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Le famose "risorse"...

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Sardus_Pater:
Boeri ha perso un occasione per starsi zitto. L'aumento dell'età pensionabile, i migranti che salvano il welfare... tutte stronzate, a settant'anni uno dovrebbe godersi il meritato riposo e la maggior parte dei migranti lavora in nero (con poche eccezioni, come cinesi o indiani. anche se spesso dimenticano di battere lo scontrino :shifty:).

Frank:
http://www.ilgiornale.it/news/politica/altro-che-pagarci-pensioni-immigrati-sono-solo-costo-1316845.html


--- Citazione ---Altro che pagarci le pensioni, gli immigrati sono solo un costo
La bugia delle "pensioni pagate dagli immigrati": versano 11 miliardi di contributi ma ne costano 16,6 per welfare e sanità
Rachele Nenzi - Lun, 10/10/2016 - 12:50

Un luogo comune molto diffuso in Italia racconta che gli immigrati che arrivano nel Belpaese siano fondamentali per pagare le pensioni agli italiani.

Ed è vero che, pagando i contributi previdenziali, i lavoratori stranieri in qualche modo aiutino l'Inps a elargire ogni mese le pensioni. Ma per l'Italia non è un conto in positivo: i migranti infatti ci costano ogni anno il 2% della spesa pubblica, ovvero circa 16,6 miliardi di euro. Più di quanto versino per i contributi.
La bugia del "gli immigrati ci pagano le pensioni"

La Fondazione Leone Moressa in questi giorni ha pubblicato un report annuale sull'economia dell'immigrazione. I numeri sono chiari, ma vanno letti correttamente. La Fondazione ha infatti usato un gioco interessante, immaginando gli immigrati come una enorme azienda: gli stranieri producono, in maniera aggregata, un Pil complessivo di 127 miliardi di euro all'anno (8,8% del Pil nazionale). "Come la Fiat", fanno sapere dalla Fondazione. O quasi, visto che la casa automobilistica ha un fatturato di 136 miliardi.

I dati inoltre dimostrano che i lavoratori stranieri nel 2014 hanno pagato 11 miliardi di contributi pensionistici e 6,8 miliardi di Irpef (l'8,7% del totale dei contribuenti). In sostanza hanno "pagato" la pensione a 640mila italiani. Un bel numero, certo: ma bisogna guardare anche a quanto costano gli immigrati allo Stato. Innanzittutto, ogni anno l'Italia versa le pensioni mensili a 100mila immigrati (75mila extracomunitari e 25mila comunitari dell'Est), quindi le pensioni "pagate dagli stranieri" scendono a 540mila. Inoltre vanno aggiunti i costi per welfare e sanità pubblica a cui ricorrono gli stranieri. Il conto finale è in rosso: i 5 milioni di migranti presenti in Italia pesano sulla spesa pubblica nazionale per il 2% del totale. E poiché nel 2015 il Belpaese ha speso 830miliardi di euro, questo significa che gli immigrati sono costati agli italiani 16,6 miliardi. A conti fatti, insomma, comuntiari ed extracomunitari ci costano più di quanto diano per le pensioni e quasi lo stesso se si considera pure l'irpef. Non proprio un bel guadagno.

La ricerca della Fondazione Moressa racconta anche altro. Gli stranieri sono più giovani degli italiani, e questo si sapeva: i concittadini in età lavorativa sono il 63,2% del totale, dato che sale al 78,1% per gli immigrati. Al contrario sono più gli anziani italiani di quelli stranieri, rispettivamente il 23,4% contro solo il 3%. Gli stranieri si dedicano soprattutto al settore dei servizi (50,7%), in particolare la ristorazione (19%), e prediligono lavori di bassa qualifica (nel 66% dei casi). E questo significa reddito inferiore e maggior numero di famiglie sotto la soglia di povertà.

Attenzione, però: gli immigrati trovano più facilmente lavoro. Il 47% degli immigrati è occupato (contro il 36% della popolazione italiana), ma nella maggior parte dei casi (66%) si tratta di lavori a bassa qualifica. In crescita sono invece le imprese, con negozi di stranieri che crescono come funghi nelle città italiane. Il confronto con le Pmi italiane è degradante, e dovrebbe far riflettere: nel 2015 erano registrate 550mila imprese straniere (e 656mila imprenditori immigrati) a fronte di un calo importante della nascita di negozi e aziende italiane. Dal 2015 al 2011 le aziende italiane sono crollate del 2,6%, mentre quelle straniere sono cresciute del 21,3%.

