Autore Topic: Un altro 25 novembre di falsi dati e vittimismo  (Letto 9460 volte)

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Offline Sardus_Pater

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Re:Un altro 25 novembre di falsi dati e vittimismo
« Risposta #15 il: Novembre 25, 2016, 13:41:20 pm »
Un'idea sarebbe di fare video in streaming in cui, METTENDOCI LA FACCIA, rispondiamo in diretta alle domande degli youtubers che ci guardano, presentando dati e analisi.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Red-

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Re:Un altro 25 novembre di falsi dati e vittimismo
« Risposta #16 il: Novembre 25, 2016, 14:13:00 pm »
Nella giornata contro la violenza alle donne, il mio pensiero va alle (poche) donne che realmente ne sono vittima, va ai loro compagni, anche loro nella melma fino al collo e non aiutati da nessuno.
Mi vien da considerare che si dà al fenomeno una importanza mediatica del tutto sproporzionata e del tutto distorta, che non ha nei propositi alcuna volontà di affrontare nulla, ma solo di far propaganda antimaschile, volta a separare i due sessi, a creare odio, a favorire i contrasti.

Pensando poi ad iniziative stupide ed opportunistiche, che in realtà non servirebbero a nulla, mi vien da considerare quanto segue:

https://www.youtube.com/watch?v=nKpIlZYNHu4
"La realtà risulta spesso più stupefacente della fantasia. A patto di volerla vedere."

Online Frank

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Re:Un altro 25 novembre di falsi dati e vittimismo
« Risposta #17 il: Novembre 25, 2016, 17:51:58 pm »
Guardate qua... poi leggete i commenti.

Citazione
Le donne non si toccano!
25 novembre - Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
.
https://www.facebook.com/AeronauticaMilitareOfficialPage/photos/a.154094471423260.1073741841.150994628399911/697897283709640/?type=3&theater

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Gemma Marseglia La sola cosa che mi fa incazzare e che se lo ricordano un giorno all'anno. Oggi tutti blablablaaaaa e poi le lasciano sole ,più denunci è più ti isolano.
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Rosalba Ramundo C'è ancora chi vuole precludere ruoli e carriere alle donne? Forza, ragazze fatevi valere per i valori di serietà, impegno, sacrificio che sapete testimoniare nel vostro lavoro e non fatevi mai strumentalizzare da alcuno,nemmeno in questo ambiente difficile in cui avete deciso di lavorare
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Roberto Pietramala Le donne vanno amate ogni giorno...non solo oggi...
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Augusto Montella Non è che se non vi tocchiamo ci picchiate voi a noi uomini? ;) :) buon lavoro!
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Citazione
Stefano Sala
Stefano Sala Bellissime figliole,le donne sono il nostro futuro

...

@@


Citazione
Rosalba Ramundo C'è ancora chi vuole precludere ruoli e carriere alle donne? Forza, ragazze fatevi valere per i valori di serietà, impegno, sacrificio che sapete testimoniare nel vostro lavoro e non fatevi mai strumentalizzare da alcuno,nemmeno in questo ambiente difficile in cui avete deciso di lavorare
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La grandissima maggioranza delle femmine odierne sa parlare solo di "carriera".
Non c'è altro in quelle zucche vuote.

Offline Vicus

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Re:Un altro 25 novembre di falsi dati e vittimismo
« Risposta #18 il: Novembre 25, 2016, 18:36:23 pm »
La grandissima maggioranza delle femmine odierne sa parlare solo di "carriera".
Non c'è altro in quelle zucche vuote.
Carriera sì... in un call center o come magazziniere ad Amazon.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Sardus_Pater

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Re:Un altro 25 novembre di falsi dati e vittimismo
« Risposta #19 il: Novembre 25, 2016, 18:44:32 pm »
Sono i posti che più competono a molte di loro.
Le donne capaci sono troppo occupate a lavorare seriamente per perdersi dietro queste puttanate. Mia madre, ai suoi tempi, era una di queste.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Online KasparHauser

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Re:Un altro 25 novembre di falsi dati e vittimismo
« Risposta #20 il: Novembre 25, 2016, 19:07:20 pm »
Beppe Severgnini questa mattina su Virgin radio : "maschi fatevi educare dalle vostre ragazze".

