In rilievo > Padri separati e figli negati - PAS (Sindrome da Alienazione Parentale)
La PAS Non esiste (dicono le femministe)
ilmarmocchio:
Insomma, secondo gli insigni ( si fa per dire) specialisti, la PAS non esisterebbe. Invece la depressione post-partum si. Peccato che il depresso sia lesivo verso se e non verso gli altri. Invece,'ste mamme ammazzano il figli ma non se stesse.
Strano. E sospetto
Jason:
Vabbè che riguarda la spagna e non l'italia, quindi francamente me ne infischio...però lo riporto lo stesso
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/06/02/donne-e-uomini-a-madrid-in-piazza-per-dire-no-alla-sap-e-alla-terapia-della-minaccia
L'appuntamento è fissato per le 19, in tante arrivano in anticipo, è la prima volta che scendono in piazza e per l'occasione la maggior parte indossa una maglietta bianca.
Le persone che si uniscono al gruppo iniziale sono molto eterogenee: dalle adolescenti a donne più anziane, c'è anche una buona rappresentanza maschile.
Quando il numero inizia ad aumentare le organizzatrici dispongono dei lumini in circolo di fronte alla sede del Consiglio della Magistratura e partono gli interventi al megafono. Si alternano riflessioni politiche e di informazione su cosa è il fenomeno di criminalizzazione delle madri e i danni dell'applicazione della Sap a racconti di vicende personali. Molte lanciano un appello a tutte le associazioni di donne ad unirsi alla loro protesta ribadendo che la perdita di diritti che l'applicazione della Sap implica non riguarda solo le donne che in questo momento hanno perso la custodia dei loro figli e sono sotto processo ma tutte quante, perchè questa è solo una delle tante forme con cui il neomaschilismo si manifesta.
L'appello di partecipazione è rivolto anche alle singole persone presenti per coinvolgere amiche, conoscenti e parenti perchè tutte e tutti siamo coinvolti e non dobbiamo delegare la risoluzione di problematiche che affettano nel profondo la vita delle persone. E' ribadito che lo stesso appello è rivolto ancha agli uomini e ai padri, perchè le madri vogliono che i padri si prendano cura dei figli, che li crescano con amore e rispetto e creino relazioni altrettanto piene di affetto e rispetto con le loro compagne, perchè la violenza a cui i figli assistono nelle case si ripercuote su di loro, ne sono altrettanto danneggiati: si chiama violenza assistita. Tutte avrebbero voluto compartire il lavoro di crescita e di cura e non scoprire con amarezza che questo interesse emerge solo nel momento della separazione. (Quanta disgustosa ipocrisia , quanto finto perbenismo. Spero che in Italia non succeda una cosa simile)
Le storie raccontate sono storie di resistenza, toccanti, senza pietismi. Molte donne hanno avuto il coraggio di prendere in mano un megafono, mostrarsi pubblicamente e condividere esperienze che hanno travolto profondamente le loro vite. Tra le tante, ne raccontiamo una sola, perché i moltelici piccoli dettagli che le distinguono, e che chi le racconta tiene sempre tantissimo a sottolineare, nascondono una trama comune che è evidente. Una madre ha deciso di separarsi dal marito violento e di denunciarlo. La figlia ha testimoniato con lucidità le scene di violenza alle quali è stata costretta ad assistere. Una lucidità che -sostiene il padre e con lui il giudice- non può provenire spontaneamente da una bambina tanto piccola. La madre è stata accusata di aver "plagiato" la figlia, di averla convinta di aver visto cose che non sono mai successe. Il padre ha ottenuto la custodia della bambina, purché restasse a Madrid. Lui l'ha portata a vivere con sé all'estero. Il giudice non ha intenzione di prendere provvedimenti al riguardo. La bambina, stupita e disperata ha raccontato alla madre che le hanno detto che le cose che ha raccontato non sono successe davvero, che è stata lei a convincerla ripetendogliele all'infinito. Che i suoi ricordi e le sue paure sono solo una allucinazione.
