Autore Topic: Gli Italiani all’estero superano gli stranieri in Italia  (Letto 974 volte)

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Gli Italiani all’estero superano gli stranieri in Italia
« il: Ottobre 28, 2016, 05:19:00 am »
http://www.avantionline.it/2016/10/gli-italiani-allestero-superano-gli-stranieri/#.WBJeSuiLTIU

Crescono gli italiani all’estero che per la prima volta in assoluto superano gli stranieri in Italia. Sono i dati resi noti dall’Istat che disegna uno stivale sempre più multietnico. Ma se questa è una tendenza naturale con il mutamento dei flussi migratori degli ultimi anni, è invece una novità, negativa, l’aumento del numero dei molti conterranei partiti per altre mete. Il dossier statistico del centro studi Idos evidenzia infatti, per la prima volta dopo anni, il sorpasso degli italiani all’estero rispetto agli stranieri in Italia. Il 2015 è l’anno del cambiamento di rotta che ha visto il superamento dei cittadini italiani residenti fuori dal Paese sugli immigrati residenti nei confini nazionali: è il resoconto di svolta tracciato dal Dossier Statistico #immigrazione 2016 eseguito dal Centro studi Idos e dalla rivista Confronti insieme all’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni).

Ecco alcune cifre. Nel dettaglio, il rapporto stima che gli stranieri regolarmente in Italia siano 5 milioni e 498 mila (ai quali si aggiungono 1.150.000 di cittadini di origine straniera che hanno acquisito negli anni la cittadinanza italiana). Provengono in maggioranza da Romania (22,9%), Albania (9,3%), Marocco (8,7%), Cina (5,4%), Ucraina (4,6%). Il loro apporto, secondo il dossier, è “funzionale dal punto di vista demografico”. Da anni infatti la popolazione in Italia è in diminuzione. “Questa tendenza peggiorerà, trovando tuttavia un parziale temperamento nei flussi degli immigrati – si legge nel Dossier – ; l’Istat ha ipotizzato, a partire dal 2011, una media di ingressi netti dall’estero superiore alle 300mila unità annue (livello rispetto al quale in questi anni si è rimasti al di sotto), per discendere sotto le 250mila unità dopo il 2020, fino a un livello di 175mila unità nel 2065”.

 L’Emilia Romagna è la regione che conta il maggior numero di cittadini immigrati con 533.479 residenti che rappresentano il 12% della popolazione emiliana e la provincia che ne ospita di più è Bologna con 117.122 residenti. Il 2015 ha dato il benvenuto in Emilia a 8.812 bambini nati da entrambi i genitori stranieri.

Non soltanto il settore demografico ringrazia ma anche quello delle pensioni dove la presenza degli immigrati contribuisce ad un sostanzioso gettito contributivo pari a quasi 11 miliardi di euro nell’anno in oggetto. Sul fronte del lavoro in Italia si contano il 10,5% degli occupati e il 15% dei disoccupati e nonostante il tasso di disoccupazione è aumentato nel periodo 2008-2015, gli immigrati hanno inciso di quasi il 30% sui nuovi assunti in generale arricchendo il mercato occupazionale in molti reparti, soprattutto nel lavoro presso le famiglie e in agricoltura.

Il sostegno degli immigrati ai Paesi di origine è evidenziato dalle rimesse. In Italia si è registrato il picco delle rimesse nel 2011, con 7,4 miliardi di euro, scesi a 5,3 miliardi nel 2015. “Gli invii sono gestiti solo in un decimo dei casi dalle banche, preferite per le grandi transazioni, mentre negli altri casi prevalgono gli operatori di money transfer”. Clamorosa la diminuzione del flusso monetario verso la Cina: da 2,6 miliardi di euro nel 2011 a 0,6 miliardi nel 2015.

Nel 2015 gli stranieri presenti nell’Ue sono stati il 7,3% degli occupati e il 12,5% dei disoccupati, mentre in Italia l’incidenza è stata del 10,5% tra gli occupati e del 15% tra i disoccupati. Nel periodo 2008-2015 per gli immigrati il tasso di disoccupazione è aumentato di 7,7 punti (per gli italiani di 4,8). Solo il 6,8% degli stranieri lavora nelle professioni qualificate, mentre il 35,9% svolge professioni non qualificate e un altro 30% lavora come operaio. In media la retribuzione netta mensile per gli stranieri è inferiore del 28,1% (979 euro contro i 1.362 degli italiani). E ancora: “In questa lunga fase di crisi, non tutte le collettività hanno tenuto come quella cinese, anche perché caratterizzata da una quota di lavoratori indipendenti pari al 47,5% contro una media del 12,5% tra tutti gli immigrati. I saldi occupazionali rilevati dall’archivio Inail sono stati positivi solo per le collettività maggiormente coinvolte in attività autonome, specie nel commercio (Cina, Egitto, Bangladesh, Pakistan). Ben diversa la situazione dei marocchini, il cui tasso di disoccupazione è del 25,4% e quello di occupazione del 44,1%”.