Offline Fazer

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Re:Un altro 25 novembre di falsi dati e vittimismo
« Risposta #21 il: Novembre 25, 2016, 19:12:17 pm »
Beppe Severgnini questa mattina su Virgin radio : "maschi fatevi educare dalle vostre ragazze".

Quali ragazze? Son tutte occupate col registratore di cassa a far carriera alla Conad.  :doh:
Meglio un giorno da Conan che una ragazza alla Conad.  :dry:

La grandissima maggioranza delle femmine odierne sa parlare solo di "carriera".
Non c'è altro in quelle zucche vuote.

E te credo che poi uno scappa a gambe levate.
"Non ci sono più gli uomini di una volta"... No, idiote, non ci sono proprio più gli uomini. Son fuggiti in massa...

Online Frank

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Re:Un altro 25 novembre di falsi dati e vittimismo
« Risposta #22 il: Novembre 25, 2016, 19:13:53 pm »
Beppe Severgnini questa mattina su Virgin radio : "maschi fatevi educare dalle vostre ragazze".

Sarebbe interessante chiedere a quell'eunuco:
"Ehi, Beppe, ma questi discorsi valgono anche per gli stranieri di sesso maschile residenti in Italia? Oppure solo per gli autoctoni?"

Online KasparHauser

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Re:Un altro 25 novembre di falsi dati e vittimismo
« Risposta #23 il: Novembre 25, 2016, 20:05:56 pm »
Intanto, per qualche incomprensibile ragione quest'anno il mantra "prima causa di morte per le donne ecc. ecc." non si è sentito. Come mai non lo dicono? Come mai leggo in un articlo del Linkiesta a firma Flavia Perina:

"Come ha scritto Michela Murgia le morte ammazzate da compagni o ex-compagni sono tra le 100 e le 130 l'anno, un numero apparentemente limitato rispetto ad altre classificazioni di perdita, dagli incidenti stradali alle morti sul lavoro.Ma mentre le vittime della strada o dei ponteggi difettosi sono riconosciute come problema collettivo, quelle no. "
Sulla seconda parte della frase azzardo una risposta: forse perchè se le donne uccise sono una ogni tre giorni i morti sul lavoro sono 3 al giorno?  E aggiungerei cretina, ma non lo faccio perchè qui ancora non è arrivato Trump.



Offline ReYkY

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Re:Un altro 25 novembre di falsi dati e vittimismo
« Risposta #24 il: Novembre 25, 2016, 20:44:30 pm »
PORCO GIUDA CANE CHE GIORNATA MERDA! E penso che durerà anche domani! Ogni anno litigo con 200.000 persone. GDM! GDM!
Sono volgare? Trovate voi altri termini...

Online Frank

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Re:Un altro 25 novembre di falsi dati e vittimismo
« Risposta #25 il: Novembre 25, 2016, 21:06:04 pm »
Leggete questo "tema" scritto da uno studente indottrinato per benino.

http://www.studenti.it/violenza-sulle-donne-riflessioni-e-materiali-per-la-scuola.html

E in particolar modo leggete cosa scrive il tipo:
Citazione
VIOLENZA CONTRO LE DONNE: CHI E' IL CARNEFICE?
Extracomunitari rabbiosi e un po' barbari? Ragazzi sbandati delle periferie? Malati di mente, tossicodipendenti, personaggi al limite della società? No: questi sono stereotipi sbagliati e pericolosi, e sono sbagliati e pericolosi perché impediscono di raccontare, affrontare e combattere la tragedia della violenza contro le donne. I dati dimostrano che i casi di violenza fra coppie che provengono da culture e paesi diversi dal nostro sono largamente minoritari e che "la prima causa di morte e di invalità permanente per le donne fra i 16 e i 44 anni in Occidente e nel mondo è la violenza subita da familiari o conoscenti"; "una ricerca Eures-Ansa del 2010 ha rivelato che le violenze familiari sono la prima causa di morte nel nostro paese e le donne sono le vittime nel 70,7% dei casi": per sottolineare ulteriormente, il punto è che le donne morte nel 2016 sono state uccise principalmente da mariti, fidanzati, partner ed ex partner, nella maggior parte dei casi italianissimi.

