Autore Topic: Ma il federalismo europeo?  (Letto 3585 volte)

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Offline Vicus

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Re:Ma il federalismo europeo?
« Risposta #15 il: Marzo 02, 2017, 01:50:43 am »
Il lettore di larghe vedute apprezzerà questo passo di P. Virion, che parla di un progetto di federalismo europeo molto ben delineato in certe consorterie già nel 1922:

Sul piano internazionale il Federalismo - nell'ordine economico un socialismo tecnocratico che funga da comune denominatore tra comunismo e capitalismo scientifico coniugati 1 - eviterà la rivoluzione per le strade; la rivoluzione negli spiriti, ben più importante, si compirà invece attraverso la riduzione di tutti valori ad un altro comune denominatore: il nuovo umanesimo, o meglio, l'umanesimo integrale [qui Leonardo da Vinci ci sta proprio bene]. Ma la realizzazione pratica di un sistema presuppone anzitutto l'integrazione degli elementi sociali e culturali debitamente mescolati e la disintegrazione dei quadri tradizionali. È l'applicazione del vecchio adagio rosacruciano: "Solve et coagula" cioè: "dissolvi e riunisci in una nuova sintesi".

1 Altro che "benessere mai visto prima ed azzeramento della disoccupazione":

« Ultima modifica: Marzo 02, 2017, 05:17:17 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Masterpezzo

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Re:Ma il federalismo europeo?
« Risposta #16 il: Marzo 02, 2017, 05:32:00 am »
Il lettore di larghe vedute apprezzerà questo passo di P. Virion, che parla di un progetto di federalismo europeo molto ben delineato in certe consorterie già nel 1922:

Sul piano internazionale il Federalismo - nell'ordine economico un socialismo tecnocratico che funga da comune denominatore tra comunismo e capitalismo scientifico coniugati 1 - eviterà la rivoluzione per le strade; la rivoluzione negli spiriti, ben più importante, si compirà invece attraverso la riduzione di tutti valori ad un altro comune denominatore: il nuovo umanesimo, o meglio, l'umanesimo integrale [qui Leonardo da Vinci ci si sta proprio bene]. Ma la realizzazione pratica di un sistema presuppone anzitutto l'integrazione degli elementi sociali e culturali debitamente mescolati e la disintegrazione dei quadri tradizionali. È l'applicazione del vecchio adagio rosacruciano: "Solve et coagula" cioè: "dissolvi e riunisci in una nuova sintesi".

1 Altro che "benessere mai visto prima ed azzeramento della disoccupazione":


Quello che scrivi non c'entra un beneamato ***** ed è vano e vuoto sensazionalismo, prodotto contro gli interessi di coloro ai quali la sensazione viene prodotta. Fai passare ogni federalismo europeo per quella schifezza... Ma un federalismo europeo può diventare senza problemi una strategia per contrastare tutto quel che minacci.

Le obiezioni serie sono quelle di ilmarmocchio:

 
Citazione
Chi in Europa vuole davvero una federazione ?
ben pochi
Ossia, la mancanza di consenso popolare.

e quella di Frank:

Citazione
tra il dire e il fare ci passa di mezzo il mare.

Solo che ogni fare, se è ragionevole, passa per la consapevolezza di ciò che è conveniente fare e di quali sono le giuste tappe per farlo.

La mia tesi, sin dall'inizio del topic, è che la mancanza di consenso derivi da una mancanza di consapevolezza, dovuta al fatto che proprio i nazionalismi europei, cioè i partiti di coloro che dovrebbero essere interessati alla forza delle rispettive nazioni, su questo punto non hanno avuto una visione strategica netta, inserendo così l'anti-euro nelle loro campagne e perseverando nell'errore di considerare una Federazione Europea come una manovra meramente pro-euro, tale cioè da favorire quelle stesse dinamiche di degrado alle quali assistiamo. Ed è un errore: sarebbe la manovra che permetterebbe di annullarle. C'è chi gioca sul "pro-euro": siccome il federalismo europeo manterrebbe l'euro, allora manterrebbe anche il ricatto finanziario sotto il quale stiamo oggi. Falsissimo: non è così ed ho già spiegato il motivo per cui non è così.





