Autore Topic: E' morto Fidel Castro. L'unico che riuscì a conciliare comunismo e nazionalismo  (Letto 2935 volte)

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Online Massimo

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Oggi è morto Fidel Catro. Lungi da tutti noi (e da me) farne l'agiografia e l'esaltazione. Ha creato un regime totalitario. Ha costretto molti
all'esilio o al silenzio. Ha di fatto creato la stagnazione economica: se a Cuba non si moriva (e non si muore) di fame neppure si viveva in
modo prospero. Molti beni erano (e sono) introvabili. L'istruzione e la sanità, le cure mediche sono di tutto rispetto ma, oltre il vitto (non
sostanzioso) e l'alloggio (in genere modesto) la gente comune non ha molto di più. L'unica cosa e nota positiva è che a Cuba non ci sono
le nevrosi della civiltà moderna. Ci si accontenta di vivera modestamente e dignitosamente e nulla più anche perchè ottenere qualcosa di
più è praticamente impossibile, se non si fa parte della burocrazia partitica. Fatte queste opportune premesse, va però detto che Castro
ha compiuto un'impresa pressochè impossibile: sposare il comunismo al nazionalismo cubano: Questo spiega perchè Cuba sopravvisse al
crollo del comunismo che nel 1989 travolse i regimi comunisti dell'Est: là il nazionalismo confliggeva con il comunismo imposto da Mosca.
A Cuba, no. Il nazionalismo cubano fece restare in piedi il regime appunto perchè Castro era ANCHE un nazionalista: si opponeva agli USA. E siccome gli USA era una nazione capitalista Cuba doveva essere comunista. Proprio il nazionalismo lo imponeva. E lo si vede oggi.

Offline Utente cancellato

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credo che sia un tratto comune dei Paesi comunisti.
dalla "guerra patriottica" stalinista   alle  vicende vietnamite. 
un po' come nel nostro risorgimento, Mazzini e Garibaldi erano al contempo socialisti e patrioti.
la differenza sta che il nazionalismo anti-imperialista (in teoria) non è suprematista nè si fonda su archetipi (il tedesco che è preciso, l'italiano che è fantasioso...).
Anche i moderni regimi che si riallacciano al comunismo/castrismo, dal chavismo allo zapitismo passando attravero Evo Morales,  si riallacciano se non alla nazione quantomeno all'esaltazione degli indios.
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
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Offline freethinker

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I cubani fuggiti a Miami nel corso degli anni stanno facendo in queste ore cortei nei quali manifestano apertamente il loro profondo cordoglio :)
Those who would give up essential liberty to purchase a little temporary safety deserve neither liberty nor safety.
Benjamin Franklin, Historical Review of Pennsylvania, 1759

Offline Volpe argentata

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Ho sempre pensato che l'essenza stessa del marxismo (e lo dico da non "marxista") non abbia proprio nulla a che spartire col femminismo così come noi lo conosciamo, anzi se Carlo Marx tornasse improvvisamente a vivere credo che proverebbe un moto di disgusto nel constatare che sedicenti movimenti marxisti/leninisti europei si sono appropriati della sua ideologia per sfornare teoremi anti maschili e vaginocentrici...

Offline Damocle

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I cubani fuggiti a Miami nel corso degli anni stanno facendo in queste ore cortei nei quali manifestano apertamente il loro profondo cordoglio :)

Difficile trovare qualcuno che piaccia a tutti, soprattutto quando detiene il potere assoluto.

Non sono mai stato simpatizzante comunista ma Cuba sotto molti punti di vista non mi sembra messa peggio di altri paesi caraibici e centroamericani.

Offline Damocle

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Che cosa strana che sul sito de "il manifesto" (ilmanifesto.info) non ne parlano da nessuna parte, la notizia è completamente assente... la cosa è davvero singolare per  essere un "quotidiano comunista".

Mentre su "l'Unità", storico giornale del partito comunista italiano, ne parlano, ma il grosso nella home è dedicato alle manifestazioni contro la violenza sulle donne.

