Autore Topic: Donald Trump 45° presidente degli USA  (Letto 39268 volte)

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Online Massimo

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Donald Trump 45° presidente degli USA
« il: Novembre 09, 2016, 08:56:23 am »
Trump ha vinto! Tutti noi avevamo puntato su una sua vittoria contro la nazifemminista Clinton e contro l'establishment americano che
utilizzando il femminismo come ideologia e l'emancipazione della donna come paravento per nascondere ben altri propositi e mire, attua
una vera e propria disintegrazione sociale e giuridica, in termini di diritti e tutele, facendo gli interessi della finanza mondiale globalizzata.
Non osavamo quasi neanche sperarlo, Neppure noi. Ma è accaduto. E' stato di buon auspicio il mini sondaggio (questo sì attendibile) che
avevamo fatto tra noi. Persino la morte di Veronesi (pace all'anima sua) è stata a modo suo profetica: in una sola notte benedetta noi ci
siamo liberati di uno zerbino leccavulve che non perdeva occasione di incensare le donne e la loro "superiorità" e di una guerrafondaia in gonnella che chissà in che guai mortali ci avrebbe cacciati. Evidentemente la sorte pietosa ha voluto risparmiargli il dispiacere di assistere
alla sconfitta di una degna rappresentante del "genere eletto". Ora ci divertiremo a leggere i commenti scorati ed afflitti di commentatori
che hanno fatto il tifo per la Clinton e ad assistere al tonfo delle Borse che avevano anche loro parteggiato per lei; sarà uno spasso!
Mi sento solo di fare un augurio: che questo evento sia, per dirla alla Churchill, se non la fine, l'inizio della fine per il nazifemminismo!

Offline Fazer

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Re:Donald Trump 45° presidente degli USA
« Risposta #1 il: Novembre 09, 2016, 09:08:17 am »
Ora ci divertiremo a leggere i commenti scorati ed afflitti di commentatori
che hanno fatto il tifo per la Clinton e ad assistere al tonfo delle Borse che avevano anche loro parteggiato per lei; sarà uno spasso!

Infatti me la sto ridendo da più di un'ora.
Non sanno come fare, 'sti dementi.
Cani rognosi, coi loro sondaggi falsi, i loro articoli deliranti.
Huffington che rimuove l'aggettivo "razzista" associato al nome Trump un minuto dopo la certezza della vittoria.
I severgnini e i cazzulli disperati. Le marie laure rodotà in preda a crisi di nervi.
Le borse a picco in tutto il mondo.
Tutti evidenti segnali del fatto che ha vinto la persona giusta, ovvero il peggiore e più impresentabile burino della storia degli Stati Uniti. Solo per questo, potrebbe fare grandi cose. Vai, Donald...

Offline Fazer

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Re:Donald Trump 45° presidente degli USA
« Risposta #2 il: Novembre 09, 2016, 09:12:37 am »
Cominciamo col godimento:

http://www.repubblica.it/speciali/esteri/presidenziali-usa2016/2016/11/09/news/trump_presidente_la_voce_delle_donne_vediamo_sfumare_qualcosa_per_cui_abbiamo_lottato_tutta_la_vita_-151654029/?ref=HREC1-1

"Trump presidente, la voce delle donne: "Vediamo sfumare qualcosa per cui abbiamo lottato tutta la vita"

Parla Ellen Schrecker, docente di storia e femminista: "Lui ci porterà nel baratro"

NEW YORK - "Sono stordita. E profondamente rattristata. Ci siamo andati così vicini: Hillary poteva davvero diventare la prima donna presidente e scrivere una nuova pagina di storia americana. Non credo che avrò un'altra occasione di vedere realizzato qualcosa per cui ho lottato per tutta la vita".

Ellen Schrecker scuote la testa incredula. Professoressa di Storia americana alla Yeshiva University, femminista, è una delle più note esperte di storia del meccartismo a cui ha dedicato numerosi libri. "Ma non sono stupita: perché ho visto tutte il razzismo e le menzogne e la misoginia che questa gente ha tirato fuori durante la campagna elettorale contro di lei. E ancora prima contro la politica di Barack Obama e contro di lui personalmente, inventandosi perfino la favola che non era nato in America".

