Autore Topic: "Cinque milioni di uomini ogni anno sono vittime delle violenze femminili"  (Letto 2115 volte)

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Alberto1986

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Articolo sorprende apparso oggi su Il Giornale (seppur ci sono punti che non convincono).  Ancora più sorprendente che sia stato scritto da una giornalista:


Citazione
Cinque milioni di uomini ogni anno sono vittime delle violenze femminili.

di Barbara Benedettelli

È raro che uccidano. Ma ricattano, umiliano e distruggono economicamente i compagni.

Senza nulla togliere alla gravità della violenza maschile sulle donne, credo sia giunto il momento di coniare un nuovo termine anche per il fenomeno opposto: maschicidio.
Perché anche il maschio può essere vittima della violenza femminile. Di certo lo è dell'informazione unidirezionale e di una cultura dominante che procede per stereotipi e pregiudizi: la donna è sempre docile incolpevole vittima e l'uomo sempre carnefice e bastardo. Ma la verità sta sempre in mezzo. Dopo l'elezione di Donald Trump e l'apertura del vaso di Pandora sui media che nascondono, insabbiano o discreditano modificando la verità secondo ideologia (o stereotipi), è emerso il bisogno di autenticità. Di una verità tale a trecentosessanta gradi, la sola capace di darci gli strumenti per risolvere il gap culturale che permette ancora differenze sostanziali tra uomini e donne. E che può fornirci forse perfino la soluzione per diminuire il numero dei femminicidi, costante nel tempo nonostante i passi avanti anche legislativi.
Non possiamo dunque non tenere conto, quando osserviamo il fenomeno del femminicidio, dell'altra faccia della medaglia: la condizione maschile, l'emancipazione psicologica dell'uomo, i pregiudizi legati al concetto di maschio e il tabù che riguarda la violenza femminile sul sesso opposto. Violenza che esiste - anche se raramente ha dinamiche omicidiarie - e che riguarda la psiche, il portafogli e perfino la sessualità. In Italia sono poche le indagini in questo senso. Una di queste - passata quasi inosservata - è stata effettuata nel 2012 da una equipe dell'Università di Siena su un campione di uomini tra i 18 e i 70 anni. La metodologia è la stessa utilizzata dall'Istat nel 2006, per la raccolta dei dati sulla violenza contro le donne e che ancora oggi vengono riportati con grande enfasi. Secondo l'indagine dell'Università di Siena, nel 2011 sarebbero stati oltre 5 milioni gli uomini vittime di violenza femminile configurata in: minaccia di esercitare violenza (63,1%); graffi, morsi, capelli strappati (60,05); lancio di oggetti (51,02); percosse con calci e pugni (58,1%). Molto inferiori (8,4%), a differenza della violenza esercitata sulle donne, gli atti che possono mettere a rischio l'incolumità personale e portare al decesso.
Una differenza rilevante questa, che in parte giustifica la maggiore attenzione al femminicidio. Nella voce «altre forme di violenza» dell'indagine (15,7%) compaiono tentativi di folgorazione con la corrente elettrica, investimenti con l'auto, mani schiacciate nelle porte, spinte dalle scale. Come gli uomini anche le donne usano forme di violenza psicologica ed economica se pur con dinamiche diverse: critiche a causa di un impiego poco remunerato (50.8%); denigrazioni a causa della vita modesta consentita alla partner (50,2%); paragoni irridenti con persone che hanno guadagni migliori (38,2%); rifiuto di partecipare economicamente alla gestione familiare (48,2%); critiche per difetti fisici (29,3%). Insulti e umiliazione raggiungono una quota di intervistati del 75,4%; distruzione, danneggiamento di beni, minaccia (47,1%); minaccia di suicidio o di autolesionismo (32,4%), specialmente durante la cessazione della convivenza e in presenza di figli, spesso utilizzati in modo strumentale: minaccia di chiedere la separazione, togliere casa e risorse, ridurre in rovina (68,4%); minaccia di portare via i figli (58,2%); minaccia di ostacolare i contatti con i figli (59,4%); minaccia di impedire definitivamente ogni contatto con i figli (43,8%). Nulla di nuovo rispetto alle ricerche sulla violenza nell'ambito delle relazioni intime condotte in altri paesi, dove c'è una maggiore propensione a studiare il fenomeno tenendo conto di entrambi i sessi.
In una ricerca effettuata nel 2015 nell'ambito del progetto europeo Daphne III sulla violenza nelle dinamiche di coppia e che coinvolge 5 paesi tra cui l'Italia, analizzando un campione di giovani tra i 14 e i 17 anni: le ragazze che hanno subito una forma di violenza sessuale variano dal 17% al 41% in base all'entità dell'aggressione e i ragazzi dal 9% al 25%. Allora, tenendo conto del fatto che la violenza femminile sugli uomini è di entità più lieve, non possiamo negarla. Dobbiamo prendere atto che il problema della così detta violenza di genere va affrontato da un nuovo punto di vista. Gli sportelli antiviolenza, per esempio, sono attualmente dedicati per lo più alle donne e, come afferma Luca Lo Presti, Presidente di Fondazione Pangea, non sono sempre in grado di gestire la richiesta di aiuto del sesso opposto. «Oggi siamo al paradosso - sostiene Lo Presti - che un uomo cosciente di avere un problema legato alla mancanza di controllo della violenza e che chiede aiuto perché ha paura di ferire a morte la compagna, si trova di fronte a muri altissimi. Quando si presenta in un centro antiviolenza ci sono casi in cui viene aggredito psicologicamente e criminalizzato come se dovesse pagare per tutti, in quanto ritenuto parte di una categoria di esseri umani sempre carnefici». Oppure capita che se un uomo è vittima di una forma di violenza e trova il coraggio di denunciare - nonostante il rischio di derisione perché dimostra una fragilità non consona allo stereotipo di virilità e forza -, allora non è creduto. Perché il cliché lo vuole capace di reagire al sopruso senza fare una piega. In un caso e nell'altro non c'è soluzione. Senza la capacità di ascolto e di aiutare gli uomini concretamente a gestire gli impulsi distruttivi o a risanare una ferita dovuta ad abusi subiti da una donna, non ci sarà mai la possibilità di risolvere un problema profondo e articolato come quello della violenza domestica. Oltre il genere però. Perché il centro di tutto non siano i maschi o le femmine, ma la persona.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/cinque-milioni-uomini-ogni-anno-sono-vittime-1333858.html