Offline Vicus

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L'immagine degli USA si è così deteriorata di recente da far apparire Castro un salvatore. Scherzi della politica-spettacolo.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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http://www.francescocosta.net/2013/10/22/la-vita-senza-internet-e-brutta/

Citazione
La vita senza Internet è brutta

Da quando Internet ha iniziato a cambiare radicalmente tutto, ha conosciuto qualche successo un filone giornalistico-letterario che – a volte partendo da premesse distopiche del tipo “dove andremo a finire” – racconta l’astensione volontaria da Internet, la vita disconnessi: cose tipo “ho staccato tutto per una settimana, un mese, quattro mesi, un anno e vi dico com’è andata”. Non sono un fan del genere. Non perché trovi inopportuno discutere di come Internet stia cambiando radicalmente tutto, ma perché l’esercizio ha ormai perso qualsiasi originalità – sembra più un espediente per giornalisti freelance pigri – e perché mi sembra che abbiamo già trovato delle conclusioni di buon senso alla questione: si sopravvive anche senza Internet (si sopravvive senza quasi qualsiasi cosa) ma le cose a cui si rinuncia sono più di quelle che si guadagnano.

Se non fosse che mi sono trovato in questa situazione negli ultimi nove giorni, e allora le pensose riflessioni di cui sopra mi sono sembrate ancora più vacue. Sono stato all’Avana, Cuba, un posto dove collegarsi a Internet è piuttosto complicato. Nelle case delle persone, salvo rarissime eccezioni, Internet non esiste. Non esistono reti wi-fi in giro. Ci si può collegare dai pochissimi e affollatissimi telepunto di Etecsa, la compagnia nazionale, o dagli hotel di lusso: in entrambi i casi pagando parecchio (anche l’equivalente di 5 euro l’ora, in un paese dove il reddito medio sta intorno ai 20 euro al mese), utilizzando computer di almeno 15 anni fa e con connessioni lentissime. Dovreste vedere come e in quanto tempo i browser caricano certe pagine: persino Gmail è quasi inutilizzabile. Usare il mio operatore italiano era escluso: non solo perché la rete cellulare locale è comunque pessima ma anche perché mi sarebbe costato la cifra lunare di 29,48 euro per ogni megabyte scaricato: circa 40 euro per caricare una volta la homepage del Post, per capirsi. Quindi ho passato nove giorni senza Internet. La sensazione di vivere in una bolla è stata accentuata dal fatto che – naturalmente – la stampa straniera non si trova da nessuna parte, nemmeno nei grandi alberghi, nemmeno in aeroporto (nemmeno in aeroporto nella zona dei duty free), e la tv internazionale si vede solo nei grandi alberghi.

L’assenza di Internet ha reso indubbiamente il mio viaggio più povero. Moltissime volte mi sono imbattuto in posti e cose di cui avrei voluto conoscere la storia, meglio di come l’avrei trovata su una guida o di come me l’avrebbe raccontata un passante: cosa vuol dire quella frase? quando è stato costruito quel monumento? chi è l’architetto di quel palazzo? in che anno esattamente è morto Che Guevara? Sono sull’autobus e vedo un manifesto di propaganda sull’anniversario dell’attentato di Barbados, di cui so pochissimo. Passo davanti allo stadio olimpico costruito per i giochi panamericani del 1991, vorrei sapere come viene usato adesso. Vedo ovunque manifesti sui Cinque. Se avessi Internet in tre minuti ne conoscerei le cose essenziali, senza Internet resto nella mia ignoranza. Al museo della rivoluzione trovo racconti della famosa arringa di quattro ore con cui Castro si difese in tribunale dopo l’attacco alla caserma Moncada – “la storia mi assolverà” — e vorrei finalmente leggerla tutta: se avessi Internet troverei il testo integrale in pochi secondi, senza Internet ho dovuto comprare il libro, altrimenti sarei rimasto nella mia ignoranza. Cose del genere sono capitate più volte ogni giorno.