Domanda la madre, prima di finire il suo racconto: cosa deve fare un uomo perché gli venga tolto l'affidamento? Se commettere violenze, violare disposizioni giudiziali, tentare di uccidere la moglie e in alcuni casi purtroppo con successo, se tutto questo non basta, perché per una donna è sufficiente che venga messa in dubbio la denuncia di queste stesse stesse violenze subite, assieme alla parola dei suoi figli, perché gli vengano allontanati? Chi è il soggetto da difendere, chi è il soggetto che la PAS vuole difendere? Come ci si può difendere da una accusa che non deve dimostrare nulla, ma che invece interpreta ogni tentativo di difesa come una conferma della "programmaticità" della madre? Lasciare alla difesa il compito di provare la non esistenza della accusa è il marchio riconoscibile del sopruso e va molto di moda negli ordinamenti totalitari.
La realtà è che, quando a denunciare è una donna, che sia per violenza domestica, molestie sul luogo di lavoro o stupro, è lei a finire sul banco degli imputati, a dover dimostrare di non esserselo inventato o ancor peggio meritato (come se questo giustificasse la violenza).
La giornata si conclude con l'invito a tornare in piazza ogni ultimo lunedì del mese per continuare a lottare, sempre più numeros* e consapevoli.
Compañer@s un abrazo! la lucha sigue y junt@s lo conseguiremos!
ilmarmocchio:
E invece la PAS esiste
05/03/08,11:00, Editoriali a cura di Massimo Zanin - Psicologo presso poliambulatorio di Pordenone; Antonella Besa - Psicologo presso
poliambulatorio di Pordenone; Mauro Marin - Medico di medicina generale presso l'ASS n. 6 Friuli Occidentale
La sindrome da alienazione genitoriale (I parte)
La sindrome da alienazione genitoriale (Parental Alienation Syndrome - PAS) è una forma di conflitto interno alle
famiglie coinvolte in separazioni e divorzi, in cui il comportamento di uno o più figli diventa ipercritico e denigratore nei
confronti di un genitore, in quanto l'altro (genitore programmante o GP) lo ha così condizionato nel contesto del
conflitto di coppia.
Si stima che negli USA l'alienazione a vari livelli venga praticata dall'80% dei genitori divorziati e che il 20% di questi
ultimi coinvolgono i figli in tali comportamenti almeno una volta al giorno.
Il medico di famiglia, osservatore delle dinamiche familiari e dei loro effetti sulla salute mentale dei singoli componenti
il nucleo familiare, può rilevare per primo i sintomi di questa nuova sindrome e indirizzare i genitori ai servizi
specialistici di mediazione familiare.
Il quadro familiare
Spesso la PAS viene mantenuta dal genitore affidatario al fine di "demolire" il rapporto tra il figlio e l'altro genitore,
attraverso l'uso di tecniche di programmazione che attingono ad un sistema di credenze, quali i valori morali, religiosi,
filosofici, personali e sociali (box 1).
Ma anche il genitore bersaglio (GB) e i figli possono avere un ruolo nella costituzione della PAS.
A volte i tentativi del GP di alienare il figlio dal GB possono essere così pervasivi da determinare nel bambino
comportamenti ambivalenti: quando è presente il GP il bambino dimostra di rifiutare il GB ma quando invece si trova
solo con il GB gli dimostra affetto. Altre volte entrambi i genitori sembrano avere una parte nel processo di
alienazione mentre il figlio è capace di distaccarsi dal conflitto genitoriale mantenendo un rapporto indipendente con
entrambi. Se il figlio ha un contatto regolare con il GB e questi è capace di mantenere un rapporto sano ed
indipendente con il bambino, la PAS spesso non si sviluppa.
Dunque la PAS non è soltanto il frutto del GP ma è una dinamica familiare nella quale tutti i membri della famiglia
giocano un ruolo ed hanno proprie motivazioni con lo scopo di evitare qualsiasi cambiamento.
