Autore Topic: Il cattolicesimo 'istituzionale' riflette sempre le idee della 'base'?  (Letto 9872 volte)

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Offline Vicus

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Re:Il cattolicesimo 'istituzionale' riflette sempre le idee della 'base'?
« Risposta #30 il: Novembre 04, 2016, 13:46:23 pm »
Sarà per questo che in tantissimi siamo persi in gurgite vasto.
Ci sembra assurda la prima teoria e statisticamente impossibile la seconda... :cry:
L'unità e l'organizzazione sociale si ottengono sul piano simbolico: come ha rilevato l'architetto Sigfried Giedion, basta comparare l'urbanistica coerente delle nostre città storiche con il caos contemporaneo.
Un urbanista, Roland Castro, tra gli ideatori del piano di rinnovamento parigino Grand Paris (già in atto, mica tra cinquant'anni), ha confermato che è necessario trovare simboli di coesione, che uniscano le persone (lui li vede nella "società multiculturale", mi pare un po' inefficace, lascio giudicare a voi).
Il problema è questo Vicus: le istituzioni cristiane occidentali stanno marcendo, in primis perchè si stanno completamente adattando alla deriva sociale nostrana per sopravvivere. Il cattolicesimo ha oramai preso la stessa strada delle altre correnti cristiane occidentali, per cui credo sia un discorso senza senso affermare che le altre correnti sono marce per natura mentre il cattolicesimo è rimasto buono ma apparentemente marcio solo perchè rappresentato da questo Papa. A mio avviso sono TUTTE le istituzioni religiose cristiane che hanno, oramai, intrapreso una deriva errata in occidente, cattolicesimo compreso. Per cui le soluzioni che rimangono sono poche: allontanarsi da queste istituzioni (per essere credente non serve fare la sfilatina in Chiesa o frequentare l'associazione cattolica) oppure destituire immediatamente con la forza chi sta promuove la deriva in questione (questo papa, giornali come avvenire, ecc. ecc.). Io, comunque, la seconda le vedo assai difficile come ipotesi. Per cui...
Capisco perfettamente, umanamente tutto sembra perduto ma in una prospettiva laica e scientifica è la storia a decidere. E storicamente il cristianesimo si è affermato partendo da mezzi minimi e con tutto il sistema contro: in certi momenti, persino il Papa e quasi tutti i vescovi, v. episodio dell'arianesimo in cui la Chiesa fu contaminata da filosofie da filosofie esterne sostenute dal potere imperiale - non molto diversamente da oggi.
Il mainstream (questo Papa compreso) fa molto rumore ma ha meno peso di quanto sembri, non riflette il sentire delle coscienze e c'è una base meno visibile ma numerosa che, mentre Avvenire blatera nel deserto sta già ricostruendo dalle macerie.
Oggi (v. sondaggi su Trump) basta un forellino nella diga per "fare massa" e far crollare in un attimo apparati ritenuti invincibili.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Il cattolicesimo 'istituzionale' riflette sempre le idee della 'base'?
« Risposta #31 il: Novembre 07, 2016, 22:55:04 pm »
 :lol:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Il cattolicesimo 'istituzionale' riflette sempre le idee della 'base'?
« Risposta #32 il: Novembre 07, 2016, 23:15:31 pm »
http://www.maurizioblondet.it/avete-notato-vaticano-sempre-ragione-al-mondo/

Fiumi di inchiostro sono stati versati, dai siti cattolici,  sulla durissima reprimenda del Vaticano contro Radio Maria, dalle cui antenne sarebbe stato detto che il terremoto dell’Italia  centrale sarebbe stata  una punizione divina per il varo della legge sulle unioni civili.  Non  si parli di “Punizioni divine”!  Il numero 2 della segreteria di stato, monsignor Becciu, ha invitato Radio Maria a “correggere i toni del linguaggio e conformarsi di più al Vangelo e al messaggio della misericordia e della solidarietà propugnato con passione da papa Francesco” .  Quelle pronunciate alla radio  “sono affermazioni offensive per i credenti  e scandalose per chi non crede”. Subito il fondatore di Radio Maria, padre Livio, ha espulso dalla radio per  sempre il colpevole, teologo Cavalcoli.

