Le reazioni del mondo femminista all'utero in affitto sono deboli e sostanzialmente di facciata. Mai o quasi mai riguardano adozioni da parte di lesbiche.
Il femminismo tende logicamente alla tecnicizzazione della riproduzione e dell'essere umano: aborti, affidamento dei figli a strutture statali, battaglie per svolgere mansioni maschili, procreazione in laboratorio.
Questo articolo dell'autorevole sito AVFM, non certo sospetto di bigottismo, documenta gli effetti delle adozioni omo, come il favore della magistratura e l'assente reazione delle femministe:
Giudice aiuta lesbiche a privare bambina del suo papà
Di Silvio Altarelli
TORINO. La magistratura ha consentito ad una donna separata di impadronirsi della bambina privandola del papà per andare a vivere con la sua amante lesbica. Se il papà rispetterà questa sentenza femminista che viola i suoi diritti umani e quelli di sua figlia, potrà vedere la bambina solo un fine settimana al mese. Con sarcasmo, i giudici hanno chiamato “affido condiviso” questa sentenza.
In base all’ideologia del gender, i giudici sostengono esplicitamente che sarebbe un
«mero pregiudizio che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale. In tal modo si dà per scontato ciò che invece è da dimostrare, ossia la dannosità di quel contesto familiare per il bambino»
e danno per scontato che i papà sono invece meno degni di accudire i propri figli.
In realtà la rivista Social Science Research ha pubblicato uno studio ad ampio campionamento sui ragazzi cresciuti in famiglie omossesuali, che visto il sessismo dei giudici sono in grande maggioranza famiglie lesbiche. L’autore, il sociologo Mark Regnerus ha trovato che questi ragazzi pensano di più al suicidio (12% contro il 5% dei figli di coppie regolari), sono più propensi al tradimento (40% contro il 13%), sono più spesso disoccupati (28% contro l’8%) e in una percentuale superiore (19% contro l’8%) sono in terapia psicologica. Inoltre nel 40% dei casi hanno contratto una patologia trasmissibile sessualmente (contro l’8% dei figli di coppie normali). Pare infine che siano genericamente meno sani, più poveri e più inclini al fumo e alla criminalità.
Inoltre le ricerche trovano che le lesbiche sono la categoria più prona alla violenza domestica [1]. Per capire di cosa si tratta, alcuni esempi dalla cronaca nera:
• Una coppia lesbica è stata condannata all’ergastolo per aver picchiato una bambina di 3 anni per giorni, fino a quando la piccola non ha più retto ed è morta. “È quasi impossibile descrivere a parole ciò che quelle donne hanno fatto alla povera piccolina” ha detto l’assistente procuratrice. “La hanno picchiata in continuazione sia con una cinghia che con un appendi-abito. Non c’è una zona del corpo della bambina che non avesse segni, eccetto che le piante dei piedi”. La spiegazione che hanno dato è che la piccola si era fatta la pipì addosso per via di un problema fisico: “Non sapevamo che quello che le facevamo la avrebbe uccisa”. La Giudice ha detto che nulla la aveva mai colpita così tanto come le foto del corpo della bambina picchiata e che “aver ignorato i pianti strazianti della piccola è la cosa che più sconcerta questa Corte. Quindi, la Corte ritiene appropriato che entrambe vengano condannate al carcere correzionale a vita”.
• Coppia lesbica picchia a morte bambino di 4 anni: “Non diceva Papà”. Un bambino di 4 anni, è stato brutalmente percosso, e ucciso, per essersi rifiutato di chiamare la compagna della madre, “papà”. Testimoni riferiscono di aver visto la compagna della madre biologica scagliarsi violentemente contro il bambino dopo la richiesta, ed il conseguente rifiuto dello stesso, di chiamare la donna, papà. Entrambe le testimoni riferiscono do aver visto la compagna della madre picchiare violentemente il bambino sotto gli occhi della madre naturale, senza che questa sia minimamente intervenuta per proteggerlo.
• Due lesbiche hanno accoltellato selvaggiamente un ragazzo di 13 anni che voleva tornare dalla sua vera famiglia.
• Due lesbiche hanno messo al mondo un figlio con gli spermatozoi di un amico e hanno poi cercato di crescerlo nell’inconsueta famiglia. Quando e’ stata abbandonata dalla compagna, la madre biologica ha perso il controllo: ha preso il piccolo, lo ha annegato nella vasca da bagno e gli ha stretto una corda attorno al collo per essere proprio sicura che fosse morto.
• Il piccolo S.G. di 7 anni è stato trovato mentre vagava in un parco e elemosinava cibo. Viveva presso la coppia lesbica S.S. (45 anni) e J.L.M. (26 anni), ora accusate di abuso su minore aggravato. Le due vengono accusate di averlo costretto a bere shampoo, di averlo bruciato con sigarette, drogato con un narcotico per adulti, minacciato con un coltello, legato per i polsi e costretto a stare in posizione verticale per ore, costretto ad usare un armadio come gabinetto, di avergli amputato l’alluce del piede sinistro, che era rotto. Aveva ustioni da corda sui polsi, essendo stato lasciato appeso ad un lampadario. La testa di Sean era coperta di lividi e bozzi, ritenuti essere segni di pugni o colpi inferti con altri oggetti. Aveva ustioni sui lati delle orecchie, ritenute essere causate dall’essere stato trascinato. Il dottore che ha fornito le prime cure teme che i calci ripetuti possano avergli danneggiato gli organi interni.
• Un bambino di 6 anni, che era stato affidato a due lesbiche è stato costretto a vestirsi da donna, e le sue foto sono state pubblicate su Facebook. Il tribunale dei minori ha immediatamente allontananto il bambino dalle lesbiche, rimosso le foto da Facebook, e avviato un’indagine sull’agenzia che aveva permesso di affidare un bambino a due lesbiche. Si è scoperto che la madre naturale del ragazzo aveva più volte tentato di riconquistare la custodia di suo figlio, vedendosi sempre negata la richiesta.