Il genitore programmante
Nel tipico caso di PAS, il GP ha dei motivi per schierare il bambino contro l'altro genitore, sostiene e sviluppa delle
ideazioni che giustificano il rifiuto del GB; progetta ed impiega le tecniche più appropriate di programmazione del
figlio; ha inoltre, una limitata capacità introspettiva in merito al danno che sta causando, avendo però ben chiare le
motivazioni e gli obiettivi del suo comportamento; per esempio gli obiettivi spesso includono l'eliminazione del GB;
riguardo le motivazioni del GP, queste possono variare da famiglia a famiglia e le più comuni sono:
ottenere l'affidamento totale del figlio
vendetta contro il partner
convinzione di essere il genitore più adatto
allontanamento del figlio dal partner perché ritenuto pericoloso o non idoneo ad un rapporto con lui
paura di perdere l'affetto del figlio
gelosia per la situazione del partner
desiderio di controllo e di potere
timore che il figlio scopra fatti negativi sul conto del GP
salvaguardia del proprio senso di identità
Il genitore bersaglio
Il GB che presenta le seguenti caratteristiche comportamentali facilita l'instaurarsi della PAS:
abbandono del bambino o desiderio di farlo
desiderio di avere un ruolo marginale nella vita del bambino nonostante le apparenti proteste rabbiose contro il GP
sostanziale incapacità di svolgere il ruolo genitoriale o di sostenere la relazione genitore-figlio
presenza di problemi psicologici o emotivi
12/03/08,09:00, Editoriali a cura di Massimo Zanin - Psicologo presso poliambulatorio di Pordenone; Antonella Besa - Psicologo presso
poliambulatorio di Pordenone; Mauro Marin - Medico di medicina generale presso l'ASS n. 6 Friuli Occidentale
La sindrome da alienazione genitoriale (II parte)
Riconoscimento della PAS
Le tematiche dell'alienazione riguardano gli argomenti utilizzati dai genitori per programmare i figli. Nei casi di PAS le
convinzioni su queste tematiche sono spesso irrealistiche e diventano ossessioni. Il GP mette in atto una serie di
strategie per influenzare emotivamente il figlio: colpa, intimidazione o vere e proprie minacce, paura, giocare al ruolo
della vittima, ricercare compassione, dire ai figli "la propria verità" sugli eventi passati, indulgenza e permissività.
Attraverso l'induzione ripetitiva di questi stati d'animo nel bambino il GP ottiene l'alleanza del figlio e continua a
controllarne il comportamento attribuendolo però ad una scelta propria del figlio. Più il figlio sostiene il GP nel rifiutare
il GB, più il GP mette in risalto l'importanza dell'opinione del bambino. Una volta testata la complicità del figlio essa
viene rinforzata e qualsiasi segnale di defezione viene punito.
Gli schemi tipici della PAS si riconoscono attraverso l'analisi delle specifiche forme di conflitto familiare, ad esempio:
Contraddizioni: le dichiarazioni del bambino sono contraddittorie, oppure contraddicono la realtà dei fatti o le
percezioni di individui imparziali.
Il bambino ha informazioni inappropriate e inutili su temi della vita di coppia dei genitori.
Il bambino si uniforma allo stile alienante del GP nell'attacco alla personalità del GB con generalizzazioni negative
contro il GB per le quali non sa dare giustificazioni specifiche.
Il bambino ripete in modo pappagallesco le tematiche del GP, perfino utilizzando le stesse parole.
Il bambino ricerca informazioni sul GB e/o considera le informazioni sul GP come segrete, da non divulgare.
Divisione: Il bambino non può trovare alcun aspetto positivo riguardo al GB o alcun aspetto negativo riguardo al
GP.
Il bambino dimostra un sensazione di limitazione nella facoltà di amare o di essere amato.
Effetti della PAS nei bambini
Gli effetti della PAS sui bambini sono sempre negativi e incidono su:
Organizzazione psicologica ed emozionale del bambino. Il bambino sviluppa l’identità e il concetto di sé attraverso
un processo di identificazione con entrambi i genitori e il rifiuto del genitore odiato diventa un rifiuto interiorizzato
che induce, a distanza di tempo, sintomi di ansia e depressione. Queste conseguenze sono spesso inaspettate
poiché durante il periodo di alienazione il bambino appare invece di norma tranquillo e sicuro.