Gli immigrati nel 2015 hanno comunque inciso per il 28,9% sui nuovi assunti, “valori che sottolineano la loro funzionalità al mercato occupazionale in numerosi comparti e, in particolare, in quello del lavoro presso le famiglie e in agricoltura”. Ha continuato a essere positivo anche l’andamento delle imprese a gestione immigrata, aumentate di 26mila unità e arrivate al numero di circa 550mila.

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Re:Gli Italiani all’estero superano gli stranieri in Italia
« Risposta #1 il: Ottobre 28, 2016, 05:21:48 am »
questo un articolo del 2015:

http://www.lastampa.it/2015/10/29/italia/cronache/gli-immigrati-residenti-in-italia-sono-tanti-quanti-gli-italiani-allestero-nTvDMLRCFT7sLlaAVPc2FO/pagina.html

29/10/2015

Gli italiani all’estero nel 2014 sono aumentati più degli immigrati residenti in Italia: +155mila gli emigrati e +92mila gli immigrati. Il risultato è che il loro numero si è praticamente pareggiato: oltre 5 milioni gli uni e gli altri. È il dato che più fa riflettere del Dossier Statistico Immigrazione 2015, presentato oggi a Roma e curato da Idos insieme alla rivista interreligiosa “Confronti” e in collaborazione con l’Unar.
 
Lo storico Rapporto (il primo fu realizzato nel 1991 da don Luigi di Liegro) segnala una crescita progressiva, anche se rallentata, della popolazione immigrata, con un f orte aumento dei processi di inserimento di queste persone, un bilancio positivo fra la spesa pubblica e le entrate statali assicurate dagli stranieri e un miglioramento delle statistiche penali che li riguardano.
 
GLI ARRIVI 
Nel 2014 sono sbarcate in Italia oltre 170 mila persone, tra richiedenti asilo e migranti economici, ma altre sono arrivate per ricongiungimento familiare o per altri motivi attraverso i canali regolari. L’anno scorso gli stranieri intercettati dalle forze dell’ordine in condizione irregolare sono stati 30.906 e di essi il 50,9% è stato effettivamente rimpatriato (15.726).
 
I RICHIEDENTI ASILO 
Le richieste di asilo registrate sono state 64.625 e hanno riguardato stranieri provenienti in prevalenza dall’Africa subsahariana, ma in buona misura anche dall’Asia e, per quanto riguarda l’Europa, dall’Ucraina. Il sistema di accoglienza italiano per richiedenti asilo e profughi continua ad essere frammentato, tra Centri di primo soccorso e accoglienza (4), Centri di accoglienza per richiedenti asilo (10), la rete Sprar e le strutture di accoglienza temporanea (Cas). In particolare, le persone accolte dalla rete Sprar sono passate da 7.823 (2012) a 22.961 (2014), ma a giugno 2015 si trovava in queste strutture solo il 25% dei 78mila richiedenti asilo accolti, mentre il 62% alloggiava in strutture di accoglienza temporanea.
 
I REGOLARI 
Gli stranieri residenti in Italia incidono sulla popolazione complessiva per un valore superiore alla media europea (8,2% rispetto al 6,2%). I non comunitari sono i più numerosi (3,5 milioni), sebbene sia rilevante la provenienza europea: 2,6 milioni, dei quali quasi il 60% cittadino Ue (1,5 milioni). La collettività più numerosa è quella romena. Con oltre 520 mila stranieri residenti a fine 2014, la provincia di Roma è al primo posto tra le province italiane, con il 10,4% del totale nazionale. In dieci anni il numero è più che raddoppiato.
 
STABILI 
Gli immigrati mostrano una forte tendenza all’insediamento stabile. Nel 2014 sono stati 129.887 gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana (+29,0% rispetto al 2013). Su un totale di 502.596 bambini nati nel corso del 2014, quelli con genitori entrambi stranieri sono stati 75.067 (14,9%). D’altra parte, dei quasi 1,1 milioni di minori stranieri, sono stati 814.187 gli iscritti a scuola nell’anno scolastico 2014/2015 (9,2% del totale). Nelle università invece gli iscritti stranieri incidono per il 4,2%, un valore che scende al 3,3% tra i laureati.
 
IL LAVORO 
Gli occupati stranieri nel 2014 sono circa 2,3 milioni, un decimo del totale. Per effetto della crisi, sono stati 154.686 i permessi di soggiorno che, giunti a scadenza, non sono stati rinnovati (+6,2% rispetto al 2013). Secondo una stima riportata nel Dossier, le entrate fiscali e previdenziali ricollegabili ai lavoratori immigrati sono state nel 2013 pari a 16,6 miliardi di euro, mentre il totale delle uscite sostenute nei loro confronti è stato di 13,5 miliardi, con un saldo positivo di 3,1 miliardi.
 