Cosa la rattrista?
"È una grande occasione mancata per l'America. Non ci sono paragoni fra Hillary e Trump. Lei era davvero qualificata, sarebbe stata capace di fare il Presidente. Lui ci porterà nel baratro".

Pensa a qualcosa di preciso?
"Sarà una deformazione professionale, ma vedo paralleli con la storia del passato: come si fa a non avere paura dell'appello fatto da Newt Gingrich, uno degli uomini più vicini a Donald Trump, a creare un nuovo comitato che indaghi sulle attività antiamericane? Con l'isteria provocata da Trump qui si rischia di cominciare una nuova caccia alle streghe...".

Cosa teme di più?
"La vittoria di Trump è un semaforo verde alla violenza. Alla misoginia. E al razzismo. Il suo puntare il dito contro latini e musulmani è stata diabolico. Anche perché così ha distratto l'attenzione dai veri problemi del Paese, offrendo ai suoi seguaci dei capri espiatori. Le cose non miglioreranno, anzi. Mi aspetto che l'economia vada a rotoli, i mercati stanno già reagendo negativamente. Ci saranno più tensioni, incidenti. E su chi crede che riverserà le responsabilità Trump? Povera America".


 :lol: :lol: :lol:

Online Massimo

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Re:Donald Trump 45° presidente degli USA
« Risposta #3 il: Novembre 09, 2016, 09:13:21 am »
E difatti Reagan suscitò le stesse reazioni da parte dei media. Poi ci si avvide che non era poi così male.

Offline Fazer

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Re:Donald Trump 45° presidente degli USA
« Risposta #4 il: Novembre 09, 2016, 09:21:36 am »
E difatti Reagan suscitò le stesse reazioni da parte dei media. Poi ci si avvide che non era poi così male.

Verissimo.
In ogni caso:
1) Sembra non basti essere vaginomunite per vincere (e quindi ALLELUJAH!!!).
2) Il malessere, la fame, l'incertezza per il futuro contano più del femminismo (cosa ovvia, su un pianeta abitato da esseri umani, molto meno ovvia sul quel pianeta delle scimmie chiamato Terra).

Offline Volpe argentata

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Re:Donald Trump 45° presidente degli USA
« Risposta #5 il: Novembre 09, 2016, 09:23:46 am »
Le femministe continuano a preoccuparsi piu' della frasi di Trump che dell'islam che cucira' loro le bocche per sempre, sono senza speranza e destinate ad implodere...

Online Massimo

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Re:Donald Trump 45° presidente degli USA
« Risposta #6 il: Novembre 09, 2016, 09:28:51 am »
....o a finire in un harem. Delle due disgrazie non saprei davvero quale augurare loro.

Offline Volpe argentata

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Re:Donald Trump 45° presidente degli USA
« Risposta #7 il: Novembre 09, 2016, 09:32:20 am »
Molto interessanti i commenti dei lettori del Fatto Quotidiano, per la maggior parte esprimono la soddisfazione per l'elezione di Trump e vedo tantissime frecciate contro l'antipatica Clinton.

Offline Fazer

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Re:Donald Trump 45° presidente degli USA
« Risposta #8 il: Novembre 09, 2016, 09:47:01 am »
Maurizio Blondet:

http://www.maurizioblondet.it/povero-gentiloni-grande-popolo-americano/

POVERO GENTILONI …E GRANDE POPOLO AMERICANO

Confesso la mia prima reazione: “Non sarà un trucco?”  –  Dall’11 Settembre, tutte le novità che vengono  dagli Usa mi odorano di  false flag.  Ma lascio a domani i miei dubbi, e per oggi saluto il popolo  americano. Il grande popolo dei “bianchi senza laurea”,  dei rednecks (i colli rossi,quelli che lavorano all’aperto,   muratori, coltivatori) spregiati da tutti i radicalchic con la puzza al naso.  Un popolo che nella sua rozzezza e semplicità,  ha mostrato una libertà di spirito straordinaria: non l’hanno intimidito le opinioni degli opinionisti “di prestigio”, ha  saputo guardare attraverso le menzogne dei “rispettabili”, non s’è lasciato mettere in soggezione dai divieti del  politicamente corretto da cui è stato inondato per dieci mesi (ancora nell’ultima ora, Huffington Post  ha  bollato Trump di “bugiardo seriale, misogino, razzista, xenofobo…”).    Se n’è infischiato dei sondaggi falsi che davano Klinton vincitrice  fin dal primo giorno, non s’è fatto  sedurre né influenzare da femministe, lgbt, giornalisti (a cui si dovrà fare un processo), globalisti, né spaventare dal “crollo dei mercati” , né distrarre dal fumo e dagli specchi messi in atto dai poteri forti, né dalle “armi di distrazione di massa” televisive.  I “bianchi senza laurea” hanno  mostrato di non avere padroni  nelle loro menti, di non aver  portato i loro semplici cervelli all’ammasso del conformismo autorizzato.   Hanno mostrato una limpida chiarezza di visione politica  eccezionale:  han capito l’essenziale  e il fondamentale – ciò che tutti i “colti e semicolti” occidentali non hanno  capito o non hanno voluto capire.

Grande popolo coraggioso, un coraggio   politico sovrano che i nostri  popoli europei  non  sanno più cosa sia. Noi ci siamo assoggettati a tutti gli enti sovrannazionali immaginati dalle oligarchie, abbiamo ceduto la sovranità popolare a chiunque, a gente come Barroso e Juncker e Merkel, a Draghi,   noi italiani a tre governi che  ci sono stati dati da fuori. Abbiamo rotto i rapporti economici con la Russia,  con cui non avevamo alcun contenzioso, senza nemmeno pretendere un compenso  da chi  l’ha voluto, sia  Obama o  siano  i baltici; abbiamo disapprovato e siamo rimasti sgomenti  per il Brexit, i nostri autorevoli commentatori hanno profetizzato la rovina economica per la Gran Bretagna  che s’era liberata dalla Commissione: profezia sbagliata, e argomento di una viltà quasi incredibile , del tipo: “Non possiamo essere liberi perché ci costa troppo”.  E anche adesso le  radio  piangono: “Crollano le borse in tutto il   mondo”. E chi se ne frega. Ci stanno  di nuovo dicendo: “Non potete tornare liberi perché non conviene economicamente”.

I rednecks  hanno detto “basta”, anche in qualche modo per noi. Dovremmo abituarci ad essere liberi, nostro malgrado, se – come spero – l’ombrello NATO non ci “proteggerà” più, tanto per dirne una.

Non so se Trump sarà all’altezza – è questo uno dei dubbi –   del compito rivoluzionario che gli ha dato il popolo americano; ma comunque vada, il popolo americano merita  il nostro rispetto, e il nostro grazie.  Giù il cappello.

Il mio secondo o terzo pensiero è stato: povero Gentiloni. Wikileaks aveva spifferato  le sue servili suppliche a Huma Abedin per avere un incontro, anche di   cinque minuti, con Hillary,  presentandosi così:  sono “ membro del Partito democratico italiano, e per questo noi siamo legatissimi ai democratici americani…”.  A settembre il nostro ministro degli esteri era andato pure  a New York a tifare, a  gridare “Forza Hillary”.  Complimenti per l’alta  intuizione politica,  la statura del personaggio. E non parliamo di Matteo Renzi che è andato a baciare la pantofola di un Obama spettrale, falsificatore, guerrafondaio per conto dei sauditi, cripto-Fratello Musulmano  – ed ora si trova al governo Donald A cui naturalmente  baceranno la pantofola, perché sono abituati a farlo, chiunque sia il padrone.

Poi, dovremo  cominciare  fare un processo al sistema mediatico, che s’è coperto di vergogna, e alla casta dei giornalisti  che non hanno esitato a  mentire spudoratamente, a tacere tutte le verità che giorno dopo giorno venivano fuori su Hillary.

Faccio un rapido, sommario conto di quelli che – salvo sorprese – sono i perdenti  geopolitici.   Il regno saudita, che ha pagato miliardi per storcere la politica estera americana  secondo i suoi interessi e associarla ai suoi delitti.  I neocon? Sarei meno sicuro. Ma perdente è   Stoltenberg,  sono   i baltici, la giunta di Kiev, la Commissione,  le entità sovrannazionali  – e i mercati che crollano perché non hanno previsto, e non sanno più cosa sarà il futuro, e la speculazione che teme di non poter più assoggettare la politica – la politica sovrana . Ci perdono, spero,  Soros, i guerrafondai e i loro servi per soggezione o paura in Europa.

