Autore Topic: Cannabis medica di Stato: da gennaio in farmacia  (Letto 2742 volte)

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Cannabis medica di Stato: da gennaio in farmacia
« il: Dicembre 15, 2016, 22:24:26 pm »
http://www.associazionelucacoscioni.it/notizie/rassegna-stampa/cannabis-medica-gennaio-farmacia/

Il 6 Agosto 2015 due dei nostri membri di Giunta, Marco Perduca e Viola Tofani, visitarono lo stabilimento di Firenze: allora la produzione era minimale ma già si pensava a quando sarebbero stati messi in commercio i 100 kg di cannabis medica. Da quell’estate sono cambiate un pò di cose, e finalmente, da Gennaio 2017, l’Italia potrà rifornire alcune delle sue farmacie. Nonostante questi 100 kg siano una “goccia nel mare” della richiesta annuale italiana, ci sono i presupposti perchè la produzione aumenti nei prossimi anni: noi continueremo a batterci per questo.

–> Leggi l’articolo della visita allo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze dell’Agosto 2015 <–

Cannabis di stato da gennaio nelle farmacie italiane. Non si tratterà di uso ricreativo, ma soltanto terapeutico previa decisione di uno specialista. La produzione procede a pieno regime e lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, unico autorizzato a sovrintendere, aspetta solo le ultime formalità per cominciare a far fronte alle ordinazioni delle regioni o delle strutture ospedaliere. Come spiega Repubblica, sono già pronti 20 chili di prodotto, ma lavorando senza sosta si prevede di arrivare a 100 chili l’anno per coprire il fabbisogno nazionale: la maggior parte delle regioni, infatti, ha inserito la cannabis tra le opzioni terapeutiche.

Il ministero della Salute del resto riconosce le proprietà analgesiche della pianta per patologie che implicano spasticità, come la sclerosi multipla. La cannabis può aiutare anche contro la nausea da chemioterapia, radioterapia, o da terapie per l’Hiv, stimola l’appetito nelle persone affette da varie malattie non soltanto nervose ed è utile per l’effetto ipotensivo nel glaucoma. La somministrazione può avvenire al naturale tramite decotto o vaporizzazione spray: in altre parole non è necessaria la sintetizzazione in farmaco vero e proprio.

Oggi l’Italia acquista la cannabis medica all’estero, soprattutto in Olanda, dunque il provvedimento mira anche al risparmio per le casse pubbliche. Il Foglio ha affrontato la questione della legalizzazione della cannabis per metterne in evidenza luci e ombre. Sebbene il giro d’affari per lo stato non sarebbe marginale, i rischi sono notevoli. Alfredo Mantovano aveva riportato dati e casi specifici che dimostravano come la legalizzazione, in realtà, non sia una scelta tanto scontata. Luca Bizzarri aveva scritto al direttore dell’esigenza di superare lo scontro tra proibizionisti e antiproibizionisti partendo dall’unico dato di fatto, ovvero che sempre più persone, che ci piaccia o meno, fanno un uso massiccio di droghe. Una dipendenza che invece, per Emmanuel Exitu, è intrinseca nella natura umana, semplicemente perché siamo dipendenza, siamo creature.
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
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Offline CLUBBER

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Re:Cannabis medica di Stato: da gennaio in farmacia
« Risposta #1 il: Dicembre 29, 2016, 00:18:26 am »
Ottimo.
Anche se io preferirei che diventasse totalmente legale.
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Offline ReYkY

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Re:Cannabis medica di Stato: da gennaio in farmacia
« Risposta #2 il: Dicembre 29, 2016, 17:47:46 pm »
Le sigarette fanno più danni della Maria... quindi tantovale regolarizzare e tassare. Idem per la prostituzione...

Offline CLUBBER

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Re:Cannabis medica di Stato: da gennaio in farmacia
« Risposta #3 il: Dicembre 29, 2016, 21:30:12 pm »
Le sigarette fanno più danni della Maria... quindi tantovale regolarizzare e tassare. Idem per la prostituzione...
Sono d'accordo.
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Offline Sardus_Pater

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Re:Cannabis medica di Stato: da gennaio in farmacia
« Risposta #4 il: Dicembre 30, 2016, 00:49:46 am »
Anch'io. Credevo sino ad oggi di essere solo sul forum.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Vicus

