un pò di chiarezza ( si fa per dire ) sul genderismo :
http://sindacatomedicitaliani.waypress.eu/cgi/ImageCgi.cgi?f=20170206/LL31054.TIF&t=pdfocrParla Aldo Felici, primario i chirurgia plastica al San Camillo di Roma
Nei primi tre anni di vita si struttura l'esigenza di cambiare
sess
o
Più difficile operare le donne, più diffusi gli interventi sugli uomini
li perché questa sensazione non in- é il malessere di identità che risulta
®
«I trans e i transgender non
sono persone malate, non sono di-
sturbate, non hanno nessuna pato-
logia,né fisica né psichica, ma una
condizione esistenziale con la qua-
le nascono e che noi medici chia-
miamo una "disforia di genere".
Nel glossario dell'OMS (Organiz-
zazione Mondiale Sanità) oggi i ge-
neri classificati sono 5: maschile,
femminile, omosessuale maschile,
omosessuale femminile e transgen-
der. Gli ultimi tre sono considerati
dalla medicina "disordini di gene-
re" intendendo come genere l'ap-
partenenza ad un sesso. Anatomi-
camente non ci sono differenze,
queste persone hanno genitali ma-
schili e femminili normali e biologi-
camente perfettamente funzionan-
ti,
sia dal punto di vista fisiologico
che sessuale».
A parlare è il professor Aldo Feli-
ci, per 25anni primario di chirurgia
plastica all'ospedale San Camillo
di Roma, ma noto soprattutto in Ita-
lia ed in Europa come il più famoso
ed il più esperto tra i tre o quattro
chirurghi che nel nostro Paese ope-
rano il cambio di sesso.
Sono venuta ad intervistarlo per
capire meglio le differenze di gene-
re e per conoscere la tecnica opera-
toria della inversione di sesso.
«Intanto il termine GENDER
vuol dire genere, ed indica il gene-
re
maschile o femminile. TRAN-
SGENDER invece è quello che una
voltasi definiva transessuale, ovve-
ro una persona che non si ricono-
sce nel corpo o nel genere che gli è
stato
attribuito
alla
nascita.
I
TRANS sono transessuali che han-
no una forte pulsione verso lo stes-
so sesso, ma non sono omosessua-
teressa solo la sessualità ma tutti gli
sempre il più dominante».
aspetti della personalità. Cioè chi é
Il professor Felici è appena usci-
nata donna,ad un certo punto si ve- to dalla sala operatoria dove ha fini-
de e si sente diversa, con una reale to di operare un paziente del quale
dissociazione tra mente e corpo, e gli chiedo notizie. «Io non ho opera-
queste femmine si sentono davve- to un paziente, perché non c'era
ro uomini per cui sono attratte dal-
nessuna malattia da eliminare, ma
le donne.
sono intervenuto su una persona
Così gli uomini, che si percepi- sana, con un disturbo tra la sua
scono totalmente donne, sono at- identità fisica e psichica. La
tratti dagli uomini e questa pulsio- transessualità ripeto, non è una ma-
ne è talmente violenta che in un re- lattia, tan t'è che molti di loro vengo-
moto passato li induceva anche a no seguiti dallo psicologo, e non
forme di autolesionismo con auto
dallo psichiatra che invece è un me-
mutilazione dei propri genitali ma-
dico che cura le patologie mentali.
schifi.
Qui non c'è nessun morbo da eli-
V S 1 I
I
TRAVESTITI invece non c'en-
trano niente con i transessuali, es-
sendo solo delle persone che prova-
no piacere, anche sessuale, e si ecci-
tano nell'apparire e prendere le
sembianze dell'altro sesso. Un tra-
vestito non vuole cambiare sesso,
in genere richiede interventi solo
estetici, come al naso o alle mam-
melle, ma nulla di più. E tutto que-
sto non ha niente a che vedere con
l'OMOSESSUALITA che invece è
l'attrazione fisica e sessuale verso
le persone dello stesso sesso, ma gli
omosessuali accettano la loro iden-
tità di genere, loro non si farebbero
mai operare i genitali. Sono situa-
zioni completamente diverse, o
meglio condizioni esistenziali di-
verse.