Concetto di sé poiché il bambino interiorizza la rabbia del GP come parte del concetto di sé e spesso l'associa ad
un senso di colpa per il male fatto al GB.
Queste emozioni col tempo diventano stati d'animo cronici e sono spesso accompagnati da tendenza alla
distorsione della realtà, pessimismo e maggior rischio di depressione.
Funzionamento interpersonale del bambino
Spesso la dipendenza dal GP inibisce lo sviluppo del bambino che può apparire isolato o immaturo e da adulto
persiste in tipi di relazioni adolescenziali, continua ad essere dipendente dal GP e impara ad usare il
comportamento ostile e manipolatorio nelle relazioni interpersonali.
Gli effetti della perdita di un genitore sugli altri aspetti dell'adattamento sono pervasivi. I bambini allevati da un solo
genitore e che hanno perso l'altro hanno minori prestazioni scolastiche; maggiori probabilità di disturbi psicologici;
minore autostima; deficienze cognitive; maggiori problemi nel controllo degli impulsi; problemi di adattamento
scolastico; una maggiore ansia e paura (in modo particolare dell'abbandono); maggiore dipendenza che interferisce
con altri aspetti dello sviluppo e un danno nell'identificazione del ruolo sessuale.
Invece nelle famiglie divorziate in cui entrambi i genitori sono coinvolti attivamente nella vita dei figli si osserva più
spesso che i bambini, mantenendo relazioni continue con entrambi i genitori, hanno maggiori soddisfazioni dalle loro
famiglie, un migliore adattamento complessivo (inclusa una maggiore autostima, una migliore identificazione del ruolo
sessuale, quozienti intellettivi maggiori e prestazioni scolastiche migliori, un migliore adattamento al divorzio e un
miglior adattamento nell'adolescenza), livelli minori di paura ed ansia, specialmente nei confronti dell'abbandono, e
una più elevata qualità di relazione con entrambi i genitori.
Interventi
Il medico di famiglia e l’avvocato probabilmente sono i primi professionisti che vengono a contatto con i casi di PAS.
Non appena si riconosce che il proprio assistito è coinvolto nella PAS si dovrebbe informarlo su questa sindrome. Il
passo successivo sarà quello di identificare i comportamenti alienanti utilizzati dal GP e dal GB e di consigliare
all’assistito di accettare un aiuto psicologico da un esperto nella PAS e in mediazione familiare.
Dopo aver verificato la presenza della PAS lo psicologo ha il compito di capire le motivazioni sottostanti a tutti i
membri della famiglia, i fattori di difesa e la funzione che svolge la PAS nella famiglia, le specifiche tecniche
impiegate e gli schemi coinvolti.
Il processo da seguire dovrebbe aiutare i coniugi a modificare quello che è "l'approccio alla risoluzione dei conflitti". Il
piano di intervento deve essere basato sui fattori che contraddistinguono ogni singolo caso, sebbene in tutte le
situazioni ci siano degli obiettivi comuni:
1. Stabilire i benefici dei contatti tra il bambino e il GB. Se tutti i membri della famiglia contribuissero a riconoscere i
benefici del contatto, incomincerebbero ad adottare una cultura familiare di valorizzazione del contatto piuttosto
che del conflitto.
2. Strutturare il contatto, includendo contratti comportamentali che riguardano il comportamento problematico. Per
esempio telefonate frequenti da parte del GP al bambino potrebbero impedire l'instaurarsi di una esperienza
indipendente con il GB. Contrattare un certo numero di telefonate a certi orari potrebbe ridurre l'ansia.
3. Evitare l'uso dell'affidamento come strumento correttivo. Nella maggior parte dei casi la relazione con il GP è
importante perché ha avuto un ruolo di sostegno primario e la paura di interrompere questo attaccamento
potrebbe condurre alla distruzione del sistema familiare.