Online Massimo

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Re:"Cinque milioni di uomini ogni anno sono vittime delle violenze femminili"
« Risposta #1 il: Novembre 20, 2016, 16:44:07 pm »
Si scopre l'acqua calda. Come sempre. Ciò avviene perchè con le donne gli uomini si vergognano di difendersi. Gli islamici che non si
vergognano affatto di picchiare le donne, anzi, per loro è un obbligo religioso farlo un problema del genere non ce l'hanno. Che strano!

Online Frank

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Re:"Cinque milioni di uomini ogni anno sono vittime delle violenze femminili"
« Risposta #2 il: Novembre 20, 2016, 16:59:20 pm »
Ovviamente non poteva mancare il solito commento idiota del solito ometto ritardato.

Citazione
giannide
Dom, 20/11/2016 - 13:39

Su ragazzi, ma li leggete i giornali...??? a fronte di 5 milioni di uomini, quanti miliardi di donne, sono vittime della violenza maschile...Violenza psicologica? dopo botte e umiliazioni, non può nemmeno reagire??? lo dobbiamo decidere noi maschi, in che modo deve reagire la donna??? su...per favore, siamo seri...

Comunque, dal mio punto di vista, non c'è il minimo paragone tra la violenza psicologica femminile e quella maschile, perché le prime vincono "alla grande".

Alberto1986

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Re:"Cinque milioni di uomini ogni anno sono vittime delle violenze femminili"
« Risposta #3 il: Novembre 20, 2016, 19:29:48 pm »
Ovviamente non poteva mancare il solito commento idiota del solito ometto ritardato.

