Autore Topic: padri separati su corriere della sera  (Letto 4620 volte)

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padri separati su corriere della sera
« il: Ottobre 29, 2016, 22:27:50 pm »
http://sociale.corriere.it/i-nuovi-poveri-i-padri-separati-storie-di-ordinario-disagio/?cmpid=SF020103COR

Esplora il significato del termine: 29 ottobre 2016
I nuovi poveri? I padri separati. Storie di ordinario disagio
di Emiliano Moccia   
shadow
ROMA – «La notte dormo in macchina. E’ questa la mia casa. In questo periodo, mi arrangio come posso. Poi, la mattina mi sveglio, mi vesto e vado a scuola. Sono un insegnante. Dopo la separazione da mia moglie, con tutte le spese che ogni mese devo sostenere, non sono stato più in grado di pagarmi l’affitto di un alloggio e sono finito in strada. Per fortuna, ho ancora l’auto in cui potermi rifugiare, ma ovviamente adesso non riesco più a vedere mio figlio come vorrei». Giuseppe racconta la sua storia conservando una profonda dignità, anche se tiene lo sguardo rivolto verso il basso e ha poca voglia di entrare nei dettagli di quello che gli è successo. Il suo è un nome di fantasia, ma quella che racconta è una storia assolutamente vera. Una storia dannatamente simile a quella di tanti altri padri separati che, dopo la fine del loro matrimonio, si sono avviati verso un doloroso percorso che porta agli inferni della povertà, dell’emarginazione, della solitudine. E molto spesso, neanche il fatto di avere un lavoro a tempo indeterminato o un’occupazione discretamente stabile riescono a salvarli dai dormitori per persone senza fissa dimora o dalla mense per i poveri, quasi sempre allestite dalle Caritas diocesane.

DORMIRE IN MACCHINA

«In Italia, secondo i dati dell’Eurispes, su 4 milioni di papà separati circa 800 mila vivono sotto la soglia di povertà, mentre un milione e mezzo vive in condizione di indigenza. Molti di questi, finiscono per strada, senza una casa o un posto in cui dormire. Parliamo di padri separati che, nonostante abbiano ancora un lavoro, tra gli assegni di mantenimento in favore dell’ex-moglie ed i figli ed il mutuo della casa da pagare, non riescono a sostenere le spese neanche per fittare un alloggio; ma parliamo anche di padri separati che hanno perso la loro occupazione e non hanno più le forze per rialzarsi, diventando inevitabilmente dei clochard». Gianni Sciannarella è il presidente dell’Associazione di Promozione Sociale Adamo, la onlus che a Matera si occupa di aiutare i padri separati che vivono in situazioni di disagio economico e sociale.

Nella sola città dei Sassi, per esempio, «ci sono almeno tre padri separati che dormono in macchina e tanti altri che non hanno un posto in cui vivere».
Dopo aver ascoltato il grido di aiuto di tanti uomini in difficoltà, compresi alcuni parenti della sua famiglia che hanno vissuto lo stesso disagio, Sciannarella insieme ad altri volontari ha deciso di darsi da fare e provare a dare delle risposte.

L’INAUGURAZIONE DI CASA ADAMO

Tra le tante iniziative avviate in questi anni, come lo Sportello di Ascolto, a Matera nei prossimi giorni aprirà ufficialmente le porte «Casa Adamo», una struttura nata per offrire un supporto abitativo ai padri separati, legalmente sposati o provenienti da coppie di fatto, che all’improvviso non sanno più da dove ripartire, da dove riprendere un percorso di autonomia e di fiducia. Perché la strada, la povertà, la solitudine, sommate al senso di smarrimento, alla disoccupazione ed ai legami interrotti, può sfiancare. Può fare molto male. «In sinergia con l’associazione Quo Vadis, che ha messo a disposizione del progetto un appartamento di sua proprietà, abbiamo avviato la casa che accoglierà sei padri separati che non hanno un posto in cui vivere. In questo modo – spiega Sciannarella – potranno riprogettare il loro futuro, cercare con più tranquillità un lavoro ed anche incontrare in un ambiente normale i loro figli in modo da poter rispettare il loro ruolo genitoriale. Ogni persona potrà risiedere per sei mesi, in modo da favorire una corretta turnazione tra coloro che hanno bisogno di questo servizio. Come associazione ci accolliamo tutte le spese di gestione, ma gli uomini ospitati potranno contribuire in base alle loro disponibilità economiche. Sul nostro sito (www.apsadamo.org) è già disponibile il format per la richiesta di ammissione».