Forse non ci sarà la guerra.  Dico forse, perché  – attenzione –  non sappiamo ancora del tutto di  quali poteri forti hanno appoggiato Donald.  Voglio solo ricordare che molti americani, forse molti degli stessi che hanno  votato Trump,  votarono Obama, perché speravano che avrebbe messo fine alle guerre ultra-decennali neocon dell’era Bush jr.:  non è riuscito nemmeno a chiudere Guantanamo, e le guerre contro Siria, Libia Somalia, Irak, Yemen,  le ha invelenite pagando  e  addestrando un Califfato made in Cia,e  insistendo a voler  detronizzare Assad per  consegnare la Siria a Al Qaeda.

Vedremo. Per il momento rallegriamoci, e salutiamo Vladimir Putin, che ha sfidato  l’unipolarismo e il globalismo. Speriamo  di rivederlo nostro amico.

Offline Fazer

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Re:Donald Trump 45° presidente degli USA
« Risposta #9 il: Novembre 09, 2016, 09:58:22 am »
Marmocchio, tu che sei medico, avresti qualcosa per tirare su il severgnini? Stavolta mi sa che lo perdiamo:

http://www.corriere.it/cultura/16_novembre_08/paese-ferito-cerca-tregua-a43ca484-a5fe-11e6-b4bd-3133b17595f4.shtml

Due Americhe contro, e il mondo che guarda allibito. Un’America chiusa e delusa, che si riconosce nel repubblicano Donald Trump. Un’altra più aperta, disposta a seguire la democratica Hillary Clinton nel perenne inseguimento del sogno americano. Qualcuno, anche negli Stati Uniti, era convinto che la candidata democratica, più esperta e affidabile, avrebbe battuto facilmente il rivale repubblicano. E’ accaduto l’opposto.

Ohio, North Carolina, Iowa. Florida. Texas, tutto il centro e quasi tutto il sud. Michigan, Wisconsin, Pennsylvania – Stati industriali, tradizionalmente democratici - in bilico per ore. Inesorabilmente, nel corso della notte, la macchia rossa sulle mappe elettorali s’è allargata. Donald Trump, il candidato più improbabile in 227 anni di democrazia americana, è alle porte della Casa Bianca. Avrà il controllo il Congresso. Sceglierà il giudice decisivo della Corte Suprema, l’istituzione dove avanzano – o arretrano – i grandi cambiamenti sociali americani.
Bruce Springsteen è un artista e non fa politica. Ma ci sono giornate in cui la storia non lascia alternative: schierarsi o nascondersi. Nell’ultima notte prima delle elezioni, il Boss non si è nascosto. Non avrebbe condividiso il palco con Hillary, probabilmente, se dall’altra parte non ci fosse Trump. Non avrebbe scelto una canzone come Dancing in the dark. Perfetta e profetica, fin dal titolo. Perché l’America, la notte scorsa, ha ballato al buio. E oggi, quando si sono accese le luci, deve accettare chi si trova di fronte. Così dobbiamo fare noi italiani e europei, che dell’America siamo alleati. Sarà dura, ma dobbiamo provarci.