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Re:Cannabis medica di Stato: da gennaio in farmacia
« Risposta #5 il: Dicembre 30, 2016, 01:32:51 am »
Nel pieno rispetto delle idee altrui, e ricordando che ognuno qui esprime opinioni personali e non quelle del forum, ritengo importante citare un resoconto dal vivo degli effetti della legalizzazione della cannabis, che la versione ufficiale vuole più salutare del tabacco (considerato a sua volta "salutare" fino a pochi decenni fa):

L’ESEMPLARE, CIVILE OLANDA
Ad Amsterdam, non so dove trovare un coffee-shop, ma penso di non sbagliare facendomi portare dal taxi nel celebre quartiere a luci rosse. E infatti lì, tra vetrine oscene e ristorantini turchi che puzzano di carne allo spiedo, ne trovo uno. Si chiama Choice-Exact, e l’insegna è un disegno psichedelico e stravolto, una faccia umana che urla a bocca aperta. Dentro, un po’ bar e un po’ sala di videogiochi, un ciccione biondastro dietro il banco, ragazzotti in jeans stinti; e, in generale, un’aria losca e buia, da bordello. Non so bene cosa chiedere. Poi mi viene in mente: “Nederweed”, ordino. È la canapa indiana coltivata in Olanda, settimo prodotto dell’agricoltura nazionale per volume, rinomata per il suo altissimo contenuto (25%) di tetra-idro-cannabinolo, che è la sostanza stupefacente. “Quanto?”, mi chiede il ciccione. So che posso chiederne anche quindici grammi, ma ne chiedo uno solo. Sguardo di compatimento del ciccione. Pago dieci fiorini (9 mila lire) ed esco con la bustina. La butto nel primo bidone della spazzatura.
Un’ora dopo Hein Schaaij, un settantenne che è stato eroe della Resistenza olandese ed oggi è impegnato nella lotta alle tossicodipendenze (è il vice-direttore del Comitato Nazionale Olandese per la Prevenzione della Droga), mi dice: “È dal ‘76 che in Olanda si possono fare acquisti come questi. Fino a due anni fa, avrebbe potuto chiedere anche trenta grammi di hascisc, del tutto legalmente. Ma non si deve parlare di “legalizzazione”: secondo il nostro governo, si tratta di altro.” E mi regala una relazione del Ministero della Sanità del 1995, che spiega la “filosofia” che ha portato l’Olanda alla libera vendita della canapa. “Se dei giovani adulti desiderano consumare delle droghe leggere (e l’esperienza acquisita è che sono numerosi a sentirne il bisogno)”, vi si legge, “è meglio che lo facciano in un contesto che eviti di metterli in contatto con la sottocultura criminale che tratta le droghe pesanti”.
Vent’anni dopo, ha funzionato questa filosofia? “Il governo inonda i media di notizie positive sui risultati della sua politica. Bisogna leggere tra le righe delle pubblicazioni ufficiali”,
replica Schaaij. Difatti, nel rapporto ‘95 della Sanità olandese, apprendo che “la mortalità per overdose è bassa: 42 morti nel ‘91 contro gli 82 del Belgio, i 1382 dell’Italia, i 479 in Spagna”. E anche: “Nei Paesi Bassi, il numero di persone infette da Aids è proporzionalmente basso”, il numero dei consumatori di hascisc cresce lentamente”...
Il signor Schaaij ride amaro: “Nel 1983, i fumatori abituali di cannabis erano il 4,8% della popolazione; nel 1992, il 6,5%. Poi non sono più state pubblicate statistiche. La cifra ufficiale è di 700 mila fumatori, su una popolazione totale di 15 milioni di olandesi. Ma si crede che i consumatori di cannabis siano un milione almeno.” Però, almeno, fumano “in un contesto che evita il contatto con la sub-cultura criminale che tratta droghe pesanti”? Altra risata amara. Schaaij mi mostra una rivista della polizia, International Journal on Drug Policy, dove il criminologo Dirk Korf dell’Università di Amsterdam ammette che numerosi coffe-eshop hanno dovuto esser chiusi perché vi si vendevano sottobanco droghe pesanti.
I coffee-shops, dove non si va a bere il caffè, sono oggi circa tremila, di cui 800 solo ad Amsterdam. Tenuti, come le case di tolleranza, da gestori privati. Ai quali è consentito detrarre dalla dichiarazione dei redditi le spese affrontate per il loro “mestiere”: compreso l’acquisto del revolver e cani da guardia. Nel’94, di fronte alle proteste per questi privilegi fiscali, la stampa liberal ha sostenuto il principio che “diritto penale e diritto fiscale sono separati”, e che “non spetta al fisco giudicare della moralità delle imprese economiche”. Insomma, l’Olanda ha fatto il possibile per considerare questi signori rispettabili contribuenti, di farli emergere alla legalità. Nonostante ciò, l’Olanda ha il tasso di criminalità più alto d’Europa (in cinque anni, le aggressioni a mano armata sono aumentate del 102%) , e metà dei delitti paiono legati alla droga. Negli ultimi dieci anni il numero dei posti nelle carceri ha dovuto essere aumentato da 5 a 12 mila. Niente di strano: il mercato “legale” delle droghe leggere, che ha come terminali i coffee-shops, smercia 62 mila chili di cannabis all’anno. A dieci fiorini il grammo, spesi da 600 mila fumatori che consumino 2 grammi a settimana, significa un giro d’affari di 500 miliardi di lire: una bella cifra, che molti si contendono. “C’è nei Paesi Bassi un centinaio di organizzazioni criminali, nella maggior parte implicate nelle droghe leggere”, si legge (fra le righe) nel già citato rapporto della Sanità.
L’ha ammesso anche la signora Winnie Sordrager, ministro della Giustizia nel ‘94, così riferendosi ai gestori dei coffee-shops: “All’inizio pensavamo di avere a che fare con degli idealisti (sic). Ma con gli anni, questo commercio ha finito con l’attrarre spacciatori professionali,
il cui solo fine è di guadagnare il più possibile”. Così, si cerca di ricorrere ai ripari. Il già citato rapporto della Sanità propone di “scoraggiare al massimo il consumo, per esempio riducendo il numero di coffee-shops, vietandone l’apertura in prossimità di scuole, fissando limiti di età per gli acquirenti”. Oltre tutto, “la popolazione si lamenta del fatto che i coffee-shops attirano frotte di visitatori dai comportamenti antisociali, molti anche stranieri”, ossia narco-turisti francesi, tedeschi e italiani attratti dai prezzi bassi e dall’alta qualità della “roba” olandese. “Sì, la tolleranza della gente verso i drogati è diminuita con questa semi-legalizzazione”, mi conferma Frans Koopmans, portavoce del centro luterano per la riabilitazione dei tossicodipendenti “De Hoop”, il più importante del Paese: “A Rotterdam c’è stata quasi una rivolta popolare contro questi spacci, e la polizia ha dovuto chiuderne parecchi”.
Resterebbero da conoscere gli effetti sulla salute della gioventù di vent’anni di facile accesso alla canapa. “Metà dei giovani sotto i 24 anni ne fa uso”, sostiene Winnie Brower, “e ogni anno 25 mila di loro accusano problemi legati alla droga: abbandoni scolastici, isolamento e disadattamento sociale, turbe psichiche.” Ma la signora Brower lavora in un centro di disintossicazione, il Jellinek Outpatient Treatment, potrebbe avere una visione distorta. Inutile cercare conferme ufficiali. “Legga tra le righe delle statistiche”, mi dice Schaaij: “In Olanda, l’assenteismo sul lavoro è doppio che in Germania e in Belgio, il nostro più prossimo vicino.” E l’Olanda conta un numero enorme, 800 mila persone, dichiarate “invalide” e inette al lavoro: il 15% sulla popolazione attiva. Le spese per questi invalidi toccano il 6.5% del Prodotto interno lordo, contro il 2,25% del resto dei Paesi europei. “Nessun elemento obbiettivo giustifica questo scarto”, ha scritto l’Ocse nel suo rapporto ‘93. Forse possono spiegarlo le droghe “leggere”?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Alberto1986