Ciò nonostante frequenti contatti con il GB provvedono a controbilanciare le influenze del processo di PAS e
possono fare in modo che il bambino abbia dei rapporti stabili con altre persone (per esempio i nonni), che siano
stimate e significative per il bambino. Se necessario però l'affidamento può essere utile affinché il bambino abbia
delle esperienze correttive.
4. Incoraggiare il GB a consultare degli esperti per capire come rapportarsi al bambino con sensibilità, pazienza e
amorevole insistenza. Al GB potrebbe essere richiesto di dare spiegazioni delicate della situazione al bambino,
senza però denigrare il GP.
5. Ottenere alcuni permessi dal GP affinché il bambino possa frequentare il GB. Se risulta che il GP dà questo
permesso, il bambino può avere il coraggio di progredire; ciò può anche dare delle rassicurazioni al bambino in
quanto esiste qualche probabilità che la relazione tra il bambino e il GB si consolidi.
6. Contare sulla presenza esterna di un professionista che assumendosi un ruolo protettivo nei confronti del
bambino trasmetta un messaggio forte quale: "Il GB non è una persona cattiva" e in tal modo opponendosi
direttamente al messaggio del GP. Questo approccio deve essere coerente con le reali esperienze avute dal
bambino: se il GB si è comportato male la cosa non va ignorata o coperta.
7. Trasmettere alla famiglia il messaggio chiaro che il processo di alienazione è dannoso per il bambino. In alcuni
casi potrebbe essere saggio identificare la PAS come una forma di abuso psicologico.
8. Delineare un quadro preciso dei benefici che avrebbe il bambino nel mantenere un contatto con il GB. Questo
comporta sia dei benefici generali (quelli derivanti dal processo di identificazione; quelli riguardanti il mantenimento
su una base di realtà,delle paure del bambino, in quanto l'assenza di contatti porta quasi sempre ad un
incremento irrazionale del livello di paura così concorrendo ad ingigantire le fantasie a proposito del GB; quelli
riguardanti la prevenzione della perdita di un oggetto d'amore, che spesso porta a un auto risentimento del
bambino e a un senso di colpa sulle cause della perdita) sia dei benefici specifici che sono dati dal GP, dal GB e
dalle sue amicizie, e dai familiari. Provvedere al sostegno emotivo. Il GP potrebbe aver bisogno di sostegno
emotivo affinché il cambiamento abbia luogo, poiché la scomparsa dell'alienazione potrebbe far emergere altri
problemi per il GP.
Conclusioni
Ogni caso di PAS sospetta deve essere valutato in modo attento, esauriente, collaborativo, deve essere sviluppato
un piano e ordinati degli interventi. Ognuna delle figure professionali coinvolte può giocare un ruolo costruttivo in ogni
famiglia purchè gli interventi siano sinergici e concordati.
univadis http://www.univadis.it/medical_and_more/Print?url...
Bibliografia
Gardner, R.A.(1999), Family Therapy of the Moderate Type of parental Alienation Syndrome. The American
Journal of Family Therapy, 27(3):195-212.
Rand, Deirdre C; The spectrum of Parental Alienation Syndrome (part 1), American Journal of Forensic
Psychology, (1997) 15 (3) p 23-52.
Rand, Deirdre C; The spectrum of Parental Alienation Syndrome (part 2), American Journal of Forensic
Psychology, (1997) 15 (4) p39-92.
Riferimenti Internet:
www.parentalalienation.com
www.centrostudi-ancoragenitori.it/
www.papaseparati.it
ilmarmocchio:
Scusate la lunghezza, ma ho postato questi articoli da un sito che richiede la registrazione.
IDV toscana, quel senatore di m. e la dirigente IDV toscana, oltre alle megere spagnole ( W la Svizzera , tie' ) mentono , sapendo di mentire
jorek:
basterebbe sinceramente rigirare la questione a queste signore:e se un padre a cui è stato affidato in esclusiva il figlio(tipo perchè la madre è una tossicodipendente) non facesse altro che dire peste e corna dell mamma in modo che il figlio la mandi a fare in culo per la vita?secondo voi come reagirebbero? :hmm:
Navigazione
[0] Indice dei post
Vai alla versione completa