Sondaggi, studiosi, mercati e scommettitori indicavano Hillary Clinton. Perfino i repubblicani non ci speravano più. Ma le sorprese elettorali non erano mancate, negli ultimi tempi, attraverso l’Occidente confuso. E gli Stati Uniti sono cambiati molto, negli ultimi otto anni. Barack Obama, presidente gentiluomo, ha visto franare il tradizionale terreno democratico. Stati industriali come Ohio, Michigan e Wisconsin cercavano un veicolo per le proprie frustrazioni. E il veicolo non lo produce la Chrysler (salva anche grazie alla Casa Bianca). Quel veicolo – ora lo sappiamo - si chiama Donald Trump.
È lui la sconvolgente novità. È lui che ha incendiato le incertezze americane. L’ha fatto da solo, senza aiuti, osteggiato nel suo stesso partito. L’ha fatto contro la totalità dei media, giustamente preoccupati dal suo comportamento e dalle sue dichiarazioni. L’ha fatto spaccando la nazione, come mai era accaduto. Donne, non-bianchi e giovani millennials istruiti contro di lui; legioni di bianchi delusi con lui. Donald Trump ha ignorato la demografia e puntato sull’antipatia. Quella che la sua avversaria, Hillary Clinton, è sembrata raccogliere in abbondanza
Ma un presidente, prima d’essere simpatico, dev’essere competente. Da questo punto di vista la distanza tra i contendenti era, e resta, immensa. Vedrete quanti, anche in Italia, salteranno beffardi sul carro del vincitore americano. Ma i fatti restano. L’uomo d’affari e di televisione Donald Trump non ha mai ricoperto una carica elettiva. Non ha presentato un programma degno di questo nome. Metà delle sue affermazioni si sono rivelate false o inesatte. Sulle questioni internazionali ha mostrato un’incompetenza pari soltanto dall’arroganza. Per questo piace agli avversari dell’America. Sarà stata una notte memorabile al Cremlino. Vladimir Putin ha trovato la sua anima gemella. Dove porteranno il mondo, lo vedremo
L’America silenziosa è esplosa con un boato. Molti elettori – per calcolo, per rabbia, per vergogna – non hanno lasciato capire che avrebbero scelto Donald Trump. Le volgarità, le falsità e la superficialità del candidato? Irrilevanti, apparentemente. Tutto si è deciso, ancora una volta, nei battleground states, gli Stati “terreno di battaglia”, per usare la solita metafora bellica. E’ la strana democrazia made in USA: sono quindici, non cinquanta, gli Stati che hanno deciso chi condurrà la nazione fino al 2020.
L’America bianca e armata ha difeso l’ultima trincea. Una lunga, sgradevole campagna elettorale si è chiusa con l’elezione del nuovo Presidente. E’ difficile, ma dobbiamo accettarlo. Siamo tutti prigionieri di una fantasia: una storia immobile, in cui domani è una ripetizione di ieri. E’ un modo di sconfiggere l’ansia, ma il mondo non funziona così. La vita di ogni italiano adulto non è segnata solo dalle vicende nazionali, ma da grandi eventi lontani: la fine dell’URSS, l’avvento di internet, l’11 settembre, il tracollo finanziario e il primo presidente afro-americano, il ritorno del terrorismo. Le cose cambiano e la storia corre: negli USA più che altrove.
È accaduto. La nazione di Bruce Springsteen ha ballato al buio, e s’è ritrovata tra le braccia di Donald Trump.

Offline ilmarmocchio

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Re:Donald Trump 45° presidente degli USA
« Risposta #10 il: Novembre 09, 2016, 10:50:50 am »
Citazione
i mercati stanno già reagendo negativamente.

poverina è preoccupata dei mercati

Offline ilmarmocchio

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Re:Donald Trump 45° presidente degli USA
« Risposta #11 il: Novembre 09, 2016, 10:54:36 am »
Marmocchio, tu che sei medico, avresti qualcosa per tirare su il severgnini? Stavolta mi sa che lo perdiamo:

http://www.corriere.it/cultura/16_novembre_08/paese-ferito-cerca-tregua-a43ca484-a5fe-11e6-b4bd-3133b17595f4.shtml

Due Americhe contro, e il mondo che guarda allibito. Un’America chiusa e delusa, che si riconosce nel repubblicano Donald Trump. Un’altra più aperta, disposta a seguire la democratica Hillary Clinton nel perenne inseguimento del sogno americano. Qualcuno, anche negli Stati Uniti, era convinto che la candidata democratica, più esperta e affidabile, avrebbe battuto facilmente il rivale repubblicano. E’ accaduto l’opposto.