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Re:Cannabis medica di Stato: da gennaio in farmacia
« Risposta #6 il: Dicembre 30, 2016, 03:53:46 am »
Premettendo che sono contrario al proibizionismo puramente ideologico e che sono favorevole ad ogni forma di aiuto farmacologico ai malati gravi, suppongo che l'arrivo nelle farmacia della cannabis equivarrà anche a molte forme di abuso da parte medica (ricette facili) nonchè si creeranno i soliti mercati neri farmaceutici paralleli, come succede d'altronde per ogni farmaco particolare che necessita di prescrizione medica (anabolizzanti e stimolanti vari in primis). Ergo, dai mercati neri esistenti se creeranno altri, che offriranno merce più sicura, più pura ma più cara. Quindi, a livello sociale cambierà poco o nulla. Il vantaggio lo avranno, sicuramente, i veri malati che necessitano anche di questi aiuti per affrontare la malattia e su quest'ultimo punto siamo sicuramente d'accordo.
Sul discorso legalizzazione libera della cannabis, il discorso è più complesso di quello che si possa credere e non credo che una sua piena liberalizzazione possa essere effettivamente un bene sociale per vari motivi nè che possa contribuire, effettivamente, a smantellare i traffici illegali. Inoltre, mi pare una porcheria il fatto che da una parte si cerchi in ogni modo di demonizzare il tabacco (vedere l'imbecille legge europea di stampo australiano sui nuovi pacchetti di sigarette che, come le solite pecore, abbiamo provveduto a recepire) e dall'altro di legalizzare e rendere più piacevoli le cosiddette "droghe leggere".