GLI AVVOCATI DI STRADA

Andrea, 46 anni, ha perso il lavoro nel 2009 a causa della chiusura dell’azienda dove lavorava da quando era giovane. La chiusura dell’azienda è stata parallela alla separazione da Anna, madre delle sue due bambine di 14 e 12 anni. Senza stipendio ha continuato a provvedere al mantenimento di moglie e figlie ma non potendo pagare un affitto anche lui è andato a vivere in macchina. Quando anche la macchina gli è stata sequestrata ed ha finito i soldi risparmiati, Andrea se ne è andato dalla sua città ed ha iniziato a vivere come senza fissa dimora a Bologna. E’ nel capoluogo emiliano che il padre separato ha incontrato gli Avvocati di Strada, lo studio legale più grande d’Italia, con circa 700 avvocati volontari, ma anche quello che fattura di meno. Perché l’organizzazione di legali presta assistenza gratuita ai senza dimora. Italiani e migranti, a coloro che non possono beneficiare del gratuito patrocinio a spese dello Stato in quanto privi del requisito della residenza anagrafica. Come nel caso di Andrea, a cui i legali di AdS sono poi riusciti a trovare una soluzione ed a risolvere il suo caso. Solo nel 2015 sono state aperte dai volontari dell’associazione 3.475 pratiche in tutto il territorio nazionale; il 45% di queste, riguardavano il Diritto Civile. Per essere ancora più precisi: 140 pratiche relative a separazione e divorzi.

«Quello dei padri sperati che finiscono in povertà è un fenomeno che rileviamo anche noi – dice Antonio Mumolo, presidente dell’Associazione nazionale Avvocato di strada Onlus – . Sono significativi, per esempio, i dati relativi a separazioni e divorzi e quelli connessi, che riguardano il diritto a mantenimento, alimenti e assegno divorzile.
Numeri alti che confermano quanto troppo spesso il fallimento di un matrimonio possa portare, soprattutto in assenza di una rete familiare stabile e di interventi adeguati del welfare, a situazioni di grave difficoltà. A volte – aggiunge Mumolo – anche la perdita del lavoro fa scoppiare una crisi familiare e si arriva alla separazione. E molto spesso, gli uomini sono impossibilitati a pagarsi un appartamento e finiscono in strada o nei dormitori. Per questo, con i nostri volontari aiutiamo i padri separati che hanno perso l’occupazione a riavere le ultime mensilità, ad accedere al Trattamento di Fine Rapporto a presentare la domanda di disoccupazione».

IL LAVORO DELLA CARITAS

«Metà degli homeless finisce in strada per tre ragioni: la separazione dal coniuge o dai figli (63%); perdita del lavoro (56%), cattive condizioni di salute (25%)». L’aumento dei padri separati che di colpo si sono trasformati in senza fissa dimora, è tra i dati più allarmanti snocciolati nei giorni scorsi da Linda Laura Sabbadini, già direttore del Dipartimento statistiche sociali e ambientali dell’Istat, in occasione del seminario di formazione “Senza dimora, senza diritti? Tra schemi e stereotipi: quale spazio per una cultura diversa?” promosso dalla Caritas di Roma. Chiedono un posto in cui poter dormire, mangiare, lavarsi, in cui poter riorganizzare la loro vita. E secondo la lettura delle diverse Caritas diocesane, il progressivo aumento di senza fissa dimora maschi ed italiani è da ascriversi soprattutto al problema lavoro o meglio, allo stato – a volte terribilmente prolungato – di disoccupazione.
«Nella misura in cui un uomo non ha più un lavoro e non riesce a trovarlo nonostante le diverse ricerche, incorre nel rischio della perdita della propria autostima, della propria dignità, del sentirsi inutile e di cadere in due atteggiamenti: apatia, depressione, sconforto oppure cadere nelle dipendenze (da gioco, da alcol, da sostanze) con delle ripercussioni sulla famiglia in termini di litigi e violenze». Di qui, il passo verso la strada e l’esercito composta da circa 50- 51 mila persone senza dimora, è veramente breve. E non sempre si viene fuori dalla polvere come nel caso di Andrea. Per questo, Walter Nanni, responsabile dell’ufficio studi di Caritas italiana, rileva con una nota ottimistica l’introduzione in Italia del Sia, il Sostegno all’Inclusione Attiva, ma «si spera, in futuro, nel reddito minimo universale per tutte le persone in povertà assoluta». Perché i tempi stanno cambiando, ed anche le forme di povertà.29 ottobre 2016
I nuovi poveri? I padri separati. Storie di ordinario disagio
di Emiliano Moccia   
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ROMA – «La notte dormo in macchina. E’ questa la mia casa. In questo periodo, mi arrangio come posso. Poi, la mattina mi sveglio, mi vesto e vado a scuola. Sono un insegnante. Dopo la separazione da mia moglie, con tutte le spese che ogni mese devo sostenere, non sono stato più in grado di pagarmi l’affitto di un alloggio e sono finito in strada. Per fortuna, ho ancora l’auto in cui potermi rifugiare, ma ovviamente adesso non riesco più a vedere mio figlio come vorrei». Giuseppe racconta la sua storia conservando una profonda dignità, anche se tiene lo sguardo rivolto verso il basso e ha poca voglia di entrare nei dettagli di quello che gli è successo. Il suo è un nome di fantasia, ma quella che racconta è una storia assolutamente vera. Una storia dannatamente simile a quella di tanti altri padri separati che, dopo la fine del loro matrimonio, si sono avviati verso un doloroso percorso che porta agli inferni della povertà, dell’emarginazione, della solitudine. E molto spesso, neanche il fatto di avere un lavoro a tempo indeterminato o un’occupazione discretamente stabile riescono a salvarli dai dormitori per persone senza fissa dimora o dalla mense per i poveri, quasi sempre allestite dalle Caritas diocesane.

