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"Cinque milioni di uomini ogni anno sono vittime delle violenze femminili"

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Alberto1986:
Articolo sorprende apparso oggi su Il Giornale (seppur ci sono punti che non convincono).  Ancora più sorprendente che sia stato scritto da una giornalista:



--- Citazione ---Cinque milioni di uomini ogni anno sono vittime delle violenze femminili.

di Barbara Benedettelli

È raro che uccidano. Ma ricattano, umiliano e distruggono economicamente i compagni.

Senza nulla togliere alla gravità della violenza maschile sulle donne, credo sia giunto il momento di coniare un nuovo termine anche per il fenomeno opposto: maschicidio.
Perché anche il maschio può essere vittima della violenza femminile. Di certo lo è dell'informazione unidirezionale e di una cultura dominante che procede per stereotipi e pregiudizi: la donna è sempre docile incolpevole vittima e l'uomo sempre carnefice e bastardo. Ma la verità sta sempre in mezzo. Dopo l'elezione di Donald Trump e l'apertura del vaso di Pandora sui media che nascondono, insabbiano o discreditano modificando la verità secondo ideologia (o stereotipi), è emerso il bisogno di autenticità. Di una verità tale a trecentosessanta gradi, la sola capace di darci gli strumenti per risolvere il gap culturale che permette ancora differenze sostanziali tra uomini e donne. E che può fornirci forse perfino la soluzione per diminuire il numero dei femminicidi, costante nel tempo nonostante i passi avanti anche legislativi.
Non possiamo dunque non tenere conto, quando osserviamo il fenomeno del femminicidio, dell'altra faccia della medaglia: la condizione maschile, l'emancipazione psicologica dell'uomo, i pregiudizi legati al concetto di maschio e il tabù che riguarda la violenza femminile sul sesso opposto. Violenza che esiste - anche se raramente ha dinamiche omicidiarie - e che riguarda la psiche, il portafogli e perfino la sessualità. In Italia sono poche le indagini in questo senso. Una di queste - passata quasi inosservata - è stata effettuata nel 2012 da una equipe dell'Università di Siena su un campione di uomini tra i 18 e i 70 anni. La metodologia è la stessa utilizzata dall'Istat nel 2006, per la raccolta dei dati sulla violenza contro le donne e che ancora oggi vengono riportati con grande enfasi. Secondo l'indagine dell'Università di Siena, nel 2011 sarebbero stati oltre 5 milioni gli uomini vittime di violenza femminile configurata in: minaccia di esercitare violenza (63,1%); graffi, morsi, capelli strappati (60,05); lancio di oggetti (51,02); percosse con calci e pugni (58,1%). Molto inferiori (8,4%), a differenza della violenza esercitata sulle donne, gli atti che possono mettere a rischio l'incolumità personale e portare al decesso.
Una differenza rilevante questa, che in parte giustifica la maggiore attenzione al femminicidio. Nella voce «altre forme di violenza» dell'indagine (15,7%) compaiono tentativi di folgorazione con la corrente elettrica, investimenti con l'auto, mani schiacciate nelle porte, spinte dalle scale. Come gli uomini anche le donne usano forme di violenza psicologica ed economica se pur con dinamiche diverse: critiche a causa di un impiego poco remunerato (50.8%); denigrazioni a causa della vita modesta consentita alla partner (50,2%); paragoni irridenti con persone che hanno guadagni migliori (38,2%); rifiuto di partecipare economicamente alla gestione familiare (48,2%); critiche per difetti fisici (29,3%). Insulti e umiliazione raggiungono una quota di intervistati del 75,4%; distruzione, danneggiamento di beni, minaccia (47,1%); minaccia di suicidio o di autolesionismo (32,4%), specialmente durante la cessazione della convivenza e in presenza di figli, spesso utilizzati in modo strumentale: minaccia di chiedere la separazione, togliere casa e risorse, ridurre in rovina (68,4%); minaccia di portare via i figli (58,2%); minaccia di ostacolare i contatti con i figli (59,4%); minaccia di impedire definitivamente ogni contatto con i figli (43,8%). Nulla di nuovo rispetto alle ricerche sulla violenza nell'ambito delle relazioni intime condotte in altri paesi, dove c'è una maggiore propensione a studiare il fenomeno tenendo conto di entrambi i sessi.
In una ricerca effettuata nel 2015 nell'ambito del progetto europeo Daphne III sulla violenza nelle dinamiche di coppia e che coinvolge 5 paesi tra cui l'Italia, analizzando un campione di giovani tra i 14 e i 17 anni: le ragazze che hanno subito una forma di violenza sessuale variano dal 17% al 41% in base all'entità dell'aggressione e i ragazzi dal 9% al 25%. Allora, tenendo conto del fatto che la violenza femminile sugli uomini è di entità più lieve, non possiamo negarla. Dobbiamo prendere atto che il problema della così detta violenza di genere va affrontato da un nuovo punto di vista. Gli sportelli antiviolenza, per esempio, sono attualmente dedicati per lo più alle donne e, come afferma Luca Lo Presti, Presidente di Fondazione Pangea, non sono sempre in grado di gestire la richiesta di aiuto del sesso opposto. «Oggi siamo al paradosso - sostiene Lo Presti - che un uomo cosciente di avere un problema legato alla mancanza di controllo della violenza e che chiede aiuto perché ha paura di ferire a morte la compagna, si trova di fronte a muri altissimi. Quando si presenta in un centro antiviolenza ci sono casi in cui viene aggredito psicologicamente e criminalizzato come se dovesse pagare per tutti, in quanto ritenuto parte di una categoria di esseri umani sempre carnefici». Oppure capita che se un uomo è vittima di una forma di violenza e trova il coraggio di denunciare - nonostante il rischio di derisione perché dimostra una fragilità non consona allo stereotipo di virilità e forza -, allora non è creduto. Perché il cliché lo vuole capace di reagire al sopruso senza fare una piega. In un caso e nell'altro non c'è soluzione. Senza la capacità di ascolto e di aiutare gli uomini concretamente a gestire gli impulsi distruttivi o a risanare una ferita dovuta ad abusi subiti da una donna, non ci sarà mai la possibilità di risolvere un problema profondo e articolato come quello della violenza domestica. Oltre il genere però. Perché il centro di tutto non siano i maschi o le femmine, ma la persona.
--- Termina citazione ---

