Infatti Warren Farrell evidenziava semplicemente il fatto che un uomo di casa, al contrario di una donna di casa, ha un potere seduttivo sulle donne prossimo allo zero (se non sottozero).
Il che sta ad evidenziare le profonde differenze esistenti tra i due sessi.
Quando l'uomo è disoccupato o (caso rarissimo) "casalingo" ci sono invariabilmente tensioni nella coppia.
Al contrario, quando è la donna ad occuparsi della casa (cosa ormai rara per questioni economiche) i rapporti sono spesso eccellenti.
Sono convinto che questo faccia parte di equilibri scritti nella natura umana, e che non sia modificabile senza danni con "rieducazioni" femministe che comunque sono inefficaci nel lungo periodo.
Questa opinione suscita ancora forti resistenze tra le donne italiane (ma non tra le irlandesi* o le francesi ad es.) e gli stessi uomini sono spesso condizionati a considerarla
retrograda.
Non si tratterebbe di "proibire" alla donna di lavorare (divieto che non è mai esistito) ma quantomeno di non farla sentire un'idiota se non fa studi spesso inutili o non decide di lavorare in un call center.Invece di disperdere risorse in congedi,** asili nido e assegni familiari, basterebbe aumentare conseguentemente i salari maschili, cosa che risolverebbe in buona parte la QM.* Che comunque lavorano spesso in imprese familiari: aziende agricole, negozi, ristoranti ecc. Queste mansioni però -
qui sta la differenza essenziale - non obbligano le donne a stare quasi tutto il giorno lontano da casa.
** Oggi sostituiti da licenziamenti illegali. Il femminismo non funziona nella realtà e il sistema se ne ricorda bene quando si tratta di profitti. Che ciò spieghi almeno in parte le frequenti nevrosi e infanticidi femminili?