--- Termina citazione ---

Frank:
http://www.liberoquotidiano.it/news/libero-pensiero/839250/le-balle-sugli-immigrati-loro-una-risorsa-e-falso.html


--- Citazione ---Le balle sugli immigrati: loro una risorsa? E' falso
L'inchiesta. Cifre alla mano, ecco perché impoveriranno ulteriormente l'Italia. I nuermi su lavoro, pensioni e la super crescita demografica
6 Ottobre 2011

In queste settimane il dibattito si infuoca attorno alla manovra economica e tutti hanno suggerimenti su dove e come ridurre le spese. Nessuno però dice mai di intervenire su una delle voragini che si inghiottono i soldi della comunità: l’immigrazione. È stata abilmente fatta passare l’idea che gli immigrati siano una risorsa, una ricchezza, che siano quasi i soli a contribuire in positivo alle dissestate casse comuni. Sull’immigrazione è stata fatta una colossale opera di disinformazione.

I principali gruppi di motivazioni che vengono solitamente tirati fuori per giustificare l’immigrazione sono: 1) che i nuovi cittadini pagheranno le nostre pensioni, 2) che gli immigrati fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare, 3) che gli immigrati sono una risorsa economica, 4) che sono una ricchezza sociale, 5) che pongono rimedio alla nostra denatalità, 6) che abbiamo il dovere della solidarietà. Vediamo di esaminare soprattutto i punti aventi incidenza economica, non senza avere prima fatto una indispensabile premessa.

Il fenomeno è cruciale ma le informazioni per conoscerlo e governarlo sono approssimative. I soli dati ufficiali che si hanno a disposizione sono quelli che riguardano i regolarizzati. Restano vaghi i numeri di quelli appena arrivati o che vivono nel mondo dell’illegalità. Ci si deve perciò affidare principalmente alle informazioni della Caritas-Migrantes che, pur ricevendo finanziamenti pubblici, è una struttura privata che svolge i compiti che toccherebbero allo Stato, ma è  anche e soprattutto una organizzazione di parte e questo non la aiuta a fornire le garanzie di imparzialità che la struttura pubblica, pur nelle sue lentezze e inefficienze, dovrebbe invece garantire. La Caritas è anche condizionata dalle sue scelte ideologiche, dal suo evidente schieramento a favore dell’immigrazione e dell’accoglienza a qualsiasi costo e condizione, oltre che dal non trascurabile dettaglio che proprio dall’ambaradan dell’immigrazione trae sostanziosi finanziamenti.

Secondo il Dossier statistico 2010 della Caritas-Migrantes, ci sarebbero in Italia all’inizio del 2010 4.235.000 stranieri residenti, o 4.919.000 considerando quelli non ancora iscritti all’anagrafe. Gli stranieri sono triplicati in un decennio e aumentati di quasi un milione nell’ultimo biennio. I clandestini sono stimati fra i 500 e i 700 mila, ma non è certo scorretto pensare che siano almeno il doppio. Si arriva perciò a una cifra di più di 6 milioni di persone (quasi l’11% della popolazione residente, uno straniero ogni 9 italiani), cui vanno aggiunti circa 500 mila naturalizzati italiani negli ultimi anni.  Metà circa degli immigrati sono donne. Nel 2007 gli stranieri erano 3.690.000, il 5,6% della popolazione.

PAGANO LE PENSIONI?
Grande risalto è stato dato al fatto che i contributi degli immigrati hanno aiutato l’Inps a rimettere un po’ a posto i conti. In effetti l’arrivo di tanti nuovi contribuenti che non percepiranno pensioni per un po’ di tempo è salutare. Si tratta però di una situazione temporanea perché, a partire da 20 anni da oggi (quando a maturare pensioni di vecchiaia o anzianità cominceranno a esserci moltitudini di immigrati), si riproporrà anche nella comunità foresta lo stesso schema attuale di un rapporto fra lavoratori e pensionati sbilanciato a favore di questi ultimi, a meno che non si conti su un continuo afflusso di immigrati giovani paganti. In tale caso si tornerebbe in qualche modo al sistema a ripartizione su cui in anni di boom demografico si era basato il sistema pensionistico, facendo saltare ogni buona intenzione di trasformarlo in un sistema a capitalizzazione. Insomma gli immigrati non risolvono i problemi del sistema pensionistico italiano ma lo spostano solo un po’ più in là nel tempo. Oggi il rapporto fra pensionati e abitanti è di circa 1 a 5 per gli italiani e di 1 a 25 per gli stranieri: il divario diminuirà costantemente fino a stabilizzarsi sullo stesso rapporto a meno che - come detto - il numero degli immigranti non continui a crescere in misura esponenziale.