DORMIRE IN MACCHINA

«In Italia, secondo i dati dell’Eurispes, su 4 milioni di papà separati circa 800 mila vivono sotto la soglia di povertà, mentre un milione e mezzo vive in condizione di indigenza. Molti di questi, finiscono per strada, senza una casa o un posto in cui dormire. Parliamo di padri separati che, nonostante abbiano ancora un lavoro, tra gli assegni di mantenimento in favore dell’ex-moglie ed i figli ed il mutuo della casa da pagare, non riescono a sostenere le spese neanche per fittare un alloggio; ma parliamo anche di padri separati che hanno perso la loro occupazione e non hanno più le forze per rialzarsi, diventando inevitabilmente dei clochard». Gianni Sciannarella è il presidente dell’Associazione di Promozione Sociale Adamo, la onlus che a Matera si occupa di aiutare i padri separati che vivono in situazioni di disagio economico e sociale.

Nella sola città dei Sassi, per esempio, «ci sono almeno tre padri separati che dormono in macchina e tanti altri che non hanno un posto in cui vivere».
Dopo aver ascoltato il grido di aiuto di tanti uomini in difficoltà, compresi alcuni parenti della sua famiglia che hanno vissuto lo stesso disagio, Sciannarella insieme ad altri volontari ha deciso di darsi da fare e provare a dare delle risposte.

L’INAUGURAZIONE DI CASA ADAMO

Tra le tante iniziative avviate in questi anni, come lo Sportello di Ascolto, a Matera nei prossimi giorni aprirà ufficialmente le porte «Casa Adamo», una struttura nata per offrire un supporto abitativo ai padri separati, legalmente sposati o provenienti da coppie di fatto, che all’improvviso non sanno più da dove ripartire, da dove riprendere un percorso di autonomia e di fiducia. Perché la strada, la povertà, la solitudine, sommate al senso di smarrimento, alla disoccupazione ed ai legami interrotti, può sfiancare. Può fare molto male. «In sinergia con l’associazione Quo Vadis, che ha messo a disposizione del progetto un appartamento di sua proprietà, abbiamo avviato la casa che accoglierà sei padri separati che non hanno un posto in cui vivere. In questo modo – spiega Sciannarella – potranno riprogettare il loro futuro, cercare con più tranquillità un lavoro ed anche incontrare in un ambiente normale i loro figli in modo da poter rispettare il loro ruolo genitoriale. Ogni persona potrà risiedere per sei mesi, in modo da favorire una corretta turnazione tra coloro che hanno bisogno di questo servizio. Come associazione ci accolliamo tutte le spese di gestione, ma gli uomini ospitati potranno contribuire in base alle loro disponibilità economiche. Sul nostro sito (www.apsadamo.org) è già disponibile il format per la richiesta di ammissione».