Di significativo c'è che, oltre alle solite "statistiche" false più di Giuda, venga evidenziata un'altra balla colossale e politicamente corretta; e cioè che gli italiani sarebbero molto più violenti degli stranieri verso le "loro" donne.

Per inciso: ufficialmente gli stranieri sono il 7,5% della popolazione italiana, di cui la metà (o giù di lì) è composta da donne, ragion per cui è ovvio che il numero totale delle violenze (sia vere che presunte) dei suddetti è inferiore.

Siamo veramente al delirio.



Citazione
TRACCIA TEMA VIOLENZA SULLE DONNE: TUTTO E' VIOLENZA?
Ecco che dunque bisogna ritenere violenza sessuale, o violenza di genere, qualsiasi forma di aggressione, vessazione, maltrattamento, minaccia, creazione di un clima pesante, di ricatto, di persecuzione, proveniente da un uomo e diretto ad una donna: tutti i comportamenti che non tengono conto della volontà della donna, che ha diritto a dire di sì e di no a qualsiasi idea o proposta come qualunque essere umano dotato di diritti e dignità, sono di per sé violenti. Stando ai dati, dunque, "in Italia ogni 7 minuti un uomo stupra o tenta di stuprare una donna. Ogni 3 giorni nel nostro Paese un uomo uccide una donna".

In Italia ogni sette secondi un uomo stupra o tenta di stuprare una donna... :doh:
Cazzo, mi sa tanto che vivo su un altro pianeta.

In Romania sarebbe pure peggio.  :hmm:
Mah...
https://firiweb.wordpress.com/tag/condizione-della-donna-in-romania/

Citazione
Ogni due minuti in Romania una donna viene picchiata. Queste le statistiche di una società dove la violenza si impara innanzitutto in famiglia e dove la prima causa di atteggiamenti violenti è rappresentata dall’alcolismo.
La violenza in famiglia, secondo varie Ong che si occupano del problema, non conosce differenze di classe sociale, visto che le donne sono aggredite, picchiate e umiliate al di là dello status socio-economico e culturale. Alle radici della violenza, infatti, c’è spesso un problema di autorità e esercizio del controllo.
Un sondaggio del 2008 rivelava che gli uomini diventano violenti dopo cinque anni di matrimonio, mentre nel 16% dei casi i primi casi di violenza compaiono addirittura prima del matrimonio. Il 26% delle donne non prendeva alcuna misura contro il marito violento, il 17% si limitava a sperare in un futuro miglioramento della situazione, mentre il 14% delle intervistate dichiarava di essere ancora innamorata dell’aggressore.
Molti casi di violenza sulle donne sono raccapriccianti: svegliate dal sonno e prese a pugni e calci, minacciate con coltello, tutto davanti ai bambini che a loro volta subiscono traumi psicologici, ma anche fisici destinati a segnarli per tutta la vita.
Qualche anno fa sulla stampa è finito un caso i cui protagonisti erano persone molto note al grande pubblico: lei una giornalista della tv, lui deputato nonché ex ministro della Sanità. La giornalista aveva trovato il coraggio di recarsi dalla polizia e denunciare il marito per averla picchiata ripetutamente, colpendola a calci e pugni. Sui forum dei giornali online, però, la curiosità dei lettori si concentrò sui motivi delle aggressioni, e non sulla violenza in sé. Come se ci fossero motivi che possono giustificare un comportamento del genere. A quanto pare, sono in molti a pensarla così nella Romania di oggi.
Ai tempi del regime le donne avevano perso il controllo della propria femminilità a favore dell’onnipresente partito, che decideva su gravidanze, abbigliamento e comportamenti sociali. Condannata a colori smorti, e a una tuta che non la differenziava dall’uomo, la donna doveva essere pronta ad affrontare qualsiasi tipo di lavoro. L’8 marzo, festa internazionale della donna, era ricordato soprattutto come la festa della mamma, “lavoratrice instancabile”. Poi, negli anni del suo crepuscolo, il partito aveva deciso di mettere in atto un piano per promuovere le donne nelle cariche pubbliche.
Arrivata la democrazia, una crisi d’identità profonda ha scosso la società. I film romeni di questi anni sono riusciti a raccontarlo brillantemente, tanto da aggiudicarsi importanti premi internazionali. La donna romena, madre e moglie, sa che spesso deve cavarsela da sola. E per disperazione emigra. Sono emigrate non solo donne con un diploma, ma anche quelle con una laurea in tasca, per fare le badanti e le colf in un altro paese.
C’è poi un triste primato della Romania nell’UE: quello di essere il principale paese fornitore per il mercato della prostituzione. Le cause sono molteplici. Oltre alla povertà, alla falsa promessa di un lavoro onesto, c’è anche il passato violento in famiglia e un futuro che si prefigura altrettanto difficile.