Comunque, dal mio punto di vista, non c'è il minimo paragone tra la violenza psicologica femminile e quella maschile, perché le prime vincono "alla grande".

Li schizzi di sterco femminista non mancano mai; dove ti giri giri, uno schizzo ti arriva sempre addosso. E non manca mai neanche il solito commento della solita femmina cerebrolesa televisionata:

Citazione
mina2612
Dom, 20/11/2016 - 14:55

Comunque stiano le cose, non arriveremo mai al pareggio delle violenze: io non sento mai dire che il tal marito/compagno/stupratore...ecc.. è stato ammazzato dopo essere stato massacrato di botte come avviene per le donne.

 :doh: Capito? Per queste iper-minorate mentali è una gara al pareggio, che si concluderà quando Quarto Grado, Chi l'ha Visto, Barbara D'urso o uno dei vari programmi spazzatura rosa per le femminucce, racconterà loro che è il numero di uomini accoppati è sufficiente per decretare la parità.  :doh: :doh:

Online Massimo

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Re:"Cinque milioni di uomini ogni anno sono vittime delle violenze femminili"
« Risposta #4 il: Novembre 20, 2016, 19:41:27 pm »
Un'appunto ad Alberto86: non ti devi stupire se a scrivere cose del genere è una donna. Per vari motivi. Primo: solo una donna oramai
può scrivere cose del genere: gli uomini non possono farlo o perchè annichiliti dalla vergogna e perchè al punto in cui siamo arrivati ci si
deve vergognare di essere nati maschi (questa è la vulgata dominante) o perchè verrebbero immediatamente accusati di "maschilismo". Secondo: le donne si conoscono bene: quando parlano della violenza femminile sanno benissimo di cosa stanno parlando. Terzo: ci sono
ancora donne - pare incredibile con il clima (va)ginolatrico imperante in Occidente - capaci ancora di obiettività ed onestà. Compito nostro
è anche quello di rivolgersi a loro e non farle sentire sole. Dobbiamo fare loro capire che esistono ancora maschi che non hanno abdicato
al loro ruolo, che non si rassegnare a passare da relitti di un lontano passato e che sono decisi a combattere e contrastare la misandria.
Solo così donne del genere saranno convinte a continuare a sostenere queste tesi senza sentirsi mosche bianche o " collaborazioniste
del patriarcato". Moltissime donne americane hanno votato Donald Trump in America. Qui in Occidente tante donne ci sosterranno se solo si renderanno conto che esistono uomini che non si vergognano di essere tali e sono decisi a difendere le loro ragioni e i loro ideali.

Offline Vicus

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Re:"Cinque milioni di uomini ogni anno sono vittime delle violenze femminili"
« Risposta #5 il: Novembre 20, 2016, 22:20:28 pm »
Ovviamente non poteva mancare il solito commento idiota del solito ometto ritardato.

Comunque, dal mio punto di vista, non c'è il minimo paragone tra la violenza psicologica femminile e quella maschile, perché le prime vincono "alla grande".
So di un tale che si è ritrovato a subire violenze del genere dalla moglie, l'avvocato gli ha detto che gli conveniva star zitto o l'accusa gli si sarebbe ritorta contro. :ohmy: :doh:
« Ultima modifica: Dicembre 13, 2016, 13:40:34 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Sardus_Pater

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Re:"Cinque milioni di uomini ogni anno sono vittime delle violenze femminili"
« Risposta #6 il: Novembre 21, 2016, 00:00:32 am »
Comunque, dal mio punto di vista, non c'è il minimo paragone tra la violenza psicologica femminile e quella maschile, perché le prime vincono "alla grande".

Esatto, le donne son delle grandi castratrici e che spesso tirano il sasso ma poi nascondono la mano.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Cad.

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Re:"Cinque milioni di uomini ogni anno sono vittime delle violenze femminili"
« Risposta #7 il: Novembre 21, 2016, 12:47:09 pm »
.......
Ma la verità sta sempre in mezzo. Dopo l'elezione di Donald Trump e l'apertura del vaso di Pandora sui media che nascondono, insabbiano o discreditano modificando la verità secondo ideologia (o stereotipi), è emerso il bisogno di autenticità.....

