Autore Topic: Rapporti uomo-donna in Russia  (Letto 15468 volte)

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Offline ilmarmocchio

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Rapporti uomo-donna in Russia
« il: Febbraio 12, 2017, 18:28:39 pm »
Topesio • 3 giorni fa

Poi dicono che la Russia non è un paese libero: io che vivo a San Pietroburgo ho visto cose che voi italiani non potreste mai immaginarvi:
1) Non solo donne manager, ma anche donne che di lavoro facevano turni di notte di 12 ore e ogni ora camminavano per 30 minuti a -30 °C per prendere i campioni di olio combustibioe dai serbatoi.
2) Divorzî conclusi in un mese in cui la casa comune veniva lasciata da ambedue i coniugi, venduta e il ricavato diviso equamente.
3) Presunzione che il figlio nato all'interno del matrimonio sia del marito, ma impossibilità di costringere un uomo al riconoscimento della paternità.


questo è un post su AVFM http://disq.us/p/1g0s25p


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« Ultima modifica: Febbraio 16, 2017, 03:31:38 am da -Alberto86- »

Offline Sardus_Pater

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Re:Rapporti uomo-donna in Russia
« Risposta #1 il: Febbraio 15, 2017, 14:18:21 pm »
@l Marmocchio: davvero un altro mondo.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Vicus

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Re:Rapporti uomo-donna in Russia
« Risposta #2 il: Febbraio 15, 2017, 14:51:54 pm »
Che gente ho visto in Russia: modesta, cortese (ti trattano come uno della famiglia anche se ti vedono per la prima volta), consapevole, le donne hanno una mentalità d'altri tempi e niente sciocchezze occidentali nella testa, gli uomini hanno gli attributi e si comportano da uomini. In Russia sono stato come un cetriolo* (Cassiodoro sa cosa voglio dire). O Cassiodoro, perché non sei rimasto là?

* Espressione russa che vuol dire: sono stato benissimo.
« Ultima modifica: Febbraio 15, 2017, 23:41:03 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline ilmarmocchio

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Re:Rapporti uomo-donna in Russia
« Risposta #3 il: Febbraio 15, 2017, 22:46:17 pm »
@l Marmocchio: davvero un altro mondo.

si ed è dura digerire la nostra attuale situazione

Online Frank

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Re:Rapporti uomo-donna in Russia
« Risposta #4 il: Febbraio 16, 2017, 00:24:08 am »
Sì, ma è altrettanto vero che in Russia ci sono altri problemi.
Ad esempio, in quei luoghi la vita media degli uomini è intorno ai 64 anni (12-13 meno delle donne russe).

Offline ReYkY

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Re:Rapporti uomo-donna in Russia
« Risposta #5 il: Febbraio 16, 2017, 01:05:19 am »
Ho avuto un'idea (vado un momento Off topic, nel caso aprirò un altro thread). E se organizzassimo delle cene benefiche dove il ricavato viene destinato ai padri separati?

Alberto1986

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Re:Rapporti uomo-donna in Russia
« Risposta #6 il: Febbraio 16, 2017, 03:53:58 am »
Sì, ma è altrettanto vero che in Russia ci sono altri problemi.
Ad esempio, in quei luoghi la vita media degli uomini è intorno ai 64 anni (12-13 meno delle donne russe).

Sicuramente ogni paese ed ogni società ha i suoi problemi. Però sai che penso personalmente Frank? Che per come sono fatto io (perchè io, quando ripenso alla mia infanzia, mi rendo conto di essere nato con le idee chiare su certi argomenti), avrei preferito crescere e vivere in un paese socialmente normale, con rapporti uomo-donna naturali, senza deviazioni del pensiero, senza che la scuola, i media e la società mi raccontassero continuamente puttanate femministe, mi dicessero quanto sono brave le femmine e quanto sono cattivi e stupidi gli uomini, nonostante le realtà sia esattamente l'opposto e nonostante debbano tutti ringraziare il genere maschile per l'evoluzione tecnologica ed il benessere sociale a cui siamo arrivati. Chissà forse avrei vissuto sino a 60 anni, ma almeno li avrei vissuti senza essere ogni giorno incazzato a morte con l'intera società ed essere sempre con il morale a terra nel vedere un intero popolo lobotomizzato programmato per l'autodistruzione.
Ovviamente la Russia di oggi non è certamente la Russia dell'Unione Sovietica di una volta e quindi, io (come te) non mi sarei comunque trovato. Però se penso ai bambini delle generazioni odierne, sono assolutamente sicuro che i ragazzi russi cresceranno assai meglio dei ragazzi occidentali, sotto tutti i punti di vista e che i futuri adulti avranno molti meno problemi nel rapporto tra i due sessi. E tutto ciò, ovviamente, si ripercuoterà sulla stabilità e sulla coesione sociale (natalità compresa).