Con una speranza di vita di 77,2 anni (penultimo posto in Europa, dopo le bulgare) le romene sono anche quelle che lavorano più di tutte le altre. Secondo uno studio realizzato dalla Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e lavoro “Living and Working in Europe”, le romene, tra lavoro e casa, sono impegnate 78 ore alla settimana, mentre in altri paesi le donne si limitano a 60 ore.
“La Romania è un paese che va avanti per forza d’inerzia. Le donne non hanno scoperto che le responsabilità della casa e la cura dei bambini possono essere divise con il marito”, spiega sulle pagine di Evenimentul Zilei la psicologa Adriana Dragoş.
Scarsa inoltre la presenza delle donne nella politica romena. Una conseguenza diretta del fatto che la “Romania è ancora una società patriarcale, tradizionalista e misogina”, come si sottolinea in un rapporto dell’ANES, l’Agenzia nazionale per le pari opportunità. E così, invece di conoscere un progresso in materia di rappresentanza politica, rispetto al periodo 2004-2008 il numero delle donne in parlamento è diminuito, toccando il 9,7% (negli altri paesi europei la media è del 24%).
L’unica nota positiva è la conquista della presidenza della Camera dei deputati da parte di Roberta Anastase (34 anni). Nel governo di Bucarest attualmente c’è un solo ministro donna, Elena Udrea, che non è riuscita ad allontanarsi dallo stereotipo della donna che fa carriera grazie alla propria avvenenza fisica.
Nonostante le difficoltà e le barriere di ogni tipo, però, in Romania ci sono anche molte donne di successo. Caso unico in Europa, le donne rappresentano la maggioranza nel sistema giudiziario. Secondo i dati forniti a inizio dell’anno dal Consiglio Superiore della Magistratura, dei 3928 giudici ben 2855, cioè due terzi, sono donne. Anche nel caso dei procurori oltre la metà sono donne.
Giorno dopo giorno le donne si fanno sempre più spazio nel mondo degli affari. Si stima che oltre un terzo degli affari nel settore privato sia controllato da donne (proprietarie o amministratrici). Ma a livello mondiale la Romania occupa solo la 70-esima posizione in questo settore. Il terreno più fertile per le imprenditrici romene è la capitale Bucarest, dove controllano oltre 20% degli affari, mentre in coda resta il distretto di Giurgiu, nel Sud del paese. Nel settore pubblico, però, il controllo è saldamente nelle mani degli uomini con la percentuale schiacciante del 99%, spiega Luminiţa Sambotin, rappresentante della Coalizione delle associazioni di imprenditoria femminile.
Nel “Top 100 Donne di Successo” del 2008, elaborato dalla rivista Capital, oltre un terzo delle nominate hanno un proprio business. Altre 13 donne sono manager di istituzioni finanziario-bancarie. Sono state incluse nella classifica anche rappresentanti del mondo artistico, come le attrici Anamaria Marinca e Laura Vasiliu, protagoniste della pellicola di Cristian Mungiu “4 mesi, 3 settimane e 2 giorni”, Palma D’oro a Cannes nel 2007.
Tra i nuovi nomi entrati nella classifica, che rappresenta la più ambita “competizione” per le donne di successo in Romania, anche professioniste che provengono dall’ambito degli organismi internazionali come Daniela Popescu, membro della Commissione Nazionale per l’UNESCO e Gabriela Massaci, direttrice dell’Istituto Culturale Romeno di Londra.