STRANIERI PIÙ VIRTUOSI 
Ne periodo 2004-2013 le denunce contro gli stranieri sono diminuite del 6,2% mentre quelle contro gli italiani sono aumentate del 28%. 
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Re:Gli Italiani all’estero superano gli stranieri in Italia
« Risposta #2 il: Ottobre 28, 2016, 05:25:36 am »
questo articolo è invece con i dati degli italiani:  Germania e UK circa pari con 16 mila arrivi di italiani,   Francia e Svizzera con 10-11 mila arrivi. I maschi sono il 56% degli italiani espatriati, le femmine sono in minoranze.
Le regioni meridionali (Sicilia, Campania) sono quelle con maggiori presenze storiche mentre ultimamente Veneto e Lombardia "esportano" più italiani


http://www.huffingtonpost.it/2016/10/06/rapporto-migrantes-emigrati_n_12370826.html

Sono oltre 107 mila gli italiani espatriati nel 2015. A iscriversi all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (Aire) sono state 6.232 persone in più rispetto all'anno precedente, con un incremento pari al 6,2%. Hanno fatto le valige soprattutto i giovani tra i 18 e i 34 anni, la meta preferita è la Germania, le regioni con le maggiori partenze sono Lombardia e Veneto. Lo rileva il rapporto "Italiani nel mondo 2016" presentato oggi a Roma dalla Fondazione Migrantes.

Ormai sono quasi 5 milioni gli italiani all'estero. Dal 2006 al 2016 la mobilità italiana è aumentata del 54,9% passando da poco più di 3 milioni di iscritti all'Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero) a oltre 4,8 milioni. Su 107.529 espatriati nell'anno 2015, i maschi sono in leggera maggioranza, oltre 60 mila (56,1%). L'analisi per classi di età mostra che la fascia 18-34 anni è la più rappresentata (36,7%) seguita dai 35-49 anni (25,8%). I minori sono il 20,7% (di cui 13.807 mila hanno meno di 10 anni) mentre il 6,2% ha più di 65 anni (di questi 637 hanno più di 85 anni e 1.999 sono tra i 75 e gli 84 anni).

L'analisi della Fondazione Migrantes evidenzia che l'Italia vive un'emorragia di talenti: i giovani migliori e più preparati se ne vanno e il Paese è incapace ad attrarne di nuovi. "La mobilità è una risorsa - sottolinea il Rapporto - ma diventa dannosa se è a senso unico, quando cioè è una emorragia di talento e competenza da un unico posto e non è corrisposta da una forza di attrazione che spinge al rientro". Pur restando indiscutibilmente primaria l'origine meridionale dei flussi, il Rapporto Migrantes sottolinea che "si sta progressivamente assistendo a un abbassamento dei valori percentuali del Sud a favore di quelli del Nord del Paese. Ciò consegue dal fatto che, negli ultimi anni, pur restando la Sicilia con 730.189 residenti la prima regione di origine degli italiani residenti all'estero seguita dalla Campania, dal Lazio e dalla Calabria, il confronto tra i dati degli ultimi anni, pone in evidenza una marcata dinamicità delle regioni settentrionali, in particolare della Lombardia e del Veneto".

La Germania (16.568) è stata, lungo il corso del 2015, la meta preferita dagli italiani andati oltreconfine: a seguire, con una minima differenza, il Regno Unito (16.503) e poi, più distaccate la Svizzera (11.441) e la Francia (10.728).

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha commentato dicendo che "il nostro Paese ha una storia antica di emigrazione. Una storia di sofferenze e di speranze. Una storia di riscatto sociale, di straordinarie affermazioni personali e collettive, ma anche di marginalità patite e di lacerazioni. Oggi il fenomeno degli italiani migranti ha caratteristiche e motivazioni diverse rispetto al passato. Riguarda fasce d'età e categorie sociali differenti. I flussi tuttavia non si sono fermati e, talvolta, rappresentano un segno di impoverimento piuttosto che una libera scelta ispirata alla circolazione dei saperi e delle esperienze". La mobilità dei giovani italiani verso altri paesi "è una grande opportunità, che dobbiamo favorire, e anzi rendere sempre più proficua. Che le porte siano aperte è condizione di sviluppo, di cooperazione, di pace, di giustizia. Dobbiamo fare in modo che ci sia equilibrio e circolarità. I nostri giovani devono poter andare liberamente all'estero, così come devono poter tornare a lavorare in italia, se lo desiderano, e riportare nella nostra società le conoscenze e le professionalità maturate" prosegue Mattarella, secondo cui "i flussi migratori che guardano oggi all'Europa e agli Stati Uniti hanno una portata di durata epocale. Affrontarli con intelligenza e con visione è necessario per costruire un mondo migliore con lo sviluppo dei paesi di origine. La conoscenza e la cultura hanno un grande compito: aiutarci a vivere il nostro tempo cercando di essere costruttori e artefici di uno sviluppo sostenibile, che ponga al centro il valore della persona umana". Il messaggio si chiude con queste parole: "la nostra cultura, del resto, è anche l'immensa ricchezza che gli italiani, nel tempo, hanno seminato nel mondo, abbellendo e rendendo più prosperi tanti territori nei diversi continenti. E questa cultura è poi tornata, accresciuta, nella nostra comunità"

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