Ohio, North Carolina, Iowa. Florida. Texas, tutto il centro e quasi tutto il sud. Michigan, Wisconsin, Pennsylvania – Stati industriali, tradizionalmente democratici - in bilico per ore. Inesorabilmente, nel corso della notte, la macchia rossa sulle mappe elettorali s’è allargata. Donald Trump, il candidato più improbabile in 227 anni di democrazia americana, è alle porte della Casa Bianca. Avrà il controllo il Congresso. Sceglierà il giudice decisivo della Corte Suprema, l’istituzione dove avanzano – o arretrano – i grandi cambiamenti sociali americani.
Bruce Springsteen è un artista e non fa politica. Ma ci sono giornate in cui la storia non lascia alternative: schierarsi o nascondersi. Nell’ultima notte prima delle elezioni, il Boss non si è nascosto. Non avrebbe condividiso il palco con Hillary, probabilmente, se dall’altra parte non ci fosse Trump. Non avrebbe scelto una canzone come Dancing in the dark. Perfetta e profetica, fin dal titolo. Perché l’America, la notte scorsa, ha ballato al buio. E oggi, quando si sono accese le luci, deve accettare chi si trova di fronte. Così dobbiamo fare noi italiani e europei, che dell’America siamo alleati. Sarà dura, ma dobbiamo provarci.

Sondaggi, studiosi, mercati e scommettitori indicavano Hillary Clinton. Perfino i repubblicani non ci speravano più. Ma le sorprese elettorali non erano mancate, negli ultimi tempi, attraverso l’Occidente confuso. E gli Stati Uniti sono cambiati molto, negli ultimi otto anni. Barack Obama, presidente gentiluomo, ha visto franare il tradizionale terreno democratico. Stati industriali come Ohio, Michigan e Wisconsin cercavano un veicolo per le proprie frustrazioni. E il veicolo non lo produce la Chrysler (salva anche grazie alla Casa Bianca). Quel veicolo – ora lo sappiamo - si chiama Donald Trump.
È lui la sconvolgente novità. È lui che ha incendiato le incertezze americane. L’ha fatto da solo, senza aiuti, osteggiato nel suo stesso partito. L’ha fatto contro la totalità dei media, giustamente preoccupati dal suo comportamento e dalle sue dichiarazioni. L’ha fatto spaccando la nazione, come mai era accaduto. Donne, non-bianchi e giovani millennials istruiti contro di lui; legioni di bianchi delusi con lui. Donald Trump ha ignorato la demografia e puntato sull’antipatia. Quella che la sua avversaria, Hillary Clinton, è sembrata raccogliere in abbondanza
Ma un presidente, prima d’essere simpatico, dev’essere competente. Da questo punto di vista la distanza tra i contendenti era, e resta, immensa. Vedrete quanti, anche in Italia, salteranno beffardi sul carro del vincitore americano. Ma i fatti restano. L’uomo d’affari e di televisione Donald Trump non ha mai ricoperto una carica elettiva. Non ha presentato un programma degno di questo nome. Metà delle sue affermazioni si sono rivelate false o inesatte. Sulle questioni internazionali ha mostrato un’incompetenza pari soltanto dall’arroganza. Per questo piace agli avversari dell’America. Sarà stata una notte memorabile al Cremlino. Vladimir Putin ha trovato la sua anima gemella. Dove porteranno il mondo, lo vedremo
L’America silenziosa è esplosa con un boato. Molti elettori – per calcolo, per rabbia, per vergogna – non hanno lasciato capire che avrebbero scelto Donald Trump. Le volgarità, le falsità e la superficialità del candidato? Irrilevanti, apparentemente. Tutto si è deciso, ancora una volta, nei battleground states, gli Stati “terreno di battaglia”, per usare la solita metafora bellica. E’ la strana democrazia made in USA: sono quindici, non cinquanta, gli Stati che hanno deciso chi condurrà la nazione fino al 2020.
L’America bianca e armata ha difeso l’ultima trincea. Una lunga, sgradevole campagna elettorale si è chiusa con l’elezione del nuovo Presidente. E’ difficile, ma dobbiamo accettarlo. Siamo tutti prigionieri di una fantasia: una storia immobile, in cui domani è una ripetizione di ieri. E’ un modo di sconfiggere l’ansia, ma il mondo non funziona così. La vita di ogni italiano adulto non è segnata solo dalle vicende nazionali, ma da grandi eventi lontani: la fine dell’URSS, l’avvento di internet, l’11 settembre, il tracollo finanziario e il primo presidente afro-americano, il ritorno del terrorismo. Le cose cambiano e la storia corre: negli USA più che altrove.
È accaduto. La nazione di Bruce Springsteen ha ballato al buio, e s’è ritrovata tra le braccia di Donald Trump.


