Questa è musica per le mie orecchie --->
http://www.riscattonazionale.it/2016/12/05/referendum-social-russi-festeggiano-italia-vinto-putin-un-calcio-culo-agli-europeisti/Il senatore Alexey Pushkov è il primo a twittare quello che in molti si chiedono: «La sconfitta del governo Renzi può portare all’Italexit o all’uscita dall’euro, l’Ue sta vivendo tempi difficili». I giornali e le agenzie principali mantengono un tono distaccato, limitandosi al massimo a dare parecchio risalto alle critiche della Lega e di Forza Italia. L’agenzia governativa Ria Novosti nella cronaca del referendum, per esempio, cita tutte le accuse di «scandalose» irregolarità, inclusa la storia delle matite copiative, e arriva alla conclusione che in Italia si respira «una grande tensione politica».
Sui social impazza una tifoseria da calcio: «Putin ha vinto in Italia», «Un calcio agli europei» e perfino «Ora arriva l’altro Matteo, che è stato due volte a Mosca negli ultimi mesi». Il popolo del web russo sembra credere per primo all’idea che il presidente russo manipola l’esito del voto in Europa e America, e i pochi appassionati di politica che nel cuore della notte seguono le notizie sperano che ora l’Italia abolirà le sanzioni contro Mosca e riconoscerà l’annessione della Crimea. Festeggiano, ma per motivi opposti, molti utenti ucraini: secondo loro, Renzi è un putiniano fedelissimo che osteggiava un intervento più pesante dell’Europa contro la Russia.
Fantapolitica, che però è sintomatica di un clima, mentre la sortita di Pushkov – giornalista televisivo di spicco e presidente della Commissione del Senato russo per la politica delle informazioni – viene letta da molti osservatori come un’anticipazione delle strategie del Cremlino. Dall’inizio della crisi ucraina, ormai tre anni fa, la diplomazia russa ha cercato l’anello debole in Europa, scommettendo ora sulla Grecia, ora sull’Ungheria, ora sugli ambienti tradizionalmente filorussi del grande business tedesco.
Ma né Tsipras, né Orban hanno osato andare contro Bruxelles, pur stringendo rapporti privilegiati con Mosca. Matteo Renzi in Russia non era visto affatto come un leader ostile, e c’è chi racconta che la sua apparizione al Forum economico di Pietroburgo avesse impressionato molto favorevolmente l’élite russa, «giovane, dinamico, brillante e parlava a braccio», racconta uno dei partecipanti. E il realismo della diplomazia di Mosca non le concede troppe speranze su una drastica svolta filorussa dell’Italia in seguito alla risalita delle quotazioni di Lega e dei berlusconiani.