Poi ci sono altre cose più piccole che non ho potuto fare, a meno di grandi scomodità: sapere cosa si dice online di un ristorante prima di entrarci, conoscere gli orari dei pullman per andare fuori città, conoscere il calendario degli spettacoli alla Casa de la Musica, sapere quanti chilometri separano l’Avana da Trinidad per organizzare tempi di viaggio, eccetera. Il tutto tacendo della dimensione sociale: ho vissuto in tre città diverse, ho amici e parenti sparsi dappertutto, Internet è il modo in cui ci teniamo in contatto. Mi è mancato non condividere con le persone che mi sono care quello che mi succedeva e soprattutto mi è mancato leggere e vedere le cose condivise da loro: mi è mancato sentirli, banalmente, e in questo senso Facebook mi è mancato molto più di Twitter. Infine, forse anche per il mestiere che faccio, mi è mancato il resto del mondo: va bene staccare dal lavoro, ma a me interessava sapere come è andata a finire con lo shutdown negli Stati Uniti o cosa ha fatto la Roma o se è caduto il governo in Italia. Sì, mi sono arrangiato grazie agli SMS di alcuni amici e sì, sono sopravvissuto, si sopravvive a quasi tutto, ma è il come che fa la differenza.

Ho pensato, perdonatemi la banalità, a quello che si perdono i miei coetanei del posto – di più: a quello che potrebbero essere e non sono, i miei coetanei del posto – che non hanno la fortuna di dover soltanto aspettare nove giorni, come ho dovuto fare io, per tornare ad avere in tasca l’accesso a una montagna di cultura e di conoscenza. E ho pensato che i corrucciati esercizi intellettuali sulla vita senza Internet, i bar che credendo di fare una cosa molto furba e colta si vantano di non offrire il wifi, gli articoloni sul fatto che Google ci renda stupidi, assomigliano all’elogio del mangiare poco fatto da chi è abituato a mangiare molto, che una volta trovai descritto così in un bel libro. Privazioni ludiche.

    …solo la fantasia, o l’interesse, dei pochi privilegiati ha potuto partorire immagini di povertà felice, di una frugalità (quella dei più) lietamente contenta di sé. E sarà anche vero che mangiar poco fa bene; ma solo a chi mangia molto (o almeno, può mangiare molto) è consentito pensarlo. Solo una lunga esperienza di pancia piena può giustificare il brivido di un appetito tenuto a freno. Gli affamati, quelli veri, hanno sempre desiderato riempirsi a crepapelle.

Offline Sardus_Pater

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L'articolo lo condivido a metà. Descrive cose che venti, ma anche quindici anni fa facevamo anche noi senza il web con scarsi problemi. Parla di bisogni nati con Internet, non esistenti prima. Poi, Internet è comodo, comodissimo, è vero: ma non è una panacea.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Vicus

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Concordo, la mancanza di Internet non è il primo problema di Cuba.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:E' morto Fidel Castro. L'unico che riuscì a conciliare comunismo e nazionalismo
« Risposta #10 il: Novembre 27, 2016, 11:56:44 am »
Che cosa strana che sul sito de "il manifesto" (ilmanifesto.info) non ne parlano da nessuna parte, la notizia è completamente assente... la cosa è davvero singolare per  essere un "quotidiano comunista".

Mentre su "l'Unità", storico giornale del partito comunista italiano, ne parlano, ma il grosso nella home è dedicato alle manifestazioni contro la violenza sulle donne.