Di fatto anche una ammissione che il femminismo ha fatto credere e ha promosso una realtà falsificata con l'appoggio incondizionato dei media?
Ma guarda un po', se l'ideologia e degli stereotipi diffusi per decenni saltano fuori come tali in modo numericamente enorme e in una occasione così rilevante (elezione di Trump), qualche ammssione si ottiene....magari anche solo per salvare la faccia prima che tutto gli precipiti addosso.

Offline freethinker

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Re:"Cinque milioni di uomini ogni anno sono vittime delle violenze femminili"
« Risposta #8 il: Novembre 22, 2016, 08:33:26 am »
.......
Ma la verità sta sempre in mezzo. Dopo l'elezione di Donald Trump e l'apertura del vaso di Pandora sui media che nascondono, insabbiano o discreditano modificando la verità secondo ideologia (o stereotipi), è emerso il bisogno di autenticità.....

Di fatto anche una ammissione che il femminismo ha fatto credere e ha promosso una realtà falsificata con l'appoggio incondizionato dei media?
Ma guarda un po', se l'ideologia e degli stereotipi diffusi per decenni saltano fuori come tali in modo numericamente enorme e in una occasione così rilevante (elezione di Trump), qualche ammssione si ottiene....magari anche solo per salvare la faccia prima che tutto gli precipiti addosso.

Trump è solo l'inizio: il bubbone sta esplodendo perchè i media hanno ormai creato una realtà virtuale, mentre ciò che salta agli occhi della gente è qualcosa di completamente diverso.
Ne vedremo delle belle (si fa per dire).
Those who would give up essential liberty to purchase a little temporary safety deserve neither liberty nor safety.
Benjamin Franklin, Historical Review of Pennsylvania, 1759

Offline JAROD72

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Re:"Cinque milioni di uomini ogni anno sono vittime delle violenze femminili"
« Risposta #9 il: Dicembre 13, 2016, 13:34:53 pm »
Riporto questo articolo che per noi non è una novità, mentre per la grande parte della gente sì.

Che lo dicano poi delle ricercatrici è tutto un dire, però è già significativo.


"La gente pensa sia raro, ma non è così" - Il caso degli uomini stuprati da donne


http://www.vice.com/it/read/stupro-vittime-uomini-usa


Ci sono molti aspetti positivi nel questionario sulla violenza sessuale dei Centers for Disease Control and Prevention, spiega Lara Stample, professoressa di diritto alla UCLA. "Chi se ne occupa fa un sacco di domande e mette a proprio agio gli interlocutori," spiega. "In più, è un questionario che dà la possibilità di parlare apertamente del proprio corpo e stato di salute."

Ma nel questionario non viene data alcuna rilevanza agli uomini che sono stati costretti a penetrare qualcuno—tramite la coercizione, l'uso di forza, o comunque in mancanza di consenso: quei dati finiscono sotto la categoria "altre vittimizzazioni", insieme a esperienze un po' meno gravi come "molestie sessuali senza contatto fisico."

"È inserito nella stessa categoria di un apprezzamento non richiesto, o di chi assiste a un atto di esibizionismo," dice Stemple. "Violenze come queste vengono minimizzate, sempre."

La terminologia vaga usata dal CDC per etichettare gli uomini vittime di violenze sessuali è sintomo di una tendenza preoccupante, diffusa tra i ricercatori come tra chi aiuta le vittime di violenze e le forze dell'ordine, dice Stemple. L'implicazione è che "Per gli uomini, il sesso è sempre sesso."

"Il modo in cui parliamo del rapporto tra uomini e sesso deve cambiare," dice Stemple. "Con tutti questi stereotipi, è difficile per un uomo ammettere di trovarsi nella posizione di vittima."


