Non hanno uno o più 'nomi' particolari perché non sono movimenti accentrati, semplicemente un insieme di famiglie che condividono gli stessi valori (e sul resto possono avere idee diverse). Questo modello decentrato è molto flessibile e poco addomesticabile dal sistema.
I principi di fondo sono molto semplici:
- Collaborazione e non competizione della coppia (divorzi o tensioni gravi in famiglia virtualmente zero)
- Divisione dei ruoli (non nel senso banale che viene spesso attribuito alla cosa)
- L'uomo (e non il giudice divorzile) è capofamiglia, ma la donna 'vicedirettore', non 'schiava' come pretendono le femministe
- I genitori non si contraddicono, per cui i figli li ascoltano (alienazione parentale zero)
- L'educazione dei figli non è rigida né particolarmente severa, ma coerente e strutturata. E' scientificamente provato che un eccesso di relativismo e indeterminatezza ha un impatto negativo sul funzionamento del cervello e sulle abilità verbali. Si vedano gli studi (laicissimi) di S. Ewen, dello psichiatra P. Cioni e del linguista L. Cerise.
- Non c'è segregazione dal resto della società, ma al tempo stesso c'è senso di comunità, momenti insieme (vacanze), associazionismo,
attivismo sociale (non si piange, si agisce), aiuto reciproco.
Tanto basta per dare un'idea