Al fiume d’inchiostro aggiungo il mio rigagnolo, senza alcuna pretesa di originalità, giusto con una nota terra-terra. Come è stato già appurato, quella frase non è stata detta  affatto. Cavalcoli  ha fatto un discorso molto più complesso, come  ovvio. La frase “il terremoto è la punizione divina per la legge sulle unioni civili” è stata attribuita a padre Cavalcoli da L’Espresso  – una semplificazione e falsificazione – poi subito ripresa e amplificata da tutti i media “che contano”,  Corriere, Repubblica, TG,  giù giù fino all’immondo Cruciani; all’estero, se ne è occupata persino la BBC: “Vatican condemns radio station” etc. etc.

Queste emittenti rappresentano e incarnano  quel che in termini spirituali si chiama “il mondo”,  e gli interessi “mondani”.

Il ben noto “mondo” di cui Gesù ci ha avvertito:  «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.

La cosa terra-terra che volevo far notare è questa: il numero due della Segreteria di Stato non ha  avuto il minimo dubbio sul fatto che un teologo  alquanto noto nella Chiesa, forse, non aveva detto una simile scemenza;  nemmeno   ha provato a chiamare  padre Cavalcoli per chiedergli: ma cosa hai detto davvero, figliolo? No: ha subito preso per verità assoluta quello che sulla faccenda ha detto “il mondo”.  E ovviamente, Becciu ha   preso le parti  del “mondo”: senza la minima esitazione, senza alcuna riflessione e senza il minimo controllo preventivo.   Se c’è una disputa, una polemica,  possiamo esser sicuri che il nuovo Vaticano darà sempre ragione, per immediata reazione, al “mondo”, e torto al fedele cristiano. Ormai è un riflesso condizionato:  è sempre il fedele che viene messo sotto accusa dal Vaticano, di cui si sospettano pregiudizi, rigidità, e persino di dire menzogne  e malvagità. “Il mondo” invece, non mente mai, non ha bisogno mai di rimproveri.   Becciu non ha dubitato un attimo che l’Espresso  è un giornale ideologico, e dice falsità ; immediatamente ha creduto che un teologo domenicano  molto rispettato  potesse aver detto una cretinata, ed aver  offeso “il mondo”.

Quanto al povero padre Livio, lo si deve capire: sa benissimo che la Junta vuol strappargli la sua creatura, Radio Maria: troppo miracolistica, troppo Madonnistica, soprattutto troppi ascoltatori: un centro di potere, insomma, uno spazio da occupare, dal punto di vista dei mondani modernisti che non tollerano voci diverse: tutti con coro con Francesco, altrimenti…..  Giustamente padre Livio può aver visto nell’attacco – immotivato – del numero 2 della Segreteria, l’inizio della manovra per   privarlo della sua radio e commissariarla (come è stato fatto coi Francescani dll’Immacolata); e come sempre, s’è difeso dando ragione ai  mondani del Vaticano, ed espellendo Cavalcoli come ha già fatto con il povero Palmaro e Gnocchi ,  e chiunque altro  che abbia espresso la minima peplessità su  El Papa.

Io che sono terra-terra considero “teologii”  i santi – quelli che fanno miracoli, che hanno le estasi, che sono saliti sulla croce  delle prove più dure  –  il minimo che chiedo dai teologi.    Vito Mancuso mi convincerà delle sue dottrine quando riceverà le stigmate,  Enzo Bianchi quando il cilicio e i digiuni l’avranno reso scheletrico- o almeno magrolino.   I teologi  spesso  mi confondono, e sono sempre noiosi. Se leggo le vite dei santi, santa Teresa la Grande, Santa Teresina,  padre Kolbe, padre Pio, san Domenico Savio,  la piccola Giacinta di Fatima,  trovo la lettura molto più piacevole e  loro lezioni di teologia più comprensibili; e sia detto per inciso, nessuno di questi santi, anche contemporanei, ha mai adottato nulla di modernismo. Nessuno di loro, per esempio, ha mai detto che la Messa è una “mensa” invece che un “sacrificio”.  Fedele terra-terra, mi attengo  a quel che credono loro.  Non accetto teologi che non  siano santi.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.