I Trans inoltre, pur non essendo
omosessuali, sono attratti dallo
stesso sesso per il disturbo di identi-
tà che li affligge, perché i maschi
sentendosi donne, sono attratte da-
gli uomini e viceversa, ma l'aspetto
sessuale è solo secondario, poiché
minare».
«Mi chiedi le cause di questo di-
sagio? Nel transessualismo non è
mai stata identificata una causa ve-
ra,ma si sono ipotizzati fattori gene-
tici, fattori ormonali che interven-
gono in epoca gestazionale o nei
primi anni di vita, e fattori ambien-
tali inerenti al contesto in cui que-
ste persone crescono, come la pre-
senza di un padre violento, l'abban-
dono di una madre, o di eventi trau-
matici sulla psiche, ma sono solo
ipotesi, non esiste alcun riscontro
scientifico. Quello che è certo inve-
ce è che la transessualità si struttu-
ra nei primi tre annidi vita, si stabi-
lizza in questo periodo senza dare
sintomi, ma si rende manifesta in
modo evidente solo durante la pu-
bertà, quando iniziala tempesta or-
monale che sviluppai caratteri ses-
suali secondari (peluria, maturazio-
ne dei genitali e delle mammelle,
con la comparsa del menarca nelle
donne) e quando queste persone
prendono coscienza che mentre il
corpo va da una parte, la loro men-
te e la loro psiche vanno dall'altra,
iniziano a sentirsi dissociati».
«In genere nasce un trans ma-
schio-femmina su 20.000 ed un
trans femmina-maschio su 40.000,
quindi in Italia sono poche miglia-
ia.lo nella mia carriera ne ho opera-
ti tra maschie femmine circa un mi-
gliaio, inclusi quelli su cui ho dovu-
to rimettere le mani per complican-
ze di operazioni fatte da altri, ma
anche su complicazioni di miei in-
terventi».
Intervento da maschio a femmi-
na: «Questo tipo di intervento è il
più frequente ed anche il meno
complicato. Consiste in una prima
fase
demolitiva,
nella
quale si
asportano i genitali di origine, cioè
i testicoli con lo scroto ed il pene
con i suoi corpi cavemosi. La secon-
da fase è quella costruttiva dove
per prima cosa si esegue la vagino-
plastica, cioè si costruisce una cavi-
tà tra il retto e la vescica che diven-
ta una neo vagina, e la si riveste al-
l'interno con la cute del fallo prele-
vato, che viene introflessa a dito di
guanto. Poi si costruisce il neoclito-
ride con una porzione del glande,
che naturalmente resta collegato ai
suoi vasi sanguigni e ai suoi nervi,
per conservare la sensibilità eroge-
na che permetterà in seguito di rag-
giungere l'orgasmo, in genere di in-
tensità superiore a quello delle don-
ne. L'uretra verrá recisa (tagliata)
sotto il clitoride, in modo da poter
poi urinare in posizione seduta co-
me le donne.
É importante dire che la prostata
non viene mai eliminata, ma resta
al suo posto, per cui bisogna segui-
re regolarmente i controlli del Psa
poiché con l'età si possono manife-
stare i disturbi tipici senili di que-
st'organo,
dall'ipertrofia al can-
cro».
DADONNAA
«Questo intervento é più compli-
cato del precedente per evidenti ra-
gioni e per questo si programma in
5 o 6 operazioni. Per prima cosa si
esegue la mastectomia bilaterale,
ovvero la asportazione di entram-
be le mammelle, il simbolo ester-
no più visibile e ingombrante della
femminilità. Poi si procede con l'i-
sterectomia totale, cioè la rimozio-
ne completa della vagina, dell'ute-
ro e delle ovaie, organi che non pos-
sono essere utilizzati perla ricostru-
zione.