Da tempo Stemple, decisa a contrastare la scarsa attenzione sul tema, studia le molestie sugli uomini. Nel 2014 ha pubblicato una ricerca sugli uomini vittime di violenza sessuale, in cui analizzava i questionari e scopriva che, se si considerano i dati sui rapporti sessuali non consensuali, gli uomini che "sono stati costretti a penetrare" non sono affatto una minoranza.

La voce "costretti a penetrare" è diversa da come immaginiamo di solito una violenza sessuale, ha scritto la giornalista di Slate Hanna Rosin in un articolo sulla ricerca di Stemple. Ma può avere gli stessi effetti: depressione, perdita di autostima, e difficoltà nel creare relazioni a lungo termine.

Mentre ancora non ci sono studi sufficienti per capire le conseguenze della violenza sessuale sugli uomini, la nuova ricerca di Stemple si concentra su chi compie la violenza. In un nuovo studio ha esaminato insieme ad altri due ricercatori tre sondaggi del CDC e del Bureau of Justice Statistics americani per capire il comportamento delle donne autrici di violenza sessuale, analizzando sia le vittime uomini che donne. Quello che hanno scoperto va decisamente contro l'idea che le donne non compiano abusi sessuali.

"La gente pensa sia una cosa rara," dice Stemple. "Crede che possa succedere solo in contesti specifici, per esempio prof-studente. Ma è molto diffusa e, stando ai questionari, a nessuno interessa. A me sembra incredibile."

La minaccia rappresentata dalle predatrici sessuali è sempre stata incompresa o minimizzata dalla comunità dei ricercatori. Anche se è dagli anni Trenta che si ipotizza che esista, studi sistematici sulla vastità e la natura del fenomeno non sono stati condotti fino agli anni Novanta. Ma anche allora sono stati limitati, e si concentravano principalmente sulle violenze sessuali ai danni di minori. Solo durante l'ultimo decennio le ricerche sul tema hanno iniziato a essere più estese.

Il nuovo studio di Stemple, con la sua inclusività, interpreta gli ultimi sondaggi dei CDC facendo notare che il 68,6 percento di uomini che dicono di essere stati vittima di violenze sessuali parlano di stupratrici donne. E, tra gli uomini che dichiarano di essere stati costretti alla penetrazione—"la forma di rapporto non consensuale che gli uomini hanno più probabilità di esperire nell'arco della loro vita," secondo lo studio—il 79,2 percento fa riferimento a donne.

Gli autori dello studio hanno anche cercato di individuare il modo in cui operano le donne che compiono queste violenze. Secondo i questionari del Bureau of Justice Statistics—che usano termini chiari come "pompini", cosa che secondo Stemple aumenta l'accuratezza della risposta—le detenute donne hanno più probabilità di essere violentate da altre detenute che dagli uomini del personale. Inoltre, l'80 percento delle violenze sessuali perpetrate dallo staff carcerario ha come responsabile una donna, e tra i minorenni questo numero sale addirittura all'89,3 percento. E forse il dato più sorprendente, considerato lo stereotipo della vita in carcere, è che lo stesso questionario ha rivelato che le violenze sessuali tra donne sono superiori a quelle tra uomini.

Detto questo, è ancora più sorprendente il fatto che pochissime donne finiscano nel registro dei sex offender. Uno studio ha evidenziato che solo una quantità inclusa tra lo 0,8 e il 3 percento dei nomi sul registro sono di donne; altri dati sostengono che sia meno del 2 percento.

È però vero che ci sono molti ostacoli per gli uomini che vogliano denunciare una violenza sessuale. Secondo lo studio di Stemple, alcuni si vergognano. Altri mentono e dicono di essere stati violentati da un altro uomo, o vengono convinti a minimizzare quello che è successo.

Inoltre, gli stereotipi di genere per cui gli uomini sarebbero non stuprabili non aiutano. La maggioranza degli studenti universitari che hanno risposto a un questionario a riguardo nel 1992 non credeva che un "uomo forte e grande potesse essere stuprato da una donna", e più recentemente, nel 2012, partecipanti della stessa età hanno dichiarato che essere stuprati da una donna non sarebbe stata un'esperienza "così brutta".

