https://www.avvenire.it/attualita/pagine/lavoro-diciotto-morti-in-cinque-giorniSi chiude una settimana nera per il mondo del lavoro italiano. Dopo la strage di Messina di martedì, con tre operai morti per le esalazioni di carburante da una cisterna che stavano pulendo sulla nave Sansovino, l'Osservatorio indipendente di Bologna ha contato altre quindici vittime, alcune delle quali giovanissime. Come Matteo Bianchi, di appena 23 anni, che ha perso la vita l'altra notte in un'azienda dolciaria di Torino, finendo con la testa incastrata in un macchinario. Poche ore prima era toccato a Domenico Gangemi, anch'egli ventitreenne della Provincia di Reggio Calabria, caduto sopra la struttura elicoidale del silos di una segheria e morto sul colpo. A Castelguelfo, in provincia di Bologna, è deceduto Ferdinando Procopio, 53 anni, investito da un muletto, mentre in provincia di Vibo Valentia si è contata un'altra vittima dei trattori: Maurizio Purita di 36 anni è rimasto schiacciato dal mezzo che stava manovrando. Infine, sull'autostrada A14 un tamponamento è stato fatale a Claudio Boldrin, autostrasportatore di 50 anni.
«Ma nessuno fa niente»
«Ma come fa la classe dirigente di un Paese ad assistere senza far nulla alla morte dei suoi figli migliori?», tuona Carlo Soricelli, 67 anni, metalmeccanico di Bologna in pensione, che dal primo gennaio 2008 gestisce l'Osservatorio delle morti sul lavoro. «Ogni giorno - racconta - passo dalle tre alle quattro ore su Internet per scovare le notizie degli incidenti. Mi sono imposto questa missione, a titolo assolutamente volontario, dopo la tragedia della Thyssen Krupp di Torino, per onorare i tanti, troppi lavoratori che perdono la vita. È un fenomeno intollerabile, ma lo è ancora di più il fatto che nessuno delle istituzioni abbia mai risposto ai miei appelli. Non chiedo nulla, mi basterebbe un cenno di apprezzamento da parte del governo o del Parlamento. Sarebbe il segnale che, invece, queste tragedie coinvolgono tutto il Paese». Di ciascun episodio, Soricelli descrive la dinamica e indica il nome della vittima. Perché dietro ogni incidente non ci sono dei numeri, ma persone che lasciano dietro di sé una lunga scia di dolore.
Lettera a Mattarella
Visto che nessuno rispondeva ai suoi ripetuti appelli, Soricelli ha deciso di scrivere direttamente al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perché «il Paese non può assistere impotente a una strage così disumana». Dopo la tragedia di Messina, preceduta dalla (ennesima) morte di un operaio delle cave di marmo di Carrara, dal Quirinale è arrivato un forte monito: «Ribadisco con forza l'esortazione a fare di tutto perché non si ripetano queste gravissime tragedie. Ogni morte sul lavoro è inaccettabile in un Paese come il nostro», si legge in una nota del Colle.
Denunce in aumento
Stando ai dati pubblicati dall'Inail sul proprio sito, nei primi nove mesi del 2016 sono aumentate le denunce di infortunio. Dalle 463.189 dello stesso periodo del 2015, si è passati a 470.924, con un incremento dell'1,67%. In crescita del 3,39% anche le malattie professionali denunciate, mentre sono in calo del 12,03% le denunce di incidente mortale: 753 rispetto alle 856 del 2015. Ad oggi, invece, l'Osservatorio di Bologna ha documentato 592 morti nei luoghi di lavoro e oltre 1.300 considerando anche i decessi sulle strade e in itinere, cioè lungo il tragitto casa-lavoro.
Da gennaio l'Ispettorato nazionale
Uno strumento per combattere gli infortuni e garantire maggiore legalità al mercato del lavoro, rispetto alle sacche di lavoro nero ancora presenti, è l'Ispettorato nazionale del lavoro, istituito con il Jobs Act, che partirà il 1° gennaio 2017, come ha confermato ieri il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, intervenendo alla Consulta nazionale Anmil.