Per la mente di Severgnini la scienza medica ( non il medico  :cool: :D ) è impotente.
Mi sento di consigliarli un intervento maxillo-facciale che, oltre a migliorare il suo orrido profilo, gli darebbe anche la scusa per fare ciò che gli riesce meglio : stare zitto

Offline ilmarmocchio

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Re:Donald Trump 45° presidente degli USA
« Risposta #12 il: Novembre 09, 2016, 11:06:19 am »

Offline Warlordmaniac

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Re:Donald Trump 45° presidente degli USA
« Risposta #13 il: Novembre 09, 2016, 11:23:27 am »
Non so spiegarmi dall'Italia le ragioni della vittoria di Trump. Evidentemente la Clinton rappresenta l'essere donna e niente altro, tant'è che per poco perdeva da Sanders, che nonostante sia il più affine di tutti al mio pensiero, non era un candidato forte.
Le donne hanno in gran parte votato Trump secondo la legge per cui i miei rivali da sconfiggere sono in primis i miei simili (effetto derby).
Vale anche per gli uomini purtroppo. Non festeggerò la vittoria di Trump come non credo ai piagnistei dei radical chic e delle femministe outsider. Quelli veramente incazzati sono coloro che avrebbero partecipato al governo Clinton.

Offline ilmarmocchio

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Re:Donald Trump 45° presidente degli USA
« Risposta #14 il: Novembre 09, 2016, 11:47:44 am »
Cominciamo col godimento:

http://www.repubblica.it/speciali/esteri/presidenziali-usa2016/2016/11/09/news/trump_presidente_la_voce_delle_donne_vediamo_sfumare_qualcosa_per_cui_abbiamo_lottato_tutta_la_vita_-151654029/?ref=HREC1-1

"Trump presidente, la voce delle donne: "Vediamo sfumare qualcosa per cui abbiamo lottato tutta la vita"

Parla Ellen Schrecker, docente di storia e femminista: "Lui ci porterà nel baratro"

NEW YORK - "Sono stordita. E profondamente rattristata. Ci siamo andati così vicini: Hillary poteva davvero diventare la prima donna presidente e scrivere una nuova pagina di storia americana. Non credo che avrò un'altra occasione di vedere realizzato qualcosa per cui ho lottato per tutta la vita".

Ellen Schrecker scuote la testa incredula. Professoressa di Storia americana alla Yeshiva University, femminista, è una delle più note esperte di storia del meccartismo a cui ha dedicato numerosi libri. "Ma non sono stupita: perché ho visto tutte il razzismo e le menzogne e la misoginia che questa gente ha tirato fuori durante la campagna elettorale contro di lei. E ancora prima contro la politica di Barack Obama e contro di lui personalmente, inventandosi perfino la favola che non era nato in America".

Cosa la rattrista?
"È una grande occasione mancata per l'America. Non ci sono paragoni fra Hillary e Trump. Lei era davvero qualificata, sarebbe stata capace di fare il Presidente. Lui ci porterà nel baratro".

Pensa a qualcosa di preciso?
"Sarà una deformazione professionale, ma vedo paralleli con la storia del passato: come si fa a non avere paura dell'appello fatto da Newt Gingrich, uno degli uomini più vicini a Donald Trump, a creare un nuovo comitato che indaghi sulle attività antiamericane? Con l'isteria provocata da Trump qui si rischia di cominciare una nuova caccia alle streghe...".

Cosa teme di più?
"La vittoria di Trump è un semaforo verde alla violenza. Alla misoginia. E al razzismo. Il suo puntare il dito contro latini e musulmani è stata diabolico. Anche perché così ha distratto l'attenzione dai veri problemi del Paese, offrendo ai suoi seguaci dei capri espiatori. Le cose non miglioreranno, anzi. Mi aspetto che l'economia vada a rotoli, i mercati stanno già reagendo negativamente. Ci saranno più tensioni, incidenti. E su chi crede che riverserà le responsabilità Trump? Povera America".


 :lol: :lol: :lol:

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