GLI AVVOCATI DI STRADA

Andrea, 46 anni, ha perso il lavoro nel 2009 a causa della chiusura dell’azienda dove lavorava da quando era giovane. La chiusura dell’azienda è stata parallela alla separazione da Anna, madre delle sue due bambine di 14 e 12 anni. Senza stipendio ha continuato a provvedere al mantenimento di moglie e figlie ma non potendo pagare un affitto anche lui è andato a vivere in macchina. Quando anche la macchina gli è stata sequestrata ed ha finito i soldi risparmiati, Andrea se ne è andato dalla sua città ed ha iniziato a vivere come senza fissa dimora a Bologna. E’ nel capoluogo emiliano che il padre separato ha incontrato gli Avvocati di Strada, lo studio legale più grande d’Italia, con circa 700 avvocati volontari, ma anche quello che fattura di meno. Perché l’organizzazione di legali presta assistenza gratuita ai senza dimora. Italiani e migranti, a coloro che non possono beneficiare del gratuito patrocinio a spese dello Stato in quanto privi del requisito della residenza anagrafica. Come nel caso di Andrea, a cui i legali di AdS sono poi riusciti a trovare una soluzione ed a risolvere il suo caso. Solo nel 2015 sono state aperte dai volontari dell’associazione 3.475 pratiche in tutto il territorio nazionale; il 45% di queste, riguardavano il Diritto Civile. Per essere ancora più precisi: 140 pratiche relative a separazione e divorzi.

«Quello dei padri sperati che finiscono in povertà è un fenomeno che rileviamo anche noi – dice Antonio Mumolo, presidente dell’Associazione nazionale Avvocato di strada Onlus – . Sono significativi, per esempio, i dati relativi a separazioni e divorzi e quelli connessi, che riguardano il diritto a mantenimento, alimenti e assegno divorzile.
Numeri alti che confermano quanto troppo spesso il fallimento di un matrimonio possa portare, soprattutto in assenza di una rete familiare stabile e di interventi adeguati del welfare, a situazioni di grave difficoltà. A volte – aggiunge Mumolo – anche la perdita del lavoro fa scoppiare una crisi familiare e si arriva alla separazione. E molto spesso, gli uomini sono impossibilitati a pagarsi un appartamento e finiscono in strada o nei dormitori. Per questo, con i nostri volontari aiutiamo i padri separati che hanno perso l’occupazione a riavere le ultime mensilità, ad accedere al Trattamento di Fine Rapporto a presentare la domanda di disoccupazione».

IL LAVORO DELLA CARITAS

«Metà degli homeless finisce in strada per tre ragioni: la separazione dal coniuge o dai figli (63%); perdita del lavoro (56%), cattive condizioni di salute (25%)». L’aumento dei padri separati che di colpo si sono trasformati in senza fissa dimora, è tra i dati più allarmanti snocciolati nei giorni scorsi da Linda Laura Sabbadini, già direttore del Dipartimento statistiche sociali e ambientali dell’Istat, in occasione del seminario di formazione “Senza dimora, senza diritti? Tra schemi e stereotipi: quale spazio per una cultura diversa?” promosso dalla Caritas di Roma. Chiedono un posto in cui poter dormire, mangiare, lavarsi, in cui poter riorganizzare la loro vita. E secondo la lettura delle diverse Caritas diocesane, il progressivo aumento di senza fissa dimora maschi ed italiani è da ascriversi soprattutto al problema lavoro o meglio, allo stato – a volte terribilmente prolungato – di disoccupazione.
bike-1245904_960_720«Nella misura in cui un uomo non ha più un lavoro e non riesce a trovarlo nonostante le diverse ricerche, incorre nel rischio della perdita della propria autostima, della propria dignità, del sentirsi inutile e di cadere in due atteggiamenti: apatia, depressione, sconforto oppure cadere nelle dipendenze (da gioco, da alcol, da sostanze) con delle ripercussioni sulla famiglia in termini di litigi e violenze». Di qui, il passo verso la strada e l’esercito composta da circa 50- 51 mila persone senza dimora, è veramente breve. E non sempre si viene fuori dalla polvere come nel caso di Andrea. Per questo, Walter Nanni, responsabile dell’ufficio studi di Caritas italiana, rileva con una nota ottimistica l’introduzione in Italia del Sia, il Sostegno all’Inclusione Attiva, ma «si spera, in futuro, nel reddito minimo universale per tutte le persone in povertà assoluta». Perché i tempi stanno cambiando, ed anche le forme di povertà.
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
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Re:padri separati su corriere della sera
« Risposta #1 il: Ottobre 29, 2016, 22:49:38 pm »
Per la Bernardini De Pace si tratta di uomini che non sono capaci di organizzarsi la vita. Quindi è solo e tutta colpa loro.