ilmanifesto non lavora la domenica.  poi si lamentano che non vendono  :doh:
oggi  è presente con alcuni articoli, anche se l'articolo principale è dedicato alle femministe.
su fidel:
http://ilmanifesto.info/senza-fidel-ora-cosa-succedera/
http://ilmanifesto.info/il-comandante-che-ha-fatto-una-rivoluzione-senza-perderla/
http://ilmanifesto.info/cuba-non-e-stata-socialismo-reale-in-salsa-tropicale/
http://ilmanifesto.info/dai-gesuiti-al-fucile-la-parabola-di-un-rivoluzionario-di-buona-famiglia/

l'articolo in home sulle femministe:
http://ilmanifesto.info/a-roma-la-carica-delle-duecentomila-contro-la-violenza/
e altri sulle femministe:
http://ilmanifesto.info/emozioni-di-una-giornata-particolare/
http://ilmanifesto.info/un-arcobaleno-di-generazioni-la-forza-della-liberta-femminile/
http://ilmanifesto.info/sulla-marea-di-donne-il-silenzio-di-renzi-ex-ministro-pari-opportunita/


per quanto riguarda l'unità mi pare esattamente il contrario di quel che dici (almeno stamattina).
su fidel:
http://www.unita.tv/focus/cuba-e-morto-fidel-castro/
http://www.unita.tv/focus/lo-storico-faccia-a-faccia-tra-papa-francesco-e-fidel-castro/
http://www.unita.tv/focus/che-centra-casaleggio-castro-lardito-paragone-di-carla-ruocco-fa-ridere-infuriare-web/
http://www.unita.tv/interviste/fidel-castro-un-giocatore-al-tavolo-della-guerra-fredda/

sulle femministe non trovo nulla.

l'unità comunque non è più un giornale comunista da tempo.  ormai sono renziani senza pudore.
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Re:E' morto Fidel Castro. L'unico che riuscì a conciliare comunismo e nazionalismo
« Risposta #11 il: Novembre 27, 2016, 12:09:33 pm »
senza la morte di Fidel, probabilmente saremmo stati bombardati da servizi sulle femministe.
speriamo che l'anno prossimo  almeno piova.
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Re:E' morto Fidel Castro. L'unico che riuscì a conciliare comunismo e nazionalismo
« Risposta #12 il: Novembre 27, 2016, 13:45:14 pm »
L'Unità oramai è un giornale di stato che sta in piedi solo con le sovvenzioni pubbliche. Riuscendo persino a fallire nonostante esse.

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Re:E' morto Fidel Castro. L'unico che riuscì a conciliare comunismo e nazionalismo
« Risposta #13 il: Novembre 27, 2016, 14:50:50 pm »
L'Unità oramai è un giornale di stato che sta in piedi solo con le sovvenzioni pubbliche. Riuscendo persino a fallire nonostante esse.

vero.   ma sono tanti i giornali che prendono soldi.
si cita sempre l'unità grazie ad una maggiore cattiveria dei giornali della destra sempre disposti  a sbraitare contro gli altri ma scarsamente inclini a guardar i propri scheletri:
http://www.lettera43.it/it/articoli/media/2015/12/29/editoria-tutti-i-contributi-ai-giornali-per-il-2014/160802/
http://it.ibtimes.com/finanziamenti-pubblici-ai-giornali-ecco-chi-li-riceve-e-chi-no-1448253
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Re:E' morto Fidel Castro. L'unico che riuscì a conciliare comunismo e nazionalismo
« Risposta #14 il: Novembre 27, 2016, 15:27:31 pm »
L'articolo lo condivido a metà. Descrive cose che venti, ma anche quindici anni fa facevamo anche noi senza il web con scarsi problemi. Parla di bisogni nati con Internet, non esistenti prima. Poi, Internet è comodo, comodissimo, è vero: ma non è una panacea.

Sì, lo so bene che internet non è una panacea, così come so benissimo che anche noi in passato vivevamo senza.
Ma siccome in altri lidi virtuali ci sono dei quemmisti che descrivono Cuba come una sorta di paradiso terrestre, volevo semplicemente evidenziare che là non hanno neppure internet (per non parlare di altro), che, non dimentichiamolo, è lo strumento che ci ha permesso sia di conoscerci virtualmente sia di combattere il femminismo...
Viceversa dovremmo usare carta e penna, e non sarebbe certamente la stessa cosa.
Per non parlare del fatto che tu non conosceresti me, io non conoscerei te e via elencando.

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Della QM se ne parla, ed esiste, proprio grazie ad internet.