« Ultima modifica: Marzo 02, 2017, 05:43:17 am da Masterpezzo »

Offline Vicus

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Re:Ma il federalismo europeo?
« Risposta #17 il: Marzo 02, 2017, 06:06:24 am »
Quello che scrivi non c'entra un beneamato *****
Scrivi meglio di Virion, che è un classico da decenni. Ti auguro altrettanto successo. :) Nell'attesa, puoi citare qualche fonte a sostegno delle tue idee (che non sia Jean Monnet o Mario Monti, che d'altronde non ha pubblicato nulla)?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Masterpezzo

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Re:Ma il federalismo europeo?
« Risposta #18 il: Marzo 02, 2017, 07:14:11 am »
Scrivi meglio di Virion, che è un classico da decenni. Ti auguro altrettanto successo. :) Nell'attesa, puoi citare qualche fonte a sostegno delle tue idee (che non sia Jean Monnet o Mario Monti, che d'altronde non ha pubblicato nulla)?

Se avessi scritto "non c'entra nulla", avresti risposto lo stesso chiedendomi le fonti?

Keynes (https://it.wikipedia.org/wiki/John_Maynard_Keynes) è un'ipotetica fonte, ma si inserisce in un dibattito, quello del pensiero economico, che spesso confonde le acque. Vera fonte di Keynes fu Roosevelt (https://it.wikipedia.org/wiki/Franklin_Delano_Roosevelt , https://it.wikipedia.org/wiki/New_Deal) e la sua teoria economica non è altro che la riformulazione teorica delle politiche di Roosevelt. Non aggiunge niente di originale all'analisi del capitalismo condotta da Marx, se non il fatto che Marx, nella sua analisi, non prevedeva l'intervento della classe politica nel mercato. In sostanza Keynes ripropone l'analisi di Marx, ma suggerendo che di fronte alle leggi immutabili del mercato, gli interventi dello Stato possono e devono favorire l'uscita dalle fasi di crisi del ciclo economico.
Le posizioni di critica alla teoria Keynesiana sono caratterizzate o da derive totalitarie (https://it.wikipedia.org/wiki/Milton_Friedman), oppure da teorie anarco-libertar-progressiste (https://it.wikipedia.org/wiki/Friedrich_von_Hayek, https://it.wikipedia.org/wiki/La_via_della_schiavit%C3%B9), le quali tuttavia non criticano per nulla l'analisi del mercato fatta da Keynes (ossia l'analisi di Marx), ma criticano solo la liceità della scelta di agire in quel modo. Von Hayek fu un mistificatore di prima categoria. La critica alla liceità della scelta può essere fondata, come critica alle derive che il controllo statale può comportare, ma non è una critica al metodo. Il metodo può essere usato sia dai mascalzoni, sia da chi ha interesse nella forza della sua nazione.
Sciocco è che i nazionalismi europei, ossia coloro che potrebbero produrre dei benefici attraverso quel metodo, non lo usino e non se ne approprino.

Offline Vicus

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Re:Ma il federalismo europeo?
« Risposta #19 il: Marzo 02, 2017, 12:20:49 pm »
Mi citi un passo dove Keynes e Roosevelt (non a caso uno americano ed entrambifilosocialisti, i due tratti della UERSS) parlano di federalismo europeo?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Masterpezzo

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Re:Ma il federalismo europeo?
« Risposta #20 il: Marzo 02, 2017, 12:39:10 pm »
Mi citi un passo dove Keynes e Roosevelt (non a caso uno americano ed entrambifilosocialisti, i due tratti della UERSS) parlano di federalismo europeo?

No. Dove vuoi andare a parare? Sai benissimo che Keynes è una fonte per quel metodo economico anti-crisi basato sull'attuazione di precise politiche monetarie. La Federazione Europea servirebbe solo a costruire un potere politico capace di attuare quel metodo. Oltre, ovviamente, a capeggiare sul resto del mondo e a non farsi imporre niente dall'esterno.