Offline Volpe argentata

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Re:Cannabis medica di Stato: da gennaio in farmacia
« Risposta #7 il: Dicembre 30, 2016, 06:07:21 am »
Favorevole alla cannabis per uso terapeutico, d'altro canto sostanze psicotrope sono da sempre vendute nelle farmacie, si chiamano psicofarmaci...

Offline ilmarmocchio

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Re:Cannabis medica di Stato: da gennaio in farmacia
« Risposta #8 il: Dicembre 30, 2016, 11:11:54 am »
Favorevole alla cannabis per uso terapeutico, d'altro canto sostanze psicotrope sono da sempre vendute nelle farmacie, si chiamano psicofarmaci...
  giusto
Ricordo che le droghe che fanno più morti sono in ordine decrescente : tabacco, alcool , narcotici, anfetamine e simili, cocaina, ecc
Bisogna distinguere l' uso terapeutico, che in certe situazione è positivo, da un abuso generalizzato.
Questo però è un problema che esiste con tutte le droghe, o meglio , con tutte le sostanze psicoattive, compresi gli psicofarmaci.

Citazione
Alberto86 Il vantaggio lo avranno, sicuramente, i veri malati che necessitano anche di questi aiuti per affrontare la malattia e su quest'ultimo punto siamo sicuramente d'accordo.
vero e aggiungo : una liberalizzazione che non coinvolga tutte le nazioni almeno europee, farebbe venire in Italia tutti i cannonieri , cosa successa in Olanda.

Citazione
Volpe Argentata : Favorevole alla cannabis per uso terapeutico, d'altro canto sostanze psicotrope sono da sempre vendute nelle farmacie, si chiamano psicofarmaci...

verissimo


Offline TheDarkSider

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Re:Cannabis medica di Stato: da gennaio in farmacia
« Risposta #9 il: Dicembre 30, 2016, 11:51:47 am »
Sono indifferente alla legalizzazione, nel senso che e' un problema che non mi tocca e non mi interessa piu' di tanto, contrario alla liberalizzazione (cioe' libera produzione e vendita con poche restrizioni), e contrarissimo all'uso personale per me e i miei cari.

Il paragone tra cannabis e psicofarmici e' valido solo in teoria: in pratica, i moderni ansiolitici come le benzodiazepine, ad es, hanno un livello di tossicita' bassissimo ed effetti collaterali molto piu' lievi di una qualunque canna, checche' ne dicano gli estimatori di questa droga.
Ad es., molti siti medici riportano che per andare in overdose da Xanax bisogna ingurgitare centinaia o addirittura migliaia di pillole corrispondenti alla max dose giornaliera, questo perche' e' un farmaco a tossicita' molto bassa, che diventa pericoloso solo se assunto insieme ad altre sostanze psicoattive (ad es, alcool).
Se uno prende solo lo Xanax, e lo paragona alla cannabis, ebbene quest'ultima risulta molto piu' nociva per il corpo e per la mente.

In ultima analisi: ok per la legalizzazione, purche' gli sballoni non mi vengano a raccontare che la loro "roba" e' leggera o fa bene perche' da me avranno solo insulti. :ablow: :ablow:
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Offline CLUBBER

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Re:Cannabis medica di Stato: da gennaio in farmacia
« Risposta #10 il: Dicembre 30, 2016, 13:02:39 pm »
L'utilizzo della marijuana non dona nessun superpotere.
La maggior parte dei consumatori l'utilizza a scopo ricreativo.
Alla fine è come una tazzina di caffè fatta a regola d'arte,un momento da dedicare a se stessi.
Sono del parere che un governo prima di proibire qualcosa debba essere sicuro al 100% che quella proibizione serva veramente a qualcosa.