Le violenze attuate da donne su altre donne, poi, sono state studiate "anche di meno rispetto alle violenze sugli uomini," stando allo studio. "A causa della cultura sessista, lesbiche e bisessuali sarebbero vittime di abuso che passano quasi inosservate," si legge nello studio. "Anche se pochi centri anti-violenza hanno creato programmi orientati alla comunità LGBT, le donne lesbiche o bisessuali riportano che, in generale, le linee telefoniche, i gruppi di supporto e le organizzazioni di supporto legale sembrano indirizzate solo a casi in cui è l'uomo il colpevole."

"Ho conosciuto un uomo che è stato stuprato da una donna da bambino," mi dice Stemple. "Ancora oggi, ha paura di rimanere solo in una stanza con una donna. Come puoi immaginare, non è facile per lui condividere questa paura con altre persone. Oggi ritiene di aver superato il tutto, ma è una rarità. Ed è facile capire che altri uomini condividono la sua paura ad aprirsi, soprattutto se il carnefice è una donna."



Online Frank

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Re:"Cinque milioni di uomini ogni anno sono vittime delle violenze femminili"
« Risposta #10 il: Dicembre 13, 2016, 15:46:26 pm »
Citazione
Inoltre, gli stereotipi di genere per cui gli uomini sarebbero non stuprabili non aiutano. La maggioranza degli studenti universitari che hanno risposto a un questionario a riguardo nel 1992 non credeva che un "uomo forte e grande potesse essere stuprato da una donna", e più recentemente, nel 2012, partecipanti della stessa età hanno dichiarato che essere stuprati da una donna non sarebbe stata un'esperienza "così brutta".

E' chiaro che va specificato cosa si intende per stupro, perché è fuori discussione che una donna non potrebbe mai stuprare un uomo grande e grosso.
Vorrei proprio vederla una donna che all'improvviso "decide di stuprarmi": come fa ?
Mi punta una pistola in faccia e mi intima di denudarmi ?
Ok, e poi ?
Come farei ad eccitarmi ?
Non solo: ipotizziamo che io riesca ad eccitarmi (non ci riuscerei mai.. ma vabbè, andiamo avanti) e quindi sia in grado di penetrarla: lei continuerebbe a puntarmi la pistola ?
No, perché con la pistola abbassata, finirebbe KO dopo un secondo.

Voglio dire: questo è uno dei tanti esempi che si possono portare.
Non sto asserendo che quel genere di violenza, in versione femminile, non esiste; bensì che la suddetta violenza agisce, per forza di cose, in maniera differente rispetto a quella maschile.



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Re:"Cinque milioni di uomini ogni anno sono vittime delle violenze femminili"
« Risposta #11 il: Dicembre 13, 2016, 16:25:03 pm »
Non sto asserendo che quel genere di violenza, in versione femminile, non esiste; bensì che la suddetta violenza agisce, per forza di cose, in maniera differente rispetto a quella maschile.

http://questametadellaterra.blogspot.it/2011/01/3317-infantilizzazione.html

Citazione
3.3.17 Infantilizzazione
Il caso rappresentato nel film ‘Rivelazioni’ sotto le vesti di molestia sessuale ai danni di Michael Douglas suggerisce paradossalmente una delle modalità di esercizio di possibili molestie in salsa rosa. Non la molestia sessuale, ma l’uso delle attrattive sessuali unite alla minaccia della denuncia per molestia, cioè esattamente il suo rovescio, ecco un elemento costitutivo del clima ostile antimaschile che si va progressivamente costituendo sui luoghi di lavoro. Questa possibilità nasce ovviamente dalla sempre negata diversità nel rapporto con il sesso tra i due, per gli uni lo scopo, per le altre uno strumento. Se questa verità negata fosse vera risulterebbe subito chiara la natura delle possibili molestie femminili, ossia l’uso del potere gerarchico, di quello sessuale e di quello etico legale per la conquista dell’anima, non del corpo maschile.