Per confezionare il fallo si utiliz-
za infatti un lembo di pelle propor-
zionato alla misura dello stesso,
prelevato dal lato interno dell'a-
vambraccio, o dalla parte superio-
re delle cosce, oppure dalla zona
inferiore dell'addome (lembo so-
vrapubico) con un intervento di mi-
cro chirurgia che comprenda insie-
me alla pelle anche il prelievo dei
vasi venosi ed arteriosi e dei nervi
di quel lembo cutaneo, che dopo
essere stato rimosso viene arrotola-
to,con tutto lo spessore del suo
grasso sottocutaneo, a forma di sal-
sicciotto, il più possibile simile al
pene naturale, anche se la sua sen-
sibilità conservata sarà soltanto tat-
tile, come quella della pelle, e mai
erogena. Per forgiare i testicoli si uti-
lizzano le piccole e grandi labbra
vuoi dire genere
e indica il genere maschile
o femminile
vuoi dire
transessuale,
owero non
riconoscersi
nel corpo o nei genere attribuito
alla nascita
Nasce
1 trans
rra schia-fem m sna
su
MODO
1 trans
ferninAr€a-Maschïo,
su 40.000
In Italia si eseguono
non più
di 40-5 interventi
all'anno
c
è più complicato
di quello da mascl in a femmina
ci vot]liono
in
media
P&G/L
dell'apparato genitale femminile,
con un risultato più che soddisfa-
cente per il colore della pelle, per la
sua elasticità e per la sua peluria. Il
problema più complesso é costrui-
re l'uretra che deve percorrere la
lunghezza del neo-pene per per-
mettere la minzione in piedi (mol-
to richiesta dagli operati perché
simbolo indiscusso di mascolinità)
e ricavata da altrettanta cute arroto-
lata a forma di tubicino e posiziona-
ta nel suo decorso dalla vescica al
glande. Questo é l'intervento che
genera le più frequenti complican-
ze, come fistole uretrali o stenosi
(restringimenti) per cui molti pa-
zienti vi rinunciano e decidono di
mantenere l'uretra nella posizione
originale femminile e quindi di uri-
nare seduti.
«Per ottenere l'erezione del neo-
pene si può scegliere tra una prote-
si idraulica o una meccanica. Perla
prima si posiziona nell'addome o
in un solo scroto un piccolo serba-
toio a forma di palloncino, collega-
to con un tubicino alla protesi falli-
ca di silicone (ma vuota dentro),
che viene invece inserita all'inter-
no del neo-pene. Successivamente
si riempie il serbatoio con un liqui-
do gelatinoso permanente che,
con un comando manuale, si tra-
sferisce nel fallo di silicone alloggia-
to nel pene,facendolo così erigere.
É il nuovo uomo stesso che aziona
una pompetta di plastica inserita
nell'altro testicolo, che viene striz-
zato con la mano più volte, per per-
mettere al liquido del serbatoio di
trasferirsi nella protesi del pene ed
avere quindi l'erezione. Quando il
trans vuole riportare il pene alla
condizione di riposo, preme e striz-
za nuovamente la pompetta dal la-
to opposto, in modo da far defluire
indietro il liquido nel suo serbato-
io.
Esternamente non si vede nulla,
perché tutto il dispositivo idraulico
é inserito all'interno al corpo e ai
nuovi organi genitali, quindi esteti-
camente tale protesi non é visibile.
La protesi meccanica invece è
praticamente un fallo tutto in silico-
ne, sostanza presente anche al suo
interno, che la rende semi rigida,
ed ha la forma per essere inserita
nel neo pene
,
al quale regala un to-
no "barzotto
"
permanente
,
ovvero
un turgore leggermente minore di
quello della erezione naturale, ma
valido a sufficienza per i rapporti
sessuali, e soprattutto tale protesi è
pieghevole
,
per cui il pene può in
seguito essere piegato e ricollocato
in basso, in alto o di lato quando si
è vestiti, anche se attraverso i tessu-
ti
attillati si può intuirne il volume.