Offline Vicus

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Re:padri separati su corriere della sera
« Risposta #2 il: Ottobre 29, 2016, 23:48:32 pm »
Altro bel colpo, finalmente la QM comincia ad arrivare sui media mainstream.
Citazione
Perché i tempi stanno cambiando, ed anche le forme di povertà.
Che volete farci, è il "progresso", è inevitabile. :doh:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:padri separati su corriere della sera
« Risposta #3 il: Ottobre 30, 2016, 07:45:56 am »
Altro bel colpo, finalmente la QM comincia ad arrivare sui media mainstream.Che volete farci, è il "progresso", è inevitabile. :doh:

Vicus, non c'è nessuna  q.m., questa storia riguarda i padri separati e lo dimostra l'attenzione maniacale da parte di chi è stato intervistato nell' evitare accuratamente di dire perchè ci sono queste situazioni.
Nessun riferimento a una legislazione punitiva e a un clima sociale ostili al maschio.
Sembra quasi che questi ex mariti  e padri ( non di uomini in senso lato )  siano piovuti sulla Terra da qualche remoto pianeta extrasolare.
Il contrario per es delle donne nubili in Grecia , che se statali, sono state mandate in pensione in anticipo , con i noti effetti sui conti pubblici.
Riguardo al progresso, basta chiamarlo col suo vero nome : evoluzione.
Tutto diventa più chiaro

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Re:padri separati su corriere della sera
« Risposta #4 il: Ottobre 30, 2016, 07:48:54 am »
Leggo ora :

Citazione
, Walter Nanni, responsabile dell’ufficio studi di Caritas italiana, rileva con una nota ottimistica l’introduzione in Italia del Sia, il Sostegno all’Inclusione Attiva, ma «si spera, in futuro, nel reddito minimo universale per tutte le persone in povertà assoluta». Perché i tempi stanno cambiando, ed anche le forme di povertà.

Certo,  anche fi.a , tarallucci e vino Agratis per tutti.
Rimuovere le cause evidenti di questi problemi, no

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Re:padri separati su corriere della sera
« Risposta #5 il: Ottobre 30, 2016, 08:18:45 am »
Leggo ora :

Certo,  anche fi.a , tarallucci e vino Agratis per tutti.
Rimuovere le cause evidenti di questi problemi, no

devi aver fiducia nel capitalismo: non c'è costrutto ideologico che non riesca a demolire ;)
ho pubblicato qualche giorno fa un articolo in merito sull'affido condiviso.

Io ho riposto le mie brame nel nulla.
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Offline Sardus_Pater

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Re:padri separati su corriere della sera
« Risposta #6 il: Ottobre 30, 2016, 09:15:18 am »
Vicus, non c'è nessuna  q.m., questa storia riguarda i padri separati e lo dimostra l'attenzione maniacale da parte di chi è stato intervistato nell' evitare accuratamente di dire perchè ci sono queste situazioni.
Nessun riferimento a una legislazione punitiva e a un clima sociale ostili al maschio

Notato anch'io. È pur sempre il quotidiano della 27esima ora.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline ilmarmocchio

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Re:padri separati su corriere della sera
« Risposta #7 il: Ottobre 30, 2016, 09:15:29 am »
devi aver fiducia nel capitalismo: non c'è costrutto ideologico che non riesca a demolire ;)
ho pubblicato qualche giorno fa un articolo in merito sull'affido condiviso.

non credo a nessuna ideologia, neanche al capitalismo o meglio, al liberismo :
tutti ne parlano,  poi ci sono i monopoli e le multinazionali.
Per non parlare delle coop.
Vedremo

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Re:padri separati su corriere della sera
« Risposta #8 il: Ottobre 30, 2016, 09:16:36 am »
Notato anch'io. È pur sempre il quotidiano della 27esima ora.