Per chiarire il fatto è però necessario dire qualcosa sulla struttura generale del comportamento dei due sessi, alla luce di considerazioni un poco più ampie. Si immagini che esistano due creature una delle quali può usare la forza per ottenere ciò che vuole mentre l’altra ne sia priva. Per ottenere ciò che le interessa quest’ultima userà il solo strumento che possiede e che consiste in quei bisogni del forte che essa solo può soddisfare, beninteso di quel forte che a causa della legge o della Cavalleria o di vincoli etico emotivi di origine naturale o culturale non può usare quella forza, che pure possiede, per soddisfare i suoi bisogni. Il predone che non può predare. La parte debole non può nulla contro l’altra se questa usa la forza, ma può tutto se e quando a questa non sia consentito predare e rapinare come pur le sarebbe virtualmente possibile.

L’intera storia delle relazioni tra i sessi assume contorni più chiari se la si legge alla luce di questa discriminante essenziale che è di natura epistemologica e perciò universale, astratta e quindi del tutto vincolante.i In questa condizione tenderanno a svilupparsi due diverse psicologie, quella del forte, la psicologia della rapina, e quella del debole, la psicologia del ricatto, il Predatore e la Ricattatrice. Infiniti sono i corollari di una simile ipotesi, eccone alcuni. Il Predatore deve agire, la Ricattatrice non ne ha bisogno, il primo si fa avanti, si mostra, si espone, la seconda sta ferma, dissimula, si ritrae. Il primo deve essere attivo, la seconda può, anzi deve, essere passiva; quello si espone e si compromette, questa si cela e si sottrae alla vista. Ogni rapina sarà allora costituita da una azione, ogni ricatto da una non azione. Si starà in attesa che il bisognoso si muova, si faccia avanti, certe che, prima o poi, la necessità biologica lo spingerà ad agire e quindi ad esporsi. Se non si muove si potrà incrementare il suo bisogno accrescendo gli stimoli che lo attivano, nel nostro caso, accorciando le gonne. Abolito ogni confine tra il lecito e l’illecito del suo comportamento, l’uomo si farà avanti inquieto e timoroso, dipendente.

In questo quadro diventa subito chiaro in cosa consistano le molestie femminili e quale forma possano avere, saranno quelle che soddisfano la psicologia della Ricattatrice e ne saranno strutturalmente improntate, avranno di mira l’anima e non il corpo e saranno invisibili, evanescenti, sfumate, indirette, non saranno gesti o parole ma forme e modi. Non mireranno a possedere il corpo ma la mente e l’anima degli uomini, perciò non il potere per il sesso, ma il sesso per il potere.

La molestia femminile sarà dunque l’esercizio sistematico del ricatto in tutte le sue forme ed espressioni, in tutti gli ambiti e gli aspetti sui bisogni maschili, quali che siano. Così ferie, permessi, trasferimenti, collocazioni, assegnazioni, promozioni, premi, attività, incarichi saranno strumenti di esercizio del controllo sull’anima e la mente maschile da parte delle sovraordinate; la speculazione sulle attenzioni, le anticipazioni, i complimenti, i favori (espressioni della proiezione maschile verso il sesso femminile) lo sarà da parte delle colleghe e la sollecitazione quotidiana, lo stimolo sessuale, la gestione della libido e dei sentimenti degli uomini da parte di tutte queste e delle altre. La molestia femminile avrà per obiettivo la creazione e la gestione del maschio che dipende, che chiede, che implora, che trema, che fibrilla, quel che il maschio fa immediatamente prima del coito. L’esito sarà l’infantilizzazione degli uomini, la loro riconduzione allo stato preadolescenziale in risposta alla pulsione profonda alla maternizzazione universale. Così come il sogno maschile è l’harem, simmetricamente, quello femminile è la nursery, un mondo nel quale gli uomini dipendano la Lei per ogni cosa, nel quale la coscienza sia confusa e la maschilità matura inibita. La condizione del bambino davanti alla madre. Il tossico sta davanti al pusher in condizioni di assoluta dipendenza tanto che questo può permettersi di fargli e di imporgli qualsiasi cosa anche dopo che abbia pagato le dosi che sta per ricevere. Il pusher, bustina in mano, gliela allunga e poi gliela sottrae, la solleva in alto, gliela mette sotto il naso e poi la nasconde dietro la schiena, chiede al tossico di autoinsultarsi e di umiliarsi, talvolta di strisciare per terra, infine, dopo averlo portato alla fibrillazione, gliela consegna. Non sorprende che i tossicodipendenti si riferiscano ai loro fornitori chiamandoli ‘mamma’.