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Offline ilmarmocchio

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Re:Cannabis medica di Stato: da gennaio in farmacia
« Risposta #11 il: Dicembre 30, 2016, 13:07:15 pm »
Sono indifferente alla legalizzazione, nel senso che e' un problema che non mi tocca e non mi interessa piu' di tanto, contrario alla liberalizzazione (cioe' libera produzione e vendita con poche restrizioni), e contrarissimo all'uso personale per me e i miei cari.

Il paragone tra cannabis e psicofarmici e' valido solo in teoria: in pratica, i moderni ansiolitici come le benzodiazepine, ad es, hanno un livello di tossicita' bassissimo ed effetti collaterali molto piu' lievi di una qualunque canna, checche' ne dicano gli estimatori di questa droga.
Ad es., molti siti medici riportano che per andare in overdose da Xanax bisogna ingurgitare centinaia o addirittura migliaia di pillole corrispondenti alla max dose giornaliera, questo perche' e' un farmaco a tossicita' molto bassa, che diventa pericoloso solo se assunto insieme ad altre sostanze psicoattive (ad es, alcool).
Se uno prende solo lo Xanax, e lo paragona alla cannabis, ebbene quest'ultima risulta molto piu' nociva per il corpo e per la mente.

In ultima analisi: ok per la legalizzazione, purche' gli sballoni non mi vengano a raccontare che la loro "roba" e' leggera o fa bene perche' da me avranno solo insulti. :ablow: :ablow:

lo xanax è una molecola molto tollerabile, ma altri psicofarmaci sono pesanti.
Con ciò, la cannabis non fa bene, al di fuori di un uso terapeutico

Offline Vicus

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Re:Cannabis medica di Stato: da gennaio in farmacia
« Risposta #12 il: Dicembre 30, 2016, 13:21:47 pm »
L'utilizzo della marijuana non dona nessun superpotere.
La maggior parte dei consumatori l'utilizza a scopo ricreativo.
Alla fine è come una tazzina di caffè fatta a regola d'arte,un momento da dedicare a se stessi.
Sono del parere che un governo prima di proibire qualcosa debba essere sicuro al 100% che quella proibizione serva veramente a qualcosa.
Per quanto sembri incredibile, serve a non aumentarne la diffusione.
Per varie ragioni non è possibile eliminare le droghe da una cultura come la nostra - ma si dovrebbe agire nel senso di una limitazione, specialmente col rimpiazzo con altre soddisfazioni (sport, ideali, vita piena e appagante), piuttosto che premere sull'acceleratore della liberalizzazione ignorando le conseguenze sulla collettività.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline CLUBBER

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Re:Cannabis medica di Stato: da gennaio in farmacia
« Risposta #13 il: Dicembre 30, 2016, 13:41:52 pm »
Per quanto sembri incredibile, serve a non aumentarne la diffusione.
Per varie ragioni non è possibile eliminare le droghe da una cultura come la nostra - ma si dovrebbe agire nel senso di una limitazione, specialmente col rimpiazzo con altre soddisfazioni (sport, ideali, vita piena e appagante), piuttosto che premere sull'acceleratore della liberalizzazione ignorando le conseguenze sulla collettività.
Ma se anche si diffondesse non vedo nella marijuana nessuna piaga sociale.
Amo la vita,pratico sport,credo dell'amicizia è ho ideali incorruttibili,se a tutto questo voglio aggiungere un tiramisù o una canna il sabato quale sarebbe il problema?
L'esempio che ho fatto non è a caso...trovo che un tiramisù,una canna o un caffè siano piccoli piaceri della vita( di cui non abusare ovviamente)

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Offline Vicus

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Re:Cannabis medica di Stato: da gennaio in farmacia
« Risposta #14 il: Dicembre 30, 2016, 16:07:36 pm »
http://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=14161.msg164796#msg164796

Nel tuo caso particolare non saprei dire, ma questo dettagliato articolo documenta gli effetti nocivi della liberalizzazione della cannabis sulla collettività:
- testimonianza di un olandese impegnato nella lotta alle tossicodipendenze basata su dati statistici
- rapporto della sanità olandese che ammette la moltiplicazione di organizzazioni criminali legate alla droga "leggera" malgrado la legalizzazione
- conferma dell'ex ministro della sanità olandese malgrado la versione ufficiale
- testimonianza di un'olandese impegnata in un centro di recupero per tossicodipendenti, sugli effetti negativi accertati della cannabis su 25mila persone
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