Offline ilmarmocchio

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Re:Rapporti uomo-donna in Russia
« Risposta #7 il: Febbraio 16, 2017, 09:14:44 am »
Sì, ma è altrettanto vero che in Russia ci sono altri problemi.
Ad esempio, in quei luoghi la vita media degli uomini è intorno ai 64 anni (12-13 meno delle donne russe).

Questo è vero.
Purtroppo l'abuso di alcool è frequente come quello del fumo e i risultati si vedono.
Inoltre i russi hanno sempre dato minor valore alla vita umana : l'esempio della 2 guerra mondiale è chiaro.
Mentre i tedeschi e gli americani risparmiavano al massimo i loro soldati, i sovietici giocarono proprio la carta delle enormi risorse umane loro disponibili.
Ogni società ha i suoi pro e contro e di certo in tanti campi i russi hanno poco da insegnare , basti vedere che con tutte le risorse che hanno, basta uscire dalle città per vedere dei quadretti non certo desiderabili.
Però nei rapporti uomo donna hanno una situazione che è nettamente migliore della nostra .
Il tutto , si badi bene, senza subordinare la donna.
Anzi, da loro la donna è stata spinta fuori di casa.
Ma alla pari.
Perchè noi dobbiamo chiarire un equivoco che ogni volta si ripresenta tale e e quale , sfruttato dai nostri avversari , anzi spesso da loro evocato :
la q.m. non pretende la sottomissione femminile, bensì il rispetto della identità maschile.
In Russia la donna è donna e l' uomo è uomo, ognuno con le sue peculiarità.
In occidente , il femminismo e il genderismo pretendono l'asservimento maschile scambiando patologia con normalità, uguaglianza con privilegi.
Il tutto a favore di un modello di società utile alla finanza internazionale che ne è infatti il grande sponsor, ma con la fattiva e interessata partecipazione dei sedicenti oppressi.
In Russia il gioco è aperto, come deve essere :
vuoi la bicicletta ? Pedala

Offline Vicus

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Re:Rapporti uomo-donna in Russia
« Risposta #8 il: Febbraio 16, 2017, 11:14:22 am »
La sottomissione, ovvero la donna oppressa nei secoli, appartiene alla narrativa femminista che la QM dovrebbe respingere.
I rapporti uomo-donna erano basati su equilibri millenari con varie sfumature ma presenti in tutte le culture, dall'Europa all'Asia. Il comunismo ha sterminato (guerre a parte) decine di milioni di cittadini ed è durato solo pochi decenni. Se ha davvero inventato la cd. parità, di sicuro non ha funzionato.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:Rapporti uomo-donna in Russia
« Risposta #9 il: Febbraio 16, 2017, 18:34:49 pm »
Ovviamente la Russia di oggi non è certamente la Russia dell'Unione Sovietica di una volta e quindi, io (come te) non mi sarei comunque trovato. Però se penso ai bambini delle generazioni odierne, sono assolutamente sicuro che i ragazzi russi cresceranno assai meglio dei ragazzi occidentali, sotto tutti i punti di vista e che i futuri adulti avranno molti meno problemi nel rapporto tra i due sessi. E tutto ciò, ovviamente, si ripercuoterà sulla stabilità e sulla coesione sociale (natalità compresa).

Sì, questo lo penso anch'io.

Offline ilmarmocchio

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Re:Rapporti uomo-donna in Russia
« Risposta #10 il: Febbraio 16, 2017, 19:09:22 pm »
La sottomissione, ovvero la donna oppressa nei secoli, appartiene alla narrativa femminista che la QM dovrebbe respingere.
I rapporti uomo-donna erano basati su equilibri millenari con varie sfumature ma presenti in tutte le culture, dall'Europa all'Asia. Il comunismo ha sterminato (guerre a parte) decine di milioni di cittadini ed è durato solo pochi decenni. Se ha davvero inventato la cd. parità, di sicuro non ha funzionato.

Certo che la sottomissione della donna non è mai esistita, appunto per questo va rimarcato.
Il comunismo, con tutti i suoi errori, come del resto tutte le ideologie, ha ottenuto sicuramente migliori risultati nei rapporti uomo-donna di quanto abbiamo ottenuto noi in occidente, tant'è che noi abbiamo il femminismo, non loro

Offline Vicus

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Re:Rapporti uomo-donna in Russia
« Risposta #11 il: Febbraio 16, 2017, 19:25:30 pm »
Ma non è durato. Molte dittature hanno ottenuto risultati notevoli anche nell'industria e nell'economia ma ciò non le ha rese praticabili.
La parità si è ottenuta mettendo a uomini e donne la stessa tuta e sbattendoli in fabbrica, riducendoli con l'abbrutimento e la repressione a semplici unità produttive, senza arte, senza civiltà e senza radici. Un modello poco desiderabile.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Rapporti uomo-donna in Russia
« Risposta #12 il: Febbraio 16, 2017, 19:50:38 pm »
Ma non è durato. Molte dittature hanno ottenuto risultati notevoli anche nell'industria e nell'economia ma ciò non le ha rese praticabili.
La parità si è ottenuta mettendo a uomini e donne la stessa tuta e sbattendoli in fabbrica, riducendoli con l'abbrutimento e la repressione a semplici unità produttive, senza arte, senza civiltà e senza radici. Un modello poco desiderabile.

