Altro esempio di collusione tra femminismo e gender - dove rieducazione femminista e genderista s'incontrano:
Il titolo principale che ha consentito alla signora Valeria Fedeli di essere scelta come “Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca” del nuovo Governo risiede probabilmente nella presentazione di un disegno di legge molto particolare, comunicato sul suo sito in data 24 novembre 2014:
“È stato depositato in Senato il disegno di legge n. 1680, presentato per mia iniziativa e sottoscritto anche da molti Senatori e Senatrici di diversi partiti, per l’introduzione dell’educazione di genere e della prospettiva di genere nelle scuole e nelle università.
Integrare l’offerta formativa dei curricoli scolastici, di ogni ordine e grado, con l’insegnamento a carattere interdisciplinare dell’educazione di genere come materia, e agendo anche con l’aggiornamento dei libri di testo e dei materiali didattici, vuol dire intervenire direttamente sulle conoscenze utili e innovative per una moderna e civile crescita educativa, culturale e sentimentale di ragazze e ragazzi, per consentire loro di vivere dei princìpi di eguaglianza, pari opportunità e piena cittadinanza nella realtà contemporanea.
Il ddl prevede che i piani dell’offerta formativa delle scuole adottino misure e contenuti di conoscenza ed educazione per eliminare stereotipi, pregiudizi, costumi, tradizioni e altre pratiche socio-culturali fondati sulla impropria “identità costretta” in ruoli già definiti delle persone in base al sesso di appartenenza.
L’obiettivo è dunque quello di superare gli ostacoli che limitano, di fatto, la piena e autonoma soggettività, qualificando e riconoscendo valore alle differenze di genere, per una qualità delle relazioni tra donne e uomini non più basata sulla negazione [?] del reciproco rispetto, dignità e libertà delle scelte.
Con questa iniziativa la politica sceglie di attuare con serietà e coerenza, culturale e politica, ciò che la nostra Costituzione, le politiche europee sulle pari opportunità e il più avanzato diritto internazionale che riguarda il contrasto degli stereotipi e delle discriminazioni nei confronti delle donne richiedono ai contenuti dei percorsi di istruzione e formazione. Credo sia fondamentale che si producano gli opportuni strumenti di conoscenza per realizzare, quanto prima, una nuova cultura delle relazioni, della reciprocità e della condivisione di responsabilità tra uomini e donne, e solo con il contributo di tutto il mondo della scuola saremo in grado di farlo”.