Dialoghi > Pars Construens
Lettera per i parroci
COSMOS1:
propongo una lettera da mettere a disposizione di chi la voglia diffondere ai parroci, con la firma di qualcosa come "il forum della QM" o "Movimento Maschile Italiano" o vedremo (magari proporremo a qualche associazione di papà separati di firmarla con noi)
Capisco che nel forum non ci sono solo cattolici e neppure nel MoMas, epperò ci sono anche i cattolici. Finchè c'è rispetto reciproco credo che ogni singola identità vada non solo accettata ma valorizzata. Se gli atei o gli ebrei o i comunisti del forum volessero scrivere ai loro referenti, credo che avremmo il dovere d valutare contenuti e forme e di dare il nostro parere
--- Citazione ---Egregio signor parroco
1 le scriviamo perchè ci stupisce vedere nella sua parrocchia molte persone separate o divorziate che accedono ai sacramenti o hanno addirittura ruoli educativi o comunque di visibilità.
2 Premesso che ovviamente chi si separa non può essere trattato come chi viene separato e pertanto bisognerebbe distinguere tra chi prende l'iniziativa e chi la subisce, ciò che ci lascia perplessi è che nella sua parrocchia vengano ignorate le norme che la Chiesa stessa si è data.
3 Il Codice di Diritto Canonico infatti, agli articoli 1151-1153, oltre a circoscrivere nettamente le cause di possibile separazione, stabilisce in modo chiaro e univoco che essa non può essere una decisione autonoma dei coniugi, ma deve essere autorizzata dal vescovo o dal tribunale ecclesiastico.
4 Se le norme che la Chiesa pone non sono parole al vento ma hanno un significato, l'abitudine di delegare al tribunale civile le decisioni sul matrimonio equivale ad una apostasia, come chiaramente enunciato da Pio IX ( Sillabo LXXIV ) e non mai smentito in seguito.
5 Curiosa appare poi la prassi di ammettere i coniugi ai sacramenti a condizione che non convivano more uxorio con altri, come se il male assoluto e unico condannabile fosse il sesso, a prescindere da chi abbia deciso la separazione e dal suo atteggiamento nei confronti dell'autorità ecclesiastica. Come se il sacramento del matrimonio fosse cosa accessoria del contratto rispetto a tutto il resto e in particolare al sesso (ancora Pio IX, Sillabo LXVI).
6 Al fine di non dare scandalo a chi vive con semplicità la fede ma anche ai non cristiani che dal comportamento dei cristiani dovrebbero dedurre cos'è il cristianesimo, ci sembrerebbe perciò auspicabile che il coniuge che ha deciso la separazione, se non vi è stato autorizzato dall'autorità ecclesiastica, non possa accedere pubblicamente ai sacramenti e non possa avere ruoli rilevanti nella comunità parrocchiale.
7 Certi che vorrà sciogliere le nostre perplessità, salutiamo cordialmente
--- Termina citazione ---
--- Citazione ---Note:
Codice di diritto Canonico
Can. 1151 - I coniugi hanno il dovere e il diritto di osservare la convivenza coniugale, eccetto che ne siano scusati da causa legittima.
Can. 1152 - §1. Per quanto si raccomandi vivamente che ciascun coniuge, mosso da carità cristiana e premuroso per il bene della famiglia, non rifiuti il perdono alla comparte adultera e non interrompa la vita coniugale, tuttavia se non le ha condonato la colpa espressamente o tacitamente, ha il diritto di sciogliere la convivenza coniugale, a meno che non abbia acconsentito all'adulterio, o non ne abbia dato il motivo, o non abbia egli pure commesso adulterio.
§2. Si ha condono tacito se il coniuge innocente, dopo aver saputo dell'adulterio, si sia spontaneamente intrattenuto con l'altro coniuge con affetto maritale; è presunto, invece, se conservò per sei mesi la convivenza coniugale, senza interporre ricorso presso l'autorità ecclesiastica o civile.
§3. Se il coniuge innocente avesse sciolto di propria iniziativa la convivenza coniugale, deferisca entro sei mesi la causa di separazione alla competente autorità ecclesiastica; e questa, esaminate tutte le circostanze, valuti se non sia possibile indurre il coniuge innocente a condonare la colpa e a non protrarre in perpetuo la separazione.
Can. 1153 - §1. Se uno dei coniugi compromette gravemente il bene sia spirituale sia corporale dell'altro o della prole, oppure rende altrimenti troppo dura la vita comune, dà all'altro una causa legittima per separarsi, per decreto dell'Ordinario del luogo e anche per decisione propria, se vi è pericolo nell'attesa.
Pio IX Sillabo:
LXVI. Il Sacramento del matrimonio non è che una cosa accessoria al contratto, e da questo separabile, e lo stesso Sacramento è riposto nella sola benedizione nuziale.
LXXIV Le cause matrimoniali e gli sponsali di loro natura appartengono al foro civile.
--- Termina citazione ---
Utente cancellato:
vuoi la mia opinione come ateo? :hmm:
io direi sono questioni interne dei cattolici.
vedano un po' loro.
per quanto riguarda la fattibilità della cosa: io suggerirei di contattare via mail le organizzazioni locali e di diffondere sui vari forum
su tp c'è un forum cattolico vivace e di idee conservatrici che potrebbe essere interessato:
https://forum.termometropolitico.it/116-cristiani-e-cattolici/
Vicus:
Mi sembra un'idea eccellente. Il clero è molto sensibile all'umore del popolo! :lol:
Una cosa non mi è ben chiara, su quali basi affermi che una donna che non consulta l'autorità ecclesiastica prima di separarsi sarebbe apostata e quindi scomunicata? Non sono al corrente di una norma positiva in tal senso.
COSMOS1:
in calce ho riportato gli articoli del codice canonico, in particolare
. Se il coniuge innocente avesse sciolto di propria iniziativa la convivenza coniugale, deferisca entro sei mesi la causa di separazione alla competente autorità ecclesiastica
per decreto dell'Ordinario del luogo
ora: cosa succede quando un cattolico viola il codice canonico? Boh, oltretutto manco i parroci conoscono il loro proprio codice, quindi come fanno a sapere che viene violato? Comunque ho chiesto a destra e a manca, un sacerdote che su facebook si vantava di aver insegnato teologia matrimoniale (e che mi ha apostrofato: panettier fa el to mesier, per dire che parlavo di cose su cui non sono competente!) mi ha detto esplicitamente non avere la minima idea di cosa succede. Ma a me sembra chiaro che chi non rispetta la legge della chiesa è fuori, quindi è scomunicato, apostata.
Vicus:
La scomunica è prevista in casi tassativi, qui non ci sono neppure sanzioni. Al massimo c'è peccato grave (separazione non consentita dal tribunale ecclesiastico), ma di certo non scomunica, non prevista neppure per l'adulterio.
Secondo me come iniziativa è molto efficace, togliendo la parte sulla scomunica e dando risalto all'inosservanza di legge canonica.
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