Online Frank

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Re:Un altro 25 novembre di falsi dati e vittimismo
« Risposta #26 il: Novembre 25, 2016, 21:22:06 pm »
Mi correggo:
"In Italia ogni sette minuti un uomo stupra o tenta di stuprare una donna..." :doh:

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Re:Un altro 25 novembre di falsi dati e vittimismo
« Risposta #27 il: Novembre 25, 2016, 21:29:39 pm »
Questi sono dei vecchi articoli segnalatimi in passato da una conoscenza.

Citazione
USA Today - 29 giugno 1994

Abusi coniugali reciproci - di Warren Farrell, Ph. D.

Il più grande mito che il caso O.J. Simpson può rafforzare è quello che la violenza in ambiente domestico è una strada a senso unico (uomo-a-donna), e il suo corollario, che la violenza maschile contro le donne è un risultato della mascolinità.

Quando cominciai i 7 anni di ricerca su questi temi in preparazione di "Il mito del potere maschile", iniziai con queste due assunzioni essendo l’unico uomo in USA ad essere stato eletto 3 volte all’ufficio di direttore dell’Organizzazione Nazionale delle Donne di New York City e tali assunzioni erano indiscusse nei circoli femministi.

La mia prima scoperta - che in USA e Canada più del 90% delle denunce di violenze in ambiente domestico alla polizia erano da parte di donne, e non di uomini - sembrava confermare queste assunzioni. Ma in seguito il quadro divenne più complesso.

Circa una dozzina di studi in USA e Canada chiedevano ad entrambi i sessi con che frequenza picchiavano l’altro, tutti scoprivano che le donne picchiavano gli uomini o più frequentemente o tanto spesso quanto gli uomini le donne.

Due degli studi principali - di Suzanne Steinmetz, Murrey Strauss e Richard Gelles - davano per assunto che gli uomini picchiassero le donne in maniera più grave, così divisero la violenza in ambiente domestico in sette diversi livelli di gravità. Essi furono sorpresi dallo scoprire che i livelli più gravi di violenza erano perpetrati da donne ad uomini.

Tuttavia c’è un caveat. Gli uomini che picchiavano le donne procuravano lesioni maggiori del caso contrario. In ogni caso, questo caveat aveva il suo proprio caveat: era proprio perché i colpi degli uomini facevano più male, che le donne ricorrevano a metodi più drastici (es.: versare dell’acqua bollente addosso al marito o scagliare una padella sulla sua faccia). Queste scoperte furono supportate dal rapporto del Census Bureau:

Nel 1977, il Census Bureau americano condusse la Ricerca Nazionale sul Crimine, monitorando 60.000 famiglie ogni 6 mesi per tre anni e mezzo. Venne rilevato che le donne usavano armi contro gli uomini nell’82% dei casi; gli uomini usavano armi contro le donne nel 25% dei casi. Soprattutto si notò che persino le donne riconoscevano di picchiare gli uomini più di quanto gli uomini picchiassero le donne.