Giusto.
Più che altro uno spot della Caritas per avere ancora più soldi.
Benefico comunque, perchè se no per quei poveri diavoli non c'è nessun altro

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Re:padri separati su corriere della sera
« Risposta #9 il: Ottobre 30, 2016, 09:19:47 am »
non credo a nessuna ideologia, neanche al capitalismo o meglio, al liberismo :
tutti ne parlano,  poi ci sono i monopoli e le multinazionali.
Per non parlare delle coop.
Vedremo

non si tratta di credere ma di constatare che ogni barriere culturale che impedisce la "razionalità economica" viene infranta. non hanno retto le nazioni, i generi, le classi sociali.  non reggerà neanche questa vetusta differenza della "madre" su tutto.  il capitalismo non ha la madonna
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Re:padri separati su corriere della sera
« Risposta #10 il: Ottobre 30, 2016, 10:32:42 am »
non si tratta di credere ma di constatare che ogni barriere culturale che impedisce la "razionalità economica" viene infranta. non hanno retto le nazioni, i generi, le classi sociali.  non reggerà neanche questa vetusta differenza della "madre" su tutto.  il capitalismo non ha la madonna

non ha la madonna ma se la fabbrica, se gli serve.
Il femminismo serve a frenare le rivendicazioni maschili, oltre che ottimo strumento di mercato

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Re:padri separati su corriere della sera
« Risposta #11 il: Ottobre 30, 2016, 12:32:51 pm »
non ha la madonna ma se la fabbrica, se gli serve.
Il femminismo serve a frenare le rivendicazioni maschili, oltre che ottimo strumento di mercato

vero ma quando non servirà più il femminismo verrà archiviato.
se si guarda indietro, si vede che le donne nelle società contadine lavorano,
nelle società borghesi all'inizio no poi, con la guerra tra imperialismi (nazi-fascismo e anglo-americano) sono state inserite nel processo di produzione e la libertà nella sfera privata è giunta sostanzialmente con la lavatrice.
altro che femministe.
poi ovviamente sono visioni, in questo io ho una visione abbastanza marxiana:  la produzione economica e l'egoismo materiale degli individui determina la cultura mentre quest'ultima si limita solo ad influenzare la produzione.
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Re:padri separati su corriere della sera
« Risposta #12 il: Ottobre 30, 2016, 14:28:46 pm »
vero ma quando non servirà più il femminismo verrà archiviato.
Proprio così. Comunque il femminismo è alla lunga dannoso al consumo (denatalità).
Vicus, non c'è nessuna  q.m., questa storia riguarda i padri separati e lo dimostra l'attenzione maniacale da parte di chi è stato intervistato nell' evitare accuratamente di dire perchè ci sono queste situazioni.
Nessun riferimento a una legislazione punitiva e a un clima sociale ostili al maschio.
Sembra quasi che questi ex mariti  e padri ( non di uomini in senso lato )  siano piovuti sulla Terra da qualche remoto pianeta extrasolare.
Il contrario per es delle donne nubili in Grecia , che se statali, sono state mandate in pensione in anticipo , con i noti effetti sui conti pubblici.
Riguardo al progresso, basta chiamarlo col suo vero nome : evoluzione.
Tutto diventa più chiaro
E' già un primo passo informare su queste situazioni, finora i media sostenevano la versione dela donna abbandonata dal marito fedifrago, che deve crescere i figli da sola tra mille sacrifici nonostante l'assegno di divorzio. Quindi è un primo accenno di QM (padr separati poveri) sui media.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:padri separati su corriere della sera
« Risposta #13 il: Ottobre 31, 2016, 10:09:03 am »
vero ma quando non servirà più il femminismo verrà archiviato.
se si guarda indietro, si vede che le donne nelle società contadine lavorano,
nelle società borghesi all'inizio no poi, con la guerra tra imperialismi (nazi-fascismo e anglo-americano) sono state inserite nel processo di produzione e la libertà nella sfera privata è giunta sostanzialmente con la lavatrice.
altro che femministe.
poi ovviamente sono visioni, in questo io ho una visione abbastanza marxiana:  la produzione economica e l'egoismo materiale degli individui determina la cultura mentre quest'ultima si limita solo ad influenzare la produzione.

che il femminismo che non abbia liberato le donne è evidente.
Però, almeno ora , il femminismo è funzionale al sistema economico.

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Re:padri separati su corriere della sera
« Risposta #14 il: Ottobre 31, 2016, 10:10:01 am »
Citazione
Vicus : Proprio così. Comunque il femminismo è alla lunga dannoso al consumo (denatalità).

perla denatalità si è già provveduto : i migranti