Già...
In merito riporto un paio di vecchi articoli riguardanti la realtà della Romania ai tempi del comunismo.

Citazione
    ROMANIA
    Proibito piangere
    di Rossella Simone

    Grazie a Elena Ceausescu, moglie del conducator Nicolae, in Romania soffia un
    ponentino a favore dell'emancipazione della donna. Donne ai vertici delle industrie,
    capo-fabbrica, docenti all'Università, in carriera politica. In effetti Elena Ceausescu,
    69 anni, laureata in chimica nel 1976, quando era già first lady, si fregia di ben 26
    titoli accademici acquisiti a tempo record.
    Nella vita lavorativa la donna rumena è equiparata in tutto all'uomo. L'orario di lavoro
    è di quarantasei ore e gli operai e operaie sono portate sui posti di lavoro in fabbrica
    o nei campi con un camioncino malandato che li va a riprendere anche dopo quattro o
    cinque giorni. I giorni di festa e le domeniche sul calendario non sono segnati in rosso.
    Alla sera, quando è possibile, marito e moglie si ritrovano nella penombra - è consentita
    solo una lampadina da 45 watt per casa - e preparano insieme la cena. Cavoli e pomodori.
    Non c'è gas per bollire un uovo e poi nelle città un uovo non lo si trova nemmeno.
    I termosifoni non raggiungono i dieci gradi e l'energia viene erogata casualmente per poche
    ore al giorno. In una notte di meno dieci gradi nell'inverno del 1985, la professoressa di
    statistica Gabriela Cressi e suo marito Grigore Hagiu, popolare poeta, si sono addormentati
    vicino al fuoco. Durante il sonno il gas è mancato e poi ha ripreso a uscire. Non si sono più
    svegliati. Molti sono i divorzi causati dai disagi del vivere quotidiano e poi non si riesce a
    mettere qualcosa sotto i denti nemmeno con due stipendi. I più fortunati hanno i genitori
    oppure i suoceri che verso le tre di notte, escono di casa con la loro inseparabile bisaccia,
    per trovare qualcosa da mangiare.
    La politica economica di Ceausescu ha infatti ridotto il paese alla fame. Tutta la produzione
    economica della Romania, che è una immensa distesa di campi coltivati e di pascoli, sparisce
    per l'esportazione o per le tavole della nomenklatura - più di centoventi sono i parenti della
    famiglia del conducator nei posti di potere - oppure viene venduta a prezzi esorbitanti
    al mercato nero. Le donne più anziane con  i bambini più piccoli rimangono in coda per ore,
    pazienti, lavorando all'uncinetto. Le più giovani con discrezione si avvicinano ai turisti per
    pagare con i loro leva, la moneta rumena, caffè, scatolette di carne, qualcosa da mangiare
    per i loro figli. In silenzio perché parlare con uno straniero è vietato e la securitate, la
    polizia politica di stato, sorveglia su tutto.
    Ma, Se è proibito piangere, come dice il titolo di un libro della rumena Maria Mailat da due
    anni esule in Francia, le donne non perdono la speranza e la voglia di lottare.
    Molte tentano di scappare verso il campo di Debrecen in Ungheria attraverso interminabili
    paludi, altre verso la Iugoslavia a nuoto sul Danubio.
    Molte ce la fanno, altre come Vasilica Bruta e Emilia Popescu vengono catturate dalle guardie
    di frontiera, picchiate e spedite per almeno un anno e mezzo nella prigione di Oradea.
    Nel campo di Padinska Skela, vicino a Belgrado, è arrivato in agosto un rumeno disperato.
    La moglie era stata uccisa di notte mentre a nuoto cercavano di raggiungere la riva iugoslava
    di Kladovo. La Militia spara a tutto quello che si muove. Molte donne invece combattono
    in patria per i loro diritti ma Ceausescu non ama le critiche. La moglie di Dimitru Mircescu che
    insieme al marito chiedeva il rispetto dei diritti dell'uomo, è morta lanciata da una finestra di
    casa sua dalla polizia, nell'ottobre del 1986. Dimitru è internato da due anni in un ospedale psichiatrico e di lui non si sa più nulla.
    Doina Cornea, insegnante di francese all'Università di Cluj, è diventata nel 1982 la figura
    emblematica dell'opposizione al regime. Nell'agosto 1988 ha indirizzato una lettera aperta,
    firmata da altre 28 persone tra cui nove donne, a Ceausescu, per protestare contro la
    "sistematizzazione territoriale" varata all'inizio dell'anno.
    Tale piano prevede la distruzione di più di metà dei 13mila villaggi rumeni e il trasporto
    forzato dei loro abitanti in 558 "centri agroindustriali", casermoni fatiscenti di cemento,
    addossati alle città, con la cucina in comune e il cesso in cortile.
    Tutto questo sradicamento per recuperare il tre per cento di terreno agricolo, per alzare
    l'indice di urbanizzazione e soprattutto per assimilare le minoranze magiare, tedesche, slave
    e zingare "all'uomo nuovo rumeno con una unica nazionalità".
    Da allora Dorina Cornea ha perso il lavoro, è agli arresti domiciliari, il suo telefono è isolato,
    la corrispondenza intercettata, non può ricevere visite. Sotto la sua casa stazionano agenti
    della securitate. Ma, con ostentato orgoglio la rivista ufficiale Femeia - la donna -
    continua a mostrare donne e bambini che appaudono Ceausescu, "artefice della grandiosa
    epoca in cui viviamo".