Il vantaggio di tale protesi, che è la
stessa usata negli interventi per la
cura dell'impotenza
maschile, è
che raramente provoca complican-
ze ed é la meno costosa. Lo svantag-
gio é che non può essere affiancata
nel suo decorso nel pene dall'ure-
tra, il cui orifizio resta quello femmi-
nile di origine
,
sotto il clitoride, ed i
soggetti operati dovranno necessa-
riamente urinare da seduti.
Per quanto riguarda l'orgasmo,
poiché i tessuti cutanei trapiantati
non hanno sensibilità erogena, il
nuovo fallo viene posizionato chi-
rurgicamente sopra il clitoride fem-
minile di origine
,
che non viene
escisso,
ma conservato in modo
che assicuri anche la sua sensibili-
tà, e con il movimento del pene du-
rante i rapporti sessuali verrà di ri-
flesso stimolato ad avere l'orga-
smo, che però sarà sempre di tipo
femminile e non sempre si riesce a
raggiungere.
Il risultato finale perla trasforma-
zione da donna ad uomo prevede
quindi una media di 5/6 interventi,
che sono la mastectomia
,
isterecto-
mia, falloplastica
,
scrotoplastica, re-
golazione dell'uretra ed inserimen-
to della protesi
,
salvo complicazio-
ni.
CHI NON S1
OPERA
Sono molti però i transgender
che non si operano affatto
,
che non
effettuano il cambiamento del ses-
so biologico
,
poiché sanno bene
che tali trasformazioni non sono re-
ali
ma solo esteriori, che possono
cambiare cioè gli attributi ma non
il
patrimonio genetico che resta lo
stesso,
maschile nei nati uomini e
femminile nelle nate donne
.
Cioè il
Dna di origine resta identico.
Il percorso di trasformazione pre-
vede poi una terapia ormonale a
base di estrogeni e progesterone
che modifichi i caratteri
sessuali di
genere originali
(
la voce
,
la pelle, i
peli, distribuzione del grasso ecc) e
che non va mai sospesa
,
oltre ad
un supporto psicologico prima e
dopo la trasformazione».
«Va precisato che io non posso
assolutamente operare un tale sog-
getto senza l'autorizzazione e la
sentenza del tribunale di riferimen-
to,che valuterà psicologicamente
la possibilità del cambio di sesso,
con un training che può durare an-
che due anni, e non posso interve-
nire senza l'autorizzazione legale
del tribunale, poiché queste opera-
zioni sono considerate una lesione
gravissima in quanto precludono
definitivamente la capacità ripro-
duttiva del cittadino».
«In Italia si eseguono non più di
40/50 interventi all'anno, data la
scarsità degli operatori specialisti,
ed attualmente le mete più gettona-
te sono la Thailandia
,
l'Inghilterra
e la Spagna. Il pioniere di questi tipi
di interventi é stato il Professor Bu-
reau, un urologo francese che ope-
rava a Casablanca negli anni '50,
quando non veniva offerta nessu-
na valutazione psicologica
,
e quan-
do le tecniche operatorie erano
molto meno sofisticate di oggi».
«Mi preme sottolineare che i
transgender comunque non sono
assolutamente uno "scherzo della
natura" come molti pensano, per-
ché la natura non scherza
!
Mai! Lo-
ro nascono così ed hanno tutto il
diritto di farsi riconoscere per quel-
lo che sono, tanto che ultimamen-
te il Tribunale li autorizza al cam-
bio dei dati anagrafici anche senza
il cambio chirurgico del sesso,per il
loro diritto di riconoscere la pro-
pria identità sessuale».
Il professor
Aldo Felici
oggi è pri-
mario emerito del San Camillo di
Roma, opera nella Clinica Villa Pia
della Capitale
.
Nel'92 ha fondato il
Saifip, il servizio di assistenza al di-
sturbo dell'identità fisica e psichi-
ca. Dopo la mia intervista è rientra-
to in sala operatoria per eseguire
una rinoplastica su un paziente, an-
zi su una persona
,
di genere omo-
sessuale».
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