Fonte :
http://ilreferendum.it/2014/05/22/elezioni-europee-il-probabile-successo-del-movimento-femminista-svedese/Elezioni Europee, il probabile successo del movimento femminista svedese
di Alessia Schiavon
Soraya Post
(Fonte: feministisktinitiativ.se)
Il 25 maggio, data delle prossime elezioni europee, potrebbe segnare la storia per i movimenti femminisiti e non solo.
Soraya Post del Swedish Feminist Iniziative ha, infatti, buone chance di superare la soglia del 4% necessaria per ottenere un posto al Parlamento europeo.
Secondo i sondaggi avrebbe raggiunto già il 4,3%, un grande successo rispetto al 2,2 % dei voti ottenuti nel 2009. Drude Dahlerup, professore presso la Stockholm Univeristy, lo ha definito uno sviluppo che ha dell’incredibile.
La Post, con alle spalle grandi esperienze nel campo dei diritti umani a livello internazionale, si propone come portabandiera di una nuova Europa, tutta incentrata sull’eguaglianza e la giustizia sociale. Del resto, si tratta di valori alla base del Swedish Feminist Iniziative, che in Svezia è un vero e proprio partito già dal 2005, sebbene oggetto di molte critiche che gli hanno fatto guadagnare la reputazione di movimento femminista radicale, per alcune proposte avanzate, come quella di eliminare l’istituto del matrimonio.
«La gente − secondo la candidata svedese − si sente minacciata dai movimenti razzisti e fascisti e vuole difendere la democrazia». Proprio per questo la sua campagna si concentra sui temi dell’aborto, dell’eguaglianza di genere ed etnicità, contro ogni tipo discriminazione.
Parrebbe, dunque, essere questa la ragione del grande successo del movimento femminista svedese, ovvero la crescente attenzione verso le tematiche di genere, soprattutto quelle dell’aborto e dell’equo salario.
Non bisogna però dimenticare il peso che progressivamente hanno assunto le donne all’interno delle istituzioni politiche. Dal 1979, quando venne eletto il primo Parlamento europeo, la percentuale di deputate donne è cresciuta costantemente dal 16% fino all’attuale 35%. Le stesse rappresentanze nazionali al Parlamento hanno seguito questa strada, in alcuni arrivando all’uguaglianza perfetta, come in Estonia, dove tra i suoi Eurodeputati vi è una proporzione 50 a 50. Anche l’Italia dal canto suo ha cercato di adeguarsi in vista del 25 maggio, inserendo la tanto discussa quota rosa, che obbliga ad esprimere al momento del voto preferenze di genere diverso.
Non resta dunque che attendere il 25 maggio per capire che sembianze assumerà la nuova Europa e se quindi assumerà una “dimensione femminista”, come spera Soraya Post.