Citazione
    ABORTO
    ASSOLUTAMENTE VIETATO

    Nel 1966 Ceausescu ha lanciato una campagna per l'aumento demografico secondo
    cui ogni famiglia deve avere almeno cinque figli. Per questo in quell'anno sono stati
    vietati tutti i contraccettivi. La prima domanda alla frontiera infatti è:"armi, munizioni,
    preservativi?". E' stata introdotta nelle scuole e nelle fabbriche una visita ginecologica
    obbligatoria e senza preavviso per tutte le donne dai 14 anni in avanti, alla presenza
    del dottore e del maestro dello sport. L'aborto assolutamente vietato. La pena per il
    medico che lo praticava era 10 anni di prigione. E così dalle 273.687 nascite del 1966
    si è passati alle 527.764 del 1967. Quasi il doppio, un grande successo del regime.
    Le statistiche però nascondevano il tasso di mortalità infantile in quegli anni.
    83 morti per stenti e malnutrizione su mille nati, come in Cambogia.
    Nel 1984 il regime ha rafforzato le pene per i medici che aiutano le donne ad abortire.
    25 anni di prigione e, se recidivi, anche la pena di morte.
    E se una donna arriva all'ospedale a causa di un aborto spontaneo, il medico non può
    intervenire se non in presenza di un funzionario statale che autorizzi il suo operato.
    Di sovente però questo ritarda ad arrivare e la donna muore senza nessuna assistenza.
    Ciò nonostante le donne continuano ad abortire. Le statistiche non ufficiali raccontano che
    ogni anno ci sono 1311 interruzioni di gravidanze note per mille nati vivi.

Offline Cassiodoro

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Re:Rapporti uomo-donna in Russia
« Risposta #13 il: Febbraio 17, 2017, 08:41:54 am »
..Cassiodoro, perché non sei rimasto là?
La mia esperienza in Russia non può che confermare quasi tutto di ciò che avete già scritto...
Purtroppo questa esperienza è terminata. Il lavoro mi ha portato in Cina....

La prima volta che sono stato in Russia, sotto il regime sovietico, ho visto le donne sui soppalchi a tirare su i muri di mattoni a -20°....

Le donne sono (quasi) tutte per la divisione dei ruoli, l'uomo deve guadagnare i soldi, basta che fa star bene la famiglia....

Anche lì ci sono (rarissime) femministe misandriche che ce l'hanno a morte con gli uomini.... ne ho conosciuta qualcuna......
"Sì, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante" - "Ah sì? E cosa ha capito?" - "Che vola solo chi osa farlo"

Offline ilmarmocchio

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Re:Rapporti uomo-donna in Russia
« Risposta #14 il: Febbraio 17, 2017, 09:43:50 am »
Ma non è durato. Molte dittature hanno ottenuto risultati notevoli anche nell'industria e nell'economia ma ciò non le ha rese praticabili.
La parità si è ottenuta mettendo a uomini e donne la stessa tuta e sbattendoli in fabbrica, riducendoli con l'abbrutimento e la repressione a semplici unità produttive, senza arte, senza civiltà e senza radici. Un modello poco desiderabile.

Neanche a me piace il comunismo, ma un merito lo ha e indiscutibile :
ha dimostrato che la vera uguaglianza tra uomo e donna non è possibile e, per le donne, non è desiderabile.
Infatti, da loro non c'è femminismo.
Il nostro modello invece il femminismo lo realizza in tutti i modi.