Dai dati Inps più recenti e completi disponibili (III Rapporto su immigrati e previdenza), risulta che nel 2004 gli stranieri iscritti ai ruolini pensionistici erano 1.537.380, e cioè meno della metà  del totale degli immigrati di allora. Non cambia la situazione nel 2010, quando - secondo la Caritas - gli iscritti all’Inps sarebbero circa due milioni, e cioè circa il 40% dei regolari. Questi versano un totale di 7,5 miliardi in contributi previdenziali; nel 2007 le pensioni erogate erano 294.025 con una spesa annua di 2 miliardi e 564 milioni. Oltre a queste c’è una cifra imprecisata ma piuttosto alta per prestazioni sociali d’altro genere. Ci sarebbe così un saldo attivo di qualche miliardo. Occorre notare che il bilancio è migliorato da quando è stata soppressa la facoltà prima concessa agli immigrati di farsi rimborsare i contributi versati in caso di rimpatrio, rafforzando la tendenza a permanere in Italia.

I DATI NON TORNANO
Per essere un gruppo sociale la cui presenza viene giustificata come “forza lavoro”, occorre notare come la percentuale di stranieri che pagano i contributi previdenziali sia sospettosamente bassa. Questo significa che la più parte di loro non paga i contributi sociali perché lavora in nero, o evade, o non lavora affatto, o fa “lavori” (criminalità, droga e prostituzione) che non hanno vocazione né possibilità di essere assoggettati a contributi.

I numeri non tornano. Comprendendo anche gli irregolari, meno di un terzo degli stranieri versa contributi previdenziali: una percentuale inferiore a quella del totale degli italiani al di sotto dei 65 anni (39.318.000 nel 2010)  che sono regolarmente occupati (più di 21 milioni), e cioè il 54,7%. Risulta perciò piuttosto evidente (e preoccupante) che l’attuale attivo del bilancio previdenziale degli stranieri sia rapidamente destinato a esaurirsi (salvo una crescita esponenziale degli immigrati e una irrealistica dilatazione del mercato del lavoro) e che perciò la presenza degli stranieri non risolverà ma aggraverà i problemi pensionistici. É del tutto falso affermare che gli stranieri pagheranno le nostre pensioni: lo fanno in parte marginale oggi per la loro età media più bassa, ma impoveriranno ulteriormente in avvenire le sempre più esigue risorse del paese.

di Gilberto Oneto
--- Termina citazione ---

Frank:

--- Citazione da: ilmarmocchio - Luglio 04, 2017, 12:01:13 pm ---https://www.rischiocalcolato.it/2017/07/no-francia-spagna-sbarchi-vienna-prepara-soldati-al-confine-cazzi-nostri-ce-la-voluta.html

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/04/migranti-lannuncio-dellaustria-molto-presto-militari-alla-frontiera-con-litalia/3705039/

figura di m. colossale del governo italiano.

Mattarella, Gentiloni, Grasso, Boldrini :

i peggiori e più incapaci politici italiani di tutti i tempi.
una vergogna assoluta :sick:

--- Termina citazione ---

In fatto che è i dementi politici odierni rispecchiano la gran parte del popolo italiano.
Ossia un popolo esterofilo, disfattista, autorazzista,* capace solo di lamentarsi e al tempo stesso di glorificare tutto ciò che è straniero.
All'origine di tutto ciò ci sono antichi e insopprimibili complessi di inferiorità, acuitisi dopo la seconda guerra mondiale.
Ragion per cui c'è ben poco da fare.

C'è ben poco da fare, perché quando c'è di mezzo un concerto di Vasco si spostano centinaia di migliaia di persone, oppure in occasione della tot partita di calcio volano botte da orbi a causa di vecchie rivalità calcistiche, mentre quando si tratta di cose veramente serie non vola neppure una mosca.
Il fatto stesso che il PD sia ancora votato da milioni di italiani la dice lunga sull'inconsapevolezza e l'idiozia di tantissimi nostri connazionali.

Mattarella, Gentiloni, Grasso, Boldrini ed altre caccole simili, son solo una logica conseguenza di tutto ciò.

@@

* Nel mondo non saprei; ma in Europa non esiste assolutamente un popolo autorazzista come quello italiano.
Diciamo pure che i suddetti (e le suddette) politici esistono, perché esiste un terreno fertile, sul quale possono attecchire, crescere e prosperare.

Frank:

--- Citazione da: Frank - Luglio 04, 2017, 19:09:19 pm ---* Nel mondo non saprei; ma in Europa non esiste assolutamente un popolo autorazzista come quello italiano.
--- Termina citazione ---

Tra l'altro questo è il motivo principale per cui mi vien da ridere quando leggo o ascolto chi sostiene che gli italiani sarebbero "razzisti"... :doh:
Come può essere razzista un popolo autorazzista ?

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