Quelle molestie non saranno dunque sessuali in senso proprio giacché non avranno di mira il sesso e perciò non potranno essere denunciate come tali e non entreranno nelle statistiche delle prevaricazioni femminili, né appariranno come sessualizzate, eppure, da un più alto punto di vista, saranno davvero di carattere sessuale perché agite da un Genere contro l’altro sulla base della loro differenza fondamentale: invasioni della sfera maschile attuate nei modi specifici del femminile. L’altra faccia della differenza. Questi saranno i caratteri delle molestie femminili quando gli uomini si renderanno conto della loro esistenza e prenderanno atto che se vi è differenza nel bene deve esserci differenza anche nella forma, nella natura e nelle finalità del male. Non riconoscendo gli elementi strutturali di questa diversità nel peggio non è possibile individuarla e si è indotti a credere che le molestie femminili abbiano lo stesso carattere e lo stesso scopo di quelle maschili. Malati di desiderio e ingannati da un racconto che non è il loro gli uomini credono che si riferiscano al sesso e perciò non solo non le temono, ma, come si sa, le auspicano.



i L’epistemologia, termine già apparso nelle prime pagine, definisce condizioni, forme e limiti della conoscenza e perciò anche quelli dei suoi correlati (ciò che può/non può esistere).

Offline ilmarmocchio

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Re:"Cinque milioni di uomini ogni anno sono vittime delle violenze femminili"
« Risposta #12 il: Dicembre 13, 2016, 19:04:36 pm »
@Frank : concordo pienamente con quanto hai postato.
A me questa storia degli uomini stuprati dalle donne non convince e mi dà l'idea che sia un artificio per nascondere fatti molto più concreti :
1) il tipo di violenza descritto nel post  ( ricatti, provocazioni, ecc )
2) cercare di dimostrare che uomo e donna hanno la medesima sessualità e anche la stessa maniera di estrinsecare la violenza
Non è così, e non vorrei che si perdesse di vista la violenza psicologica esercitata dalle donne,  messa in ombra da episodi di violenze su cui ho molti dubbi .
Insomma, i pompini violenti mi paiono un trucco

Offline COSMOS1

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Re:"Cinque milioni di uomini ogni anno sono vittime delle violenze femminili"
« Risposta #13 il: Dicembre 13, 2016, 21:12:35 pm »
alla fine i commenti dimostrano che la regina non è più intoccabile

il problema è la razionalità dell'approccio. Cioè, qualcosa non funziona se si dimentica che m e f sono due insiemi con caratteristiche diverse. Giustamente Frank ha riportato il brano di QMDT che fonda razionalmente la nostra posizione. La violenza femminile ovviamente non può essere anzitutto forza fisica, non perchè non succeda mai, ma perchè se non ci fossero le inibizioni sociali e giuridiche il conflitto finirebbe prima di iniziare

ciò che rende il conflitto infinito è il fatto che l'essere umano è un animale-razionale, spirituale

ciò che ci frega è che apparteniamo contemporaneamente a due sfere: quella animale e quella spirituale (etosfera alla Barnart)

ma un uso della ragione ben fondato non avrebbe effetti collaterali: il femminismo povoca danni perchè altera la realtà, capovolge l'esperienza, vede mm e ff come gruppi in conflitto, quando in realtà l'uomo tutto ciò che fa lo fa per la donna. Ecco il confronto insano: chi si approfitta dell'amore altrui!
Dio cè
MA NON SEI TU
Rilassati