di fare gli zerbini!".
Vogliamo scommettere che il pensiero che sta frullando nella testa delle femministe nostrane sulla vicenda è proprio di questo tipo?