L’elemento chiave, quindi, è chi innesca questo ciclo di violenza. Steinmetz, Strauss e Gelles scoprirono che spesso sono le donne ad iniziare. Perché? In parte, quando credono che gli uomini possano prendere l’iniziativa - e per paura quindi di diventare un punching ball e di non poter contrattaccare.

Ero ancora un pò incredulo. Chiesi a migliaia di uomini e donne nei miei workshop di numerare tutte le relazioni in cui avevano picchiato il partner prima che questi avesse fatto mai il contrario, e viceversa.

Circa il 60% delle donne riconosceva di essere stata più spesso la prima a colpire; tra gli uomini circa il 90% dichiarava che il partner femminile era stato il primo a colpire.

Ancora sentivo che la violenza era un risultato della mascolinità. Avevo ragione a metà. Gli uomini sono responsabili per la maggior parte della violenza manifestata fuori casa. Ma, quando scoprii che il 54% delle donne lesbiche ammette la presenza della violenza nella sua attuale relazione, mentre solo l’11% delle coppie eterosessuali registra atti di violenza, io mi resi conto che la violenza in ambiente domestico non è un prodotto della biologia maschile.

Perché denunciamo con forza la violenza domestica contro le donne e non siamo neppure a conoscenza della violenza contro gli uomini in ambiente domestico?
    

   
Le donne abusano degli uomini: è più diffuso di quanto non si pensi

Estratto da un supplemento speciale del Washington Post, 28 dic. 1993

di Armin A. Brott

"Malgrado l’evidenza circa la violenza femminile sugli uomini, molti gruppi cercano attivamente di impedire che si affronti questo tema. La Steinmetz ricevette minacce verbali e telefonate anonime da parte di gruppi femminili radicali che minacciavano di nuocere ai suoi figli dopo che ebbe pubblicato "The Battered Husband Syndrome" nel 1978. Lei dichiara di trovare ironico che le stesse persone che dicono che la violenza iniziata dalle donne è esclusivamente autodifesa facciano così in fretta a minacciare violenza contro persone che non fanno altro che pubblicare uno studio scientifico.

La storia della Steinmetz non è la sola. Dieci anni dopo questo studio, R.L. McNeely, un professore della School of Social Welfare dell’Università del Wisconsin, e Gloria Robinson-Simpson pubblicarono "The Truth about Domestic Violence: A Falsely Framed Issue". L’articolo esaminava vari studi sulla violenza in ambiente domestico e concludeva che la società deve riconoscere che gli uomini sono vittime "o si starà considerando solo parte del fenomeno".

Poco tempo dopo, McNeely ricevette delle lettere da un’organizzazione femminile della Pennsylvania che minacciava di usare la propria influenza a Washington per bloccare i fondi per la ricerca. Robinson-Simpson, che scoprì alcuni dei dati più importanti, fu lasciata a lungo a sé stessa. Secondo McNeely, "lei, una giovane assistente, fu creduta "raggirata"" dal professore maschio."(fine della citazione)



La ricerca ritiene che i sostenitori dei centri contro gli abusi peggiorano il problema

Washington Times, 31 gennaio 1994

Sezione A, Joyce Price

Murray A. Strauss, un sociologo e co-direttore del Laboratorio di Ricerca sulla Famiglia dell’Università del New Hampshire, accusa "le donne dei movimenti contro gli abusi" di negare che le donne abusino fisicamente dei mariti, degli ex mariti e dei fidanzati, di dare poca importanza a tali abusi. "Esiste questa finzione nei movimenti contro gli abusi, che in ogni caso è lui, non lei" il responsabile delle aggressioni in ambito familiare", ha dichiarato il dott. Strauss in una recente intervista.

Il dott. Strauss ha dichiarato che almeno 30 studi sulla violenza in ambiente domestico - compresi alcuni da lui condotti - hanno dimostrato che i due sessi sono ugualmente imputabili. Ma ha aggiunto che alcune ricerche, come un recente rapporto nazionale canadese, "hanno omesso i dati sulle donne che abusano degli uomini...perché politicamente imbarazzanti." Donne e uomini "sono quasi identici" in termini di frequenza di aggressioni come schiaffi, spinte e calci, ha dichiarato il dott. Strauss.