http://www.ilgiornale.it/news/politica/cinque-milioni-uomini-ogni-anno-sono-vittime-1333858.html

Massimo:
Si scopre l'acqua calda. Come sempre. Ciò avviene perchè con le donne gli uomini si vergognano di difendersi. Gli islamici che non si
vergognano affatto di picchiare le donne, anzi, per loro è un obbligo religioso farlo un problema del genere non ce l'hanno. Che strano!

Frank:
Ovviamente non poteva mancare il solito commento idiota del solito ometto ritardato.


--- Citazione ---giannide
Dom, 20/11/2016 - 13:39

Su ragazzi, ma li leggete i giornali...??? a fronte di 5 milioni di uomini, quanti miliardi di donne, sono vittime della violenza maschile...Violenza psicologica? dopo botte e umiliazioni, non può nemmeno reagire??? lo dobbiamo decidere noi maschi, in che modo deve reagire la donna??? su...per favore, siamo seri...
--- Termina citazione ---

Comunque, dal mio punto di vista, non c'è il minimo paragone tra la violenza psicologica femminile e quella maschile, perché le prime vincono "alla grande".

Alberto1986:

--- Citazione da: Frank - Novembre 20, 2016, 16:59:20 pm ---Ovviamente non poteva mancare il solito commento idiota del solito ometto ritardato.

Comunque, dal mio punto di vista, non c'è il minimo paragone tra la violenza psicologica femminile e quella maschile, perché le prime vincono "alla grande".

--- Termina citazione ---

Li schizzi di sterco femminista non mancano mai; dove ti giri giri, uno schizzo ti arriva sempre addosso. E non manca mai neanche il solito commento della solita femmina cerebrolesa televisionata:


--- Citazione ---mina2612
Dom, 20/11/2016 - 14:55

Comunque stiano le cose, non arriveremo mai al pareggio delle violenze: io non sento mai dire che il tal marito/compagno/stupratore...ecc.. è stato ammazzato dopo essere stato massacrato di botte come avviene per le donne.
--- Termina citazione ---

 :doh: Capito? Per queste iper-minorate mentali è una gara al pareggio, che si concluderà quando Quarto Grado, Chi l'ha Visto, Barbara D'urso o uno dei vari programmi spazzatura rosa per le femminucce, racconterà loro che è il numero di uomini accoppati è sufficiente per decretare la parità.  :doh: :doh:

Massimo:
Un'appunto ad Alberto86: non ti devi stupire se a scrivere cose del genere è una donna. Per vari motivi. Primo: solo una donna oramai
può scrivere cose del genere: gli uomini non possono farlo o perchè annichiliti dalla vergogna e perchè al punto in cui siamo arrivati ci si
deve vergognare di essere nati maschi (questa è la vulgata dominante) o perchè verrebbero immediatamente accusati di "maschilismo". Secondo: le donne si conoscono bene: quando parlano della violenza femminile sanno benissimo di cosa stanno parlando. Terzo: ci sono
ancora donne - pare incredibile con il clima (va)ginolatrico imperante in Occidente - capaci ancora di obiettività ed onestà. Compito nostro
è anche quello di rivolgersi a loro e non farle sentire sole. Dobbiamo fare loro capire che esistono ancora maschi che non hanno abdicato
al loro ruolo, che non si rassegnare a passare da relitti di un lontano passato e che sono decisi a combattere e contrastare la misandria.
Solo così donne del genere saranno convinte a continuare a sostenere queste tesi senza sentirsi mosche bianche o " collaborazioniste
del patriarcato". Moltissime donne americane hanno votato Donald Trump in America. Qui in Occidente tante donne ci sosterranno se solo si renderanno conto che esistono uomini che non si vergognano di essere tali e sono decisi a difendere le loro ragioni e i loro ideali.

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