Cassazione: casa coniugale assegnata alla ex? Marito si rassegni. Se minaccia la moglie commette estorsione
La seconda sezione penale della Corte di Cassazione (sentenza 15111/2010) ha stabilito che chi minaccia la ex moglie per indurla a lasciare la casa coniugale commette reato di estorsione. Se infatti la casa è stata affidata a lei in sede di divorzio l'ex marito si deve rassegnare. E poco importa che l'abitazione appartenga alla famiglia di lui. Nel momento in cui per disposizione del giudice la casa è nella disponibilità della ex consorte, le eventuali minacce utilizzare per indurre a lasciare la casa integrano gli estremi del reato di estorsione previsto e punito dall'art. 629 del codice penale. La norma dispone, tra le altre cose, che "chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad ammettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da euro 516 a ero 2.065".
(Data: 23/04/2010 10.01.00 - Autore: Roberto Cataldi)
Con l'assegnazione della casa ad un coniuge, se il proprietario e' l'altro coniuge o terza persona, i giudici causano un danno al proprietario ed un ingiusto profitto al coniuge assegnatario non proprietartio, ma questo e' "legale".