Usando le informazioni sulle coppie sposate avute da 2994 donne nel Rapporto Nazionale sulla Violenza in Famiglia del 1985, il dott. Strauss ha detto di aver riscontrato una percentuale di aggressioni da parte delle mogli del 124 per mille coppie, contro il 122 per mille di aggressioni da parte del marito.

La percentuale di aggressioni lievi da parte delle mogli era del 78 per mille coppie, e la percentuale di aggressioni lievi da parte dei mariti era del 72 per mille. Per la categoria delle aggressioni gravi, percentuale era del 46 per mille coppie per le aggressioni da parte delle mogli e 50 per mille per le aggressioni da parte dei mariti. "Né la differenza è statisticamente diversa", ha scritto Strauss sulla rivista Issues in Definition and Measurement. "Dato che queste percentuali sono basate esclusivamente su informazioni fornite da intervistati donna, la quasi equivalenza nelle percentuali di aggressioni non può essere attribuita a pregiudizi di genere nel raccontare." (fine della citazione)

L’articolo che segue è stato scritto da Judith Sherven e James Sniechowski di Los Angeles. Lei è una psicologa e lui ha anche un dottorato.

Donne e uomini ugualmente colpevoli di abusi domestici

"Ancora una volta, il mito del malvagio maschio assalitore e della perfetta, innocente donna vittima viene diffuso come vangelo. La discussione è nazionale. La collera e il dolore, palpabili. Solo quando verremo a patti con il fatto che la violenza in ambiente domestico è responsabilità sia di uomini che di donne, potremo mettere fine a questo orribile incubo.

La violenza in ambiente domestico non è una questione di alternative. Non è colpa dell’uomo o della donna. E’ un problema di condivisione. Sia l’uomo che la donna sono lanciati nella loro danza di distruzione reciproca, nella loro incapacità di intimità e apprezzamento delle differenze. Essi hanno bisogno l’uno dell’altro per perpetuare i drammi personali e collettivi di inganni e tradimenti, e così, deplorevolmente, non possono nemmeno lasciarsi.

Questa è un’idea molto strana per chi è cresciuto con i film in cui "l’eroe" trionfa sul "malvagio" e salva la dama dal pericolo. Ma per arrestare la piaga della violenza in ambiente domestico, dobbiamo alterare la nostra prospettiva. Fatti:

· La metà degli omicidi coniugali viene commessa da donne.

· Il Rapporto Nazionale sulla Violenza in Famiglia del 1985, finanziato dall’Istituto Nazionale di Igiene Mentale e supportato da molti altri rapporti, rivelò che donne e uomini abusano gli uni degli altri quasi in numero approssimativamente uguale.

· Le mogli hanno dichiarato di essere più spesso gli aggressori. L’uso di armi per superare lo svantaggio fisico, non rientrava solo nel bisogno di difendersi.

· Mentre attualmente 1,8 milioni di donne hanno subito una o più aggressioni da parte del marito o del fidanzato, 2 milioni di uomini sono stati aggrediti dalla moglie o dalla fidanzata, secondo uno studio sulla violenza nelle famiglie americane pubblicato nel Journal of Marriage and Family. Questo studio ha rivelato anche che il 54% delle violenze definite "gravi" sono attribuite a donne.

· Il Journal for the National Association for Social Workers rilevò nel 1986 che tra i teenager che escono assieme, le ragazze erano violente più di frequente dei ragazzi.

· Le madri abusano dei loro figli in una percentuale che è circa il doppio rispetto ai padri, secondo le agenzie statali di protezione dell’infanzia monitorate dalla Children’s Rights Coalition.

· A causa dei pregiudizi sugli uomini che si lasciano picchiare dalle donne, le donne che denunciano gli abusi subiti alle autorità sono 9 volte più degli uomini.

Nel 1988, R.L.McNeely, un professore della School of Social Welfare dell’Università del Wisconsin, pubblicò ""The Truth about Domestic Violence: A Falsely Framed Issue" rivelando ancora una volta il livello di violenza contro gli uomini da parte delle donne. Tali fatti, comunque, sono "politicamente scorretti". Anche 10 anni prima, Susan Steinmetz, direttrice del Family Research Institute all’Università dell’Indiana ricevette minacce di danni ai propri figli da parte di gruppi femminili radicali dopo aver pubblicato "The Battered Husband Syndrome".

Perché noi, come cultura, siamo restii a svelare la responsabilità delle donne nelle violenze in ambiente domestico? Perché ci aggrappiamo all’immagine pura e verginale della "damigella in pericolo"? Se fossimo sinceri riguardo al cambiamento, dovremmo riconoscere la verità: le donne sono parte integrante della violenza in ambiente domestico. Il movimento femminista reclama eguali diritti per le donne. Se è così, allora le donne dovrebbero assumersi la responsabilità per il loro comportamento e il loro contributo alla violenza in ambiente domestico. Altrimenti resteremmo in una situazione distorta che annebbia la verità. Solo la verità ci mostrerà la via d’uscita dall’epidemia di violenza che sta distruggendo le nostre famiglie e la nostra nazione." (fine della citazione)

Vuoi: Altre copie di questo rapporto - Altri rapporti e articoli sulla famiglia - Citazioni per ricerche e studi - risposte via e-mail da parte di giudici, procuratori, avvocati, riviste giuridiche, editori di pagine web, ecc.

Scrivi a: New World Ministries - Family Resources Index
11216 Tamiami Trail North Ste.223
Naples, FL 34110

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Re:Un altro 25 novembre di falsi dati e vittimismo
« Risposta #28 il: Novembre 25, 2016, 22:00:00 pm »
Mi è salita la pressione  :sick:

https://www.facebook.com/marina.terragni/posts/10210199801046766

Lo spot Rai contro la violenza sulle donne è profondamente sbagliato.
 Anzichè la bimba che dice "quando sarò grande finirò in ospedale perché mio marito mi picchia", insomma, una predestinata,
 dovrebbe esserci un bimbo che dice "da grande non sarò grande, sarò debole e pauroso e picchierò le donne".
 Ancora non l'hanno capita. La violenza è una #questionemaschile


Ovviamente nessuna s'indigna, magari una signora che, sorvolando allegramente sulla proposta choc (nel senso che è da psicopatica) della Terragni, prova "tenerezza" per l'imbarazzo della bambina che è costretta a pronunciare quella frase.





"Povera bimba, tra l'altro. Non riesce, giustamente, a non risultare imbarazzata per le parole che le hanno messo in bocca".

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"mentre invece far dire ad un bambino che "da grande sarò un debole pauroso che picchierà le donne" non le suscita nessuna empatia vero? sono francamente disgustata da questa discussione"

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Non sono neanche andata avanti a visionare il documento.

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Mi dispiace per lei

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..





no mi riferisco all"'idea" della signora Terragni "Anzichè la bimba che dice "quando sarò grande finirò in ospedale perché mio marito mi picchia", insomma, una predestinata,
 dovrebbe esserci un bimbo che dice "da grande non sarò grande, sarò debole e pauroso e picchierò le donne". Questo mi fa indignare, mi fa indignare che una donna per portare avanti il suo scopo non si faccia scrupolo di suggerire di mettere bambini sui ceci e mettergli in bocca un'ammissione di colpe che magari non commetteranno mai e che nessuna si sia indignata per questo
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline Sardus_Pater

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Re:Un altro 25 novembre di falsi dati e vittimismo
« Risposta #29 il: Novembre 25, 2016, 23:07:27 pm »
Rita, lasciala perdere, è un'alienata.
Il femminismo è l'oppio delle donne.